Lo punto parte da un articolo su Varesepress dal titolo “… disinfestazione antizanzare con prodotti tossici?”. Nel leggerlo superficialmente mi sono ricordato un commento ricorrente di un mio professore che durante le interrogazioni soleva dire: “Poche idee, ma confuse”. Scena prima: rileggendolo attentamente mi sono reso conto che l’argomento meritava qualche riflessione.
La prima è che stiamo vivendo una seconda torre di Babele. Una leggenda allegorica che spiegherebbe i motivi per i quali non parliamo la stessa lingua. Il racconto biblico parla di una punizione divina contro la superbia degli uomini che li aveva spinti a costruire una torre tanto alta da raggiungere Dio senza prima chiedergliene il consenso. Per questo motivo Dio, adirato, fece dimenticare agli uomini la “lingua comune” che inizialmente consentiva loro di capirsi e da quel momento iniziarono a parlare idiomi diversi al punto che si ingenerò una confusione tale per cui la costruzione della torre non poté concludersi. La seconda riflessione è che anche in coloro che presumono di parlare la stessa lingua si crei una sorta di scompiglio probabilmente non dovuta a volontà divina, ma dagli effetti un poco babelici. Scena seconda in cui rifletto sugli effetti veri o presunti di una miscela di composti chimici fra cui: [petroselinate metile], [iso-heptadecanoate metile], [hexa-decamethyl cyclooctasiloxane], [ossalico acido 2-etilesil tetradecil est], [hepta-cosane hexahydrofarnesyl acetone], [acido 9,12,15-octadecatrienoic] e altri ancora, ma direi che per dimostrare la mia tesi bastano. Questi effetti sono a dir poco miracolosi e la farmacopea divulgativa li riassume in: difesa della fisiologia dell’esofago, duodeno, fegato pancreas, cistifellea, piccolo e grande intestino; controlla il diabete, cura efficace della malaria, pur non debellandoli totalmente ottiene risultati incoraggianti contro l’Aids e le epatiti, cura i morsi dei serpenti, uccide gli spermatozoi e i microrganismi gram positivi e negativi. Inoltre può essere un efficace zanzaricida. Cose che non mi sento di confutare ma avendo qualche dubbio verso le panacee universali per estensione mi riprometto di approfondire l’argomento. Vero è che l’albero della Azadirachta indica è chiamata nelle zone di origine “la farmacia del villaggio” per cui ribadisco che non intendo negare nulla affermando che sarebbero necessari molti approfondimenti (come peraltro è dichiarato da una bella tesi di una università pachistana sugli effetti zanzaricidi dell’olio di neem). Scena terza: ove vorrei difendere i composti di sintesi osservando che i prodotti naturali non sono, in quanto tali, innocui. Infatti un infuso di Conium maggiore (maculatum) ha portato a morte il famoso e meritevole filosofo Socrate. Pare che tale pozione di erbe fosse utilizzata, per i suoi effetti mortali, dai “trenta tiranni” nei confronti dei loro nemici politici (Atene 404 a.C.). La velenosità della cicuta è dovuta ad alcuni composti chimici quali la conina (più esattamente: propilpiperidina), conidrina, pseudoconidrina e metilcinconina. La loro azione si esplica sul midollo spinale e sul bulbo, provocando fenomeni paralitici a tipo ascendente (descritti in modo molto poetico da Platone, a proposito della morte di Socrate), culminanti dolorosamente con paralisi respiratoria. Vero è che la chimica di sintesi ha ottenuto dalla conina il cloridrato e il bromidrato di conina entrambi efficaci e utili antispasmodici. Commiato: con la scena prima volevo sottolineare l’errore di indicare-confondere un Presidio Medico Chirurgico con il suo principio attivo come invece è fatto nell’articolo citato all’inizio, con la seconda scena che tutti i derivati naturali sono un composto di formule chimiche e con la terza che anche le tisane possono avere effetti indesiderati.
Conclusione: a parer mio la lotta alle zanzare e più in generale a tutti i parassiti comporta qualche rischio qual si voglia risorsa tecnica si utilizzi. Che ci piaccia o no esistono le ipersensibilità e le allergie. Certo che spesso, dopo aver letto certi articoli o riletto i miei, mi punge vaghezza di iscrivermi alla facoltà di “Scienze del linguaggio”.