Indagini

Carrelli. Obiettivo Estero

L’impegno per lo sviluppo delle posizioni di mercato è stato rilevante. Gli operatori hanno, infatti, individuato nuove gamme di carrelli, realizzato complesse applicazioni web-based per la configurazione delle attrezzature e sviluppato le proprie attività investendo in mercati d’esportazione anche con problematiche piuttosto importanti

 

 

Attrezzature: mercato totale in Euro e crescita, 2012-2013

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Nel segmento delle Attrezzature per il Cleaning, Carrelli e telai, rappresentano circa la metà di fatturati aggregati, nella segmentazione individuata da Afidamp. Il valore relativo al 2013 era di 33.111.429 Euro, su un totale di circa 71,2 milioni. Il 2013 non è stata una buona annata per Carrelli e Telai, con un calo pari a quasi il -4%. Nel corso del 2014, invece, a parere di molti operatori il mercato delle attrezzature ha fatto intravedere qualche segnale di ripresa, grazie al rinnovamento delle gamme offerte e all’accesso a mercati di esportazione, con vendite in crescita anche se, possiamo solo ipotizzare, con tassi poco rilevanti.

Da un triennio circa, le esportazioni di Carrelli e Telai superano l’85% del totale mercato. Gran parte del fatturato delle imprese nazionali è dovuto ai mercati esteri, in una dinamica di sviluppo che, comunque, vede il mercato interno compresso nel 15-16% fin dal 2010, come evidenziato nel grafico.

L’ampliamento del giro d’affari per le nostre imprese produttrici vede in prima fila i paesi della “vecchia Europa” e gli Stati Uniti, anche se stanno crescendo le quote per i paesi dell’est e medio orientali. Il sud del nostro continente mostra ancora livelli di domanda più stagnante, anche se, in questa fase, la Grecia non offre molte soddisfazioni, mentre il mercato iberico sta crescendo più rapidamente, anche grazie agli investimenti della nostra struttura produttiva per la conquista del mercato spagnolo.

Carrelli, quote Mercato Interno e Esportazioni 2010 – 2013

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Aree più Dinamiche

Ci siamo chiesti quali fossero le aree geografiche in maggiore crescita, come per esempio i MINT (Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia), contrapposti ai più ‘tradizionali’ BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), oltre a chiedere come stessero procedendo gli ambiti più consolidati, come Europa e USA.

In merito riportiamo il commento di Denis Scapin, direttore commerciale Italia di TTS CLEANING: «I MINT non rappresentano alcun riferimento al momento per la nostra azienda, le tensioni invece dell’Europa dell’Est purtroppo limitano notevolmente i nostri investimenti in quell’area. L’Europa meridionale è un mercato sicuramente difficile, soprattutto la Grecia data anche la situazione economica fortemente critica che la caratterizza in questo periodo; la Spagna sta dando segni di miglioramento, frutto degli investimenti passati, quando il mercato era profondamente in crisi. Per quanto riguarda i mercati tradizionali come Europa Occidentale e Nord America, mantengono un trend importante per chi come noi fa dell’esportazione un must fondamentale per la propria attività, anche se non mancano di certo delle indiscutibili difficoltà, che cerchiamo ogni giorno di superare con nuove strategie».

Di seguito il contributo di Claudio Malacco, Responsabile Commerciale Italia di Filmop: «Per quanto riguarda le esportazioni, Filmop ha rilevato qualche segnale di interesse provenire dai Paesi del MINT, sicuramente da tenere sotto osservazione e coltivare, ma senza che questi focolai agli esordi siano realmente in grado di intaccare la priorità e l’importanza che conserva ancora per la nostra realtà l’area dei BRIC (con la debita eccezione della Russia, per le note difficoltà della situazione economica contingente). Costanti invece in senso positivo gli input derivanti dai mercati più tradizionali, per noi storicamente forti, quali Europa Occidentale e Nord America. Per quanto riguarda l’Europa meridionale, sicuramene la situazione economico-sociale di tali paesi influenza ancora negativamente la loro reale potenzialità di acquisto».

Vantaggi competitivi per il valore dell’Euro

In termini generali, l’apprezzamento del Dollaro nei confronti della nostra valuta sta portando vantaggi nelle esportazioni: la relativa svalutazione dell’Euro ci rende, infatti, più competitivi rispetto alle economie legate alla valuta statunitense, che però stanno vivendo una fase di contrazione del proprio potere d’acquisto. In questo panorama, gioca senza dubbio un ruolo primario la percezione dei prodotti italiani nell’ambito del Cleaning, molto ben considerati nei principali paesi esteri. Il nostro paese si distingue per qualità dei prodotti, stile e design e, come accade spesso nelle economie più avanzate, oggi anche per l’attenzione all’ambiente e alla qualità della vita dei lavoratori.

Segue il commento di Denis Scapin, direttore commerciale Italia di TTS CLEANING: «La nostra aspettativa certamente è quella di risultare favoriti rispetto agli anni precedenti grazie all’apprezzamento del Dollaro, fermo restando che i veri motori di crescita dovranno essere sempre e comunque la qualità e il design propri del made in Italy, che TTS è orgogliosa di diffondere. Le oscillazioni del dollaro tuttavia stanno bloccando i paesi produttori di petrolio come i Paesi Arabi, dove, dato il calo del prezzo al barile, sono state bloccate le spese pubbliche e di conseguenza le importazioni».

Attrezzature: mercato totale in Euro, 2011-2013

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Ecologia al Risparmio

Le gamme d’offerta, anche nell’ambito delle attrezzature, sono indirizzate alla maggiore eco-compatibilità e al contenimento dell’inquinamento, concetti che, com’è ovvio, portano con sé un aggravio dei costi di produzione, oltre agli investimenti in Ricerca & Sviluppo e per ottenere le certificazioni necessarie a garantire elevati livelli di sostenibilità ambientale. Questo, naturalmente, riguarda l’offerta di mercato, coinvolge in misura più o meno marcata tutti gli operatori del pulito, portando vantaggi sia agli utilizzatori delle attrezzature, sia alla popolazione, con minori consumi di petrolio e necessità di smaltimento più contenute. Sta prendendo piede, nell’ambito dei carrelli, il marchio di conformità ecologica PSV “Plastica Seconda Vita”, uno strumento che certifica i prodotti, responsabilizzando le aziende produttrici che devono garantire identificazione, rintracciabilità e contenuto percentuale di materie plastiche riciclate.

La domanda è un po’ più ‘tiepida’, in questo senso. Anche se il citato marchio PSV viene richiesto sempre più spesso nella pubblicazione dei bandi di gara per l’acquisto di carrelli, la domanda è sempre troppo attenta ai prezzi e al contenimento dei costi, per dare origine ad un vero e proprio cambiamento negli acquisti. Di fatto, il ricorso al riutilizzo dei vecchi carrelli appare come uno dei principali driver di sviluppo dell’eco-compatibilità per questo segmento, con minori scarti a fine servizio e conseguente contenimento delle attività di trasporto e stoccaggio. L’offerta ha risposto adeguatamente a questo tipo di richiesta, mettendo sul mercato carrelli modulari, personalizzabili in funzione dell’ambito di attività con la possibilità di sostituire singoli elementi e mantenere le strutture di base.

Produzione Eco Compatibile

I produttori sono andati anche oltre: l’offerta di standard per la sostenibilità sempre più elevati e certificati.Hanno, infatti lavorato anche sull’approvvigionamento, come è il caso del marchio PSV e, per il risparmio energetico, sull’utilizzo di fonti rinnovabili, come il fotovoltaico. Ecco, per esempio il pensiero di Claudio Malacco, responsabile commerciale Italia di Filmop: «Tra gli elementi che a nostro parere hanno orientato le vendite nel 2014 è sicuramente d’obbligo citare la funzionalità dei prodotti, il grado di innovazione, la possibilità di personalizzazione a seconda delle specifiche esigenze del cliente e la semplicità di utilizzo dei sistemi proposti; d’altra parte non si può certo non includere il rapporto qualità-prezzo come variabile fondamentale di gran parte della contrattazione. Per quanto riguarda i criteri ambientali minimi per i servizi di pulizia, siamo in attesa che i nuovi progetti di revisione includano anche caratteristiche eco-sostenibili specifiche per il comparto delle attrezzature, a favore della loro riciclabilità, del risparmio di risorse naturali, sia per la prima realizzazione dei prodotti sia per il loro utilizzo quotidiano, l’impiego di materiali provenienti da riciclo industriale per la loro fabbricazione (Plastica Seconda Vita), l’adozione di fonti di energia pulite e rinnovabili, ed altri aspetti “green” che Filmop si è da lungo tempo impegnata a mettere in atto, con un percorso sempre in salita fatto di piccoli e grandi passi, non sempre facile, ma sicuramente ricco di soddisfazioni».

Un ulteriore contributo che qualifica il percorso di sviluppo verso la compatibiltà ambientale ci è arrivato da Loris Giustetto, AD di VDM:«La nostra azienda da sempre è impegnata nella produzione di sistemi e prodotti con una grande attenzione verso l’ambiente; tutte le attività di R&d sono orientate a massimizzare l’utilizzo di materie prime riciclabili al 100%, la possibilità di sostituire gli elementi usurati massimizzando la vita utile dei prodotti, la dotazione di tessuti resistenti a continui lavaggi, per minimizzare la produzione di rifiuti e l’inserimento di sistemi di lavaggio che prevedono un ridotto consumo d’acqua e minima quantità di detergente; oltre a ciò, VDM è stata una delle prime aziende del settore ad ottenere la certificazione UNI EN ISO 14001 per la Gestione dell’impatto Ambientale. Tutte le iniziative volte a privilegiare ed incoraggiare la diffusione e lo sviluppo di prodotti che rispondono alle esigenze di sostenibilità ambientale e minor impatto ambientale non possono far altro che trovarci entusiasti, in quanto da sempre è stato uno dei pilasti della nostra filosofia di prodotto; ovviamente siamo anche estremamente contenti degli impatti economici sulle vendite che questo tipo di interventi normativi determina».

Trasporto Ricambi

Come abbiamo già avuto modo di notare in altri ambiti del Cleaning, anche per quanto riguarda Carrelli e Attrezzature, la domanda vede la distribuzione sia come un supporto tecnico per riparazioni urgenti che come realtà aziendali complesse. Le richieste, in questa fase, possono essere anche di singoli pezzi di ricambio, non disponibili presso il distributore che, a sua volta, si rivolge ai produttori. Questo processo, ovviamente, genera notevole tensione nella struttura logistica, che si trova nella necessità di soddisfare la domanda con tempi molto stretti e consegne di ordini molto frammentate e frequenti.

Questo il parere di Valerio Di Eugenio responsabile marketing di Vileda-FHP: «La logistica è un tasto dolente per il nostro settore: ormai tutti i distributori vogliono lavorare sul venduto ed evitare di acquistare merce per i magazzini». Una modalità che, come dicevamo, stressa le strutture logistiche, ma che ha anche un impatto sui costi e sull’inquinamento ambientale.

Continua, infatti, il manager di Vileda-FHP: «Può capitare che si facciano viaggiare i mezzi con poche centinaia di Euro di merce, con ovvie conseguenze sui costi generali, ma anche per la collettività; inoltre per i sistemi più innovativi, che migliorano l’efficienza delle attività di pulizia e contengono l’utilizzo dei detergenti, è sempre più complicato fare attività di formazione presso i distributori, oggi spesso orientati al basso prezzo e alla commercializzazione di attrezzature offerte da produttori diversi». Una dinamica piuttosto confusa e meno orientata alla maggiore efficacia del settore che si contrappone a un generale miglioramento del Cleaning.

Sviluppo del Cleaning

Gli effetti della crisi non sono stati solo negativi: le politiche aziendali nelle fasi più dure si sono indirizzate verso il risparmio di risorse, verificando le proprie strutture interne e modificando le proprie strutture dei costi, quando possibile, in un circolo virtuoso che ha migliorato le performances in diversi segmenti di mercato nell’ambito del Cleaning nazionale. Per quanto riguarda Carrelli e Telai, abbiamo visto notevoli sforzi per la ricerca e lo sviluppo di prodotti innovativi, oltre a dinamiche per la maggiore compatibilità ambientale della produzione. Ma non è finita: gestione più accorta e miglioramento del personale interno, più efficienza nei processi aziendali e nella selezione dei servizi, più autonomia finanziaria sono solo alcune delle voci che testimoniano lo sviluppo del settore. A tale proposito ecco, di seguito, il commento a tutto tondo di Claudio Malacco di Filmop: «Proprio in momenti di stallo delle vendite e di sfiducia generale è importante a nostro avviso saper ritrovare spunti per riflettere sulle proprie forze e investire non solo in progettazione e nuova tecnologia, ma anche nella formazione del proprio personale e nei processi di ottimizzazione e valorizzazione delle risorse interne, autentiche chiavi di volta per cominciare a costruire una risalita concreta. Ma non siamo di certo i soli a non tirarci indietro in questo tipo di sfide: notiamo con piacere che negli ultimi anni i processi di ristrutturazione delle aziende operanti nel settore del cleaning professionale sono in netto aumento, generando una migliore efficienza produttiva e una crescita di competitività dell’intero comparto. La stabilità politica ci rende sicuramente più credibili, anche se non sempre gli aiuti promessi alle aziende arrivano a destinazione, impigliandosi in un sistema bancario a dir poco ambiguo».

«In realtà parlare di crisi nel settore del Cleaning è forse un po’ eccessivo, con il mercato che più che portare a grandi contrazioni dei fatturati, di fatto, ristagna e, quando la situazione si fa critica, fa registrare vendite in diminuzione di qualche punto percentuale». Questo è stato l’esordio di Andrea Loro Piana, titolare di Falpi. Niente a che vedere con i notevoli cali che hanno caratterizzato la crisi, abbiamo concordato: in effetti in molti altri settori sono state molto più numerose le imprese che sono uscite dal mercato con drammatiche ripercussioni sul tessuto industriale e sui lavoratori. Il Cleaning, comunque, è un ambito che tiene, anche per quanto riguarda le imprese più piccole che riescono in ogni caso a mantenere le proprie posizioni. «La produzione nella nostra azienda è ormai completamente automatizzata, seguendo un percorso che ha avuto origine nei primi anni Novanta e che oggi ci rende più competitivi nelle fasce più elevate del mercato, con prodotti innovativi ed elevati livelli di qualità, anche dovuti alla produzione industriale; le risorse possono così dedicarsi alle attività di verifica e controllo di semilavorati e prodotti finiti, mentre la realizzazione è effettuata da robot e macchinari specifici». Gli investimenti di Falpi nel corso degli ultimi anni sono stati indirizzati alla valorizzazione delle risorse umane per le attività accessorie, come è il caso delle attività di marketing e comunicazione, ormai realizzate internamente dalla struttura aziendale dedicata. «La comunicazione è centrale nello sviluppo del business, è necessario che l’innovazione di prodotto venga comunicata in modo appropriato, per supportare le attività di vendita dell’azienda», ha infine concluso Andrea Loro Piana.

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