Indagini

Lavanderie professionali

Niente di nuovo se diciamo che la situazione della produzione italiana vive momenti problematici.

Il 2013 si è chiuso senza segnali favorevoli, la speranza di un rinnovamento – o perlomeno di un tentativo in questo senso – nel mondo lavorativo c’è, ma la realtà non cambia di molto. Il mercato interno è fermo, l’accesso al credito per le imprese bloccato, con la conseguenza di un arresto degli investimenti per le piccole e medie aziende, che possono muoversi contando solamente su risorse interne.
L’export? Per fortuna c’è… Il settore delle lavanderie professionali non fa eccezioni: se vi sono segnali positivi, questi vengono dall’estero. Il che sicuramente è favorevole, però non risolve il problema di base: chi si rivolge anche al mercato interno subisce una stasi, che, se continuasse, potrebbe portare a una perdita di competitività, a non avere la possibilità di investire in innovazione, e quindi soddisfare le esigenze di un mercato che è presente ed è sempre interessante.
Tutto sommato, però, a parere di chi abbiamo intervistato, le aziende hanno tenuto e hanno dimostrato la loro professionalità sui mercati. Volendo entrare nel particolare, le tendenze della domande sono molto diverse: da chi chiede prodotti di qualità e chi bada solamente al prezzo più basso. E per quanto riguarda il mercato estero? C’è chi consolida il lavoro compiuto negli ultimi anni e chi realizza un incremento dovuto dal buon andamento della domanda, grazie a una migliore qualità della vita economica dei paesi dove esporta: in tutti i casi, è un mercato su cui si fa affidamento in maniera molto significativa.
Per Imesa, per esempio, conta per oltre il 75% – come per la maggior parte delle aziende produttrici nel mercato del cleaning – e Realstar dichiara che è l’export che ancora regge il buon andamento delle vendite; anche per Firbimatic l’estero ha registrato una maggiore richiesta, che, di conseguenza, ha avuto il suo peso nell’operatività aziendale. Renzacci conferma che – nonostante Il 2013 sia stato un anno molto diffi cile – si è chiuso con un leggero aumento di fatturato e, soprattutto, con una produzione che ha cominciato ad aumentare a confronto con gli anni precedenti. Anche se un segnale dell’incertezza di questi tempi è stata la mancanza di previsioni nell’acquisizione degli ordini, e quindi di una programmazione per la loro evasione: con la conseguenza di dover poi soddisfarli in velocità…
Tuttavia, ritornando al mercato interno, non si può dire che è completamente ‘addormentato’: se per Falvo è, al momento, quello più interessante – e l’azienda romana conta di incrementare la sua penetrazione con prodotti innovativi – anche Imesa nota che, dopo un paio d’anni di arresto, inizia a esserci qualche timido segnale ripresa. E, come afferma Chiara Ronchiato, marketing & communicaton manager dell’azienda trevigiana: «Per fine anno, sicuramente, il mercato interno riconquisterà qualche punto percentuale di peso sul totale del fatturato». Ciò che incide molte sulle aziende – è non è una cosa nuova – è la quasi totale mancanza di credito, fatto che limita ogni tipo di investimento e di sviluppo. «Anche chi sarebbe in grado di autofinanziarsi, proprio a causa dell’instabilità generale sceglie una politica di attesa, non vedendo segnali certi e confermati di una forte ripresa» commenta Marco Niccolini, direttore commerciale marketing di Renzacci, azienda per cui il mercato interno rivestiva il 30-35% e ora si attesta sul 20%.

IL MERCATO DEL CLEANING

Il mondo delle pulizie professionali sta diventando un mercato molto interessante, per i produttori di macchine per la lavanderia professionale. Intanto, è un settore in espansione, magari non completamente strutturato, per alcune parti ancora poco organizzato, ma sicuramente in crescita. È indubbio che la qualità della vita viene determinato, e non poco, dall’igiene e dalla pulizia nella vita quotidiana (personale e nel mondo lavorativo), e perciò tutto ciò che ruota intorno a questo mondo è oggetto di attenzione e, nella prospettiva più ampia, di crescita e sviluppo. Le aziende lo riscontrano: per Falvo il cleaning rappresenta il 90% del fatturato (e il 10% è rappresentato dalle macchine), mentre Firbimatic ha come perno la sola produzione di impianti dedicati al cleaning. Ci sono anche aziende che hanno ‘scoperto’ il mondo del cleaning professionale da non molto, come Imesa, che ha trovato nella pulizia professionale un interesse tanto vivo da spingere l’azienda a sviluppare una lavatrice completamente dedicata. E il successo – in Italia e all’estero – conferma la correttezza della scelta. Anche Realstar ha trovato promettente il settore: da un paio di anni si è affacciata al comparto ed è fiduciosa del risultato. Ne è certo Roberto Grandi, general manager dell’azienda: «Grazie a ottimi contatti con aziende di primo piano del settore, contiamo durante il 2014 di fare un deciso passo avanti».

SOLUZIONI ‘GREEN’

Green: ormai diventato termine di moda, è però veramente declinato dalla nostra industria? Ovviamente, ora facciamo riferimento al settore delle lavanderie professionali, che dimostrano una notevole sensibilità a questo approccio. Anche perché, al di fuori del fatto che è diventato ‘cool’, sta aumentando la consapevolezza che è necessario andare al di là degli interessi singoli e aziendali, ma occuparsene perché riguarda – anche in termini economici – tutto il pianeta. «Renzacci è cresciuta puntando sull’innovazione, e innovazione signifi ca ‘green’. Anche nel settore dei solventi per il lavaggio a secco, il ‘natural cleaning’ è un punto di forza, i clienti l’hanno apprezzato – evidenzia Niccolini -. E avere ottenuto la ‘Smart Label’, riconoscimento conferito da Fiera Milano e da POLI.design, consorzio del Politecnico di Milano, per Ecosaver System (sistema integrato composto da una macchina ad acqua di ultima generazione ed essiccatore a ridotto consumo energetico con recupero dell’aria) ha portato da parte della clientela un effetto positivo».
Come afferma Nicolino Falvo titolare e amministratore delegato dell’azienda di Fiano Romano:«Le soluzioni “green” crescono man mano che la collettività nel suo insieme diventa sensibile a soluzioni meno inquinanti e man mano che il costo delle soluzioni “green” diminuisce». Perché, si sa, il fattore prezzo ha ancora – e di questi tempi di più – un’incidenza fortissima e se i costi per un prodotto ‘green’ risultano più elevati, ne consegue un freno all’incremento della richiesta. Tuttavia, la ricerca di prodotti e soluzioni che rispettino l’ambiente è un argomento a cui il mercato è sensibile e attualmente – se il prezzo non funzione da deterrente – viene sicuramente privilegiato nella scelta. Ogni azienda, quindi, va verso questa direzione e ogni azienda propone le sue soluzioni.
Qualche esempio: ascoltando le parole di Chiara Ronchiato: «Imesa ha da sempre a cuore l’impatto ambientale del proprio processo produttivo e dei propri prodotti. Le macchine sono quasi completamente riciclabili e i consumi d’acqua, ed energetici, sono ridotti al minimo». E Roberto Grandi: «La richiesta di prodotti mirati alla salvaguardia dell’ambiente è senza dubbio la più gettonata, infatti non passa giorno che non riceviamo richieste di macchinari e prodotti “green”, e per questo che Realstar & Aquastar hanno sviluppato una serie di prodotti e soluzioni tecnologicamente avanzate in grado di soddisfare questo tipo di esigenza».

INNOVAZIONE E TECNOLOGIA

Binomio imprescindibile, per portare alla realizzazione di macchine sempre più performanti, in linea con la tendenza alla responsabilità ambientale e al risparmio delle risorse. Ogni azienda affronta il tema accentuando le proprie caratteristiche. Così, per Falvo, la tecnologia di lavaggio che apre nuovi spazi è quella che:«consente di lavare nelle lavatrici ad acqua, oltre la biancheria, anche gli abiti che abitualmente si lavano a secco», come fa notare Nicolino Falvo. Mentre per Mirco Mongillo, direttore commerciale di Firbimatic: «Il rispetto totale dell’ambiente, degli operatori, un ottimo livello prestazionale in termini di automazione e risparmio energetico» è la spinta a un’evoluzione. Imesa ha sempre considerato importante l’innovazione, e l’ha applicata utilizzando le tecnologie più moderne: «La nostra azienda è stata la prima ad applicare alla macchina il sistema di assistenza dar remoto via GSM, la prima ad abbandonare il tradizionale microprocessore a vantaggio di un vero computer» conferma Chiara Ronchiato. E Roberto Grandi ribadisce che Realstar contribuisce con la disponibilità di diverse soluzioni per ogni tipologia di settore. «C’è esigenza di benessere, quindi di avere prodotti in linea con il rispetto dell’ambiente. Concetti di biodegradabilità, ipoallergenicità, risparmio energetico si inquadrano nel generale contesto di ricerca di una ‘buona vita’. Per andare avanti in questa direzione si deve investire sempre – come da tempo facciamo in Renzacci – in Ricerca & Sviluppo», commenta Niccolini.

LE STRUTTURE SANITARIE

Ospedali, case di cura, RSA rappresentano un settore di sicuro interesse, anche se un ostacolo da superare – è non da poco! – è la burocrazia che agisce da potente freno. Alcune aziende però hanno soluzioni dedicate. Come Imesa, che ha sviluppato soluzioni ad hoc. «La macchina a barriera asettica è un piccolo gioiello che consente di evitare il rischio di contaminazione incrociata separando il carico e lo scarico della biancheria in due stanze opposte» afferma Ronchiato. Inoltre, il computer IM8 consente di verificare attentamente, salvare e scaricare su supporto USB tutti i parametri relativi a ciascun ciclo di lavaggio. E Iris, Imesa Radio Identification System, consente di tracciare il capo personale degli ospiti della RSA dal momento in cui viene raccolto al momento in cui viene riconsegnato in camera. Falvo propone al settore un lavaggio igienizzato con preparati a base di acido ftalimmido perossiesanoico e sodio per carbonato, mentre Realstar, come ricorda Grandi: «dispone di macchinari altamente tecnologici. Inoltre, grazie alla collaborazione con un’azienda leader nel settore del biomedicale, stiamo sviluppando un prodotto unico, di cui per ora è però prematuro parlare».

COSA PROPONGONO LE AZIENDE

Attenzione al cliente, macchine competitive, soluzioni innovative: le aziende sono impegnate a offrire prodotti che rispondano sempre più alle richieste della clientela. Vediamo come. Nicolino Falvo punta a:«nuovi prodotti innovativi e una migliore assistenza tecnica alla clientela che già nei primi due mesi del 2014 ci hanno fatto recuperare quanto avevamo perso nel 2013», mentre per Firbimatic è la forte propensione all’innovazione e la costante ricerca dell’ automazione. Imesa fa suo punto di forza la flessibilità, non solo in termini produttivi, ma anche organizzativi e progettuali. L’azienda di Cessalto (TV), negli ultimi anni, si è spinta a esplorare settori diversi da quelli strettamente legati alla lavanderia: questo ha permesso di progettare prodotti innovativi.
Come precisa Ronchiato: «Il mangano FI, la lavatrice LM con IM8 ne sono due esempi molto importanti. Ma anche il sistema di identificazione radio dei capi nelle RSA è il frutto della collaborazione di Imesa con produttori di software e di sistemi palmari». Renzacci propone una nuova linea di macchine a barriera, dotate di un nuovo sistema computerizzato che ha aumentato la capacità di lavaggio per le strutture sanitarie. Grandi investe sull’attenzione e la capacità con cui affronta ogni singola richiesta:«dalla fase del preventivo alla vendita ma soprattutto al post vendita, grazie alla formazione che dedichiamo ogni mese ai nostri tecnici che operano sul mercato interno e mondiale». E se parlassimo dei loro plus? Per Falvo è la sua unicità nel lavare gli abiti ad acqua.
Nicolino Falvo afferma che «a questa tecnologia è interessata una multinazionale del pulito». Mongillo, dal canto suo, precisa: «Firbimatic si contraddistingue per l’ingresso costante di nuove tecnologie portate al miglioramento della qualità lavorativa». E Imesa ritorna sulla flessibilità e la voglia di innovazione. Come dice Ronchiato: «Imesa riesce a gestire le richieste più particolari, risolvere i problemi più complessi, personalizzare la macchina sull’esigenza della singola struttura. Il tutto grazie alla sinergia fra azienda e cliente». «Dal mercato giungono richieste maggiori, rispetto agli anni precedenti: in generale per soluzioni in linea con il concetto di ‘wellness’ – sottolinea Marco Niccolini –.
In molti incontri a livello nazionale ho notato grande interesse per il ‘natural cleaning’. E mi sento di affermare che oggi, invece di parlare di ‘lavaggio a secco’, è più corretto sostituire il termine con ‘biolavanderia’, perché non si può più intendere il lavaggio a secco come una volta. Non esistono più i solventi nocivi, quindi non esiste più il lo stesso contenuto espresso dal vecchio concetto di lavaggio a secco». E conclude Grandi: «Serietà, professionalità e capacità di sviluppare prodotti dedicati per ogni singola applicazione». Anche in questo settore, quindi, il made in Italy si contraddistingue.

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