Facility Management

Servono cambiamenti seri per sostenere i servizi


Il 2012 ha fatto registrare un aumento del mercato del facility. Ma è ancora molto forte la preoccupazione per i debiti della Pubblica Amministrazione.

lo sblocco di 48 miliardi, piani di specializzazione, reinvestimenti sugli immobili e una legge Quadro di riferimento potrebbero rivelarsi volano per una futura crescita.

Mentre scrivo, è apertissimo il dibattito sul tema del debito delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle imprese. Quelle di servizi comprese. In un periodo in cui, almeno per quanto riguarda il 2012, cresce il mercato del facility management in Italia. Nella speranza che non si trasformino in altri debiti. Ed è preoccupante il monito del presidente di Confi ndustria Giorgio Squinzi, tanto da affermare che “l’economia reale ci pone vincoli drammatici, l’occupazione cala e abbiamo bisogno di incidere immediatamente su nodi di economia reale”. La priorità, ha ribadito il presidente Squinzi, è quella del pagamento del debiti della P.A. nei confronti delle imprese. “È il primo passo immediato, che si può fare – ha sottolineato Squinzi –.
Bankitalia ha stimato che si tratta di 71 miliardi di euro; noi chiediamo subito di sbloccare due terzi, circa 48 miliardi.
Sarebbe il volano che farebbe ripartire l’economia del Paese”. Tanto che, secondo i dati pubblicati del rapporto annuale sul facility a cura di Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio), nonostante la difficile crisi economica, nel 2012 il giro d’affari del facility management in Italia ha registrato una crescita pari al 3,5%, passando da 35,8 a 37,1 miliardi di euro. Una crescita avvenuta a seguito di un aumento del valore medio dei bandi di gara; per contro, sempre nel 2012 è stato registrato un calo del 17% nel numero complessivo dei bandi pubblici.

Iss punta sul core-business

A confermare questi dati, i risultati finanziari del 2012 diffusi da ISS Facility Services che vedono in Italia un incremento di fatturato del 32%, passando da 62 a 82 milioni di euro. Un dato positivo che conferma il trend di crescita che ISS ha registrato negli ultimi anni: +19% nel 2011, +3,5% nel 2010. A livello globale, la multinazionale di Copenaghen lo scorso anno ha fatto segnare un più 2,3% per quanto riguarda il fatturato, con un aumento di 10,65 miliardi di euro, con una crescita organica dell’1,7 per cento. Il profitto operativo, prima delle imposte, degli interessi e delle royalties, è stato pari a 591 milioni di euro, con un aumento dell’1 per cento. “Alla luce dell’attuale situazione macroeconomica globale, i progressi ottenuti nel 2012 con la nostra continua trasformazione strategica, sono soddisfacenti – ha dichiarato Jeff Gravenhorst, CEO del Gruppo ISS – abbiamo acquistato numerosi nuovi contratti a livello e regionale, tra cui due dei più grandi contratti nella storia di ISS. Data la difficile situazione economica in molti dei nostri mercati sviluppati, siamo particolarmente orgogliosi dei continui profitti registrati e della nostra abilità di ottenere un forte cash flow. In questo momento, inoltre, stiamo implementando efficacemente nuovi importanti contratti regionali e globali”. Nel 2012, ISS si è concentrata nell’allineamento strategico, ottimizando la strategia di business per rafforzare ulteriormente la focalizzazione sulle attività core e accelerando la riduzione della leva finanziaria del gruppo. Inoltre, sono state cedute alcune delle attività e messe in vendita delle attività no-core. Positive anche le previsioni per il 2013. È prevista una forte crescita nei mercati emergenti, unita a un incremento molto debole e a difficoltà macroeconomiche nella maggior parte dei Paesi europei, dovute a un’attuale situazione di incertezza e a misure di austerità future. In questa situazione, la società danese si aspetta di registrare una crescita organica di circa il 3%.

Coopservice offre servizi sempre più integrati.

Aspettative positive anche per Coopservice, che prevede un 2013 in linea con l’andamento 2012 dopo aver “recuperato” sette milioni di euro di minori ricavi dovuti alla spending review. Il prossimo anno dovrebbe chiudersi con un fatturato di 392 milioni di euro e si tratta di un “obiettivo ambizioso, perché le quote di fatturato messe a budget – commenta il presidente di Coopservice Roberto Olivi – ce le dobbiamo conquistare rivincendo le gare d’appalto, in un mercato dove, purtroppo, il tema della legalità è tuttora all’ordine del giorno. Inoltre, nonostante l’introduzione del Codice dei contratti, continuiamo ad avere a che fare con gare che non valorizzano la qualità del progetto, ma reintroducono, sotto mentite spoglie, il massimo ribasso”. Il moderno ottimismo per l’andamento del prossimo anno deriva dall’essere riusciti a far crescere la competitività con l’adozione di un nuovo modello di business, che vede Coopservice sempre più nel ruolo di interlocutore capace di offrire ai clienti un ampio ventaglio di servizi integrati.
“La parola d’ordine, infatti, è stata integrazione dei servizi, con una nuova struttura commerciale potenziata, nuove professionalità e competenze”.
Accanto ai risultati della gestione aziendale, c’è il positivo andamento sociale della cooperativa con una forte attenzione al lavoro, il rafforzamento del legame con i soci, le azioni di solidarietà messe in campo per il sisma in Emilia e l’alluvione in Liguria, due territori in cui è forte la presenza della cooperativa. E sul delicato fronte dei livelli occupazionali, l’impegno del presidente è chiaro: “Faremo tutti gli sforzi per ridurre al minimo l’impatto della crisi sul lavoro e alla fine del prossimo anno speriamo di poter dire che, complessivamente, siamo riusciti a non ridurre l’occupazione”.

Riqualificazione energetica

E per rilanciare il settore, un impulso positivo potrebbe arrivare da un nuovo piano di reinvestimento sugli immobili. Un impatto positivo sull’economia italiana pari a una crescita massima del Pil annuo dell’1,4% e alla creazione fino a 400mila nuovi posti di lavoro in quattro anni. Questi, in sintesi, i principali risultati, a livello macroeconomico, che potrebbero essere ottenuti realizzando interventi di efficientamento energetico sui circa 85 milioni di metri quadrati pubblici (scuole e uffici) del nostro Paese. È quanto emerso nell’ambito del convegno dal titolo “Reinvestiamo gli immobili”, organizzato da Manutencoop Facility Management e da Legacoop, con la collaborazione scientifica di Nomisma ed Enea. Obiettivo dell’incontro è stato quello di presentare i risultati di uno studio realizzato da Nomisma, uno dei principali istituti privati di ricerca economica a livello nazionale ed europeo, e finalizzato a valutare il possibile impatto economico di un’azione di ottimizzazione energetica su larga scala degli edifici pubblici italiani (attraverso interventi di sostituzione della caldaia, coibentazione dell’immobile, inserimento di lampade a basso consumo, eccetera), sia a livello macro, considerando quindi gli effetti sulle principali variabili macroeconomiche, tra cui l’occupazione e il Pil; sia a livello micro, in termini di riduzione dei costi e del fabbisogno energetico e, conseguentemente, delle emissioni in atmosfera.
Sulla base delle analisi realizzate da Nomisma, i circa 17 miliardi i euro di investimenti effettivi necessari per la riqualificazione degli oltre 85 milioni di metri quadrati di edifici pubblici italiani sarebbero da soli in grado di generare un risparmio annuo pari a circa 750 milioni di euro in termini di minor costi energetici (quasi il 50% in meno rispetto alla spesa attuale) e un impatto diretto positivo sull’economia italiana pari a una crescita del Pil annuo di 1,4% (se gli investimenti venissero fatti in un solo anno) e fino al 2,8% del Pil nell’arco di dieci anni. Il tutto con il ricorso principalmente a manodopera interna e senza alimentare in modo squilibrato, come accaduto per il fotovoltaico, importazioni dall’estero: ciò si tradurrebbe quindi in un incremento potenziale dell’occupazione stimabile tra i 200mila e 400mila posti di lavoro. Anche tra le imprese di servizi.

Appello alla politica

Un rilancio del settore dei servizi che passa anche attraverso un documento articolato in 10 punti nodali volti a rappresentare le azioni necessarie da mettere in cantiere, presentato dal Coordinamento Alleanza Cooperative Italiane (composto da Agci Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative, Legacoop Servizi). “Il settore dei servizi necessita con urgenza di interventi indispensabili e ormai non più rinnovabili – ha dichiarato Massimo Stornari, portavoce del Coordinamento che esprime 7mila cooperative, con un fatturato di oltre 16 miliardi di euro e assicura occupazione a 374mila persone tra soci lavoratori e addetti. Le proposte attraversano i seguenti temi: incentivi alla crescita, tempi di pagamento, politica industriale dei servizi, interventi infrastrutturali, liberalizzazioni, esternalizzazioni e sussidiarietà, modifiche al Codice degli Appalti, Pubblica Amministrazione, semplificazione del Patto di Stabilità, rappresentanza e rapporti con le istituzioni, regolarità e legalità, riforme e riqualificazione della spesa pubblica. “Le misure che proponiamo, se attuate – prosegue Stronati – permetterebbero a settori così importanti per la nostra economia, e al particolare modello di impresa, quale quello cooperativo, di dare il proprio risoluto contributo alla ripresa economica del nostro Paese”. E fa appello alla politica anche FISE Anip, associazione che in Confindustria rappresenta il settore dei servizi di pulizia e multiservizi, promuovendo una Legge Quadro sul distretto dei servizi che contribuisca concretamente al contrasto del lavoro sommerso, alla qualificazione dell’attività e al rilancio dell’occupazione. Anche perché, nonostante il comparto dei servizi e del facility management, con oltre 135 miliardi di euro di fatturato, occupi oltre due milioni e mezzo di lavoratori (di cui 550mila nel solo settore pulizie/multiservizi), l’attenzione della politica e delle istituzioni si concentra oggi quasi esclusivamente sul manifatturiero e sull’edilizia. Speriamo che in questa fase di profondo cambiamento, sia la volta buona. Per qualificare il mercato.

Svincolare gli arretrati

Il Taiis (Tavolo interassociativo imprese di servizi) condivide e appoggia l’iniziativa dell’Associazione nazionale dei Comuni con la quale si chiede al Governo di sbloccare la possibilità di pagare ai fornitori una parte di arretrato, per una cifra di nove miliardi di euro. Hanno aderito anche i sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

Anip e la sanità

FISE Anip ha costituito al proprio interno il Gruppo di Lavoro sulla Sanità, con la partecipazione di tutte le imprese aderenti operanti in maniera significativa nel comparto sanitario, per sviluppare le necessarie sinergie nella rappresentanza degli interessi delle imprese, in un mercato in cui le pressanti esigenze di economia devono ancor di più coniugarsi con la qualificazione delle imprese e con il riconoscimento delle loro capacità progettuali e organizzative.

Frecce AV: alla Dussmann i nuovi servizi di pulizia

Sarà la filiale italiana del gruppo tedesco Dussmann a curare, per i prossimi tre anni, la pulizia e l’igiene delle Frecce AV di Trenitalia, Frecciarossa e Frecciargento. Obiettivo: raggiungere il top, a livello europeo, per quanto riguarda cura e decoro degli ambienti di viaggio. L’azienda tedesca, presente da oltre 40 anni in Italia, ha vinto la gara europea indetta da Trenitalia e si è aggiudicata per tre anni, rinnovabili per altri tre, un servizio del valore di circa 33 milioni di euro. Le attività di pulizia prevedono l’uso di una gamma di prodotti ecologici, a marchio ecolabel, applicati agli ambienti di viaggio e l’adozione di sofisticati macchinari a vapore per gli interni carrozza e a schiuma per i servizi igienici. I tessuti saranno trattati con particolari schiumogeni a bassa penetrazione e tecniche di ultima generazione consentiranno la disinfezione a caldo delle carrozze.
Gli interventi si svolgeranno nei cantieri principali di Milano, Roma, Napoli, Torino, Venezia, lecce e Reggio Calabria e interesseranno le 140 corse giornaliere delle Frecce AV. Soddisfazione per la firma del contratto è stata espressa da Pietro Auletta, presidente e amministratore delegato di Dussmann Service:
“Il Gruppo Dussmann conta circa 56.500 dipendenti in 21 nazioni e qui in Italia eroghiamo servizi di pulizia e sanificazione, ristorazione, facility management per i trasporti, sanità, scuole, forze armate e industria. Trenitalia è per noi un cliente di prim’ordine, l’attenzione per i suoi clienti sarà massima”.
Nel 2012 Dussmann Service ha conseguito in Italia un fatturato di 310 milioni di euro.

Un nuovo punto di riferimento per il pest control

Anticimex e ISS hanno annunciato un accordo che darà vita a un’azienda di pest control attraverso l’acquisizione da parte di Anticimex delle attività di Pest Control di ISS in Australia, Austria, Danimarca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna e Svizzera. Nel 2012 il fatturato complessivo del gruppo equivaleva a circa 385 milioni di euro. La nuova realtà è composta da 3mila dipendenti, che serviranno più di 2,2 milioni di clienti.
“L’unione tra Anticimex e le attività di Pest Control di ISS crea un’azienda multinazionale di disinfestazione che risulta essere una perfetta combinazione tra aziende specializzate che condividono la stessa filosofia di business, intraprendenza locale e focalizzazione sui servizi di pest control – ha dichiarato Olof San, CEO di Anticimex –. Inoltre, siamo molto sodisfatti di aver creato una partnership strategica con ISS, che ci permette di entrare in contatto con i clienti di ISS, e siamo ansiosi di diventare un partner sempre più interessante per la compagnie di assicurazione e per altre aziende e clienti nel mercato di riferimento di Anticimex”.

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