Maurizio Cigola, che ha costruito il successo di Soteco in tutto il mondo, riparte con un nuovo, esaltante progetto. Grazie alla sua esperienza, competenza e alla grande capacità di anticipare le esigenze dei mercati, prende quindi il via una grande avventura
È proprio vero che nella vita non bisogna mai dare niente per scontato. E, per fortuna, perché a volte quello che non ti aspetti ti sorprende positivamente e ti riconcilia con quel “fanciullino” che è nascosto in ciascuno di noi e che non si rassegna ad accettare che Babbo Natale non esiste, che le favole sono, appunto, solo favole e che la “ragion di stato”, anzi la “ragion di mercato” è l’unica realtà possibile
, con il suo corredo di realismo (il gioco di parole per quanto cacofonico è voluto) sempre cinico, che non ha nel suo bagaglio culturale il valore del riconoscimento, della gratitudine.
Quest’anno, Pulire 2.1 si annunciava come un’edizione memorabile, per numero di espositori, per numero di visitatori attesi, per essersi candidata come incubatrice, per la produzione italiana del cleaning, della rivoluzione industriale 4.0.
Ma si annunciava come edizione “memorabile”, per chi la frequenta da almeno dieci edizioni, anche per alcune assenze eccellenti, assenze di personaggi che sono stati la storia del cleaning italiano, che hanno creato questo settore in Italia e lo hanno portato ai vertici dei mercati mondiali, ascrivendolo al prestigio del made in Italy.
L’assenza più eclatante, senza voler nulla togliere ad alcuno, sarebbe stata, senza dubbio, quella di Maurizio Cigola, patron di Soteco, oggi IPC Soteco, l’azienda italiana tra i primi tre leader mondiali nella produzione di aspirapolvere, aspiraliquidi, aspiratori industriali, settore che deve proprio a Cigola, alla sua determinazione, alla sua intuizione, alla sua lungimiranza, in poche parole alla sua abilità imprenditoriale, la propria affermazione a livello globale. L’avventura di Soteco inizia quarant’anni fa e merita di essere ripercorsa, perché non c’è futuro senza memoria, perché la storia, anche quella economica, non è fatta solo di numeri (per quanto importanti e sintomo di buona salute), ma è fatta, anche e soprattutto, di uomini, delle loro azioni, delle loro scelte, dei loro valori, della loro capacità di dare, di donare, di prevedere, di organizzare, di soffrire, di gioire. Soteco viene fondata da quattro soci, Giancarlo Bettella, Maurizio Cigola, Arturo De Filippi, Massimo Zagni, nel 1975, quando la pulizia professionale, in Italia, è un territorio vergine, tutto da esplorare, con pochi, anzi pochissimi, pionieri disposti ad avventurarsi in un viaggio denso di incognite, che richiede coraggio, in anni, peraltro, difficili per il nostro paese. Il “boom” degli anni Sessanta ha ormai esaurito il suo potenziale, il clima interno è torrido, si è nel pieno degli “anni di piombo”, ma c’è chi crede in un futuro migliore e, pertanto, osa. Soteco nasce come azienda che propone prodotti chimici per la pulizia delle caldaie, ma presto si converte alla produzione di aspirapolvere e, per farsi conoscere, per quanto piccola, sceglie quella che allora era la vetrina commerciale più spettacolare d’Italia, in grado di attirare visitatori da tutto il mondo: la fiera campionaria di Milano.
Ma per fare il salto di qualità, per capire quante potenzialità avesse questo settore, allora agli albori in Italia, ma già affermato negli Stati Uniti e in sviluppo in Europa, occorreva una vetrina diversa, specialistica, completamente dedicata solo al cleaning: Amsterdam e Interclean. E proprio dalla capitale olandese, da secoli centro del commercio mondiale, prende il via la vera e propria avventura di Soteco. Da allora in poi, Soteco avrebbe partecipato a tutte le edizioni di Issa Interclean, ad Amsterdam e nel mondo.
Correva l’anno 1981, Reagan diventava presidente degli Stati Uniti, Mitterand presidente della Repubblica francese e Soteco iniziava il suo viaggio intorno al mondo, partendo da un sito di duecento mq di superficie, un dipendente, quattro soci giovani ed entusiasti.
Ognuno di loro si ritaglia un ruolo in azienda. Maurizio Cigola organizza la parte commerciale, impegnando in questo suo ruolo tutto il suo entusiasmo e la sua lungimiranza, che lo porta a credere fermamente nella possibilità di fare, di Soteco innanzitutto e dell’industria italiana del cleaning, i futuri protagonisti dei mercati mondiali.
Non a caso è, nel 1981, tra i soci fondatori di Afidamp, l’associazione italiana dei produttori di macchine, attrezzature, prodotti per la pulizia professionale, di cui assumerà la presidenza per il biennio 1987/88.
Non a caso è tra i primi imprenditori europei del settore che, girando il mondo in lungo e in largo, per sviluppare i contatti realizzati nelle varie manifestazioni internazionali, ha “scoperto” la Cina, nel lontano 1982, e ne ha intuito le potenzialità, tanto da avviare, con un dealer di Hong Kong, di origine cinese, una linea di assemblaggio di aspirapolvere/aspiraliquidi. E lo ha fatto in anni in cui il mercato cinese del cleaning assorbiva solo 2.000 macchine, a Shanghai circolavano solo biciclette, milioni di biciclette, il “celeste impero” era un paese affascinante, ma quasi inconoscibile. Da quel 1982, Cigola è stato in Cina ogni anno e ne ha vissuto l’incredibile sviluppo. Un’esperienza umana e un’esperienza imprenditoriale di incommensurabile valore. Oggi il mercato del cleaning cinese assorbe più di 350.000 macchine, e Cigola ha visto confermata la validità della sua intuizione.
Quell’intuizione che lo ha portato a costruire il successo internazionale di Soteco, che oggi si estende su un’area di 25.000 mq, occupa 220 dipendenti, esporta l’82% della sua produzione in 80 paesi del mondo.
Innanzitutto il continuare, da subito, a effettuare massicci investimenti in ricerca e tecnologia, per cui l’azienda cremonese ha più volte rivoluzionato radicalmente il concetto di aspirazione, proponendo, soprattutto a livello di filtrazione, di aspirazione, di design, di funzionalità, soluzioni sempre all’avanguardia che hanno fatto scuola in tutto il mondo e presso tutti i competitors.
In secondo luogo, ma determinante per lo sviluppo aziendale, l’avere capito che, per potere essere presenti capillarmente a livello mondiale, occorreva diversificare le gamme degli aspiratori, per poter dare a più dealer nei diversi paesi una linea in esclusiva, personalizzata, in grado di renderlo riconoscibile alla propria clientela come punto di riferimento in fatto di qualità e di efficienza.
Una chiave che ha spalancato le porte del mondo e ha permesso a Soteco di costituire filiali dirette in Spagna, Francia, Benelux, Brasile e di assicurarsi i dealer più importanti in tutti i continenti.
La crescita di Soteco negli anni è stata inarrestabile: aumentava la produzione, aumentava il fatturato, si rinnovava il sistema produttivo, con linee di assemblaggio sempre più all’avanguardia, ma, soprattutto, si cementavano rapporti umani, in azienda e nel mondo, che hanno avuto in Maurizio Cigola il referente riconosciuto per la sua capacità di ascolto, per l’attenzione vera che ha sempre saputo e voluto riservare alle ragioni degli altri, per la volontà di non anteporre mai l’imprenditore all’uomo.
Grazie a queste caratteristiche, Soteco ha superato, pressoché indenne, le crisi degli anni 2008/2011, con una inevitabile flessione, ma mantenendo attivi sia redditività che fatturato, che ne hanno fatto un’azienda solida, bene organizzata e competitiva, fiore all’occhiello del gruppo Interpump, in cui era entrata nel 2000, e del gruppo IPC, subentrato nel 2005, mantenendo peraltro la propria autonomia, garantita dal ruolo di Amministratore Delegato e Presidente, assegnato a Maurizio Cigola e rivestito sino a questo 2015, quando, all’improvviso, è arrivata la notizia che la collaborazione con il gruppo era cessata. Una notizia che, pur in assenza di un comunicato ufficiale, si è diffusa a macchia d’olio, perché in questo “piccolo grande paese” cosmopolita che è il mondo del cleaning non poteva passare sotto silenzio un fatto così epocale.
Quindi, Pulire non avrebbe avuto al nastro di partenza uno dei suoi più importanti protagonisti, che non aveva mai mancato un’edizione, anzi che ne era stato un convinto fondatore.
Ma, come dicevamo, non bisogna mai dare niente per scontato. E infatti, Maurizio Cigola a Pulire 2.1, nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, non solo è stato presente, ma lo è stato, come sempre, da grande protagonista, pronto a intraprendere una nuova avventura.
D’altra parte una vita «fantastica», per dirlo con le sue stesse parole, vissuta al massimo, con entusiasmo e passione, non poteva certo esaurirsi con un’uscita di scena che ai più poteva apparire incomprensibile. E, soprattutto, non poteva certo andare perso il patrimonio di esperienza, competenza, umanità che Maurizio Cigola ha accumulato in quarant’anni di attività.
Est modus in rebus, dicevano i nostri padri latini. E, se est modus in rebus, c’è, appunto, chi, pur potendo competere a livello mondiale con i più grandi colossi multinazionali, pur perseguendo, ovviamente, il fatturato e la redditività come obiettivi della propria mission aziendale, pur preparandosi a diventare una Digital Industry 4.0, non ha perso la memoria e sa riconoscere il valore dell’esperienza, il valore della competenza, e sa rivestire di neoumanesimo, ossia del valore dell’uomo, il sistema produttivo, perché la macchina, per quanto intelligente, non sostituirà mai – lo dicono fior di economisti e tecnici – l’intelligenza umana.
Giampaolo Ruffo, presidente di TMB, del gruppo COMAC, che non ha bisogno di presentazioni, ha chiesto a Maurizio Cigola di affiancarlo nella gestione e nella riorganizzazione commerciale della divisione che produce aspirapolvere. Giovane imprenditore, ma consapevole delle sue radici e con la determinazione di andare molto lontano, di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi, Ruffo ha voluto fortemente condividere con Maurizio Cigola il ruolo di amministratore delegato di TMB. E Cigola ha, generosamente, accettato di mettere a disposizione di un’azienda giovane come il suo vertice, non solo la sua esperienza e la sua competenza, ma anche la sua capacità di interpretare le esigenze dei mercati prima ancora che si manifestino.
Insomma, l’avventura continua, alla grande. Le favole non sono solo favole. Per fortuna.
giugno 2015
Protagonisti