Sporca, imbratta ed è rumoroso. È il piccione, la specie più comune di volatili che vive nelle aree urbane e nei centri storici rovinando manufatti pubblici e privati. Ma non solo.
Il problema dei piccioni per la maggior parte delle strutture ospedaliere si colloca in un ambiente urbano sovrappopolato di questi invadenti uccelli. Vero è che la maggior parte degli ospedali hanno strutture e dimensioni ragguardevoli, ma non tali da consentire un approccio integrato.
Realisticamente è possibile “solamente” un’efficace programma di allontanamento.
Un interessante esempio di tale bonifica è rappresentato dall’ospedale “Don Gnocchi” di Milano che ho effettuato su incarico della direzione dell’ospedale “Don Gnocchi” di Milano. Il tutto è iniziato nel 2006 quando sono stato invitato dalla Direzione tecnica dell’ospedale a eseguire un sopralluogo per valutare la possibilità di effettuare la pulizia e la sanificazione del capannone in cui sono installati parte degli impianti di condizionamento posti sul terrazzo sopra le cucine.
La proposta dell’intervento consisteva nella pulizia con idropulitrice a caldo e soprattutto nella chiusura dei passaggi e del vano retrostante con rete antintrusiva. Quanto proposto è stato accettato ed eseguito da una squadra di tecnici specializzati in tali delicati compiti.
L’allontamento
Nel corso dei lavori la Direzione ha richiesto un parere su come allontanare i piccioni sul lato posteriore dell’ospedale, dove nidificavano e sostavano regolarmente sulle travi metalliche e sui terrazzi dell’edificio sui quali affacciano gli studi medici. Questo impediva la frequentazione dei terrazzi, l’apertura delle finestre per il timore che i colombi si potessero introdurre nei locali, e addirittura l’utilizzo dei davanzali per posare vasi di fiori o piante.
Le proposte di intervento sul tavolo del committente consistevano nella posa di dissuasori ad aghi sui davanzali delle finestre e sulle ringhiere dei balconi.
Per questo ho ritenuto coerente proporre una soluzione integrata basata principalmente sull’utilizzo di reti. Infatti, anche trascurando l’aspetto estetico della proposta dei dissuasori – che sicuramente avrebbe compromesso la “linearità” del prospetto -, ho fatto notare che i colombi avrebbero comunque potuto raggiungere la parte interna dei balconi, vanificando il lavoro.
Il suggerimento di chiudere gli spazi di accesso con reti antintrusive poste fra i pilastri ha fatto, in un primo tempo sobbalzare i tecnici dell’Ospedale che temevano di trasformare la struttura in un’enorme “gabbia”. La proposta infine è stata accettata sia pure dopo diversi incontri e con qualche residua riserva. Tuttavia la necessità di risolvere una situazione che si aggravava di giorno in giorno è stata determinante.
La procedura
All’interno dei pilastri sono stati saldati dei dadi in acciaio che sono stati verniciati con la vernice dello stesso RAL utilizzato per i pilastri: in questi dadi sono stati infilati i cavi di tensionamento delle reti. In questo modo si sono creati i telai necessari al fissaggio delle reti che tagliata in rettangoli a misura, è stata posta a chiusura degli spazi fra i pilastri di facciata. La posa della rete è stata preceduta da un lavaggio con idropulitrice a caldo dei pilastri e della facciata seguita dalla disinfestazione con un prodotto disinfestante residuale.
Sulla scossalina in rame posta sul muro di coronamento della copertura sono stati posti dei dissuasori ad aghi per impedire che i piccioni sostandovi potessero lordare di guano le parti sottostanti. Per l’esecuzione del lavoro è stata utilizzata la piattaforma idraulica Italmec 53 m di nostra proprietà, la cosa può sembrare marginale, ma ci ha consentito di poterne disporre in modo tale da terminare i lavori con grande attenzione e precisione. Finiti i lavori, si sono cominciati a vedere i camici bianchi dei medici e i fiori sui davanzali. Visto il successo dell’intervento di allontanamento, i lavori si sono estesi anche sul prospetto d’ingresso e su prospetti laterali dell’ospedale. Certamente se non avessi insistito, forte della mia lunga esperienza, nell’utilizzo delle reti (peraltro di elevata qualità) relegando i dissuasori al ruolo di risorse complementari il committente si sarebbe trovato a rincorrere il problema piuttosto che risolverlo.
Scheda bio-etologica EcoPlan
• SPECIE: Columba livia
• NOME VOLGARE: Colombo (dal latino columbus, nome generico di tutti gli uccelli del genere Columbiformi) o Piccione (dal latino pipio, uccello di media grandezza, con iridescenze sulla testa e sul collo: piccione torraiolo, selvatico, urbano, marino, viaggiatoere, ecc).
• NOME INGLESE: Pigeon (piccione viaggiatore: carrier-pigeon)
• NOME FRANCESE: Colombe, pigeon (piccione selvatico: ramier)
• NOME TEDESCO: Stumemelaffen
• NOME SPAGNOLO: Guerezas
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
descrizione
Rispetto al Piccione selvatico, da cui ha origine, il colombo di città è più robusto, tozzo e pesante. Il piumaggio è di colorazioni variabili anche se solitamente è grigio-bluastro con due bande alari nere ed una barra nera all’estremità della coda; il groppone bianco può risultare assente.
DIMENSIONI & PESO
adulto:
Lunghezza corpo + testa circa 33 cm
Lunghezza coda circa 13 cm
Apertura alare circa 50 cm
Peso 300-400 g
INQUADRAMENTO SISTEMATICO
Colombi urbani: fase di pasturazione (Torre Livia)
• REGNO: animale
• PHYLUM: vertebrati
• CLASSE: uccelli
• ORDINE: columbiformi
• FAMIGLIA: columbidi
• SPECIE: Columba livia
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
E DIFFUSIONE
Distribuzione mondiale
Molto diffusa
Specie cosmopolita: con grande spirito di adattamento, ormai ha invaso le città ed i centri abitati, dove trova protezione, spazi per nidificare e una grande quantità di cibo.
HABITAT
Piazze, giardini, monumenti ed edifici in genere dove predilige tetti, sottotetti, cornicioni, grondaie ostruite, davanzali, terrazze, anfratti e cavità di muri.
BIOLOGIA
• abitudini alimentari
Il sue regime dietetico è costituito principalmente da granaglie e semi, ma la convivenza con l’uomo nei centri abitati ha reso il piccione praticamente onnivoro (cascami di cucina, rifiuti alimentari, pane, pasta, dolciumi).
La razione giornaliera di cibo è di circa 30 g, mentre di acqua è di 60-90 g.
CICLO BIOLOGICO
• durata periodo di cova: 17-19 gg
• n° generazioni/anno: 2-3, fino a 9
• n° figli/coppia/anno: 3-4,5 in media
• n° uova/covata: 2
• involo: a 21-35 gg di età
• maturità sessuale: a 5-8 mesi di età
• vita media: 5 anni
PICCHI DI SVILUPPO
NELL’ARCO DELL’ANNO
In primavera fino a giugno si ha il picco riproduttivo, in estate e in inverno solo una percentuale della popolazione si riproduce, mentre in autunno con la muta si ha il calo.
ETOLOGIA
E’ una specie monogama che vive in stormi. Il luogo di nidificazione scelto viene utilizzato per tutta la vita. I colombi sono più attivi durante la mattina e nel tardo pomeriggio. Gli stormi rimangono più a lungo aggregati e posati durante l’inverno. Il nido, situato prevalentemente nelle cavità dei muri, nei sottotetti ed in altri ambienti riparati, viene assemblato da entrambe i parters con paglia, ramoscelli, penne o con altro materiale più facilmente reperibile (frammenti di plastica, fili elettrici, tessuto). Dopo la deposizione inizia la cova che viene effettuata da entrambi i genitori (il maschio cova dal mattino al pomeriggio, la femmina il restante tempo). I piccoli vengono nutriti per 5 giorni esclusivamente col latte di piccione, simile al latte dei mammiferi, prodotto dall’ingluvie di entrambi i genitori. Poi alla dieta si aggiungono dei semi. Vengono costantemente tenuti al caldo fino ad una settimana di vita, fin quando cioè sono cresciute le piume. I piccoli vengono nutriti fino a qualche giorno dopo l’involo.
I colombi sono uccelli molto adattabili e rapidi nell’apprendimento (p. es. per quanto riguarda orari e fonti di cibo).
DANNI
• danni economici:
Alle strutture: imbratta e deteriora gli ambienti colonizzati sfruttando anche minimi spazi di appoggio (ricordiamo la destrezza degli uccelli ad arrampicarsi e aggrapparsi). Il degrado è provocato principalmente dall’accumulo di guano che ha azione corrosiva, ma anche unghie e becco effettuano erosioni meccaniche. Inoltre accumuli di feci e piume, nidi e carogne spesso ingorgano grondaie e tubature.
Alle derrate: possono penetrare negli spazi associati alla filiera alimentare alla ricerca di cibo e imbrattare derrate sfuse (p. es. cereali in granella)
All’agricoltura: durante la semina stormi consistenti possono sottrarre quantità considerevoli di sementi (per i cereali si usa in questo caso aumentare la quantità del 40%).
• danni di immagine:
Il degrado di piazze e monumenti scoraggia il turismo.
• danni igienici
La presenza di piccioni in un ambiente è rivelata dall’accumulo rapido di incrostazioni formate da deiezioni, piume e penne. Le polveri che si staccano da tali sedimenti sono cariche di microrganismi, possono venire inalate, ingerite o depositarsi su altre superfici circostanti.
• danni sanitari
I piccioni sono potenziali vettori di una sessantina di malattie e possono ospitare una cinquantina di ectoparassiti; il loro guano è il principale veicolo d’infezione. Le patologie più conosciute dalla popolazione sono: salmonellosi, istoplasmosi, criptococcosi, toxoplasmosi, clamidiosi e ascaridiosi; mentre tra gli ectoparassiti – anch’essi possibili vettori di malattie- ritroviamo zecche (p. es. Argas reflexus), cimici e acari. Anche gli animali domestici sono ugualmente soggetti a rischi sanitari.
LOTTA
• 1 difesa
– adeguata prevenzione
– informazione/sensibilizzazione dei cittadini ed educazione ambientale
– eliminazione e controllo delle fonti di cibo (rifiuti, cascami, ecc.)
– applicazione di dissuasori plasto-metallici sulle strutture colpite, come cornicioni e monumenti
– utilizzo periodico di repellenti su davanzali, ecc.
– impiego di reti per ostacolare la nidificazione o l’invasione
– uso di apparecchi ad ultrasuoni
– impianti elettrostatici
– catture: eutanasia soggetti malati e castrazione dei maschi
– falconeria
– torri piccionaie
– controllo farmacologico: sterilizzazione degli stormi con mangime medicato.
• 2 note
Fare attenzione a:
– periodi in cui si interviene, programmandoli correttamente
– indicazioni riportate sulle etichette dei prodotti
– norme di sicurezza dei lavoratori
– legislazione per la protezione degli animali (fare rif. ad Associazioni protezionistiche, come
ENPA, LIPU, GOL).