Quanto sarà esposto non è solo il diario dei lavori di un importante intervento di disinfestazione: in effetti si prefigge di sottolineare come nel progettare e gestire tali servizi non si debbano dimenticare i principi su cui essi si fondano.
Le nostre affermazioni si basano sul fatto che le entità biologiche infestanti sono antiche e che il loro successo si fonda sulla capacità di sfruttare ogni opportunità venga loro concessa. I parassiti con cui ci cimentiamo sembrano invincibili. Il prof. Bruno Casadei scriveva già negli anni ottanta che: ”Cause avverse, naturali impedimenti, parassiti, predatori non ne hanno limitato lo sviluppo”; e neppure, aggiungiamo noi, sembrano aver successo le varie tecniche di lotta.
Per fortuna non è del tutto vero, come dimostra l’esempio che andremo a descrivere, la cui buona riuscita si basa su alcuni fatti:
- L’introduzione dei principi dell’IPM (Integrated Pest Management)
- L’effettuazione di monitoraggi per mezzo di checklist (una sorta di radiografi a che delimita le aree sensibili
L’effettuazione delle valutazioni analitiche delle aree critiche (una sorta di TAC, per continuare il nostro parallelismo medico) atte a definire:
- Carenze strutturali risolvibili nell’ambito di una normale manutenzione
- Interventi di pulizia da rafforzare
- Analisi critica, area per area, dei servizi di disinfestazione (in particolare l’integrazione fra i risultati dei monitoraggi con gli interventi veri e propri).
- La realizzazione di un progetto basato sia su interventi “a calendario”, sia su un piano di lotta mirata.
L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Questa impostazione continua con la scelta delle procedure operative (potremmo defi nirla la fase in cui venivano specifi cati terapie e monitoraggi atti a valutare i risultati), che riguardavano le singole aree e, per ogni area, i parassiti bersaglio, le attrezzature, le trappole e i PMC necessari. Inoltre, per ogni area erano indicati gli interventi di rat e pest-proofi ng e i tempi di realizzazione su un lasso di tempo di tre anni (il ‘tutto e subito’ è oggettivamente impossibile).
Importante poi è anche la ‘defi nizione delle criticità’: per ogni area di intervento dovevano essere calcolati i giorni e gli orari in cui era possibile operare (l’obiettivo era ottimizzare il lavoro), e quindi la ‘stesura di un computo metrico estimativo’ che stimava analiticamente i costi. La variabile principale era rappresentata dal tempo necessario per eseguire in modo corretto ogni singolo intervento, ivi compresi le pulizie “antiparassitarie” e le manutenzioni, senza trascurare i tempi per raccogliere, codifi care e analizzare i dati e svolgere le riunioni periodiche per controllare lo stato dell’arte.
Diagnosticati i problemi, defi nite le terapie più idonee, stabilite le posologie (i calendari di intervento e stima dei trattamenti straordinari), era il momento di definire gli obiettivi e soprattutto i tempi in cui si intendevano realizzare. E questo non è stato facile, perché, dopo un periodo di convivenza con i problemi, il desiderio di risolvere tutto in fretta era nel cuore di ognuno e su tutti ‘incombevano’ le varie bacchette magiche di alcune ditte di servizi. A questo punto si parla di budget: è necessaria la sua definizione su base almeno biennale. Rendendolo attuale, potremmo dire: oggi il budget 2014 è 100, piuttosto alto perché sono contemplate alcune realtà in allarme rosso; il 2015 sarà 90, salvo rincari delle risorse. Alla fine del 2014 – in funzione dei risultati e delle eventuali modifiche avvenute in corso d’opera – si stileranno i budget del 2015 e 2016 e così via di seguito. Il metodo è di grande utilità pratica, in quanto costringe a porsi degli obiettivi misurabili e ad aggiornare costantemente le previsioni in funzione dei risultati ipotizzati e poi valutati.
CHECK-LIST E MONITORAGGI
Le check-list che sono state realizzate prendevano in esame i vari locali indicando – oltre che lo stato dell’arte dei pavimenti, pareti, soffitti, porte, finestre, areazione, illuminazione, lavelli (per alimenti), lavamani, bancali, armadi e scaffalature, ripiani pensili, celle frigorifere, congelatori, frigoriferi, attrezzature produttive – anche il grado di infestazione stimato (a cui sarà abbinato lo specifico monitoraggio, vedi più avanti l’esempio concreto), le eventuali carenze delle pulizie ‘antiparassitarie’ e gli interventi anti-intrusione (indicandone il tempo di intervento e la stima dei costi). In effetti, si parte da una buona cartografia e si procede per gradi.
I picchi di lavoro sono difficili da affrontare e spesso demotivano proprio perché non si riescono a realizzare e si scontrano con gli impegni quotidiani, sempre incombenti. Vale il detto: “100 è più grande di 1”, ma 1 è infinitamente più grande di zero. L’impegno deve essere possibile e costante nel tempo.
L’esempio che segue si riferisce agli spogliatoi maschili e femminili dell’azienda esaminata (si tenga conto che l’indagine entomologica è stata effettuata in ottobre). La cosa che più ha stupito è che una infestazione così elevata sia stata vissuta come normale anche dalle maestranze. In effetti c’erano state delle segnalazioni (soprattutto dal personale femminile), ma visto che poco o nulla veniva fatto era subentrato un clima di ‘rassegnazione’.
STATO DELL’ARTE
Gli spogliatoi presentavano pavimenti impermeabili, lavabili, ma non avevano angoli arrotondati con le pareti. Il grado di pulizia era buono solo per le aree facilmente raggiungibili. Le pareti verticali erano lisce, lavabili, ma il piano di pulizia era annuale. Le porte erano a chiusura manuale e la ‘luce’ fra porta e pavimento era tale da consentire il passaggio degli insetti. Gli armadietti erano lavabili a doppio scomparto, con la superficie superiore orizzontale. Il contenuto (ove è stato possibile fare delle ispezioni) era piuttosto disordinato, con alimenti, che in alcuni casi non erano confezionati oppure presentavano confezioni non integre. Le finestre erano munite di zanzariere in buono stato di manutenzione e con una sufficiente tenuta fra telaio e struttura della finestra.
ESEMPIO DI INTERVENTO (AREE SPOGLIATOI)
Parliamo di una disinfestazione generalizzata, con trattamenti di irrorazioni e termonebbie (a fine ottobre).
Eccone le varie fasi.
Orari di intervento: il sabato dalle 15 alle 17, con due operatori per un totale di 4 ore. La cooperativa incaricata dei servizi ha svolto una pulizia più attenta delle aree nascoste. L’aumento del montante ore è stato, in un primo tempo, di due ore per gli spogliatoi maschili e di un’ora e mezzo per quelli femminili. Il personale è stato sollecitato a pulire l’interno degli armadietti, a non tenere generi alimentari (soprattutto se non confezionati), a non appoggiare nessun materiale sul ripiano orizzontale o sotto l’armadietto. In tal senso sono stati apposti cartelli esemplificativi sia all’entrata degli spogliatoi, sia nei servizi igienici.
Una seconda disinfestazione generalizzata è stata effettuata a distanza di circa un mese.
In tale occasione, i tecnici hanno sistemato alcune soluzioni di continuità delle zanzariere, hanno sistemato le porte con bandelle a tenuta.
Sono stati eseguiti interventi mirati agli impianti elettrici e di illuminazione. Sono state posizionate due lampade luminose con basi collanti e siliconate tutte le fessure e le piccole crepe (era inutile attivare il servizio manutenzione, gli interventi necessari erano di poco conto).
Orari di intervento: il sabato dalle 15 alle 19 con due operatori, per un totale di 8 ore.
Un terzo intervento è stato effettuato a metà dicembre, sempre di sabato, dalle 15 alle 18 però con un solo operatore.
Il calendario degli interventi a programma per l’anno successivo è stato di 4 applicazioni. Il problema era stato praticamente risolto e rimaneva prioritario contenere i costi per concentrarsi sulle aree produttive.
L’introduzione dei gel, insieme a una maggior pulizia degli angoli nascosti e a un utilizzo più attento degli armadietti da parte delle maestranze, hanno consentito di consolidare nel tempo i buoni risultati ottenuti.
Il metodo adottato – di suddividere il problema che era di una certa gravità (come la documentazione fotografica dimostra) – ha trovato mediamente una buona soluzione (in alcuni casi ottima) e in tempi brevi, come nell’esempio riportato.
In altri casi, i primi risultati sono stati raggiunti dopo un anno di notevole impegno, in quanto si doveva recuperare una realtà degradata negli anni, fortunatamente con risorse economiche adeguate, a patto di utilizzarle con parsimoniosa professionalità e, soprattutto, ottimizzando le risorse in campo: pulizia “antiparassitaria”, manutenzioni mirate (senza modificare i budget di spesa, e la cosa ha avuto del miracoloso!) e interventi di disinfestazione che alcuni hanno nomato ‘ecologica’ perché sfruttava ogni punto debole dei parassiti (ne hanno veramente pochi); inoltre particolare attenzione è stata posta a integrare i risultati dei monitoraggi che si volevano tesi più che a radiografare lo status quo a misurare i risultati cercando con molta determinazione di migliorare costantemente (piccoli passi) l’efficacia del lavoro.