Pulizia e sporco: una storia vecchia come il mondo, raccontata da Giulio Guizzi
“Pulizia Igienica e Sanificazione. La sporca storia del pulito” è la nuova perla editoriale uscita dalla penna di Giulio Guizzi, lo “storico del cleaning” come si definisce egli stesso adducendo le ragioni dell’età e dell’esperienza, ma per tutti “al merito”.
Un’opera diversa dai precedenti libri in cui Guizzi raccontava la storia della industria italiana del cleaning: qui troviamo tratteggiata l’intera storia della pulizia, a partire dagli Assiri Babilonesi fino ad oggi, attraversando uno spettro geografico che disegna un enorme triangolo i cui poli sono Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna.
Il volume –ben 489 pagine- nasce come espressione dell’appartenenza di Guizzi alla vita associativa (API industria, Rotari, Afidamp e Issa americana) a cui dedica toto corde questo omaggio alla cultura del pulito. Così come dovrebbe essere la “cultura”, essa infatti crea legami, apre confini, avvicina volti senza badare al tempo e fonda il senso comunitario delle persone che la condividono. Perché Guizzi lo rimarca con forza: ogni persona che fa il proprio lavoro –dall’industriale all’addetto delle pulizie- non perderà la motivazione in quello che fa se alla base riconosce lo spessore storico, umano e ideologico in grado di creare cornici di senso nelle quali collocare le proprie azioni, grandi o piccole che siano.
“Pulizia Igienica e Sanificazione” è stato pensato infatti per una triplice destinazione: come supporto culturale ai tre volumi del Vademecum, come strumento conoscitivo per i formatori, e per i lettori, come testimonia lo stile volutamente narrativo. Basti pensare che il libro è strutturato come un lungo viaggio i cui reporter d’eccezione sono il card Federico Borromeo e Giacomo Casanova, e si trovano raccontati aneddoti curiosissimi oltre che numerose citazioni di filosofi, letterati e scienziati.
E’ importante sottolineare però un’ulteriore destinazione di questo volume, non ideale, ma molto concreta. Il ricavato dei diritti d’autore saranno infatti devoluti per un fondo, gestito da Afidamp, per i bambini delle vittime del lavoro del settore. Una scelta coraggiosamente coerente con la convinzione di Giulio Guizzi di come anche la cultura del cleaning sia apertura verso il senso di appartenenza alla comunità intera degli esseri umani.