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Strategia politica verde


GPP e CAM sono strumenti utili nella promozione e diffusione di tecnologie, processi, prodotti e servizi più puliti. Anche nel cleaning. Per promuovere un approccio più sostenibile nella programmazione.

Come scrive Silvano Falacco nel suo documento ‘Green Public Procurement quale strumento del mercato dei prodotti da recupero e riciclo’, l’adozione degli acquisti sostenibili è una politica nata oltre dieci anni fa, trovando riconoscimento già nella Comunicazione interpretativa della Commissione Europea del 2001 (comunicazione n. 274 “Il diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità di integrare considerazioni ambientali degli appalti”) e nelle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/ CE (recepite in Italia con il D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture), che hanno sancito la possibilità di integrare considerazioni ambientali nelle procedure di appalto, fino a trovare un input fondamentale nel Piano d’Azione Nazionale sul GGP (Decreto interministeriale 135 dell’11 aprile del 2008). Un piano che prevede l’adozione di Criteri Ambientali Minimi (CAM) per 11 categorie di prodotto, per giungere fi no al ruolo assegnato agli acquisti sostenibili nelle sette “Iniziative faro” previste dalla “Strategia Europea 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” e nella proposta di una nuova Direttiva sugli appalti pubblici della Commissione Europea (comunicazione n. 896 del 2011) che valorizza l’uso strategico di servizi e prodotti “verdi”.

L’IMPEGNO DEGLI STATI MEMBRI

Nella definizione della Commissione Europea, il GPP (Global Public Procurement o acquisti verdi della pubblica amministrazione) è un “processo mediante cui le pubbliche amministrazioni cercano di ottenere beni, servizi e opere con la stessa funzione primaria, ma oggetto di una procedura di appalto diversa”, verso una via sostenibile. All’interno di questo processo, hanno avuto grande rilievo due particolari comunicazioni europee: la numero 302, che invitava gli Stati membri “a elaborare e rendere accessibili al pubblico appositi piani di azione per l’integrazione delle esigenze ambientali negli appalti pubblici”; la numero 400 del 16 luglio 2008, che aveva l’obiettivo di promuovere i GPP (si proponeva di rendere “verdi” il 50% delle gare d’appalto) quale strumento effi cace nella promozione e diffusione di tecnologie, processi, prodotti e servizi più puliti. Sempre nell’analisi di Falocco, emerge che dal 2003 i vari Stati hanno iniziato ad adottare i piani di azione nazionali sul GPP (o sul Sustainable Public Procurement – SPP) e la Commissione, allo scopo di orientare costantemente la propria politica sugli acquisti sostenibili, mantiene aggiornate e disponibili le informazioni essenziali sullo stato dell’arte dei vari piani, dando incarico anche per l’effettuazione di studi relativi alla loro valutazione e comparazione. E allo stato attuale – i dati sono dell’agosto 2012 – su 27 Paesi membri, 21 di essi hanno adottato un PAN sul GPP/ SPP, o documenti equivalenti, e i restanti sei ne stanno adottando uno.

CATEGORIE E PRODOTTI INTERESSATI

I gruppi di prodotto per i quali si è ritenuto prioritario produrre i criteri ambientali sono quelli relativi alle seguenti undici categorie:

  • Arredi (mobili per uffi cio, arredi scolastici, arredi per sale archiviazione e sale lettura)
  • Edilizia (costruzioni e ristrutturazioni di edifi ci con particolare attenzione ai materiali da costruzione, costruzione e manutenzione delle strade)
  • Gestione dei rifi uti
  • Servizi urbani e al territorio (gestione del verde pubblico, arredo urbano)
  • Servizi energetici (illuminazione, riscaldamento e raffrescamento degli edifi ci, illuminazione pubblica e segnaletica luminosa)
  • Elettronica (attrezzature elettriche ed elettroniche d’uffi cio e relativi materiali di consumo apparati di telecomunicazione)
  • Prodotti tessili e calzature
  • Cancelleria (carta e materiali di consumo)
  • Ristorazione (servizio mensa e forniture alimenti)

  • Servizi di gestione degli edifi ci (servizi di pulizia e materiali per l’igiene)
  • Trasporti (mezzi e servizi di trasporto, Sistemi di mobilità sostenibile)

Rispetto a queste undici categorie di prodotti/servizi, una prima pianifi cazione ha portato a individuare circa una quarantina di prodotti prioritari, per i quali sviluppare specifi che considerazioni ambientali. Ad oggi i prodotti per i quali sono già stati adottati i CAM sono i seguenti.

  • Carta in risme
  • Ammendanti
  • Apparecchiature informatiche
  • Prodotti tessili
  • Arredi per ufficio
  • Apparati per l’illuminazione pubblica
  • Ristorazione collettiva e derrate
  • alimentari

  • Materiale da costruzione
  • Servizi energetici per gli edifici
  • Servizi di pulizia e prodotti per l’igiene Mezzi di trasporto

I CAM COME ELEMENTI “DI BASE”

Un decisivo passo in avanti, visto che in circa 10 anni è (quasi) cambiata la mentalità delle pubbliche amministrazioni, favorendo e promuovendo un approccio più green nella gestione degli appalti. Di conseguenza, tutta la fi liera si è dovuta adeguare, compresa quella del cleaning: dalle aziende fornitrici di prodotti chimici e macchinari ai rivenditori che hanno dovuto mettere in magazzino prodotti “verdi”, dedicando sempre più spazio, fi no alle imprese di servizi e pulizie che lavorano direttamente sui cantieri. Per capire quanto possa incidere il GPP in Italia, basta considerare l’ammontare complessivo delle spese per l’acquisto dei beni e dei servizi in Italia che risulta pari a 135,7 miliardi di euro, dovute per il 69% al comparto della sanità, per il 25,3% a quello dei comuni e per il 21,3% all’amministrazione statale centrale; regioni e provincie coprono, invece, complessivamente l’8,6 per cento. Tutti campi d’applicazione del cleaning. L’obiettivo principale del programma d’azione approvato dall’Italia è quello di promuovere la diffusione del GPP presso gli enti e le amministrazioni, responsabili delle politiche pubbliche di acquisto e fornire indicazioni tecniche omogenee, attraverso i Criteri Ambientali Minimi, in modo da permettere a tutti i soggetti che vogliono attuare il GPP di disporre di criteri ambientali facilmente applicabili nei propri bandi di gara. E oggi con l’introduzione dei CAM il traguardo di appalti total green (forse) è più vicino. I CAM, di fatto, sono gli elementi “di base” – si legge nel documento – di qualificazione delle iniziative ambientalmente preferibili e la somma degli elementi tecnici atti a garantire un miglioramento degli impatti ambientali e un’adeguata risposta da parte del mercato dell’offerta. L’inserimento delle “specifiche tecniche di base” e, in alcuni casi, dei criteri di selezione dei candidati e delle clausole contrattuali, sono la condizione minima per qualifi care come “verde” o “sostenibile” l’acquisto del bene o l’affi damento del servizio.

appalti verdi

NUMERI INCORAGGIANTI

Molto interessanti anche i numeri. La relazione annuale dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) del 2011 rileva, tramite un’apposita procedura informatica, ha rilevato l’importo della spesa, la quantità, l’oggetto dell’acquisto e i relativi criteri premianti: nel 2011 gli appalti affi dati nel rispetto dei parametri GPP sono stati oltre 3.500, a fronte di quelli nel 2010 che ammontavano a circa 250. La strada, insomma, sembra segnata. Per fortuna! Le scelte e gli acquisti green sono alla base di una politica strategica per l’Unione Europea che ha l’obiettivo di promuovere la diffusione di tecnologie, processi, prodotti e servizi sostenibili e permettono di perseguire specifi ci obiettivi ambientali, soprattutto grazie all’introduzione dei CAM, che sono riusciti a tradurre questi stessi obiettivi in specifiche tecniche e clausole contrattuali all’interno delle gare d’appalto. Con l’intento che l’applicazione del GPP e dei CAM diventi, ragionevolmente, una prassi. Strumenti che a oggi hanno un grado di applicazione di circa il 50%, ma (speriamo!) diventino d’obbligo per i prossimi anni.

OBIETTIVI STRATEGICI

Gli obiettivi strategici su cui il GPP intende incidere positivamente, attraverso l’approvazione dei Criteri Ambientali Minimi, sono tre: L’Effi cienza e il risparmio nell’uso delle risorse, in particolare dell’energia e la conseguente riduzione delle emissioni di CO2 I CAM vogliono favorire la riduzione dei consumi delle risorse non rinnovabili, di energia da fonti fossili, attraverso l’aumento dell’effi cienza energetica o l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Ciò dovrebbe avvenire attraverso l’incremento della domanda pubblica di prodotti e tecnologie e servizi ad alta effi cienza energetica e, in particolare, attraverso la conversione dell’edilizia corrente in edilizia sostenibile. La riduzione dell’uso di sostanze pericolose Per raggiungere tale obiettivo i CAM forniscono indicazioni volte a favorire i beni servizi il cui ciclo di vita sia caratterizzato dall’assenza o dalle minori quantità possibili di sostanze pericolose.
La riduzione quantitativa dei rifi uti prodotti I CAM intervengono promuovendo comportamenti volti alla razionalizzazione degli acquisti e adottando criteri ambientali che favoriscono l’acquisto e la diffusione di prodotti dalla durata di vita più estesa, facilmente riutilizzabili, contenenti materiali riciclati, riciclabili, con un ridotto volume di prodotti di scarto ed imballaggi.

  • comunità (collegi, scuole, caserme)
  • piscine, impianti sportivi, stabilimenti termali
  • case vinicole
  • acquari, allevamenti e vivai ittici
  • auto, camper, bus, roulotte, aeroplani
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