Igiene e Ambiente - Disinfestazione

Un duello mai vinto

La conoscenza delle caratteristiche tecniche delle attrezzature rappresenta le fondamenta su cui edifi care i servizi di disinfestazione

DIVAGAZIONI METODOLOGICHE

Iniziamo una serie di comparazioni fra attrezzature per l’erogazione di insetticidi, disinfettanti, diserbanti [ma non solo visto che esamineremo anche sostanze repellenti, enzimatiche e profumanti (coprenti e annulla odori)].

L’obiettivo non è esprimere giudizi ma dare gli strumenti, alle imprese di servizi di disinfestazione o full service, per indirizzare le proprie scelte basandosi su dati oggettivi senza però con questo voler disconoscere l’importanza emozionale che è sempre presente in ogni vendita. Per avvalorare quest’ultima affermazione, senza rinnegare la mia passione per la statistica, prendo a prestito un’affermazione del grande filosofo matematico Bertrand Russel (1872- 1970, premio Nobel 1950) tratta dal suo saggio Misticismo e logica: “La matematica si può definire quella materia in cui non sappiamo mai di che cosa stiamo parlando, né se quello che diciamo è vero”. Per cui lascio le formule di matematica per dirottarmi sulla geometria perché è pur necessario misurare quanto le nostre attrezzature sono in grado di fare. Ma prima di iniziare la trattazione vera e propria una breve digressione nella storia dell’automobilismo di altri tempi (correva l’anno 1950) ci servirà per stabilire dei principi. In quegli anni il mercato offriva l’Alfa Romeo 1900 sprint, la Fiat 1900 Granluce a cui la Lancia contrapponeva l’Aurelia B20 GT. Io le ho sognate e fortunatamente “vissute”, ma la 1900 sprint era la mia preferita a prescindere da ogni considerazione tecnica. Pur tuttavia ritengo coerente citare i dati riportati nei test comparativi pubblicati da QUATTRORUOTE nel febbraio 1988 (essi saranno un esempio metodologico per le comparazioni che seguiranno nei prossimi articoli quando esamineremo attrezzature della stessa categoria). Sottolineo in particolare come si legge nelle tabelle tratte da RUOTECLASSICHE, edizioni Domus febbraio 2012 “Le macchine dei nostri migliori anni ’50” che condizioni di temperatura, velocità del vento e stato dell’asfalto sono identici. Mentre sono riportati l’esatto numero di giri del motore delle due super star all’atto del rilevamento della velocità massima.

LE DUE FACCE DEL DIAMETRO DELLE MICRO-GOCCE

Come anticipato l’obiettivo è dare una serie di informazioni utili a “misurare” le varie attrezzature sia comparando modelli simili per struttura e potenza (vedi l’esempio delle automobili anni ’50) sia nella scelta per classi. Per rimanere in tema automobilistico potrei dire quale modello scegliere in funzione delle specifiche necessità o per la versatilità di un modello. Per capirci “piccola fuori grande dentro”, adatta alla città ma anche all’autostrada e magari capace di affrontare dei fuori strada non troppo impegnativi. Esistono tali attrezzature? Le cercheremo fra i vari cataloghi e ne analizzeremo le caratteristiche tecniche e i loro punti di forza. Ma per fare questo dobbiamo addentrarci in qualche premessa teorico-pratica. La prima è quella di conoscere il meglio possibile le goccioline che vengono erogate. Niente mi sembra più appropriato per introdurre l’argomento che riportare lo scritto del dott. Augusto Scirocchi nella Guida alla Disinfestazione: “L’efficacia di un insetticida (ora potremmo dire PMC o Biocida NdA) è influenzata grandemente dalla dimensione delle goccioline o particelle in cui viene rotta la soluzione erogata al momento dell’applicazione”. Le altre variabili sono le condizioni ambientali, le caratteristiche fisicochimiche di ciò che viene erogato e l’efficacia biologica del mix di p.a. & co-formulanti. dp VMD NMD DADPer ora mi limito a indagare le dimensioni delle micro-gocce ponendo l’accento sul fatto che le goccioline piccole si adattano ai microbi e agli insetti volatori (in genere hanno un effetto abbattente o comunque di breve durata anche se si usano formulati con p.a. potenzialmente residuali), quelle medie a certe fitopatologie e al diserbo di post emergenza mentre quelle più grosse ben si adattano alla lotta agli insetti striscianti e al diserbo pre-emergenza (in genere hanno un effetto residuale a meno di usare formulati con p.a. ad azione abbattente). In genere la letteratura e le schede tecniche delle attrezzature riportano un range che indica un intervallo di valori ritenuto rappresentativo delle particelle erogate. L’unità di misura è il millesimo di millimetro detto micrometro o micron. Per cui un μm è uguale a 0,001 mm. In effetti sarebbe più esatto esprimere il valore delle nostre goccioline con il VMD che indica il diametro della gocciolina che divide esattamente in due metà uguali per volume quanto erogato. È evidente che poche gocce grosse influenzano fortemente il valore del nostro VMD. L’altro valore che caratterizza la “nuvola” delle nostre goccioline è l’NMD che invece indica il valore che divide a metà per numero le goccioline. In questo caso saranno le goccioline piccole e ultra-piccole a influenzare l’NMD. Evidentemente più il rapporto fra VMD/NMD tende a 1 e più omogenee saranno le goccioline erogate. Quanto esposto ha il sapore di “teoria”, ma tengo a sottolineare che in più di un’occasione sono riuscito a effettuare una comprovata disinfezione sia nei confronti dei microbi sospesi nell’aria sia contro i microbi che si trovavano sulle superfici e sui pavimenti utilizzando un nebulizzatore che sminuzzava circa un terzo il volume della soluzione disinfettante in un numero assai grande di ultragocce e i due terzi in un numero sufficiente a coprire uniformemente le superfici. La cosa interessante, e a parer mio utile, era che una volta messa a punto la regolazione della portata (il numero di giri della ventola era costante) i trattamenti erano assai veloci e di facile realizzazione. E quel che più conta i risultati erano eccellenti. Questo a dimostrazione che la conoscenza delle caratteristiche tecniche delle attrezzature rappresenta le fondamenta su cui edificare i nostri servizi. Ora cerchiamo di classificare gli spray e le polveri in funzione del VDM (Volume Median Diameter) comparandoli anche con le dimensioni di qualche microrganismo. Per farlo in modo sintetico riassumiamo i dati in una tabella.

DISINFESTAZIONI E ATTREZZATURE

Per concludere questa prima parte propedeutica ricordiamo che nel parco macchine delle ditte di servizi troviamo sempre attrezzature in grado di erogare fumi, aerosol e spray. Esse sono costituite da pompe a spalla, nebulizzatori, termo nebbiogeni e atomizzatori che possono essere azionati a mano o a motore (elettrico o a scoppio) e le potenze in gioco variano da meno di un CV a ben oltre i 100 (in effetti sarebbe più esatto parlare di kW, ma l’importante è intenderci). Sempre a livello propedeutico aggiungo che la micronizzazione di un liquido può avvenire in una sola fase liquida (irrorazione) in cui la frantumazione si ottiene facendo passare la soluzione o sospensione in un foro (ugello). È intuitivo pensare che maggiore è la pressione e più piccolo è il foro tanto più piccole saranno le nostre goccioline. Molto importante (anzi fondamentale) è la foggia dell’ugello i cui modelli più utilizzati sono a spillo, a ventaglio, a cono vuoto, a cono pieno e a turbolenza. Se tali goccioline sono iniettate in un flusso d’aria le fasi sono due: una liquida e una gassosa. Ci troveremo di fronte ad una nebulizzazione o atomizzazione o a un Ultra Basso Volume o, con qualche distinguo, alla termo-nebulizzazione. Una cosa è certa qualsiasi attrezzatura produce un mix di goccioline i cui diametri vanno dalle più piccole alle più grandi e la cui variabilità ben si presta ad essere rappresentata da una curva gaussiana (vedi fi gure). Di tale variabilità bisogna tenerne conto perché la frazione di goccioline più piccole erogate hanno derive che, in presenza di un vento leggero di 6-7 km/h, possono arrivare oltre il chilometro.

PROSSIMAMENTE

Questi aspetti ed altri ancora saranno affrontati nel prossimo numero: velocità di caduta delle gocce, numero e diametro delle gocce consigliate per mq o mc, numero di gocce ottenibili da un litro di soluzione in funzione del loro diametro, interdipendenza fra diametro e litri per unità di superficie per ottenere una copertura di 10.000 gocce per decimetro quadrato (superficie media di una foglia).

UN CONSIGLIO

Soprattutto nello scegliere un atomizzatore trasportato sarebbe bene indagare anche le sue performance in ambito agricolo. Infatti i modelli sono scelti dalle grandi multinazionali delle produzioni frutticole e agricole estensive in funzione di risultati certi e misurabili (non a caso l’optional dell’elettrostatico è molto più usato in quei settori che nel nostro, dove i risultati sono più difficili da quantificare). Certo il trinomio attrezzatura-prodotto e tecnica applicativa non è identico ma vi sono molte analogie.

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