Igiene e Ambiente - Disinfestazione

Monitoraggio murino

Non sempre l’osservazione dei blocchetti estrusi porta a conclusioni certe al 101%

AMBIENTAZIONE

Mi trovo in una realtà industriale che intende estendere la sua produzione di imballaggi su misura anche alla filiera alimentare. La direzione che già aveva perseguito e ottenuto le certificazioni ISO, aveva incaricato il team della Qualità di esplorare le linee guida della UNI 11381:2010 e quelle della BRC. Una sensazione mi ribolliva nella testa.

E mi riportava alla mente Attilio Bazzocchi (uno degli innovatori del mondo della disinfestazione, lo fece davvero in modo aristocratico ed elegante) che mi diceva:«Quando seleziono un collaboratore la domanda che mi pongo è “avrà voglia di lavorare”. Perché, per il resto, quello che non sa glielo insegniamo noi». Il pensiero era pertinente. La riunione verteva su come pilotare il cambio di ditta di Disinfestazione e sul desiderio del committente di capire se il nuovo fornitore fosse in grado di ottemperare in modo adeguato alle documentazioni richieste (norme e regolamenti di legge e moduli relativi alle Certificazioni e Manuali). Assolte queste necessarie premesse che mi sento di definire come “pre-requisiti” si è entrati nella formalizzazione di un contratto e alla pianificazione degli interventi. Ciò che più preoccupava il committente erano delle segnalazioni sporadiche di un’infestazione da topolino domestico (causa del cambio di fornitore) e come giungere alla soluzione del problema in tempi brevi. In fondo la ditta uscente aveva credenziali di tutto rispetto e non si poteva escludere che le sue argomentazioni sulle difficoltà a raggiungere la soluzione non fossero vere.

Per cui le cose da fare erano:

• Un monitoraggio murino in tre capannoni e un seminterrato.

• Attivare un programma di lotta murina impostato su quattro interventi nell’arco dell’anno.

• Realizzare ex novo un monitoraggio verso alcuni insetti che si ritenevano critici.

• Continuare il programma di disinfestazione già in atto e che era ritenuto adeguato.

• Stabilire dei flussi di informazione e archiviazione dati.

• Stabilire la gestione delle eventuali emergenze.

• Aggiornare il faldone con la documentazione dei PMC che si intendevano utilizzare.

Il referente della Direzione augura buon lavoro nella speranza di non doversi più interessare dell’argomento in quanto lo dava totalmente risolto nel giro di 90 giorni. Affermazione perentoria che a mio avviso suonava come un avviso ai naviganti.

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IL CANTIERE

La struttura è costituita da una palazzina uffici e tre capannoni, di cui uno con un grande seminterrato. Il tutto è collocato in un’area industriale che non sembra creare pressioni di infestazioni (insetti volatori e roditori). Non esiste un’area dedicata a ristorazione perché l’azienda è convenzionata con una struttura adiacente che fornisce pasti a molte aziende confinanti. Rivedendo i dati in archivio emerge che non sono state rilevate infestazioni stabili di insetti, tranne qualche segnalazione di formiche e di vespe. Da sempre, come anticipato, ciclicamente vi sono segnalazioni di infestazioni di topolini. A parer mio questo aspetto non è mai stato affrontato con metodo (resta un’impressione perché non ho dati oggettivi che la possano suffragare in modo incontrovertibile).

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Monitoraggio murino in tre capannoni e un seminterrato

Sono state posizionate due mangiatoie di sicurezza con blocchetti estrusi (vedi foto). In tutta onestà mi sento di affermare che le parti mancanti dei blocchetti confermano la presenza di qualche topolino. Ma le rosicchiature non sono evidenti al 100%. Non essendo coinvolto operativamente mi sono raccomandato per i sucessivi interventi di monitoraggio di utilizzare blocchetti integri e di completare le verifiche con ispezioni ambientali alla ricerca di tracce che confermino sia la presenza dei topolini (feci in particolare) sia le informazioni per posizionare le mangiatoie di sicurezza. In questo momento si esclude “per principio” l’uso di trappole.

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Attivare un programma di lotta murina

Il calendario comporterà quattro interventi nell’arco dell’anno con il posizionamento di 64 punti esca. 16 per ogni sottosistema. Più 12 mangiatoie per ratti nei perimetri esterni.

Realizzazione di un sistema di entomo-monitoraggio

Trappole collanti per insetti striscianti e quattro lampade ad aspirazione per i volanti. Il posizionamento è affidato alla ditta e la lettura sarà effettuata contestualmente. Vale a dire che il tecnico disinfestatore verrà seguito da un incaricato del committente e insieme effettueranno le conte delle catture. Se l’incaricato non sarà disponibile tale compito verrà svolto dal disinfestatore che lascerà i risultati a lavoro ultimato.

Programma di disinfestazione

Allo stato attuale delle cose si proseguiranno gli interventi già in atto negli scorsi anni limitatamente alle aree di distribuzione bibite e caffé (le macchinette).

Unica novità di rilievo gli spray utilizzati saranno a base di transflutrina (vedi scheda tecnica riassuntiva).

Flussi di informazione e archiviazione dati

Come anticipato i dati di monitoraggio saranno forniti in tempo reale e discussi con l’incaricato indicato dall’azienda. Nel caso non fosse disponibile copia dei dati ordinati in appositi moduli cartacei saranno lasciati ad una persona che avrà il compito di farli siglare e archiviare delegandole anche il compito di firmare le bolle di lavorazione.

Gestione delle emergenze

E’ un aspetto che mi ha positivamente colpito. Uno dei parametri valutativi è stato la ridotta distanza fra la sede dell’azienda e quella della ditta di disinfestazione. Per la soluzione dell’emergenza è stimata entro le 24 ore ridotte a 8 nel caso di “allarme rosso”.

Per allarme rosso si è fatto l’esempio delle vespe o di nuove entità infestanti.

Faldone con la documentazione dei PMC che si intendevano utilizzare

Nel faldone saranno messe le schede di sicurezza e i testi delle etichette e i DPI correlati. Il rappresentante della Direzione ha preteso anche il nominativo dei tecnici che la ditta manderà per l’esecuzione materiale dei monitoraggi-trattamenti.

CONCLUSIONI

La mia impressione è stata positiva. L’attenzione alle nostre problematiche è reale sia a quelle normative-formali sia a quelle tecnico-operative. Non conosco l’importo economico del lavoro, ma il titolare dell’azienda di disinfestazione mi è sembrato contento. Il suo commento è stato: sono vicini geograficamente, sono esigenti, pagano senza bisogno di sollecitarli (sono già nostri clienti da molti anni per altri servizi). Riassumendo, in questo cambio di gestione, le aspettative sono molte e la soluzione di piccole infestazioni è davvero complessa.

 

TRANSFLUTRINA

(e divagazioni sulla pressione di vapore)

Fra i più recenti principi attivi ad azione insetticida c’è la transflutrina. Si tratta di un piretroide di sintesi “non cianurato” la cui identificazione chimica è:

acido (1R,3S)-3-(2,2-Diclorovinil)-2,2-dimetil-1-ciclopropanocarbossilico (2,3,5,6-tetrafluorofenil metil estere (*). [Nome depositato: Bayothrin®]

(*) in alcune pubblicazioni è riportata anche come (*)

2,3,5,6-tetrafluorobenzyl (1R)-trans-3- (2,2-diclorovinil) -2,2-dimetil ciclopropancarbossilato

(in effetti è la stessa cosa, ma per noi “non chimici” può creare qualche attimo di smarrimento).

Essendo la transflutrina dotata di alcune peculiari caratteristiche chimico-fisiche si presta particolarmente bene ad alcuni utilizzi, esaminiamole ad una ad una. Alta velocità di evaporazione (Vapour pressure 9 x 10-4 Pa at 20°C) il che la rende particolarmente efficace nei trattamenti in spazi confinati (vedi nota sulla pressione di vapore). Elevata termo-stabilità ( 5h a 200 °C ). Ed ecco spiegato il suo utilizzo nei diffusori elettrici (fornelletti) antizanzare e antitarme (importante: in alcune note tecniche si riporta anche una buona attività ovicida). Inoltre ha un velocissimo effetto knock-down abbinato a un’ottima azione killer (anche a bassissimi dosaggi). È fortemente flushing-out in tempi molto brevi e presenta una lunga azione repellente.

Per completezza di informazione riporto i dati tossicologici standard:

Rat m/f Oral Acute, OECD 401 LD50 > 5000 mg/kg bw 17160

Mouse m/f Oral Acute, OECD 401 LD50 = 583-688 mg/kg bw 17156

Rat m/f Dermal Acute, OECD 402 LD50 >5000 mg/kg bw 17155

Mouse m/f Dermal Acute, OECD 402 LD50 >= 4000 mg/kg bw 28471

Rat m/f Inhalation Acute, OECD 403 LC50 >513 mg/m

Alcuni esempi di formulati a base di transflutrina:

• Special one

• Vespa one

• Insekt barrier

• Vape Open Air

• Actiz candela

• Rentokil FM.

Divagazioni Sulla Pressione Di Vapore

La pressione di vapore (o tensione di vapore) di una sostanza o di una miscela liquida [nel caso dei PMC è sempre una miscela (soluzione o sospensione che sia)] è la pressione esercitata del suo vapore quando si raggiunge l’equilibrio fra la fase liquida e quella aeriforme.

La pressione di vapore la si determina con l’isoteniscopio ed essendo una pressione, nel Sistema Internazionale si misura in Pascal (*) anche se personalmente mi è più intuitivo quando è espressa in mmHg, ricordando che la pressione media atmosferica è di 760 mmHg pari ad una atmosfera).

(*) per avere un’idea del Pascal teniamo conto che la pressione di 20 micro Pascal equivale alla minima pressione udibile esercitata sul timpano delle nostre orecchie e che la pressione atmosferica a livello del mare è pari a 100 kPa.

Per rimanere in esempi alla portata di tutti la pressione di vapore dell’etere è 184,9 mmHg a 10° C (quindi evapora velocemente). Alla stessa temperatura la pressione dell’acqua è di 9,2 (praticamente non evapora).

Orbene la tensione di vapore della transflutrina è tale che a temperatura ambiente passa in fase aeriforme in una percentuale tale da raggiungere un effetto insetticida apprezzabile. Inoltre se formulato in acqua ne aumenta la tensione di vapore il che, se ben gestito, è un plus importante.

 

Nella Dia riportata da una lezione del professore Dario Bressanini dell’Università dell’Insubria si evidenzia il funzionamento dell’isoteniscopio.

In particolare la misura in mmHg della pressione di vapore e l’importanza della temperature (all’aumentare della temperatura aumenta la pressione di vapore: ad es. la pressione di vapore dell’acqua a 60° C è di 150 mmHg e sale a 233 a 70°C).

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