Le procedure e gli interventi per affrontare con efficacia gli “ospiti” sgraditi.
Pensare all’universo Ho.re.ca ai più farebbe pensare all’ospitalità, di un Hotel – possibilmente a 5 stelle – oppure a un intermezzo alimentare il più gustoso possibile nei limiti di una buona digestione. Parafrasando il finale del film Grand Hotel con la divina Greta Garbo potremmo dire “gente che va, gente che viene carica di bagagli…”, ma cosa si potrebbe nascondere in quelle valige? Sicuramente per gli addetti alle disinfestazioni il pensiero andrebbe legittimamente al rischio Cimex lectularius (visto che negli Stati Uniti d’America tali insetti muovono circa 250 milioni di dollari). I rischi legati agli “ospiti indesiderati” sono assai più numerosi di quello che persino gli addetti ai lavori potrebbero credere, l’esposizione dei rischi parassiti collegabili alle realtà indagate rischia di essere un film dell’orrore, ma fortunatamente non è così. Pur tuttavia, anche se il rischio è statisticamente limitato, trascurarlo è veramente pericoloso. E per potersene concretamente occupare è necessario inquadrarlo correttamente dal punto di vista scientifico, per poi studiare soluzioni tecnicamente valide ed economicamente sostenibili. Pur nei limiti dello spazio a disposizione non vorrei trascurare nessuna variabile, il che rende necessario affrontare l’argomento “per sommi capi”, limitandone l’esposizione all’essenziale. Il percorso espositivo sarà quello di definire l’obiettivo e i mezzi per raggiungerlo attraverso procedure gestionali coerenti con le necessarie conoscenze.
OBIETTIVI DEL DOCUMENTO DI RISCHIO “PEST CONTROL”
Lo scopo è quello di realizzare un documento che riassuma la realtà in essere dal punto di vista dei servizi di disinfestazione (in senso lato), in grado di permettere di tenere sotto controllo la realtà indagata. I requisiti di questo documento devono consentire l’identificazione di ogni ambiente che costituisce la struttura (sistema) per mezzo di codici, in modo che ogni realtà (sottosistemi) sia identificabile in modo univoco. Per ogni sottosistema devono essere evidenziate in modo sintetico e motivato le tecniche di monitoraggio, gli interventi terapeutici eventualmente necessari in termini preventivi e curativi, i metodi di controllo dei risultati (il più delle volte coincideranno con le tecniche di monitoraggio). Appare evidente che i monitoraggi devono essere programmati dettagliatamente spazio-temporalmente: i costi e l’efficacia dei monitoraggi dei parassiti saranno tanto più bassi e tempestivi quanto più s’integreranno con i servizi di pulizia. I monitoraggi, gli interventi e i controlli dovranno essere supportati da ispezioni visive e strumenti di cattura adeguati ai parassiti target. Naturalmente, ed è l’aspetto più delicato, il dimensionamento del trinomio monitoraggi, interventi e controlli deve essere proporzionato alla realtà in oggetto. Vero è che più si integrano i vari servizi e più i costi diminuiscono: si verificano cioè quelli che gli allenatori di calcio definisco no “gli automatismi”. Ad esempio, il sistema albergo sarà suddiviso in due sottosistemi: il primo sarà costituito dalle aree monitorate quotidianamente dagli addetti alla pulizia specificatamente addestrati (preferibilmente da chi ha la responsabilità dei servizi di pest-control); il secondo sottosistema sarrà monitorato direttamente dai tecnici PCO, secondo una periodicità a calendario.
La corretta e analitica identificazione dei costi (diretti e indiretti) – sempre contenuti se tutto è ben organizzato – è una forte motivazione a dare il via a questo tipo di processo, soprattutto perché il rischio, inteso come la probabilità che un evento (pericolo) accada, può comportare conseguenze gravi. Gli aspetti della gestione saranno esposti al termine dell’esposizione, cercando di correlarli con i termini contrattuali con la ditta dei servizi. In estrema sintesi, il documento di rischio “pest-control” ha lo scopo di facilitare la realizzazione di un programma di disinfestazione in termini di prevenzione, di tempestività d’intervento e di ottimizzazione di un programma di lotta a calendario.
I PARASSITI
I possibili parassiti sono davvero innumerevoli e prenderli in esame nella loro globalità è pressoché impossibile: è necessario quindi prendere in esame quelli la cui presenza è probabile (se non addirittura riscontrata). La classificazione degli artropodi è fatta secondo lo schema comportamentale: insetti volatori (in primis zanzare) e insetti striscianti (blatte, formiche, larve di lepidotteri delle derrate, coleotteri); vi sono poi gli artropodi legati a situazioni particolari. Ad esempio, se è concesso l’accesso ai cani il rischio pulci e zecche deve essere preso in esame, a maggior ragione se nell’area si riscontra la presenza di piccioni. Sempre a livello esemplificativo, se la nostra realtà presenta elevata umidità o addirittura infiltrazioni d’acqua si potrebbe verificare la presenza di acari della polvere (Dermatophagoides), cui potrebbero associarsi gli acari che si nutrono di muffe (Glycyphagus), di solito accompagnati dagli acari predatori (Tyrophagus). I rischi sanitari causati dalla presenza degli acari vanno dalle dermatiti alle allergie respiratorie e cutanee, per arrivare – in certe comunità (presidi ospedalieri, scuole, carceri, ostelli) – alla scabbia (Sarcoptes scabiei). In ogni caso, tali pericoli si riducono quasi a zero se nella struttura si fanno corrette procedure di pulizie con sanificazioni e disinfezioni periodiche. Prendendo spunto dalle linee guida del rischio biologico redatte dagli esperti dell’INAIL, cercherò a livello metodologico e non esaustivo una sorta di scheda del rischio “pest-control” nell’ambito delle realtà Ho.re.ca.
PARASSITI E MUTAMENTI CLIMATICI
È indubbio che il clima “stia facendo il matto”. Quest’anno chiunque si stia cimentando con calendari di lotta alle zanzare sta impazzendo per l’alternarsi di giornate molto calde e repentini abbassamenti di temperatura. Inoltre, le segnalazioni di nuove specie di interesse sia agricolo, sia igienico, sommate al clamore di allarmi sanitari da riscontri di virus esotici (Flavivirus, Togavirus, Bunyavirus) e da esplosioni demografiche apparentemente senza una specifica ragione ci porta a una sorta di disagio intellettuale che non può che condurre a diagnosi incerte. Disagio ancora maggiore per chi ha la responsabilità della salubrità di strutture alberghiere e similari. Per chiarire, senza incorrere in pericolose semplificazioni, mi sento di affermare che i rischi da non trascurare sono il binomio zanzare-virus in alcuni areali romagnoli, il binomio piccioni-zecche molli, l’aumento delle zecche dure (non solo del genere Ixodes) e i subdoli e silenziosi flebotomi. Il rischio di far sembrare la necessità di ben monitorare come il frutto dell’attività di super esperti è reale: di conseguenza il pericolo che ne deriva è quello di non attuarla. In effetti, però, per ovviare è sufficiente far approfondire – a chi è in grado di farlo – solo quanto esula dalle conoscenze di un buon tecnico: l’allarme scatta se si nota un aumento anomalo di catture o la presenza di insetti che prima non c’erano.
IN CONCLUSIONE…
Mentre per le industrie della filiera alimentare (che hanno come obiettivo la produzione) i servizi di pest-control sono visti come necessari vuoi per consapevolezza, vuoi per pararsi dagli strali della legge, nelle realtà Ho.re.ca., che hanno lo scopo dell’ospitalità, tali servizi sono visti o come un ostacolo allo svolgimento delle attività prioritarie o quantomeno come un male necessario. Inoltre, nelle trattative fra committente e ditta di disinfestazione spesso, per non dire sempre, entrambe le parti si livellano su un minimo necessario. Il committente perché vuol spendere il meno possibile e le aziende di pest control perché non si sentono di essere propositive per paura di perdere il cliente. Certo, ognuno di noi ritiene di gestire budget inadeguati, ma giacché è impossibile ottenere di più, i nostri sforzi dovrebbero concentrarsi nello spendere il meglio possibile le risorse disponibili. La risposta è nell’IPM, ovvero nella gestione integrata dei servizi. Se il monitoraggio serve per misurare il problema e per controllare i risultati, esso deve essere svolto con la massima continuità temporale possibile da chi per lavoro frequenta con maggior frequenza i luoghi, coadiuvato periodicamente da chi ha la massima competenza per farlo, ma necessariamente non li può frequentare “ogni giorno”. Va da sé che questi attori devono “parlarsi”, in modo che, di fronte a eventuali allarmi, gli interventi siano tempestivi e vengano effettuati in modo professionalmente corretto.
Scheda del rischio pest control
ASPETTI GENERALI
Negli ultimi tempi si è riscontrato un aumento di flusso di persone e merci dalle più varie parti del mondo. La cosa ha portato alla circolazione di “parassiti emergenti” favoriti anche dai mutamenti climatici. Inoltre, l’aumento dei viaggi aerei ha comportato una maggior velocità di trasporto e i controlli non sono in grado di garantire al 100% che nulla possa superarli.
FONTI DI PERICOLO
- Persone provenienti da aree a rischio.
- Bagagli potenzialmente infetti.
PUNTI CRITICI
- Servizi igienici.
- Superfici soggette a essere usate frequentemente da numerosi utenti.
- Camere in cui si dorme (Cimici dei letti e zanzare).
- Aree di stoccaggio dei bagagli.
VIE DI ESPOSIZIONE
- Inalazione
- Contatto cutaneo
- Punture
PARASSITI E AGENTI BIOLOGICI POTENZIALMENTE PRESENTI
- Virus, batteri, funghi.
- Ectoparassiti: zanzare, cimici, pulci, acari.
PREVENZIONE E PROTEZIONE
- Informazione, formazione e addestramento del personale sui rischi, sul corretto comportamento e sull’attuazione dei protocolli operativi di prevenzione, sanificazione e gestione dell’informazione.
- Circostanziati protocolli di monitoraggio.
- Adeguati servizi di pulizia, sanificazione, disinfezione e disinfestazione (in senso lato) ordinaria, periodica e di emergenza.
- Attenti controlli dei risultati.
MONITORAGGIO AMBIENTALE
Parassiti e agenti biologici | Carica batterica Ispezioni visive nei confronti dell’entomofauna Trappolaggi e valutazione consumo esche/placebo |
Aspetti correlati | Microclima Pressione di infestazione esterna Stato delle strutture e degli arredi Prerequisiti igienici Grado di professionalità del personale Adeguatezza dei contratti stipulati con le ditte di servizio. Procedure di controllo |
Matrici/substrati ambientali | Aria Superfici (soprattutto aree di rifugio-nascondigli) Polvere e curve di risporco Acqua Filtri condizionatori Merci e bagagli Derrate in approvvigionamento Processi di elaborazione Metodi di smaltimento rifiuti Aree raccolta rifiuti |
NB: Non entriamo nei riferimenti normativi ritenendo che la loro conoscenza e corretta applicazione sia da ritenersi, almeno sul piano teorico, scontata.