Fiere & Eventi

Internet delle Cose & Cleaning – un convegno illuminante

Gli oggetti diventano intelligenti grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere a informazioni aggregate. Potranno una macchina e l’ambiente interagire al punto da segnalare le corrette operazioni di pulizia e gli strumenti corretti? A questo tema è stato dedicato un convegno di respiro internazionale che ha fornito le linee guida della nuova era industriale

Durante la scorsa fiera Pulire 2015, si è tenuto il convegno ”Internet delle cose”, con la focalizzazione di un punto di vista specifico per l’ambito del Cleaning dell’ultima rivoluzione industriale. Moderato da Carlo Massarini, noto giornalista esperto di tecnologia, il convegno ha visto la partecipazione, in qualità di relatori di: Andrea Granelli, esperto di tecnologia e gestione, già CEO di tin.it e di TILab (società di Ricerca e Sviluppo del Gruppo Telecom Italia), Presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti; Markus Asch, CEO and Vice Chairman Management Board of Alfred Kärcher; Simon Chen, Managing Director di ICE e Federico Baffetti, del reparto Business Development & Innovation di Injenia, Premier Partner di Google for Work. Il convegno ha fornito le linee guida della nuova era industriale, la 4.0, con una panoramica delle principali applicazioni già disponibili e di quelle più prossime, ma soprattutto con una previsione degli effetti che questo nuovo paradigma, con le nuove tecnologie, porterà, in primo luogo nella produzione , e, di conseguenza, nell’offerta di servizi. L’interesse degli operatori del Cleaning è molto elevato per quanto riguarda l’applicazione dell’Internet of Things (IoT) nei prodotti e nei servizi per la pulizia professionale. La promessa che macchine e attrezzature utilizzabili per i servizi saranno dotate di una propria intelligenza è il punto centrale per sviluppare investimenti in tecnologia. In effetti, sono già presenti sul mercato prodotti innovativi dotati di tecnologie evolute, grazie alle quali è possibile interagire con macchine e attrezzature, per ottenere dati e programmare i servizi.

Il nostro paese gode di una posizione privilegiata, per affrontare questa nuova rivoluzione industriale, grazie alla realizzazione di Arduino, una  scheda elettronica di piccole dimensioni con un microcontrollore, utile per creare rapidamente dispositivi come controllori di luci, di velocità per motori, sensori di luce, temperatura e umidità, e molti altri progetti che saranno centrali nello sviluppo dell’IoT. La scheda è open-source e viene fornita con un ambiente di sviluppo integrato per programmarla. Sono numerose le applicazioni di Arduino a basso costo già disponibili, e, appunto, la neo- rivoluzione industriale ne include alcune.

I relatori del convegno: da destra Simon Chen, Managing Director di ICE; Markus Asch, CEO di Kärcher; Carlo Massarini, noto giornalista; Andrea Granelli, Presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e Federico Baffetti, del reparto Business Development & Innovation di Injenia.

Tecnologie e Applicazioni

L’introduzione è stata affidata a Andrea Granelli, che ha offerto una panoramica piuttosto dettagliata dello stato dell’arte dell’IoT in Italia e nel mondo. Gli operatori come Telecom Italia, ovviamente, hanno un ruolo primario nello sviluppo di queste tecnologie, con la disponibilità delle reti di comunicazione fisse e mobili che costituiscono l’infrastruttura di elezione per l’interazione con i diversi dispositivi. L’Internet delle cose vede inoltre tra i principali protagonisti i Vendor specializzati nello sviluppo delle tecnologie, che svilupperanno sistemi e soluzioni intercomunicanti per offrire una nuova modalità di offerta di prodotti e servizi. Il concetto generale dell’IoT è l’inserimento di un numero sempre più elevato di sensori, attuatori e strumenti di comunicazione negli oggetti che utilizziamo quotidianamente. L’obiettivo è sia la raccolta di informazioni dall’ambiente, sia l’esecuzione in autonomia di compiti specifici, alla portata degli oggetti intelligenti. La chiave di volta dell’IoT, ha chiarito Andrea Granelli, è nel concetto di una rete wireless con sensori: un network a basso costo con bassa necessità di risorse tecniche, basato su tecnologie hardware, software e di comunicazione anche notevolmente differenziate, costituito da sensori a basso consumo energetico. Il manager ha citato alcuni esempi per lo sviluppo dell’Internet delle Cose: in primo luogo una soluzione per il controllo dei giardini, Botanicalls, un kit fai da te derivato dalla scheda Arduino, con sensori di umidità e luce che attivano Tweet e notifiche quando le soglie definite dall’utente vengono superate; Nabaztag, un gadget intelligente a forma di lepre, che è stato il primo successo commerciale in questo campo (200.000 in quattro anni). Nabaztag è una radio-allarme connessa a Internet, con interazione vocale, USB e un sistema di messaggistica con l’RFID. Come nel caso di Arduino, anche questo gadget è stato lanciato con API aperte per lo sviluppo di nuove applicazioni.

Cisco ha lanciato l’Internet delle mucche, un sistema connesso alle mandrie in grado di notificare agli smartphones degli allevatori i casi di gravidanza o malattia di ogni animale. Anche il nostro Telepass è incluso nelle applicazioni più precoci dell’IoT: il sistema è in grado di identificare rapidamente i veicoli ed è oggi possibile utilizzarlo anche per l’accesso ad aree a traffico limitato o per il pagamento di parcheggi. Gli esempi non si esauriscono in questo elenco, anche se sono ancora poche le applicazioni che hanno avuto successo commerciale.

Si accordano i grandi player

Anche se allo stato attuale il concetto di Internet delle Cose appare più come una curiosità o come l’offerta di gadget elettronici per appassionati di computer, il suo potenziale di sviluppo è notevole: General Electrics ha definito il termine Industrial Internet, con riferimento a una stretta integrazione tra macchinari industriali e reti di comunicazione wireless tra sensori, avvicinando il concetto di Internet delle cose al lato più serio e legato al business. La stessa General Electrics ha promosso la realizzazione dell’Industrial Internet Consortium, in associazione con AT&T, Cisco, IBM e Intel. Secondo diverse società di ricerca, tra le altre anche McKinsey e IDC, lo sviluppo dell’IoT potrebbe superare i 6.000 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2025, mentre, secondo uno studio meno ottimista effettuato da Bosch, questo mercato nelle cinque principali aree industrializzate ammonterà a circa 596 miliardi di Euro nel 2022. In conclusione, secondo Andrea Granelli, i principali vantaggi per il settore del Cleaning appartengono a quattro aree: miglioramento nel livello dei servizi, con manutenzione e programmata attraverso I dati dei sensori; ricerca e innovazione più precisa, ri-progettando le macchine con i dati di utilizzo; miglioramenti nell’utilizzo delle macchine utilizzando le statistiche di macchine e sensori negli edifici e, infine, nuovi ambiti di mercato connessi allo sviluppo delle tecnologie.

Driver di sviluppo del Cleaning

Più vicino alla dinamica dell’Internet delle Cose nel segmento del Cleaning è stato l’intervento di Markus Asch, Vice Chairman Management Board di Alfred Kärcher GmbH & Co. A suo parere, i trend più innovativi della domanda per le macchine del Cleaning e, più in generale per i prodotti tecnologicamente più complessi sono sintetizzabili in:

• Livelli di Personalizzazione molto spinta, fino alla realizzazione di prodotti individuali;

• La crescente Urbanizzazione delle scelte di vita;

• Maggiore sostenibilità ambientale;

• Attenzione crescente alla Salute e al Benessere;

• Lo Sviluppo Demografico;

• L’Avanzamento della globalizzazione, sia dell’offerta di mercato, sia della domanda.

In dettaglio, per quanto riguarda le tecnologie alla base della prossima rivoluzione industriale, secondo Markus Asch gli elementi principali risiedono nella miniaturizzazione e nella diffusione delle nanotecnologie, nell’evoluzione delle batterie e delle modalità di ricarica. Quello dell’IoT è un comparto che si sta sviluppando in maniera impetuosa, soprattutto nell’industria automobilistica e in quella dei tablet e degli smartphones, con l’introduzione di nuovi materiali, più leggeri e resistenti, ma anche con la sempre più diffusa area delle biotecnologie e, infine, ormai da un paio di decenni, con lo sviluppo di robots e macchine automatiche. Questa tendenza sta prendendo rapidamente piede anche nell’ambito del Cleaning, soprattutto per le situazioni di maggiore pericolosità per gli operatori. Tra gli altri elementi che guidano lo sviluppo, c’è anche la disponibilità dei cosiddetti Big Data, cioè la grande massa di informazioni accessibili sul web da quando esistono i Social Networks, come Facebook e Twitter, dati che possono essere utilizzati per scopi statistici e/o di marketing.

Cleaning e Industria 4.0

Tutto questo premesso, il dirigente di Kärcher ha poi introdotto il paradigma dell’Industria 4.0, l’ultima rivoluzione industriale, che prevede il collegamento delle macchine coinvolte nei processi produttivi per offrire livelli di personalizzazione molto spinti, fino al semi-artigianale.

L’evoluzione tecnologica sarà così spinta da permettere di mantenere i vantaggi della produzione di massa e delle economie di scala, anche in un contesto di soddisfazione della singola richiesta della clientela. L’ipotesi è di aumentare la qualità dei prodotti: le macchine saranno realizzate in base alle richieste specifiche dei clienti, pur non prescindendo dalle necessità delle aziende produttrici.

Nel prossimo futuro si prevede una rapida evoluzione di prodotti e processi produttivi, tale da consentire livelli di prezzo relativamente costanti, grazie alla produzione di massa e alle economie di scala.

Connessioni e Sviluppo IoT

L’Internet delle cose è ormai prossima alla sua realizzazione: a fine 2014 erano circa 12 miliardi i devices connessi alla rete, pari a circa 1,7 per individuo; nel 2020 tale grandezza sarà più che raddoppiata, con 4,3 apparati per individuo connessi. Gran parte dello sviluppo sarà dovuto all’IoT, come evidenziato nel grafico seguente:

Nel dettaglio delle politiche di sviluppo di Kärcher, Markus Asch ha chiarito come la gestione delle macchine, seguendo il paradigma dell’IoT, porterà maggiori performances con costi più contenuti, con benefici per la clientela anche indipendenti dall’azienda di produzione. Saranno possibili miglioramenti nella gestione delle imprese, maggiore visibilità dei fornitori delle commesse in cui saranno impiegate le macchine e compatibilità dei sistemi di controllo sia con i prodotti Kärcher, sia con quelli offerti dai concorrenti. Inoltre sarà possibile localizzare macchine e attrezzature sia all’esterno sia all’interno degli edifici – in questo caso è già disponibile una soluzione italiana, CollegaMe, offerta da Falpi, per i carrelli. Lo sviluppo delle tecnologie permetterà quindi di realizzare sistemi di misura specifici per calcolare tempi e metodi per i servizi di pulizia, offrendo alle imprese criteri standard per bandi di gara e piani di pulizia, con accesso semplificato tramite portali web.

Edifici Intelligenti

Le possibilità che si intravvedono sono notevoli: al progredire dello sviluppo dell’IoT, con il collegamento di macchine e edifici, saranno disponibili dati precisi sulla pulizia dei diversi ambienti, oltre al numero di persone che frequentano le diverse aree. Al crescere dell’intelligenza nei palazzi, sarà possibile ottenere dati utili per la previsione dei diversi compiti in base alle agende e alle aree da pulire, che invieranno al sistema il calendario delle riunioni, gli addetti coinvolti e i livelli di polvere e sporcizia prima e dopo i meeting. I servizi di pulizia saranno quindi effettuati in base alle necessità effettive e non con cadenze temporali, con maggiore efficienza e minori sprechi di risorse. Con l’Internet delle cose potremo disporre di uno strumento preciso per mappare le inefficienze dei servizi, ci si troverà nella condizione di comprendere quali servizi siano utili e quali non lo siano, senza la necessità di interrogare il sistema sui temi specifici. Infine, secondo Markus Asch saranno sufficienti tre anni perché l’IoT stravolga completamente il segmento del Cleaning.

ICE i-sinergy: un sistema IoT nelle macchine professionali

L’intervento successivo è stato di Simon Chen, direttore generale di ICE, che ha lanciato una lavasciugapavimenti dotata di i-sinergy, un sistema intelligente per l’interazione tra la macchina e i server aziendali.

Il sistema è in grado di registrare i dati operativi provenienti dalle macchine e trasmettere le informazioni al server di ICE. Il server ICE genera report quotidiani e li invia agli utenti finali tramite e-mail. Gli utenti finali sono così informati sull’utilizzo delle macchine e sui tempi specifici per ogni servizio effettuato. La soluzione i-sinergy tiene sotto controllo anche lo stato delle tecnologie delle macchine, quindi la batteria agli ioni di litio, il motore di aspirazione, il motore delle spazzole, la trasmissione e gli altri componenti elettrici, con una frequenza di aggiornamento continua (60 secondi), sia quando la macchina è in funzione, sia nelle fasi di ricarica della batteria.

Avvisi Real-Time e Ioni di Litio

In caso di avaria delle macchine, il sistema invia notifiche in tempo reale al server ICE, che provvede ad inviare SMS agli addetti. Gli interventi di manutenzione necessari saranno così effettuati tempestivamente, all’insorgere di qualsiasi problema di malfunzionamento delle componenti monitorate da i-sinergy. La macchina, ovviamente dotata delle più avanzate tecnologie, è elettrica ed ecologicamente compatibile e dispone di una batteria agli ioni di litio a lunga durata (fino a 8 anni). Con il sistema di comunicazione i-sinergy è possibile pianificare la gestione delle macchine in base alle informazioni generate nei rapporti quotidiani. Si riduce al minimo il fermo macchina per l’accesso ai dati di utilizzo delle diverse componenti, con interventi tempestivi in caso di usura; anche le avarie e i casi di malfunzionamento delle macchine sono immediatamente notificati al server e alla clientela. Infine le macchine possono essere gestite da remoto dall’azienda produttrice, tramite il server ICE.

(Il dettaglio dell’intervento di Simon Chen, CEO di ICE e l’intervista esclusiva di Dimensione Pulito sono pubblicati nel box).

Qualità e maggiore Efficienza

Gli interventi sono poi stati sospesi per permettere al pubblico di porre qualche domanda. Prima fra tutte una questione riguardante i livelli qualitativi dell’offerta per il Cleaning, con alcuni dubbi per il perdurare della crisi e gli effetti sui prezzi. Le risposte, prevalentemente di Markus Asch e Simon Chen sono state rassicuranti: i contenuti tecnologici sia nelle fasi produttive, sia a bordo di macchine e nelle attrezzature porteranno a offerte di qualità crescente o, al minimo, costante, con prezzi in diminuzione. L’applicazione dell’IoT al Cleaning tenderà poi a comprimere notevolmente i costi dei servizi, proprio per la possibilità di programmare e rendere più efficienti i servizi erogati. Le ipotesi di risparmio sono notevoli: si potrebbe passare da 4 ore a 37 minuti di funzionamento delle macchine, come conseguenza dell’ottimizzazione e della maggiore efficienza. Al di là dei costi per l’operatività delle macchine, appare ovvio come risparmi di tempo di questo tenore avranno un notevole impatto sui costi del personale e sulla gestione delle imprese di pulizia.

Statistica e Piani di Pulizia

Le tecnologie IoT sono il fattore chiave per il corretto utilizzo delle macchine, che, come nel caso di i-sinergy, invieranno tempestivamente ai server aziendali messaggi circa eventuali anomalie di funzionamento, evitando avarie e danni più gravi, conseguenti all’utilizzo in maniera inappropriata. I contenuti tecnologici sono quelli che siamo abituati ad avere sui nostri smartphones, quindi localizzazione, stato delle batterie, stato della meccanica con l’aggiunta di sensori specifici per il tasso di umidità o di sporcizia presente negli ambienti in cui si va ad operare. L’interazione dei sensori on- board con quelli presenti in edifici e città intelligenti andrà a realizzare banche dati in continuo aggiornamento, con la flessibilità tipica delle applicazioni informatiche in termini di dimensioni dei database e numerosità delle informazioni, fino ad arrivare a comprendere quali possano essere i piani di pulizia e manutenzione dei nuovi edifici già in fase di progettazione, con un errore decisamente più contenuto rispetto alle stime attuali.

Google for Work in Italia

L’ultimo intervento del convegno è stato quello di Federico Baffetti, Research & Development Manager di Injenia, Premier Partner di Google for Work. L’azienda ha già realizzato diverse applicazioni IoT, in primo luogo un’applicazione mobile per raccogliere informazioni integrate con i segnali dell’ambiente in cui si opera, ma anche applicazioni basate sui Google Glass, gli occhiali per la realtà aumentata sviluppati, appunto, da Google. Lo scopo è di supportare la formazione degli operatori e garantire la tracciabilità degli interventi e dei percorsi virtuali delle strutture, tramite segnali push. Si legge sul sito web di Injenia: “Grazie alla rete facciamo acquisire a ogni macchina una sua identità e una sensibilità, siamo in grado di localizzare i dispositivi, monitorare il loro corretto funzionamento, comprendere se necessitino di assistenza, far eseguire comandi a distanza, elaborare dati ed estrarre informazioni tramite statistiche e previsioni.” Questo è senza dubbio un altro caso di successo nell’ambito della nascente economia legata all’Internet delle Cose, con l’offerta di soluzioni i cui vantaggi sono evidenti e misurabili in termini di efficienza, miglioramento nella gestione e soprattutto per la maggiore attenzione e gestione dei costi aziendali.

Sviluppo IoT per Applicazioni dedicate ai Consumer

In termini generali, il manager di Injenia vede queste linee guida nello sviluppo delle tecnologie IoT: il crescente incremento delle tecnologie verso la fascia Consumer, a partire da quelle mobili, che si traduce in prezzi inferiori e notevole ampliamento della base clienti; la miniaturizzazione di sensori e localizzatori, che, unita ai costi sempre più contenuti, porterà allo sviluppo di numerose applicazioni dedicate. La crescente disponibilità di banda per le telecomunicazioni, oltre all’ampliamento dell’accesso alle reti di comunicazione e, infine, centrale per uno sviluppo più rapido, la disponibilità delle risorse in Cloud e i modelli di tariffazione pay-per-use, che si concretizzano in minori necessità di investimenti e nel trasferimento delle attività di gestione e manutenzione delle tecnologie verso il Vendor, con la possibilità per l’azienda acquirente di concentrarsi sul proprio core business, evitando di disperdere risorse economiche e addetti per lo sviluppo di una soluzione complessa. Lo sviluppo dell’Internet delle cose passerà attraverso il continuo sviluppo delle connessioni alla rete per automobili (circa 70 milioni di auto collegate nel mondo nel 2020); case private (1,8 miliardi di devices connessi al 2019) e, ciò che più conta per il settore del Cleaning, lo sviluppo degli edifici intelligenti, con 23 miliardi di devices installati per il 2019, come riportato nel grafico.

Sono quindi gli edifici business e della Pubblica Amministrazione quelli con la più ampia diffusione di devices, necessari per la comunicazione con le macchine e i server centrali dei Vendor che garantiranno notevoli risparmi per l’acquisto di servizi, sia per le pulizie, sia per la sicurezza e, più in generale per il Facility Management. I vantaggi dell’evoluzione verso l’Internet delle Cose visti da Federico Baffetti sono: il risparmio di tempo per effettuare operazioni; la raccolta di dati e informazioni in tempo reale e il collegamento diretto di materie prime e semilavorati ai server delle aziende. Come benefici derivati, sarà inoltre possibile gestire i dati in maniera più semplice, con l’apertura verso strumenti per la definizione di politiche per la produzione e l’offerta di servizi più efficaci; inoltre sarà migliorata la sicurezza delle infrastrutture. Lo sviluppo di un’infrastruttura di comunicazione come l’IoT assicurerà anche la possibilità di connessione con gli strumenti più “anziani” (Legacy in termini informatici), garantendo l’accesso a dati e applicazioni anche con i nuovi strumenti.

 

In Cina è già Cleaning 4.0 (a colloquio con Simon Chen)

I punti chiave che Simon Chen* ha individuato per la ricerca e lo sviluppo nell’ambito dl Cleaning sono da individuarsi, in primo luogo, nella crescente urbanizzazione della popolazione mondiale: le grandi città si popolano a tassi di un ordine di grandezza superiore rispetto allo sviluppo demografico. Tra gli esempi: Londra, passata da un milione di abitanti a nove; Seul che ospita il 40% del totale della popolazione coreana; in Cina l’urbanizzazione cresce a passi da gigante: l’esodo dalle campagne verso i centri urbani è iniziato nel 1979 e già 560 milioni di persone si sono trasferite in città.

«Il processo di urbanizzazione – afferma – favorisce lo sviluppo della domanda per i servizi di pulizia, con l’incremento di edifici come le scuole, i centri commerciali, i complessi residenziali, gli uffici e le Facilities per manifattura e artigianato, le strutture pubbliche. Come abbiamo visto, il processo è notevolmente più forte nei paesi di più recente industrializzazione, come Cina e Corea, tuttavia anche nelle economie più mature le città sono in fase di grande sviluppo, come chiarito dai dati di Londra».

Criticità & Soluzioni

Il CEO di ICE individua i fattori critici per lo sviluppo nella gestione delle risorse umane, nel rapido incremento dei costi del lavoro e nell’aumento dei costi di finanziamento. Come possibili soluzioni a queste sfide, il manager indica: il contenimento dei costi del lavoro tramite la crescente automazione, il miglioramento dei margini industriali con le opportune attività di selezione della clientela; il miglioramento dell’efficienza investendo nella formazione tecnica. Questo percorso di sviluppo si innesta in una fase rivoluzionaria per la produzione industriale: dalla automazione, che rappresenta la fase 1.0, alla 2.0 con l’Elettrificazione, fino alla 3.0, rappresentata dalla Digitalizzazione e oggi con l’Industria 4.0: l’ Internet delle cose. Nello specifico di sviluppo di tecnologie innovative per il Cleaning, i vantaggi dell’IoT sono sintetizzabili in: Monitoraggio delle Attività Di Pulizia da remoto; Miglioramento dell’efficienza con Devices che comunicano in Tempo Reale; Contenimento al minimo per i tempi di inattività delle Macchine. In generale è quindi possibile migliorare la gestione e l’efficienza dei servizi di pulizia.

Sviluppo Continuo

L’implementazione del sistema i-sinergy, in base all’aggiornamento quotidiano sull’utilizzo delle macchine, offre agli acquirenti la possibilità di effettuare listini prezzi differenziati in base all’utilizzo delle macchine: nei periodi in cui le macchine sono ferme è possibile effettuare sconti sui servizi, in modo da incrementare i periodi di sfruttamento fino alla piena capacità e ammortizzare più rapidamente i costi delle macchine.

« Inoltre – spiega Simon Chen – il sistema i-sinergy è in continuo sviluppo: in base ai dati che vengono inviati ai server aziendali, ICE segue un progetto di ricerca e sviluppo non-stop, in continuo aggiornamento e con continui sviluppi del software installato sulle macchine, con input provenienti dagli ambienti in cui operano e gestiti da tecnici preparati a livello centrale».

Vantaggi Noleggio per Produttori e Imprese

Lo sviluppo tecnologico rende accessibili nuovi elementi anche per il settore del Cleaning, come è il caso delle batterie a Ioni di Litio dotazione delle macchine di ICE. Tali batterie, di dimensioni più compatte e più leggere di quelle tradizionali, non necessitano di manutenzione, possono essere ricaricate in qualsiasi momento, senza effetto memoria e hanno lunga durata, fino 2.000 cicli; oltre ad essere più rispettose per l’ambiente. Ma la vera chiave di volta per lo sviluppo del settore, secondo Simon Chen consiste nel diverso modello di business, basato sul noleggio a lunga durata invece che sulle vendite. Oltre che portare vantaggi alla clientela, in termini di costi di finanziamento e di miglioramento nella gestione dei costi di manutenzione, con l’Internet delle Cose è possibile traslare sui fornitori gran parte dei costi per la formazione del personale, in termini di assistenza e manutenzione delle macchine. Il modello basato sul noleggio, nell’opinione del manager di ICE, rende necessario un cambio di marcia anche per i produttori, che dovranno fornire macchine di qualità più elevata, migliorare i livelli di servizio e la copertura per l’assistenza; ampliare i magazzini per la disponibilità dei ricambi e valutare più adeguatamente i costi delle riparazioni rispetto all’efficacia degli interventi. Infine i produttori di macchine dovranno sviluppare competenze finanziarie specifiche per mantenere i margini con il noleggio a lunga durata.

*Simon Chen è CEO di ICE, azienda che ha sviluppato e commercializza il sistema i-synergy il sistema di raccolta dati e di interazione senza fili nel settore delle macchine per la pulizia professionale.

Mostra di più

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button

Adblock Detected

Please consider supporting us by disabling your ad blocker