Indagini

Lavorare in salute e sicurezza


Una ricerca di DNV GL Business Assurance e GFK Eurisko mette in luce l’attenzione delle aziende -in particolar modo italiane – al tema della salubrità e della security nei luoghi di lavoro

L’approcio in materia di salute e sicurezza sul lavoro, a livello mondiale, sta cambiando in meglio. È ciò che emerge da un’interessante indagine su questo tema, realizzata nell’ultimo trimestre 2013 da DNV GL Business Assurance, Ente di certificazione di riferimento a livello mondiale e GFK Eurisko, Istituto di ricerca tra i più importanti.
Il sondaggio internazionale ha coinvolto oltre 3860 professionisti del setore primario, secondario e terziario in Europa, Nord America, Sud America e Asia. Il campione è stato così composto: il 23% delle imprese conta meno di 50 addetti, il 32% ha fra le 50 e le 249 persone impiegate e il 45% ne dichiara 250 o più.
La maggioranza delle società appartiene al settore secondario nei comparti: alimentare (5%), chimica (6%), metallurgia (11%), meccanica (9%) e forniture elettriche (4%). Il 67% dei partecipanti svolge funzioni direttamente legate alla gestione tecnico-operativa.

lavorare in salute e sicurezza
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POLITICHE DI TUTELA

L’inchiesta evidenzia subito un dato positivo: la gestione di salute e sicurezza sul posto di lavoro rientra, a pieno titolo, tra gli elementi presi in considerazione dalle strategie aziendali per oltre il 90% degli intervistati – il 92, 8% in Europa – con un valore dell’89,1% per le aziende con meno di 50 dipendenti e il 94,8% per quelle con più di 250. I settori minerario ed estrattivo arrivano, addirittura, al 98%.
La scelta di adottare politiche specifi che è evidenziata dal 76% del campione e più grandi sono le aziende maggiore è il ricorso a politiche ad hoc ma anche il 70% delle piccole imprese è attiva su questo fronte. Gli Europei (82%) con Centroamericani e Sudamericani (81%) sono i più dinamici. Al top ci sono Italiani (94%) e Olandesi (92%).
La ricerca sottolinea, inoltre, che 7 intervistati su 10 dichiarano di sviluppare effi cacemente politiche di tutela dei lavoratori in tema di salute e sicurezza. In Italia la percentuale sale fino all’88.

RISCHI E AZIONI PER CONTRASTARLI

Nel sondaggio il campione di intervistati dichiara che i principali rischi aziendali sono, soprattutto, di tipo operativo ma con differenze geografi – che. I Nordamericani (66%) e gli Svedesi (55%), per esempio, sono più attenti all’ergonomia mentre gli Asiatici (54%) sono più preoccupati di carenze strutturali di macchinari e attrezzature. I Cinesi, invece, reputano i rischi legati ad agenti fi sici, come rumore e vibrazioni (55%), incendi ed esplosioni (50%) e impianti elettici inadeguati (38%), quelli più pericolosi.
Questo porta a focalizzare le azioni di intervento direttamente sull’operatività.
Secondo questa ricerca, la lista delle azioni più effi caci da intraprendere per tutelare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro vede in testa le attività di manutenzione (48%), seguite dalle misure d’emergenza (46%), dalla formazione (42%), dai controlli medici per i lavoratori (40%).
Gli aspetti organizzativi a tutela della salute e della sicurezza stanno un gradino più sotto, a conferma che ancora ci sia molto da fare. La valutazione dei rischi, per esempio, è segnalata solo dal 37% del campione, l’adozione di misure precauzionali dal 35% e i sistemi di gestione sono segnalati dal 34% degli intervistati.

lavorare in salute e sicurezza
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Su quest’ultimo fronte i più attivi sono i Nordamericani poichè 1 su 2 intraprende iniziative atte a ridurre al minimo il numero di lavoratori potenzialmente esposti a rischi; il 44% implementa sistemi di gestione degli stessi e il 43% adotta, in fase di progettazione, procedure che garantiscono prodotti conformi ai requisiti di tutela della salute e della sicurezza.
L’indagine mette in rilievo che Norvegesi (46%) e Svedesi (43%) si distinguono per la propensione a coinvolgere e consultare i lavoratori sul tema della salute e sicurezza, oltre a sostenere con forza l’esigenza di adottare misure d’emergenza (il 64% per la Svezia) e quelle preventive di protezione della collettività (50% per la Norvegia), piuttosto che la tutela individuale. Gli Italiani, invece, spiccano per i controlli medici per i lavoratori (57%) e per le attività di valutazione dei rischi (49%). Sono naturalmente le aziende chimiche a detenere il primo posto per l’adozione delle misure d’emergenza (58%) e per le procedure fi nalizzate ad assicurare la progettazione e la realizzazione di prodotti che tutelino la salute (40%).
Le società minerarie ed estrattive, invece, ritengono particolarmente efficaci la valutazione di tutti i rischi (50%), i controlli medici dei dipendenti(50%) e il loro coinvolgimento 43%).

L’IMPORTANZA DI LEGGI E NORMATIVE

Sono soprattutto le leggi e le normative in fatto di tutela della salute e della sicurezza a spingere le imprese ad occuparsi di questo tema,almeno in Europa,dove il 91% degli intervistati conferma l’impegno su questo fronte mentre la media mondiale è dell’87%. A seguire ci sono le politiche interne (menzionate dal 73% dei professionisti), le buone relazioni con i lavoratori (43%), la continuità operativa e la salvaguardia degli assetti aziendali, entrambe con il 38%.Il tutto indipendentemente dalle ripercussioni che le imprese possono avere sul mercato in fatto di immagine della marca, sensibilità dell’opinione pubblica e concorrenza.
Questo trend, però, non è identico in tutte le nazioni poiché i Nordamericani sentono meno la pressione di leggi e normative (il 77%) e ritengono che la tutela di salute e sicurezza sul lavoro sia importante sia per la conservazione degli asset aziendali sia per proteggere proprietà e top management, oltre che per rispettare le richieste delle assicurazioni. La salvaguardia degli asset aziendali è anche fondamentale per Indiani (64%) e Cinesi (50%). Questi ultimi danno rilevanza anche all’impatto su concorrenza (39%), tutela del brand (40%) e soddisfazione dei clienti (55%). Il 55% dei Norvegesi e il 72% degli Svedesi, infine, sono motivati dalle relazioni con lavoratori e sindacati

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VANTAGGI, COSTI E BENEFICI

Nell’indagine DNG-VL/GFK Eurisko il 57% dei partecipanti ritiene che i aggi derivanti dalle iniziative intraprese dalle aziende per tutelare salute e sicurezza sul lavoro siano superiori ai costi. Norvegesi (79%) e Cinesi (80%) sono i più soddisfatti, seguiti da Nordamericani (76%) e Centro e Sudamericani (72%).
Il benefi cio evidenziato dalla maggioranza dei partecipanti al sondaggio è la diminuzione degli infortuni, segnalato dal 75% del campione – valore che sale all’87% per le industrie chimiche – e, a seguire, il miglioramento dei rapporti col personale (67%). Il risparmio come vantaggio è stato menzionato dalla metà dei Nordamericani mentre i Cinesi hanno segnalato un miglioramento signifi cativo dal punto di vista del vantaggio competitivo e della brand equity. E’ la mancanza di fi nanziamenti che frena lo sviluppo di iniziative specifi che nella gestione di salute e sicurezza sul lavoro (31%) ma anche il focus sui risultati a breve termine (26%). In Asia vengono evidenziati anche altri ostacoli come la perdita di effi cienza (23%) e il mancato ritorno sugli investimenti (19%). Il settore dell’edilizia segnala anche calo dell’efficienza (21%), minor competitività (13%) e, soprattutto, la mancanza di coinvolgimento dei fornitori (26%).

Chi è DNV GL

Con l’obiettivo di salvaguardare la vita, la proprietà e l’ambiente, DNV GL consente alle organizzazioni di incrementare la sicurezza e la sostenibilità delle proprie attività. DNV GL è leader per i servizi di classifi cazione, certifi cazione, verifi ca e formazione. Con origini nel 1864, DNV GL opera oggi a livello globale. È presente in oltre 100 Paesi con 16.000 professionisti impegnati ad aiutare i propri clienti a rendere il mondo più sicuro, più intelligente e più verde.

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