Nel corso della storia, le Terme hanno rivestito un ruolo importante nella vita dei cittadini: luoghi di cura, di incontro, di relax, di socializzazione, fino dall’antichità, dove con questo nome si chiamava l’insieme di edifici in cui si potevano fare bagni caldi o freddi (spesso con annesse palestre e altri ambienti).
In età minoico-micenea, e poi nella Grecia classica ed ellenistica, sono presenti appositi ambienti dedicati ai bagni, ma è nell’età romana che si diffonde l’uso di bagni pubblici e privati, con la costruzione di veri stabilimenti termali. Con il nome “terme” si intende quindi un edificio annesso a una sorgente termale
(una sorgente di acqua calda di origine profonda, che sgorga a temperatura che può arrivare a 100° C), che viene sfruttata a scopo idroterapico.
Tralasciamo interminabili riferimenti storici e geografici e arriviamo quasi ai giorni nostri. Il periodo d’oro degli stabilimenti termali è l’Ottocento – e poi il Novecento – dove era di prassi, per i gentiluomini, “passare le acque” in luoghi più o meno raffinati, di cura, ma anche (e forse soprattutto) di svago.
Anche il cinema con pretese élitarie fa delle Terme, in territorio ceco in questo caso, protagonista con il film del 1961 di Alain Resnais L’anno scorso a Marienbad e Andrej Tarkovskij con Nostalgia (1983) ambientato nella toscana Bagno Vignoni.
Per non parlare degli innumerevoli riferimenti in testi letterari ambientati in questi luoghi.
Anche la musica fa la sua parte, con Il viaggio a Reims di Gioachino Rossini, ambientato nell’albergo del Giglio d’Oro nella stazione termale di Plombières (che diventerà famosa per lo storico incontro nel 1858 tra Camillo Benso conte di Cavour e Napoleone III).
IGIENE, IGIENE, IGIENE
Torniamo agli stabilimenti termali visti nell’ottica della pulizia e dell’igiene come misure di prevenzione per alcune patologie.
Questi ambienti risultano, infatti, particolarmente complessi dal punto di vista della pulizia e della sanificazione, poiché presentano problematiche ben precise, dato il rischio di contaminazione batterica, soprattutto per la diffusione di infezioni da Legionella, che rappresenta un importante problema sanitario.
Non così precisa, però, è la legislazione: infatti, per la legge, le Terme sono considerate presidi sanitari, ma non esiste una normativa specifica e comune a cui attenersi. Infatti, il settore è regolamentato dalle Legge 323/2000 (Riordino del Settore Termale) che non menziona né i criteri igienico-sanitari che devono avere le strutture termali, né si occupa delle questioni connesse ai patogeni diffusi negli ambienti comunitari, rimandando a specifiche norme regionali.
Eppure le infezioni da Legionella spp sono un problema emergente nella Sanità Pubblica e quindi sottoposte a sorveglianza speciale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della Comunità Europea dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha istituito nel 1983 il Registro Nazionale della Legionellosi.
La Legionella si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, quindi tutti i luoghi in cui si può entrare in contatto con acqua nebulizzata possono essere considerati a rischio: i primi casi di Legionellosi sono stati associati alla contaminazione di impianti di climatizzazione, torri evaporative e sistemi di raffreddamento e attualmente, in Italia, le infezioni derivano prevalentemente dalla contaminazione dei sistemi di contaminazione dei sistemi di distribuzione dell’acqua. Si può bene immaginare quanto la cura dell’igiene e della sanificazione nel prevenire le infezioni da Legionella sia importante in una struttura termale: questo argomento è stato il tema dell’intervento di Valeria Zacchi, direttore sanitario delle Terme di Sirmione, nel corso del convegno sulla Sanificazione organizzato l’ottobre scorso a Rozzano, provincia di Milano, dall’Istituto Internazionale di Ricerca.
L’AMBIENTE “TERME”
Per comprendere come siano complesse le attività di gestione dell’igiene in una struttura di questo tipo è necessario considerare che il “cuore” dello stabilimento è il mezzo terapeutico naturale – l’acqua minerale – che ha caratteristiche che non devono essere modificate per non comprometterne l’efficacia.
Ma un impianto termale ha una struttura di solito tradizionale, anche quando le acque che impiega per i trattamenti sono ricche in concentrazioni saline, calde, aggressive dal punto di vista chimico.
Per questo motivo, per prevenire le infezioni, è importante fare sì che non diventino terreno di coltura per il batterio i depositi calcarei, e quindi è necessario un assoluto controllo sulle reti di distribuzione, le condizioni di esercizio degli impianti idrici, con programmi mirati per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
I FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALE
Tenendo presente che modo, tempo e intensità di esposizione sono fattori di primaria importanza, anche altri giocano un ruolo significativo, come la temperatura dell’acqua compresa tra 25 e 45° C, la presenza di alghe e amebe che forniscono nutrimento e protezione anche in condizioni di temperatura elevata e in presenza di biocidi, la presenza di sostanze biodegradabili che favoriscono la formazione del biofilm, concentrazione di alcuni elementi in traccia (ferro, rame, zinco ecc.).
LA STRATEGIA DI PREVENZIONE
Dall’esperienza maturata nel corso degli anni alle Terme di Sirmione, Valeria Zacchi segnala come siano stati individuati gli elementi connessi per attuare una strategia di prevenzione. Innanzitutto la valutazione del rischio.
In questo campo bisogna considerare lo stato degli impianti (condizioni di stasi o di flusso intermittente, variazioni di pressione), lo stato dei rami terminali (individuando eventuali segmenti a rischio) e la presenza di biofilm e calcare (analisi dell’acqua per valutare la genesi dei depositi calcarei, ristagno che favorisce la formazione di biofilm, incrostazioni che riducono l’esposizione ai disinfettanti).
Il piano di autocontrollo prevede la mappatura e la codifica dei punti di prelievo, il campionamento bimestrale dell’acqua termale e il campionamento semestrale dell’acqua sanitaria. A questo si aggiungono i report dei risultati dell’analisi e le procedure in caso di presenza di Legionella. La manutenzione degli impianti consiste in una manutenzione preventiva (sostituzione programmata dei terminali nei punti di erogazione dell’acqua sanitaria e termale), nel flussaggio dei rami sottoutilizzati e nell’ispezione periodica.
Trattamenti shock e in continuo: per il trattamento in continuo dell’acqua sanitaria (accumuli ACS, accumuli acqua fredda, linee di distribuzione); devono prevedere il monitoraggio dei livelli dei biocidi (alfa-idrossiacidi+ perossido idrogeno+cloro libero); i trattamenti shock con acqua sanitaria o termale: termico (apparecchiature cure inalatorie), con biocidi in associazione o meno a shock termico (+ efficaci per la rimozione del biofilm).
QUANDO ESEGUIRE GLI INTERVENTI
Gli interventi di bonifica variano secondo il livello di carica batterica riscontrata, che viene espressa come unità formanti colonie (UFC):
- < 100 UFC/l LP: nessun intervento
- 100 UFC/l > 1000 UFC/l: verificare le misure di controllo e negli stabilimenti termali effettuare bonifica
- 1000 UFC/L > 10.000 UFC/L LP: in assenza di casi verificare le misure di controllo in atto ed effettuare la valutazione del rischio, in presenza di casi rivedere le misure di controllo ed effettuare la bonifica
- 10.000 UFC/l LP: bonifica immediata sia in presenza, sia in assenza di casi, verifica dei risultati delle analisi immediatamente dopo bonifica, sia periodicamente per il monitoraggio delle misure di prevenzione.
FORMAZIONE DEL PERSONALE
Punto cruciale è sempre costituito dalla capacità e dalla formazione di chi esegue qualsiasi intervento, che deve essere formato e capace. Questo vale per gli addetti alla manutenzione degli impianti (flussaggi, sostituzione dei terminali, manutenzione delle linee di distribuzione dell’acqua sanitaria/termale) e per gli operatori termali (operazioni di decalcarizzazione dei terminali delle apparecchiature, shock termico delle linee delle cure inalatorie). È poi necessario che venga redatta una documentazione dell’avvenuta formazione.
RESPONSABILITÀ
Sono varie le figure che a vario livello rivestono un ruolo responsabilità: il Titolare degli impianti, il responsabile specifico, l’incaricato dipendente, l’incaricato consulente.
REGISTRAZIONI
Ogni attività assume valore quando è documentata: anche in questo ambito è necessario quindi fare riferimento al Documento valutazione rischio, al registro delle manutenzioni, al registro degli interventi di sanificazione degli accumuli, delle linee, degli erogatori, alle registrazioni del controllo dei livelli di biocidi, al registro dei flussaggi dei rami sottoutilizzati e alla registrazione delle analisi.
RIESAME
Per completare un percorso di prevenzione, è necessario anche procedere – step by step – a un riesame delle procedure eseguite. Quindi attuare una revisione periodica dei risultati dei campionamenti, analisi report agli enti di controllo, revisione della mappatura dei punti di prelievo. Inoltre, stabilire la programmazione degli interventi strutturali sugli impianti e l’aggiornamento degli interventi di manutenzione preventiva. Prevenire è sempre meglio che curare: tutti d’accordo, e se poi aggiungiamo alla gravità dei problemi per la salute causati da una scarsa professionalità e attenzione anche il danno d’immagine (e di conseguenza la negativa ripercussione economica) di una struttura, la logica conseguenza è sviluppare l’attenzione continua e il monitoraggio delle sue varie componenti. Senza indugiare troppo su considerazioni di risparmio. A volte, si potrebbe pagare troppo caro.