Il settore si sta evolvendo nonostante la scarsa consapevolezza, nel nostro paese, dei benefici per l’acquisto di prodotti eco-compatibili.
Lodevole l’iniziativa di molte aziende impegnate nella comunicazione delle procedure di acquisti verdi.
La “lunga onda” della sostenibilità della produzione sta determinando notevoli miglioramenti nell’ambito del Cleaning. Il settore si sta evolvendo con decisione in questa direzione, grazie alle diverse iniziative messe in atto dalle principali associazioni di settore, ma anche per effetto dell’introduzione di criteri ambientali per i punteggi nelle forniture alla Pubblica Amministrazione nel nostro paese. A livello internazionale, tra le altre iniziative, non si può non citare ISSA, l’associazione mondiale del Cleaning che ha messo in campo attività di formazione dedicate con approfondimenti differenziati fi no all’Università del Cleaning.
Seguendo le linee guida dei paesi più evoluti in questo ambito, gli Stati Uniti, come spesso accade, l’associazione ha defi nito i CIMS (Cleaning Industry Management Standard), un programma teso a fornire le linee guida per offrire un servizio migliore, e certifi care le aziende che ottemperano alle esigenze standard. Il modello ha incluso recentemente le norme per la realizzazione di nuovi edifi ci e la cura e la manutenzione successive, secondo la certifi cazione LEED (Leadership in Energy & Environmental Design), defi nito dall’’US Green Building Council. Ma, oltre alle iniziative dedicate per la produzione, i minori impatti ambientali sono spesso dovuti al contenimento dell’immissione di materie prime nella produzione (prima fra tutte l’acqua) o anche al minore ingombro e peso per quanto riguarda la logistica e le consegne dei prodotti. «Finalmente anche nell’ambito professionale assistiamo alla defi nizione di norme e regolamenti indirizzati alla tutela ambientale, con le certifi cazioni ‘storiche’, come Ecolabel, indirizzate alle famiglie e poco adatte al mercato dei professionisti».
Questo è stato l’esordio di Matteo Marino, direttore commerciale di Kemika e presidente di AfidampFAB, che ha continuato: «Sono attualmente in fase di sviluppo i Criteri Ambientali Minimi per la detergenza in ambito sanitario, grazie alla collaborazione tra la nostra associazione e il Ministero dell’Ambiente: saranno implementate, quindi, norme specifiche per il Cleaning negli ospedali attente alla salvaguardia ambientale». Un ulteriore sviluppo, tutto italiano, nella direzione che, in ogni caso, molti operatori del settore hanno già individuato per la propria crescita.
Le iniziative ecologiche, come ha chiarito il presidente di AfidampFAB, per quanto pregevoli se sviluppate e verifi cate dalle diverse realtà aziendali, hanno senza dubbio un maggiore effetto quando regolate da opportune iniziative di legge o, almeno, dalle principali associazioni di categoria.
CLEAN GREEN AWARD
In Italia l’associazione ha istituito il Clean Green Award: un concorso volto all’individuazione dei sistemi o servizi, nell’ambito del Cleaning, con maggiore attenzione all’ambiente. Il premio è definito ogni due anni e aiuta a fare luce sulle numerose iniziative che il segmento mette in campo, con le principali divisioni per la ricerca e sviluppo orientate a sviluppi verso l’eco-compatibilità, spesso con scarsi riconoscimenti da parte delle aziende clienti. Nell’ultima edizione, sono stati premianti coloro che hanno presentato sistemi che prevedono risparmi delle risorse ambientali, ovviamente prima fra tutte l’acqua, ma anche una più spiccata attenzione all’ecologia, rispetto ai profi tti aziendali.
Il riferimento è al sistema AOP-RIL di È COSÌ per il trattamento di acque refl ue derivanti dal lavaggio industriale di superfi ci. Prodotti con durata superiore alla media, materiali riciclabili a fi ne vita e certifi cazioni riconosciute sono tra i criteri che hanno contribuito al riconoscimento di Afi damp, conferito a Falpi e ISC – Tennant.
Oltre ai citati premi dell’associazione, sono presenti anche due Menzioni di Merito con valenza più ampia e non confi nata a singoli prodotti. I menzionati sono Mistretta, azienda lodata per la capacità di recupero di sistemi “storici” nell’ambito del Cleaning per la trasformazione di scarti della produzione industriale con notevole coscienza ambientale.
ATTENZIONE ALL’ACQUA E ELETTRICITÀ
L’altra menzione è stata invece destinata a RCM per l’interesse verso i temi ambientali, a partire dalla progettazione e realizzazione delle macchine, fi no all’offerta di soluzioni per il trattamento e il riciclo dei residui delle pulizie, come ci ha raccontato Daniele Sambati, direttore commerciale dell’azienda: « RCM è da molti anni impegnata sul fronte della Green Economy e tutte le nostre scelte sono fatte all’insegna del risparmio energetico (minimi consumi di acqua e detergente con il dispositivo aqua saver installato su tutte le lavasciuga), dei materiali riciclabili, del non utilizzo di materiali tossici o inquinanti e così via; personalmente credo che sarà un vantaggio importante, nel futuro, poter dimostrare che la propria produzione di lavasciuga è improntata seguendo la logica della Green Economy».
Interessante, infi ne, da parte di RCM, la realizzazione di Zero System: l’abbinamento di un velocipede a pedalata assistita con una spazzatrice. L’offerta è dedicata alla pulizia meccanizzata nelle aree pedonalizzate, con emissioni zero durante le operazioni e maggiore sostenibilità ambientale, oltre ovviamente ai consumi più ridotti rispetto alle macchine tradizionali.
PROCESSI PIÙ RAZIONALI
Ma l’innovazione eco-compatibile non si limita alla costruzione di macchine con minori consumi di energia, acqua e detergenti, ma anche alla maggiore effi cienza della produzione, con più attenzione al contenimento degli sprechi e alla produttività dei singoli.
Su questo tema abbiamo parlato con Giancarlo Ruffo¸ ad di Comac e presidente del Gruppo Ruffo, che ci ha raccontato: «Credo che i processi di razionalizzazione, fi nalizzati a un migliore e ottimale utilizzo delle risorse aziendali siano non solo utili e necessari ma doverosi, nel contesto economico nel quale ci troviamo ad operare.
Noi – come Gruppo Ruffo – abbiamo da tempo praticato questa strada attraverso varie soluzioni, per la ricerca e lo sviluppo, per esempio, ma anche attraverso percorsi di ristrutturazione aziendale, con la creazione di stabilimenti moderni e funzionali, in grado di sfruttare pienamente le linee produttive e valorizzare al meglio le risorse del personale, realizzando così una gamma completa, assai effi ciente ed esclusiva di macchine per la pulizia delle superfici».
ALTA FASCIA E RISPARMIO ENERGETICO
«Finalmente sono state presentate norme indirizzate all’effi cienza delle macchine e al contenimento dei consumi – ha affermato Michele Massaro, titolare di Lindhaus -. Da quasi trent’anni progettiamo e realizziamo macchine con elevate prestazioni e consumi contenuti, con la convinzione che minore energia richiesta sia sinonimo di maggiore qualità, a parità di prestazioni». Il riferimento è alla Direttiva 2009/125/CE Energy- related-Products, anche nota come Eco-design, che fi ssa i limiti di consumo e i test di effi cacia per gli aspirapolvere, oltre ai limiti per la rumorosità.
L’attuazione della norma prevede due step: un primo più blando da settembre di quest’anno, mentre dal 2017 con l’applicazione di norme più restrittive. «Le nostre gamme sono già più performanti rispetto ai limiti che saranno imposti dal 2017, anche con le dotazioni standard e senza ricorrere a fi ltri più raffi nati come gli Hepa (n.d.r. High Effi ciency Particulate Air fi lter), che comunque sono disponibili a richiesta ».
VALORE DELLA QUALITÀ
Le norme, in buona sostanza, restituiscono valore alla qualità delle macchine, in un ambito in cui si è assistito per anni all’incremento dei Watt necessari per un aspirapolvere come elemento positivo – maggiore potenza = più effi cienza – e non come una carenza nella progettazione con consumi più elevati e prestazioni paragonabili. «Anche per quanto riguarda il rumore, le nostre macchine sono già pronte per il 2017, ma soprattutto per la durata dei motori, che, al di là della maggiore soddisfazione dei clienti, comporta anche il necessario smaltimento delle apparecchiature più economiche e meno affi dabili».
I cosiddetti articoli usa e getta, infatti, vanno a incidere pesantemente sui costi di gestione dei rifi uti: se il motore si fonde, molto spesso è antieconomico ripristinare le macchine, che vengono gettate e sostituite con altre. «Siamo fi duciosi che il percorso appena iniziato con queste norme per la compatibilità ambientale si svilupperà in offerte di maggiore livello qualitativo e semplifi cherà le nostre attività di vendita; certifi cando che consumi e rumore contenuti, affi dabilità delle macchine e capacità di aspirazione e fi ltraggio sono elementi qualifi canti per la clientela, con una gamma che non è paragonabile a quelle importate, per quanto replicate nel design».
Le norme, anche se piuttosto stringenti in termini di consumi ed effi cienza, sono comunque indirizzate a valorizzare la ricerca e lo sviluppo delle produzioni più evolute. La nota dolente, ci ha poi spiegato il titolare di Lindhaus, è nei costi necessari per la certifi cazione, pari a decine di migliaia di Euro, che andranno con ogni probabilità ad incidere sui prezzi di vendita delle macchine.
SILENZIO & FORMAZIONE
Abbiamo sentito , nell’ambito delle macchine, anche Nilfisk che, tramite Sabina Raggi, responsabile del Marketing, ci ha raccontato: «La nostra azienda è da sempre attenta a tematiche quali l’Ecosostenibilità. Il nostro claim “Green meets Clean” ci contraddistingue sia attraverso dispositivi montati sulle nostre macchine che consentono il risparmio in termini di utilizzo di detergente chimico, acqua ed energia; sia in termini di utilizzo di componentistiche per la produzione delle stesse macchine riciclate e riciclabili. Sicuramente l’Ecosostenibilità darà, oltre che vantaggi a livello ambientale, anche un ritorno in termini economici oggi, infatti, è la prima richiesta che ci arriva da determinati settori – imprese di Facility su tutto». L’azienda continua il percorso verso la maggior tutela dell’ambiente, con sforzi per la logistica e la distribuzione che si concretizzano in imballi più leggeri e compatti e maggiore facilità di trasporto.
Per gli ambienti più sensibili, come gli ospedali, hanno sviluppato una tecnologia “silent”, in modo da potere pulire facendo poco rumore anche nelle strutture sanitarie. La formazione per gli operatori e l’assistenza è continua, indirizzata al miglior utilizzo e riciclo delle macchine che Nilfisk ritira direttamente per procedere allo smantellamento e al recupero. «A partire da settembre organizzeremo, affiancati da uno studio legale specializzato, corsi e workshop per gestire la partecipazione ai bandi di gara in funzione dell’aderenza ai Criteri Ambientali Minimi, seguendo il percorso normativo che dovrebbe essere aggiornato nel corso dell’estate».
Un’offerta di servizi dedicati alla pre-vendita con una marcia in più: ancora i CAM per quanto riguarda le macchine non sono stati defi niti e, in ogni caso, fornire una chiave di lettura per l’offerta di servizi più compatibili con l’ambiente, in questa fase, è un’iniziativa lodevole per la divulgazione di questi temi.
PROCESSI PIÙ PARCHI
Abbiamo contattato una tra le aziende che hanno vinto la scorsa edizione del premio verde di Afidamp, per interpretare la rispondenza del mercato alle iniziative di questo tipo e, purtroppo, le notizie non sono molto buone. «Con le nostre microfi – bre con tecnologia Evolon abbiamo avuto il riconoscimento per il Clean Green Award nel 2011 – afferma Valerio Di Eugenio, responsabile marketing di Vileda-FHP -. La linea di prodotti è stata considerata più ecologica per la tecnologia innovativa; microfi bre non tessute che permettono notevoli risparmi nella produzione grazie a tempi e costi ridotti e minori consumi di acqua». La domanda nazionale, tuttavia, pur considerando l’offerta ecologica, soprattutto per la partecipazione ai bandi, acquista poi prodotti di primo prezzo che, com’è ovvio, non hanno le caratteristiche di quelli più evoluti. «E’ l’assenza di controlli post-vendita il problema centrale – ci ha, infatti, spiegato il manager di Vileda -. Sono molte le partecipazioni ai bandi di gara con vincoli ambientali in cui vengono inseriti i nostri prodotti eco-compatibili, che, una volta ottenuto l’appalto, acquistano poi prodotti delle fasce più basse dell’offerta e, troppo spesso, mancano le necessarie verifi che». Il contenimento dei tempi e dei costi di produzione è intrinsecamente un’attività più rispettosa dell’ambiente: materie prime, acqua ed energia vengono utilizzate in minore misura e questo, come ci hanno insegnato i nostri nonni, fa risparmiare tutte le risorse impiegate, quindi anche quelle ambientali.
SOSTENIBILITÀ E RICICLO
Nell’ambito della produzione di Tissue, già da alcuni anni la Sostenibilità Ambientale è centrale per le nuove iniziative, indirizzate, ad esempio anche, al risparmio energetico reso possibile grazie all’introduzione di impianti tecnologicamente all’avanguardia, progettati secondo logiche environmentally friendly e impianti di co-generazione.
Non è esclusivamente una questione di marketing e di commercializzazione di gamme di prodotto più eco-compatibili: gli elevati consumi di acqua e di energia risultano ormai economicamente poco convenienti e l’innovazione di impianti e processi sono condizione irrinunciabile per garantire la sopravvivenza delle aziende. Già alcuni anni fa riportavamo un concetto che sintetizza il trend nell’ambito della carta: “la Sostenibilità non è più un optional”.
Le esperienze sono “a tutto campo”, prevedendo anche innovazioni nel recupero di materiali che altrimenti andrebbero dispersi in discarica, come è l’esempio di Lucart Group: un gruppo leader nel mercato nazionale, fortemente innovativo, che ha sviluppato una linea Lucart Professional EcoNatural già disponibile da alcuni anni per il segmento Away From Home, realizzata recuperando le fi bre contenute nei cartoni per bevande alimentari.
L’azienda produce carta Tissue a partire dal recupero delle fi bre presenti nei cartoni per bevande (in media composti dal 74% di fi bre di cellulosa, dal 22% di polietilene e dal 4% di alluminio). Anche il polietilene e l’alluminio presenti nei cartoni per bevande, sono recuperati e trattati per essere poi ceduti ad altri operatori in grado di trasformarli in prodotti fi niti da offrire al mercato. Con la linea EcoNatural, Lucart “chiude il cerchio” rispetto all’ eco-sostenibilità recuperando i diffusi cartoni per bevande e riutilizzando la totalità dei materiali con cui sono realizzati.
RECUPERO ENERGIA E DEPURAZIONE
Per avere una visione più dettagliata, abbiamo parlato con Alessandro Sironi, sales director professional di Lucart: «La produzione e recupero di energia e il trattamento delle acque di processo, con conseguente recupero e reimmissione in ciclo delle stesse per le operazioni che lo consentono, sono alcuni dei pillars su cui il Gruppo ha posto attenzione sin dalle origini. «Lucart Group è stato uno dei primi gruppi cartari europei a puntare sulla tecnica dell’autoproduzione di energia elettrica attraverso centrali di cogenerazione alimentate a gas metano.
L’energia elettrica autoprodotta è utilizzata per alimentare i macchinari, mentre il calore derivante dalla combustione del metano viene utilizzato per asciugare la carta sulle macchine continue. La potenza complessiva installata a livello di gruppo ammonta a poco più di 30 MWh».
Come è noto il processo di produzione della carta richiede grandi quantità di acqua e negli anni l’obiettivo di Lucart Group è stato quello di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua, aumentando la quantità di quella reimmessa nel processo produttivo. Bisogna sottolineare che, nel nostro paese, il comparto della carta è tra i più avanzati al mondo, spesso attento all’ambiente indipendentemente dalle disposizioni di legge. «Sono le attività di comunicazione che devono essere più incisive – ha continuato il manager di Lucart – ; Manca la sensibilizzazione alle tematiche ecologiche, mentre è molto vivo l’interesse, almeno in questi ultimi anni».
DETERGENTI COMPATTI E COMPATIBILI
Arco Chimica ha sviluppato l’offerta di detergenti Infyniti, con la fornitura di monodosi superconcentrate affi ancate da un software specifi co, utilizzato per il calcolo dei dosaggi. Il sistema, quindi, include sia le forniture di detergenti, sia la tecnologia specifi ca che calcola le quantità di prodotto necessarie in funzione delle dimensioni e dei compiti di pulizia. Al di là delle minori sostanze chimiche disperse nell’ambiente, con Infyniti Arco contiene in misura sensibile anche le emissioni per i trasporti e, ovviamente, i costi per la logistica. Di recente l’azienda ha reso disponibile un’applicazione per smartphone e tablet destinata al mercato professionale che permette la realizzazione dei piani di lavoro per le imprese di pulizia, il calcolo dei consumi e dei costi e, naturalmente l’accesso alla linea Infyniti e la possibilità di selezionare il prodotto più indicato per le necessità di servizio.
L’obiettivo di Luca Cocconi, direttore generale di Arco Chimica, è indirizzato sia alla fornitura di uno strumento di vendita alla forza vendita, sia alla divulgazione dei benefi ci ambientali che derivano dall’utilizzo di capsule monodose superconcentrate, in termini di numero di chili di rifi uti in meno rispetto ai modelli tradizionali, quantità di acqua e di energia risparmiate ed emissioni di CO2 evitate. L’offerta è disponibile anche per il segmento Consumer: una “green app” rivolta alle famiglie attente alle tematiche verdi e ai costi di smaltimento, che potranno calcolare e utilizzare gli esatti quantitativi necessari per mantenere i livelli di igiene desiderati.
Una ulteriore voce che sconforta sulle dinamiche di mercato, ancora non molto sensibile alla compatibilità ambientale, è quella di Igli Turini, presidente di Unira,:«- Noi siamo già da tempo Green Economy. Ritengo che debba essere l’orientamento per tutti e che tutti debbano investire una buona parte delle proprie risorse in questo tipo di ricerche». Gli abbiamo quindi chiesto se, a suo parere, il processo di crescita della Green Economy avrebbe portato anche sviluppi nei fatturati delle aziende del Cleaning, «Che l’ecologia dia impulso alle vendite non credo, anzi direi che il cliente attento all’ecologia è anche di per sé parsimonioso o comunque attento al contenimento degli sprechi, ne conseguono, di norma, oculati consumi.
Anche la tendenza verso livelli più elevati di igiene, forse, in futuro potrebbe anche portare crescite nei fatturati, mentre per il momento c’è stata solo degenerazione; è logico che leggi come l’H.A.C.C.P. contribuiscono, ma dovrebbero anche essere effettuati controlli reali, non autocontrolli. In presenza di effi caci verifi che, sono convinto che le attività di pulizia sarebbero effettuate a regola e aumenterebbe sicuramente il consumo».
AUTOSUFFICIENZA & PLASTICHE NATURALI
Nell’ambito dei detergenti, abbiamo trovato opportuno sentire anche Nettuno, azienda specializzata nella produzione di lavamani e per la cura della pelle, un ambito in cui la sensibilità per la compatibilità ambientale e, soprattutto, la prevenzione e la cura dovrebbero essere fattori critici di successo. Purtroppo, nel nostro paese, la situazione è ancora distante dalla consapevolezza dei benefi ci per l’acquisto di prodotti eco-compatibili, anche per paesi assimilabili al nostro.
Ecco l’esordio di Giancarlo Fratus, ad di Nettuno: «In Italia, per quanto riguarda la domanda di prodotti ecologici, siamo ancora all’anno zero, mentre i mercati di altri paesi, come la Francia e il Portogallo, stanno sviluppando modelli di acquisto differenti, più indirizzati alla divulgazione dei benefi ci della sostenibilità ambientale e meno concentrati sui prezzi».
Il modello più centrato sulla tutela dell’ecosistema è molto diffuso anche nei paesi del nord Europa, ma a questo siamo ormai abituati, mentre che un paese come il Portogallo, vicino a noi per clima e cultura e, soprattutto colpito dalla crisi in misura anche più pesante rispetto all’Italia, mette in luce come sia possibile intraprendere percorsi di sviluppo alternativi, con vantaggi sia per il comparto produttivo, sia per gli utilizzatori, in un circolo virtuoso che da noi stenta a decollare. « Nettuno è in prima fila per la tutela dell’ambiente – ha continuato il titolare dell’azienda -; siamo auto suffi cienti per l’energia, con un impianto fotovoltaico che ci ha permesso di affrancarci dalla rete di fornitura e l’indirizzo è verso il contenimento degli imballaggi e la sostituzione delle plastiche necessarie con contenitori di derivazione naturale, come il mais e la soia oltre, ovviamente, alle materie prime accuratamente selezionate».
L’offerta è quindi per lavamani con dimensioni e pesi decisamente più contenuti dei tradizionali: tra il 60 e l’80% il risparmio di volumi, imballaggi e soprattutto costi ed emissioni per la logistica e i trasporti. «Il punto centrale – ha infi ne concluso il manager di Nettuno – è dovuto alle economie di scala; a scarsi livelli di domanda corrispondono prezzi più elevati e, fi nché non sarà diffusa una cultura più consapevole, non sarà possibile raggiungere i numeri necessari per il contenimento dei costi».
Fino a questo punto, il mercato nazionale parla chiaro, la domanda di prodotti eco è ancora confi nata a una nicchia: l’offerta è pronta, ma la domanda considera i prodotti come un optional e non come una scelta più accorta. Il mercato tedesco ammonta a 4/5 volte il nostro, anche per quanto riguarda il prezzo dei singoli prodotti e una tale differenza non può essere dovuta alla sola crisi, ma alla coscienza ambientale anche nell’ambito del segmento professionale.
La Sostenibilità come Punto di Riferimento
In conclusione, per quanto riguarda le macchine, abbiamo chiesto un parere anche a Gabriele Sidoti, marketing manager di Ghibli: «La strada verso forme di produzione e modelli di sviluppo più sostenibili, nonostante le condizioni congiunturali diffi cili, rappresenta ormai un percorso obbligatorio per tutti da cui non è possibile prescindere se si vuole garantire lo sviluppo generale e un maggior benessere sia nel breve che nel lungo periodo.
Inoltre, continuiamo sulla strada della creazione di prodotti e di politiche industriali che vedano nella sostenibilità e nel rispetto dell’ambiente il punto di riferimento. Scommettere sulla green economy signifi ca scommettere sul futuro; questa tematica occuperà un ruolo sempre più rilevante nel mercato (vediamo ormai da molti anni notevoli passi in questo senso) che dovrà essere l’indirizzo di riferimento per tutti i nostri competitor. Siamo anche convinti che l’investimento sulla sostenibilità porterà indubbi vantaggi per tutta la fi liera del Cleaning professionale; è proprio per questo motivo che le nostre macchine sono state pensate e sviluppate in un’ottica di massima effi cienza energetica e compatibilità ambientale».
Comunicazione Efficace
Il Gruppo Lucart sta effettuando attività di sensibilizzazione per l’applicazione di politiche di acquisto e consumo ecocompatibili tramite convegni in tutto il paese con particolare riferimento al Green Public Procurement (GPP) e ai Criteri Ambientali Minimi relativi ai servizi di pulizia e per la fornitura di prodotti per l’igiene.
L’obiettivo è fornire supporto e informare le aziende distributrici e imprese di servizi e pulizia sulle modalità da applicare per soddisfare i Criteri Ambientali Minimi richiesti per qualifi carsi nelle procedure di acquisto ‘verdi’, in attuazione del Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement (DM 10 aprile 2013 -G.U. n. 102 del 3 maggio 2013).
I convegni sono organizzati in partnership con CONSIP, Punto 3, Sutter e Eudorex, oltre ovviamente al Gruppo Lucart. Alessandro Sironi, che partecipa ai convegni in prima persona, in qualità di relatore ha concluso: «Queste iniziative sono molto utili per rafforzare la cultura sulla tutela dell’ambiente tra i professionisti del Cleaning; la partecipazione e l’interesse dimostrato ci hanno dato notevoli soddisfazioni, oltre naturalmente alla disponibilità di collaborazione ed intenti dimostrata dalle altre imprese convolte.
Per dare maggiore visibilità e chiarezza interpretativa agli utenti dei benefi ci ambientali derivanti dall’utilizzo della Linea Lucart Professional EcoNatural, Lucart ha realizzato un software di calcolo che determina i risparmi in termini di minori emissioni di CO2, metri cubi di discarica evitata in caso di smaltimento del materiale come rifi uto e recupero dei cartoni usati, in funzione di articoli selezionati e consumi previsti.
L’azienda rilascia anche un attestato che riporta questi risparmi, un’iniziativa che è andata molto bene anche nelle scuole, con vantaggi anche dal punto di vista della cultura di base».