“Un Vice Ministro con delega ai servizi per rilanciare economia e occupazione del Paese”
“Un Vice Ministro con delega al vasto mondo dei servizi presso il Ministero dello Sviluppo Economico e un Tavolo Permanente di confronto tra Governo e imprese dei Servizi per cogliere a pieno sfide e potenzialità di un settore che negli anni di crisi ha mantenuto performance positive, garantendo posti di lavoro (+141mila addetti dal 2009 al 2014) e che nei prossimi potrà trainare la ripresa economica e occupazionale del Paese”. E’ questa la proposta avanzata da Gianni Luciani, Presidente FISE – Federazione Imprese di Servizi di Confindustria nel corso della Tavola Rotonda promossa dall’Associazione, il 28 Aprile, a Roma dal titolo “Concorrenza e Lavoro – Una regolamentazione per il futuro dei servizi”, che ha visto l’ampia partecipazione di rappresentanti politici e governativi, del mondo imprenditoriale e scientifico.
L’evento è stato aperto dalla presentazione di un’indagine della Fondazione CENSIS sul punto di vista delle imprese aderenti a FISE sul mercato dei servizi e sulle sue tendenze.
Negli ultimi anni di crisi economica (2009-2014) nell’industria si sono persi più di 1 milione di posti di lavoro, mentre nei servizi “di supporto” il dato sull’occupazione ha fatto registrare un significativo incremento (+141.000 addetti). La crescita della rilevanza del “terziario” nell’economia è stata costante e graduale, a fronte di una crisi che, soprattutto negli ultimi anni, ha prodotto perdite nel manifatturiero. Se nel 1970 la quota di PIL ascrivibile ai servizi era pari al 37,1%, nel 2014 questa è salita al 53,3%; nello stesso lasso temporale la quota di occupati a tempo pieno nel settore è cresciuta dal 24,5% al 42,3%. Di contro dal 1970 al 2014 la quota di PIL del manifatturiero è scesa dal 25,9% al 15,5%, mentre la quota di occupati è passata dal 23,9% al 14,6%. Dati, questi, che attestano il costante processo di “terziarizzazione” della società italiana, testimoniato anche dal costante calo delle spese delle famiglie per l’acquisto di beni (durevoli: -3,4%; semidurevoli: -1,3%; non durevoli: -0,3%) e dal contestuale aumento della quota investita sui servizi (+5%). Ulteriore conferma, infine, viene dal forte sviluppo di settori come il Facility Management dei patrimoni immobiliari che conta 135 miliardi di fatturato potenziale stimato e oltre 2,5 milioni di lavoratori impiegati. Perché si pongano le necessarie premesse è necessario però che le istituzioni prestino adeguata attenzione a questo settore, in particolare alla normativa sugli appalti pubblici di servizi, non solo per evitare preoccupanti derive verso l’illegalità, ma soprattutto per garantire servizi efficienti per i cittadini, una razionalizzazione della spesa pubblica e consentire lo sviluppo di comparti produttivi che fanno parte integrante di tutto il sistema Paese e delle sue capacità competitive.