Per molti anni la cura dei pavimenti in legno è stata un’operazione piuttosto semplice. Adesso, invece, è cambiata e non poco. Proponiamo, allora, una guida a puntate per scoprire il mantenimento ottimale per ogni tipo di parquet.
Non che sia diventata complicata la manutenzione del parquet, ma certamente le molteplici tipologie di finiture e trattamenti protettivi, rendono necessario conoscere bene il nostro pavimento in legno per accrescere nel tempo la sua bellezza.
Per decenni le pavimentazioni in legno avevano una sola finitura protettiva: la cera. Pertanto, la manutenzione si basava su “olio di gomito” e stesura di cera con conseguente lucidatura sempre e comunque a mano.
Sappiamo che il legno ha diverse caratteristiche peculiari; è resistente, versatile, vivo, ovviamente naturale e, da non dimenticarsi, il primo arredo che entra in un’abitazione. Le moderne tecniche di produzione, nonché gli ultimi ritrovati in materia di trattamento protettivo superficiale, hanno contribuito alla lenta ma progressiva diffusione di questo materiale non solo all’interno delle dimore civili, ma anche all’esterno e con eccellenti risultati.
Con piccoli accorgimenti, conoscendo preventivamente il proprio pavimento, è possibile avere pavimenti in legno pressoché eterni, molto belli, oltre che pratici, accoglienti e di facile manutenzione.
A ogni parquet la sua manutenzione
Cominciamo, quindi, a entrare nel merito della manutenzione dei pavimenti in legno: occorre prima dividere fra le varie finiture protettive che attualmente vanno per la maggiore nel settore.
Sostanzialmente, sussistono finiture filmogene e non, ovvero le prime sono rappresentate da vernici sintetiche monocomponenti o bi componenti sia a base solvente o con acqua, oppure con oleo uretanici, questi ultimi sono prodotti a base idrocarburi (da non confondersi con gli oli vegetali che sempre vernice è). Abbiamo poi finiture più naturali a impregnazione, quali oli di origine vegetale, oppure procedimenti oleo/cerosi a basso contenuto di resine disponibili in dispersione a solvente o in emulsione acquosa.
In ultimo le classiche cerature, ovvero paste di cera d’api (o paraffina). Senza entrare nel merito delle formulazioni o dell’impatto ambientale, visto che parliamo di manutenzione è bene suddividere anche quest’ultima in ordinaria e straordinaria. È importante dirlo perché solitamente nei documenti che accompagnano obbligatoriamente i prodotti e che sono a tutela del consumatore (come per esempio la scheda prodotto D.L. del 06/09/2005 n.206), si parla di pulizia ordinaria e manutenzione straordinaria. La prima chiaramente è riferita alla pulizia giornaliera o settimanale che il consumatore esegue normalmente e manualmente sulla propria pavimentazione; la seconda è eseguita meccanicamente da un’azienda specializzata, in genere per ripristinare la superficie lignea quando risulti usurata dal tempo e dall’uso.
1. Manutenzione per i parquet verniciati e trattati con prodotti oleo uretanici
I prodotti vernicianti sia a base solvente (sempre meno impiegati da parte degli addetti ai lavori) che all’acqua (queste ultime stanno oramai sostituendo quasi del tutto le prime anche con risultati eccellenti di resistenza all’abrasione) proteggono la superficie dei pavimenti in legno, creando di fatto una pellicola che può essere trattata, anche giornalmente, con panni leggermente umidi e detersivi assolutamente neutri (non schiumosi), aspirapolveri o scope a frange. Anche per i pavimenti trattati con prodotti oleo uretanici, che sono sempre filmogeni anche se visivamente la superficie lignea rimane a “poro aperto”, il trattamento di pulizia ordinario è il medesimo di quello previsto per le vernici. Quindi asportazione della polvere con teli antistatici o aspirapolveri, passaggio di panni appena inumiditi con acqua e detersivi neutri e nient’altro.
2. Manutenzione per i parquet trattati con paste di cera d’api
Differente è il discorso che riguarda le superfici dei pavimenti in legno trattate con paste di cera d’api, prima di tutto mai utilizzare panni umidi o, peggio ancora, passare degli stracci bagnati. Nelle superfici a cera è fatto divieto di utilizzare panni bagnati anche sia pur di poco, ma occorre utilizzare aspirapolvere o panni antistatici, poi stendere di nuovo una piccola quantità di pasta di cera e passare una lucidatrice con feltri e non con spazzole. Un lavoro che molti anni prima veniva fatto interamente a mano. Sarebbe consigliabile, possibilmente, spostare gli arredi almeno quelli di normale utilizzo come tavoli, sedie e piccoli mobili perché si possa stendere e lucidare la pasta di cera in tutta la superficie senza lasciare poi una sottile rigatura (lungo gli arredi) che nel tempo poi diventa più scura.
Come potete comprendere il lavoro di pulizia ordinaria di un pavimento trattato con pasta di cera, è certamente più impegnativo di uno stesso pavimento trattato con gli altri prodotti protettivi che troviamo in commercio. Inoltre, bisogna tener conto che le superfici trattate con paste cerose sono molto più delicate dato che non hanno capacità idrorepellente, per cui se in superficie cadono dei liquidi che non vengono asportati immediatamente, sarà molto facile assistere alla formazione di macchie antiestetiche nella superficie del pavimento in legno, macchie che difficilmente potranno essere poi asportate se non attraverso un nuovo intervento di manutenzione straordinaria.
Al contrario, dalle finiture filmogene – che hanno proprietà impermeabili – possiamo asportare localmente macchie e qualsiasi liquido che casualmente possa cadere, anche lavando con acqua, in maniera appropriata, la porzione di parquet interessata.
Periodicamente, per le pavimentazioni trattate con vernici, è consigliabile stendere sulla superficie lignea, dopo o durante la pulizia ordinaria, dei prodotti liquidi specifici a base di resine in dispersione acquosa. Questi prodotti sono reperibili facilmente presso i rivenditori specializzati di parquet o di prodotti per la manutenzione dei pavimenti. Attenzione solo a specificare sempre bene il tipo di trattamento protettivo con cui è stato ultimato il proprio pavimento.
Se si vogliono utilizzare altri prodotti, per esempio reperiti presso centri commerciali, è assolutamente consigliabile fare sempre delle prove preventive sulla superficie di piccole porzioni del pavimento. Generalmente, infatti, l’industria e la grande distribuzione tendono a universalizzare il contenuto dei propri prodotti, come se un prodotto unico potesse pulire tutte le superfici.
Nella realtà non è così, quindi si consiglia di non impiegare mai prodotti che non siano testati per parquet verniciati e laddove ci siano dei dubbi è meglio fare delle piccole prove preventive; inoltre mai stendere della cera solida su pavimenti in legno trattati con prodotti filmogeni cioè verniciati si darebbe inizio ad un danno piuttosto serio. Di fatto si andrebbe a creare una superficie assolutamente scivolosa e quindi pericolosa per le persone che ci camminano sopra, visto che le superfici verniciate tendono a non assorbire in pratica niente, figuriamoci le cere solide.
Inoltre, non è assolutamente consigliabile utilizzare attrezzature di lavaggio superficiale che generano vapore acqueo, in quanto si possono indurre danni sia alla pellicola protettiva del prodotto di finitura, sia anche alla struttura lignea.
3. Manutenzione per i parquet trattati con oli naturali
Per i pavimenti trattati con oli naturali di origine vegetale, il discorso è strettamente connesso alla tipologia di prodotto impiegato. Esistono in commercio diverse tipologie di oli ed è quindi sempre consigliabile rivolgersi all’applicatore o allo stesso venditore per farsi spiegare le prime modalità di pulizia ordinaria. Generalmente in presenza di queste finiture a base di oli naturali, sono forniti anche i relativi prodotti specifici per la pulizia ordinaria in speciali kit. Non è mai consigliabile improvvisare o tralasciare interventi di pulizia, dato che si potrebbero arrecare danni irreparabili al trattamento, tanto da rendere necessario l’intervento meccanico di un professionista del settore.
Manutenzione e impermeabilità
Prima di tutto occorre specificare che un pavimento in legno trattato con vernici, siano esse al solvente o all’acqua, non sono totalmente impermeabili. Da un lato certamente la verniciatura impedisce in maniera fisica all’acqua di penetrare e quindi di entrare in contatto con la superficie lignea. In questo caso possiamo parlare di impermeabilizzazione dato il film di polimero che viene a trovarsi nella superficie del pavimento (un film dallo spessore che oscilla generalmente almeno da un minimo di 150 µm fino ed oltre i 200 µm). Le vernici però, al contempo, presentano valori molto bassi di permeabilità al vapore acqueo, espressi generalmente in [(g/m2 x 24h)/mmHg] x cm); questo aspetto quindi può creare dei problemi nel caso siano utilizzati quegli utensili a vapore, non perché non siano funzionanti, ma semplicemente perché si danneggerebbe il pavimento stesso.
Ecco quindi che è possibile procedere alla pulizia di questi pavimenti mediante strofinacci “leggermente” inumiditi (non grondanti di acqua o come fanno in certi paesi asiatici sversando direttamente l’acqua dai secchi), stendendo poi anche appositi prodotti a base di cere siliconiche che aumentano la protezione e lucidano in un certo senso la superficie del pavimento.
Acqua, vapore e cera solida i nemici del parquet verniciato
Oltre all’acqua e al vapore un’altra azione da non farsi, nel caso di pavimento trattato a vernice, è quella di stendere sopra dopo avere asportato la polvere la così detta cera.
Non mi riferisco alle cere liquide siliconiche, prima richiamate, che sono prodotti specifici auto lucidanti per di più, studiati proprio per pavimenti verniciati; semmai accade che sovente venga stesa sulla superficie la classica cera d’api, quella solida.
Ci sono persone che ancora credono che la cera lucidi il pavimento, in effetti se fosse trattato solo con questo prodotto si potrebbe anche avere una sorta di lucido (molto alla lunga) ma nella realtà un pavimento verniciato, che abbiamo detto essere anche impermeabile all’acqua, in pratica non è più in grado di assorbire alcuna sostanza. Occorre quindi spiegare bene al cliente le corrette procedure di pulizia del proprio pavimento, dato che altrimenti si correrà il serio rischio di danneggiarlo.
L’azione di stesura della cera su pavimenti verniciati, è un errore che viene commesso più volte di quanto non ci si possa immaginare; un errore fatto in buona fede ovviamente ma che comporta diversi problemi. Prima di tutto andiamo ad alterare la superficie del pavimento che diventa improvvisamente scivolosa, dato che la cera rimane in pratica tutta in superficie; poi anche la primaria lucentezza viene meno, diventa molto opaco e si possono osservare tutte le impronte delle scarpe o rigate lasciate da qualunque altra calzatura. Il pericolo maggiore è comunque la scivolosità che si viene a creare, il pavimento diventa in pratica ingestibile e si deve procedere, generalmente con l’intervento meccanico e l’impiego di appositi solventi, all’asportazione della patina di cera che permane in superficie. Generalmente con un buon “lavaggio” inteso come uso di solventi specifici che vanno ad interagire con la cera ma non danneggiano, se impiegati professionalmente, la pellicola di vernice, si riesce a recuperare il pavimento in legno. Una volta tolta la cera, con l’impiego di lucidanti si riporta il pavimento al primario splendore; nei casi peggiori occorre l’intervento meccanico della macchina levigatrice per asportare completamente quanto sopra alla superficie ritornando in pratica al legno grezzo per poi ripetere il ciclo di protezione.
I rischi di una manutenzione sbagliata
I prodotti vernicianti che proteggono la superficie dei pavimenti in legno, creando di fatto una pellicola, di fatto vengono trattati giornalmente, con panni leggermente umidi e detersivi assolutamente neutri (non schiumosi), aspirapolveri o scope a frange (mop); si consiglia di non usare il così detto mocho soprattutto in maniera sconsiderata. Qualunque cosa si utilizzi, deve essere leggermente umida, non bagnata o peggio ancora grondante di acqua; si andrebbe a danneggiare nel medio periodo proprio la stabilità dimensionale del proprio pavimento in legno. Infatti l’acqua in eccesso che rimarrebbe sulla superficie del pavimento, potrebbe venire assorbita dallo stesso, lungo i lati longitudinali delle doghe che lo compongono. Questi punti del pavimento, non sono chiaramente mai sigillati, anzi proprio perché il legno è un materiale vivo, si muove in fase di equilibratura creando di fatto quelle micro fessure laterali, da dove poi potrebbe “entrare” questa umidità eccessiva.
Un altro fenomeno che potrebbe insorgere a causa dell’impiego di panni con umidità elevata, in fase di pulizia, è l’evidenza di una tonalità nera soprattutto nei pavimenti in legno di Rovere, sia lungo i fianchi delle doghe che anche nella superficie a vista delle medesime. È un processo di reazione dell’acido tannico, contenuto naturalmente nel legno, a contatto con umidità eccessiva. Se l’annerimento lungo i lati longitudinali delle doghe, può avvenire anche dopo poco tempo dalla installazione del vostro pavimento, quel medesimo processo si può presentare in superficie ma solo dopo lungo tempo.
Questo è dovuto al fatto che la pellicola di vernice, si consuma per abrasione nel tempo e piano piano lascia la superficie del legno scoperta la quale, a contatto con l’umidità lasciata in fase di pulizia ordinaria, diventa via via più scura a causa proprio della reazione tannica.
È una reazione chimica che si innesca da sola, non è regressiva, e diventa poi in grado di passare completamente l’intero spessore della doga interessata. Questo tipo di “macchie” potranno essere poi asportate soltanto attraverso un nuovo intervento di manutenzione straordinaria, ovvero con una levigatura meccanica; attenzione però se il processo di reazione tannica è stato prolungato nel corso degli anni quindi l’intero listello può esserne interessato, anche con l’impiego di macchine può difficile risolvere il problema. Occorre la sostituzione della doga, o delle doghe interessate dal fenomeno.
Le vernici comunque sono in grado di proteggere benissimo la superficie del pavimento, da sversamento accidentale di sostanze quali inchiostro, vino, colori, olio, ecc purché siano questi rimossi in tempi brevi, proprio perché come detto sono impermeabili. Si può in pratica procedere alla pulizia localizzata, asportando con spugne e tamponando anche con altri prodotti, la parte interessata dalla caduta accidentale di sostanze anche coloranti, senza per questo che il pavimento si danneggi assorbendone il prodotto. Anche la bevanda gassata per eccellenza, che cade nella superficie del pavimento, può essere rimossa senza che questa danneggi il vostro pavimento; naturalmente l’intervento deve essere fatto entro poco tempo non certamente a distanza di giorni.
Conclusioni
Riassumendo i vantaggi che abbiamo in presenza di un pavimento verniciato sono indubbiamente molteplici e, generalmente, superiori agli svantaggi. La facilità di pulizia e manutenzione dei pavimenti verniciati, è stato il valore aggiunto a questo tipo di finiture che ne ha certamente aiutato la diffusione nel corso degli anni. Il passaggio dalle vernici al solvente a quelle all’acqua, per motivi prettamente connessi alla eliminazione ovvero significativa riduzione proprio dei solventi, non è stato indolore; del resto per mettere a punto un prodotto occorrono diversi anni di prove e aggiustamenti in corso d’opera.
Oggi comunque le vernici all’acqua, le quali hanno superato in termini di diffusione quelle al solvente (percentualmente quelle ancora presenti sul mercato contengono molto meno solvente rispetto ad alcuni anni orsono), hanno raggiunto livelli eccellenti di resistenza all’usura e alla pedonabilità. Anche esteticamente le vernici all’acqua, rendono molto bene su ogni tipologia di pavimento in legno. Nel prossimo numero vedremo altre finiture protettive con i loro pregi e difetti.