Lo scorso giugno è entrata in vigore la nuova norma sui CAM negli acquisti della pubblica amministrazione. Di cosa si tratta?
È ormai entrato in vigore, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale (n. 142 del 20 giugno 2012). Il decreto del ministro dell’Ambiente relativo all’inserimento dei criteri ambientali minimi (CAM) nelle procedure di acquisto per la pubblica amministrazione nell’ambito dei servizi di pulizia.
Si tratta di un importante traguardo di un percorso che ha avuto inizio nel 2010, anno di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del comunicato del presidente dell’Autorità di vigilanza contratti pubblici, con il quale si obbligano le stazioni appaltanti a comunicare gli elementi relativi al Green public procurement.
In questo modo la Commissione Europea definisce «l’approccio in base al quale le amministrazioni pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita».
È stato a tal fine istituito un Gruppo di lavoro interministeriale per gestire il piano d’azione nazionale sul GPP (PAN GPP) ed è stato attivato un ampio “Tavolo permanente” di consultazione con le parti sociali, il mondo della ricerca e i diversi soggetti interessati. Il Piano di azione nazionale introduce 11 categorie di settori interessati dall’intervento teso al raggiungimento del 50% di appalti verdi, ovvero arredi, edilizia, gestione dei rifiuti, servizi urbani e al territorio, servizi energetici, elettronica, prodotti tessili e calzature, cancelleria, ristorazione, servizi di gestione degli edifi ci (servizi di pulizia e materiali per l’igiene),trasporti. Per ognuno di questi settori sono stati emanati criteri ambientali minimi cui le pubbliche amministrazioni dovranno adeguarsi.
Si tratta di requisiti per qualificare gli acquisti come “ambientalmente sostenibili” (verdi), individuati sulla base di fonti giuridicamente accettabili e scientificamente attendibili.
Il ruolo delle Associazioni di categoria e delle imprese di servizi
AfidampFED è stata coinvolta, insieme a Fise Anip e Legacoop Servizi, nel tavolo permanente di definizione dei criteri per i servizi di pulizia, offrendo un contributo relativamente all’analisi delle caratteristiche dei prodotti chimici all’utilizzo delle macchine. I Criteri ambientali minimi si articolano in quattro sezioni: selezione dei candidati, specifiche tecniche di base, criteri premianti, condizioni di esecuzione dell’appalto/clausole contrattuali. Nelle specifiche tecniche, legate alle caratteristiche dei prodotti utilizzati per la prestazione del servizio, Afidamp Federazione ha fornito il supporto tecnico scientifico atto a definire i requisiti di carattere ambientale.
Sono stati definiti i criteri dei prodotti per l’igiene, dei prodotti disinfettanti, dei prodotti ausiliari in carta e tessuto e di altri prodotti (per pulizie straordinarie e superconcentrati), . L’Associazione ha agito sulla complessità di composizione di tali prodotti, fino al raggiungimento di accettazione negli ‘appalti verdi’ di prodotti non solo Ecolabel, ma con caratteristiche ambientali ben definite e accuratamente proposte nel testo dei CAM. Il secondo ambito di intervento significativo da parte di AfidampFED è relativo all’utilizzo delle macchine. È stato infatti evidenziato come il consumo energetico al metro quadrato non possa essere considerato l’unico elemento valido per la determinazione dell’impatto ambientale, perché bisogna evidenziare tale impatto su tutto il ciclo di vita del servizio e del prodotto. L’utilizzo di una determinata macchina, specifica per determinate operazioni di pulizia può infatti evitare un impatto ambientale maggiore, richiesto da eventuali operazioni di manutenzione ausiliarie. Sistemi di dosaggio appropriati e soluzioni per ridurre i consumi energetici di acqua o dei rifiuti sono tutti elementi validi per determinare i coefficienti di valutazione dell’impatto ambientale, tutelando al tempo stesso la qualità del servizio.
E riguardo ai detergenti?
I vincoli posti dai Criteri ambientali minimi sono un interessante passo avanti nella definizione di uno standard dei servizi di pulizia di elevato livello. Soprattutto nell’ambito dei detergenti (ne discutiamo ampiamente nell’articolo pubblicato su questo numero a firma di Uberto Marni).
Infatti, la norma accoglie una giusta protesta degli operatori, in particolare per i superconcentrati, prodotti intrinsecamente meno inquinanti, per i costi di trasporto, oltre che più efficaci e, ovviamente, con minori residui. Mancava, per questa tipologia di prodotti, una valutazione positiva nei bandi di gara, punteggio più elevato che, invece, veniva riconosciuto ai prodotti Ecolabel.
Matteo Marino, direttore commerciale di Kemika e presidente di AfidampFAB ha dichiarato a proposito: «non è sempre possibile far accettare i prodotti superconcentrati perché l’adozione degli stessi implica, da parte dell’impresa, anche qualche sforzo in più in termini di organizzazione. Gli indubbi vantaggi (economici ed ecologici) dei prodotti superconcentrati talvolta non sono sufficienti a superare gli ostacoli della necessaria formazione che le imprese devono dare ai propri dipendenti, per insegnare a utilizzare i sistemi necessari per garantire i corretti dosaggi.
Ma qualcosa sta cambiando: con Afidamp siamo riusciti a intercettare la norma che istituisce i Criteri Ambientali Minimi, documentando la valenza ecologica dei prodotti professionali e, in particolare, dei veri superconcentrati, che sono stati finalmente definiti (in termini di contenuto minimo di attivo) da un documento ufficiale. Di fatto il rispetto delle norme vigenti obbliga già i produttori all’utilizzo di tensioattivi che garantiscano la biodegradabilità».
Il commento di Matteo Marino, presidente AfidampFED
«L’ecologia è un aspetto fondamentale e ormai imprescindibile nell’attività produttiva e di servizi» ha sottolineato Matteo Marino, presidente AfidampFED, «tuttavia deve andare di pari passo con i criteri imposti di economia, senza assolutamente prescindere dalla qualità e dall’efficacia della prestazione». «Proprio per questo Afidamp Federazione si è impegnata nella stesura e nella verifica delle caratteristiche applicate nei criteri ambientali minimi in relazione all’ammissibilità o meno di prodotti e strumenti utilizzati.
Indubbiamente l’entrata in vigore dei CAM rappresenta un nuovo approccio al mercato, ma al tempo stesso offre l’opportunità di grandi azioni di marketing per le aziende che sono già orientate a questa filosofia, e, in generale, per tutte quelle realtà che considerano la ricerca e l’innovazione quali strumenti imprescindibili per qualunque processo, non solo di crescita, ma anche di mantenimento, considerando la criticità della situazione economica attuale».
«I criteri ambientali minimi sono un grande passo avanti nella esecuzione di un servizio professionale e attento alla tutela e alla salute degli ambienti e di chi li frequenta.
Tuttavia non dobbiamo dimenticare l’aspetto fondamentale della formazione, ovvero la necessità di creare una figura qualificata, un tecnico dell’igiene, che sia in grado di operare anche sulle linee guida di valutazione dell’impatto ambientale», ha sottolineato Matteo Marino.