Il mondo degli appalti volta pagina. Al via una delle più importanti riforme strutturali, che ha accolto le richieste delle Associazioni che hanno sottoscritto il Manifesto dei Servizi.
Il Senato ha approvato il Disegno di Legge Delega al Governo per il recepimento delle nuove Direttive comunitarie in materia di appalti pubblici e concessioni, che adesso passa all’esame della Camera dei Deputati. Molte le novità, epocali, che sono presenti nel testo licenziato da Palazzo Madama.
Abbiamo chiesto il parere di Lorenzo Mattioli, Presidente ANIP – l’Associazione Nazionale Imprese di Pulizia e Sevizi Integrati di Confindustria.
Presidente Mattioli, nel testo del disegno di legge delega per l’attuazione delle nuove direttive comunitarie in materia di appalti pubblici e concessioni sono state recepite le richieste delle Associazioni firmatarie del Manifesto dei Servizi?
«Le Associazioni che hanno condiviso e sottoscritto il Manifesto dei Servizi e che mi hanno fatto l’onore di nominarmi Portavoce hanno presentato le esigenze e le necessità del mondo dei servizi di gestione immobiliare, il c.d Facility management, insieme alle loro concrete proposte in sede di Commissione Lavori Pubblici del Senato sia, successivamente, in apposita Conferenza Stampa presso la Sala Nassiria del Senato e in un Convegno dedicato, con ampia partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, tra cui anche il Relatore in VIII Commissione Stefano Esposito e il Consigliere ANAC Michele Corradino; le nostre richieste sono state anche presentate in forma autonoma dalle singole Associazioni nelle apposite audizioni disposte in Commissione, ottenendo grande attenzione, comprendendosi il valore e l’importanza del comparto che abbiamo l’onore, ma anche l’onere, di rappresentare, tutelare e difendere.
Fatta questa premessa, rilevo che tutto il disegno di legge approvato al Senato e adesso in discussione alla Camera recepisce le nostre richieste, non solo quelle specifiche di interesse settoriale, ma più in generale le esigenze di avere un quadro di riferimento, per gli appalti pubblici e le concessioni, chiaro, semplice, con adeguata attenzione alle specificità dei servizi, che assicuri legalità e trasparenza, snellezza delle procedure, certezza del diritto, qualificazione delle imprese e delle Stazioni appaltanti e strumenti flessibili, la cosiddetta soft law, per adeguare le regole agli sviluppi del mercato.
Tra gli aspetti più qualificanti e di diretto interesse del testo del disegno di legge, che dovrà poi essere “tradotto” – o, meglio, disciplinato in una articolata normativa – nel nuovo Codice dei Contratti pubblici, sicuramente deve essere sottolineato il definitivo superamento del massimo ribasso, particolarmente chiaro per gli appalti di servizi labour intensive, come quelli rappresentati dalla mia Associazione e dalle altre Associazioni che, con il supporto scientifico di PatrimoniPanet, Forum PA e Terotec, hanno sottoscritto il Manifesto dei Servizi.
Ma come ho detto prima, sono molte le disposizioni contenute nel disegno di legge che recepiscono le nostre istanze, tra cui ricordo in particolare le previsioni in materia di subappalto, che dovrà essere regolato in maniera trasparente, con possibilità di pagamento diretto del subappaltatore, come da noi richiesto, a tutela soprattutto delle nostre PMI».
Ha già accennato al fatto che sono molte le disposizioni contenute nel disegno di legge importanti e di interesse anche specifico dei servizi e di Facility Management. Può approfondire?
«Un aspetto fondamentale, la cui importanza forse non viene ancora colta appieno, è l’attenzione che finalmente il legislatore pone alla qualificazione delle Stazioni appaltanti. Non solo le imprese devono essere qualificate e capaci, ma anche, se non soprattutto devono essere professionalmente capaci ed efficienti, sia dal punto di vista tecnico che giuridico, le stazioni appaltanti, cioè i soggetti che gestiscono la gara; questa qualificazione è necessaria sia per razionalizzare la spesa pubblica sia per assicurare una corretta gestione delle procedure e dell’esecuzione degli appalti.
E’ in questo contesto che deve essere letto il processo, previsto dal disegno di legge, di centralizzazione delle committenze e di riduzione delle stazioni appaltanti, per assicurare la coerenza tra le capacità tecniche ed organizzative delle Pubbliche Amministrazioni che indicono una procedura di appalto, la complessità dell’appalto posto a gara e le funzioni di controllo sull’esecuzione delle prestazioni. E sottolineo come questi processi non debbano essere visti come diretti a una concentrazione del mercato, ma ad una regolarizzazione dello stesso mercato a garanzia di tutti gli operatori, soprattutto delle PMI e delle Start up, che sicuramente trarranno benefici da un mercato più trasparente, con regole chiare di partecipazione e di qualificazione.
Certamente sono anche molto importanti e significative le norme del disegno di legge finalizzate a disciplinare in maniera innovativa la qualificazione delle imprese, anche facendo riferimento a criteri reputazionali e al rating di legalità; sono disposizioni coerenti non solo con le nostre specifiche richieste, ma con tutti gli indirizzi di politica associativa della mia Presidenza, che ha fatto della legalità, della trasparenza, dell’efficienza e della qualità dei servizi resi dalle nostre imprese i punti cardine, il leit motiv, di tutti gli interventi istituzionali e di rappresentanza, come sta a testimoniare il Disegno di legge AC 2475 sui servizi di gestione immobiliare, attualmente all’esame della Camera che, come è ben noto, è stato promosso dalla mia Associazione.
Sono anche da sottolineare e valorizzare le numerose disposizioni del disegno di legge dirette a promuovere la semplificazione delle procedure, la riduzione degli oneri documentali e la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale. E’ un dato di fatto, peraltro tristemente noto e accertato, che oggi il contenzioso e la burocratizzazione delle procedure sono un freno abnorme alla tempestività delle aggiudicazioni e uno spreco enorme di risorse, economiche e umane.
Infine, di grande importanza, anche in prospettiva, e per tutti i nostri servizi, la previsione di una competenza del MISE, cioè del Ministero dello Sviluppo Economico, in sede di redazione del Regolamento di esecuzione e attuazione che dovrà vedere la luce insieme al nuovo Codice dei Contratti Pubblici».
Una valutazione complessiva e gli orizzonti che si possono aprire, positivi o negativi, anche relativamente all’occupazione e allo sviluppo del mercato.
«Non è per ottimismo, ma perché guardo ai fatti, che affermo che si stanno aprendo orizzonti nuovi per i nostri settori. Per la prima volta, lo sottolineo, grazie al lavoro svolto in VIII Commissione Senato, vedo la parola “servizi” ripetuta più e più volte nel testo della legge delega.
Un contesto di trasparenza e legalità, in cui tutti gli attori del mercato, Amministrazioni pubbliche e imprese devono essere capaci, tecnicamente e dal punto di vista organizzativo, rispettosi delle regole, è un contesto che non può che andare a beneficio delle imprese sane, delle imprese che lavorano per dare servizi efficienti e di qualità, piccole o grandi che siano, dei cittadini e dei lavoratori. E’ un fatto, riconosciuto da tutti gli istituti di ricerca, che lo sviluppo reale, non assistito, di una vera economia dei servizi produrrà nuova occupazione, e soprattutto produrrà occupazione regolare e più qualificata, a tutto vantaggio, è evidente, dell’economia del Paese e delle sue capacità competitive sullo scenario internazionale».