
Periodo complesso, ma visto con fiducia dai produttori di lavasciugapavimenti
Lo sviluppo delle vendite di Lavasciugapavimenti mostra tassi doppi rispetto all’anno precedente, tuttavia, con una crescita di +0,6%, il segmento dimostra segni di saturazione del mercato, anche se siamo coscienti che il percorso di sostituzione degli strumenti manuali è ancora molto lungo.
Il mercato nazionale diminuisce ancora del -2,8%, con il medesimo tasso di contrazione del 2013, mentre lo sviluppo delle vendite all’estero, pari a +1,7%, traina tutto il segmento, che cresce anche se a tassi minori dell’uno per cento. Ancora un anno poco esaltante per i valori assoluti: il mercato a fine 2014 valeva circa 138 milioni di Euro, a fronte di 136,997 nel 2013, con poco meno un milione di Euro di crescita. Il valore delle esportazioni è pari a circa 105 milioni, rispetto a 103,2 milioni nel 2013 e 101,9 nel 2012. Il mercato interno, al contrario, valeva 34,7 milioni nel 2012 e si è contratto fino a 32,8 a fine 2014. E’ vero che i grandi cali si sono verificati negli anni precedenti e che questi valori dimostrano una sostanziale tenuta delle vendite, tuttavia bisogna considerare che le macchine prodotte in Italia sono progettate proprio per un mercato come il nostro, con molte piccole realtà e costo della manodopera piuttosto elevato. Sono quindi disponibili molte piccole lavasciugapavimenti, caratterizzate da flessibilità e maneggevolezza oltre che da prezzi più contenuti, realizzate per operare in spazi limitati come quello dei piccoli esercizi aperti al pubblico presenti sul nostro territorio.
Mercato Lavasciuga pavimenti 2012-2014 in Euro
Mercato interno ancora in affanno
Il mercato nazionale, che ha offerto molte soddisfazioni nel passato, è oggi piuttosto bloccato, cresce il ricorso alla riparazione e all’allungamento di vita dei prodotti o anche l’utilizzo di strumenti manuali nelle superfici di medie e piccole dimensioni. Il settore pubblico, seguendo la ormai arcinota legge di stabilità acquista con estrema cautela e l’allungamento dei tempi di pagamento ha allontanato numerosi operatori, che trovano maggiore soddisfazione nello sviluppo dei mercati esteri. «Noi produciamo lavasciuga pavimenti per superfici medio piccole, dove il sistema di lavaggio largamente più diffuso è con strumenti manuali; la produttività di una macchina, il risparmio di acqua e detergente e la qualità del pulito che se ne ottiene è enorme. La crescita pertanto è modesta ma in questo settore si sono inseriti molti costruttori anche se con prodotti talvolta discutibili; noi vediamo un modesto ma costante aumento delle vendite sia in Italia che all’estero» è il commento di Michele Massaro, titolare di Lindhaus sulle attuali condizioni del mercato, ancora troppo dominato da strumenti manuali. Il mercato nazionale, in una dinamica pressoché costante, continua a perdere punti percentuali sul totale delle vendite e ormai pesa solo il 24% nel segmento delle lavasciuga pavimenti. Nel non lontano 2010, quasi un terzo delle macchine erano vendute in Italia (30%) e, come si nota dal grafico, l’erosione della quota di vendite nazionali è stata costante, fino al 24% registrato nel 2014.
Dal 75 al 76% le esportazioni di LAP, vero motore di crescita per il 2014: non è andata altrettanto bene sul mercato interno, che ha visto una contrazione del -2,8%, come quella dell’anno precedente.
«Rispetto ai dati Afidamp siamo in controtendenza, seppur di poco, il mercato estero ha segnato una crescita mentre per il mercato Italia abbiamo registrato un sostanziale tenuta dei dati 2013, possiamo certo parlare di segnali positivi soprattutto dai Paesi con tassi di crescita più importanti».
Questo l’esordio di Dante Rossetti, responsabile marketing di Lavorwash, che, riguardo la competizione con i prodotti a basso costo e di basso livello qualitativo, ci ha detto: «La logica è sempre quella del rapporto qualità/prezzo, ma non si può scadere nella media / bassa qualità per seguire una logica pura di basso costo; siamo in un mercato che accetta solo prodotti professionali. Il 2015 è partito bene siamo soddisfatti, anche le esportazioni stanno registrando tassi di crescita interessanti; confermo la tenuta dei prodotti Made in Italy rispetto ai prodotti low cost per il momento accettati solo su alcuni paesi e solo per alcuni prodotti».
Innovazione & Localizzazione
L’innovazione è continua e la richiesta da parte della clientela è oggi più sensibile e attenta alla qualità e alle performances dei prodotti, almeno nei paesi più avanzati. Tuttavia, data la concorrenza molto elevata del settore, le innovazioni devono essere accompagnate da appropriati investimenti anche sul braccio commerciale, che deve essere sempre più attento e disponibile nei confronti di una clientela esigente e “poco paziente”, che richiede macchine di qualità e servizio tempestivo.
Dal punto di vista dei servizi più evoluti, abbiamo sentito il parere di Giancarlo Ruffo, AD di Comac e Presidente del Gruppo Ruffo:«Certamente, credo che questa sia divenuta un’esigenza fondamentale per ogni azienda del settore e lo sarà sempre di più anche in futuro. Penso, per esempio, alla tecnologia GPS che anche il nostro Gruppo ha portato avanti, applicandola ai modelli di lavasciuga pavimenti di ultima generazione; un servizio prezioso che consente di gestire a distanza la propria flotta di macchine per la pulizia, raccogliendo costantemente informazioni che si trasformeranno in un valido aiuto per ottimizzare i processi e rendere più efficiente l’attività di pulizia». Ma l’innovazione del Gruppo Ruffo, prevede anche meno elettronica e più attenzione all’ambiente «Comac, in particolare – spiega Giancarlo Ruffo, in qualità di AD di Comac -, ha pensato all’ambiente proponendo per le lavasciuga pavimenti proprio all’ultimo Pulire 2.0, che ha visto il nostro Gruppo affermarsi come protagonista assoluto alla ribalta della manifestazione, un sistema di riciclo dell’acqua per ridurne i consumi, ottimizzandone l’uso. Il sistema si chiama “non stop cleaning” e si compone di tre fasi: nella prima l’acqua viene normalmente utilizzata e raccolta tramite l’aspirazione; nella seconda fase l’acqua viene filtrata e purificata grazie ad un sistema a 3 stadi. L’acqua è quindi disponibile per essere nuovamente utilizzata, concludendo il ciclo».
Sulla gestione delle flotte abbiamo sentito anche Mauro Liffredo – PM di Kärcher Professional, che ci ha spiegato il percorso di sviluppo seguito dall’azienda: «Kärcher in questo senso è all’avanguardia con diverse soluzioni che – al di là della singola macchina – riguardano l’intero ecosistema professionale. Kärcher Fleet, ad esempio, è lo strumento per rendere efficiente la propria flotta di macchine, offre l’opportunità di gestire le macchine in modo continuativo e di utilizzarle in maniera efficiente. Consente di monitorare l’uso delle macchine, controllare che la pianificazione sia rispettata, correggere tempestivamente l’utilizzo improprio o intervenire prontamente per evitare danni; inoltre, il sistema di geo-localizzazione indica il luogo esatto in cui si trova ogni singola macchina e fornisce notifiche in tempo reale agli operatori tramite PC o smartphone». Kärcher crede molto in questo tipo di innovazione, per dirla con le loro parole: “Siamo certi questa sia la prossima frontiera del cleaning”. Infine, ha sottolineato Liffredo:«Il programma inoltre può assumere differenti configurazioni per adeguarsi alle esigenze del singolo operatore e alle specifiche mansioni che questi deve compiere; tutti i risultati sono disponibili in linea e consultabili dagli utenti autorizzati. Dati sempre aggiornati e disponibili ovunque».
Nuovo e ben commercializzato
Per quanto riguarda le macchine più evolute, abbiamo sentito anche Pietro Mambrini, dell’ufficio marketing di Ghibli & Wirbel: «L’innovazione è senza dubbio necessaria per il settore, anche per noi le maggiori soddisfazioni sono giunte dopo la presentazione di Rolly, una lavasciugapavimenti compatta con batterie al litio e minima manutenzione; non è però da considerare secondario l’impegno del braccio commerciale, che è altrettanto fondamentale per il successo di prodotti di qualità nell’ambito del Business-to-business nel quale operiamo».
Anche IPC ha presentato recentemente qualche novità: una piccola lavasciugapavimenti con spazzole rotanti, trasformabile in lavamoquette e con un ingegnoso sistema di sollevamento delle spazzole per il trasporto: «Una macchina utilizzabile anche dalle signore, che non necessita complesse azioni meccaniche di smontaggio», ci ha spiegato Gabriella Bianco, del marketing di IPC. Inoltre l’azienda ha presentato una piccola uomo a bordo, la CT80 APC, con un sistema di trazione che le permette di superare pendenze fino al 16%, con un potente motore aspirante a 3 fasi. Ancora Gabriella Bianco ci ha specificato: «Progettata e sviluppata da professionisti, è la prima macchina dotata di “Advanced Productivity Control”, un sistema innovativo che permette un preciso e costante controllo del flusso d’acqua dall’inizio alla fine dell’attività di pulizia; inoltre, una serie di algoritmi fornisce l’immediato feedback visivo del tempo e dei metriquadrati rimanenti, ottimizzando le attività quotidiane di pulizia».
Una nota un po’ più critica, per quanto riguarda lo stato di evoluzione della clientela, ci è giunta da Michele Massaro, titolare di Lindhaus: «Le macchine disponibili oggi sono di tutti i tipi e per qualsiasi superficie; le nuove proposte sono continue ma l’evoluzione più grande deve farla il compratore: pretendere efficienza, tempi ridotti, qualità del pulito e così via; se da parte del compratore, sia esso un contractor o un utilizzatore finale, pulire bene o male non fa differenza, purché il costo delle macchine sia contenuto, è difficile che questo porti grandi stimoli ai progettisti di macchine».
Ancora sulla semplicità di utilizzo e l’affidabilità delle macchine, abbiamo sentito Eugenio Cagna, socio di Klinmak, una nuova realtà italiana che produce e commercializza lavasciugapavimenti: «Le nostre macchine sono votate alla semplicità di utilizzo e per gli interventi tecnici e all’affidabilità; da quando abbiamo iniziato a consegnarle, non abbiamo mai avuto richieste per pezzi di ricambio, con notevoli vantaggi per la nostra clientela sia per i fermi macchina, sia per i costi di manutenzione». Le macchine dispongono di elettronica semplificata e di accorgimenti elettromeccanici ben progettati, funzionali e sicuri e, soprattutto, per dirla con le parole dello stesso manager di Klinmak «Qualsiasi manutentore è in grado di intervenire se l’elettronica delle macchine non è troppo complessa, così come l’utente non deve essere formato specificamente per l’utilizzo di una singola lavasciugapavimenti».
Del medesimo avviso anche Alessandro Fiorentini, titolare di Fiorentini: «A mio parere è meglio non includere troppa elettronica nelle macchine, che le rende complicate e potrebbero avere problemi per il continuo contatto con l’acqua; l’innovazione dovrebbe andare verso la realizzazione di macchine ibride, più silenziose con minori consumi e maggiore sostenibilità ambientale, mentre per l’introduzione dell’Internet delle cose nelle macchine del Cleaning è ancora troppo presto».
Comunicazione Tradizionale e Web
Lo sviluppo della Internet 2.0 è ormai una realtà consolidata, con l’interazione tra consumatori e produttori a uno stadio avanzato, in numerosi settori industriali. Nell’ambito del Cleaning il processo si sta concretizzando in maggiore informazione e consapevolezza per la clientela e nella realizzazione di strumenti specifici da parte delle aziende dell’offerta, come ci ha raccontato, per esempio Dante Rossetti, responsabile marketing di Lavorwash:«La comunicazione, come ormai accade in tutti i settori, si sta evolvendo: a quella tradizionale, che per me non va abbandonata, si sta da tempo affiancando una comunicazione più “rapida” basata soprattutto sull’utilizzo di video prodotti; li ritengo personalmente i più adatti a spiegare e raccontare un prodotto; sono invece, per il momento, meno convinto dell’utilizzo dei social tradizionali per scopi B2B». Resta qualche dubbio, decisamente condivisibile, per l’efficacia dei Social Network più diffusi nell’ambito degli affari tra aziende, che si concretizzano solo con l’intervento di distributori efficienti e forza vendita ben formata. Tuttavia è necessario che si rifletta sulle modalità di integrazione dei media, come ci ha raccontato Romolo Raimondi, AD di RCM: «La carta stampata dovrebbe iniziare a svolgere un ruolo diverso da quanto ha fatto fino ad ora; come nell’informazione in altri campi dovrebbe essere il luogo della riflessione e dell’approfondimento dei temi di fondo del nostro settore, a cominciare dalla credibilità dei dati che vengono divulgati dalle case costruttrici. Per l’informazione “quotidiana” non c’è dubbio che social e Youtube abbiano un potere enormemente maggiore di qualsiasi rivista stampata». Infine ci sembra importante riportare il commento di Eugenio Cagna, AD di Klinmak: «La partecipazione alle fiere, anche in qualità di semplici visitatori, rimane un elemento fondamentale per lo sviluppo di nuove aree di business, ma negli ultimi tempi ho notato il crescente ricorso agli strumenti elettronici per consolidare i rapporti: siti web ben realizzati e scambio di documentazione tecnica via posta elettronica sono ormai elementi chiave per la futura vendita, molto più che in passato».