E’ possibile realizzare un piano di lavoro integrato fra i servizi di pulizia e disinfestazione utilizzando formulati a basso impatto ambientale? Vediamo la cronaca di un’ipotesi di lavoro all’interno di un palazzo di sei piani.
Da un po’ di tempo ricevo interessanti aggiornamenti sulle novità tecniche che arricchiscono il catalogo di un’azienda protesa verso tecnologie “ecologiche”. Queste comunicazioni sono arricchite da “perle di saggezza” che conferiscono un tono simpatico a tali note tecnico-commerciali.
Dato che l’argomento non è dei più facili forse può essere proficuo utilizzare tre citazioni a parer mio assai coerenti.
“I cambiamenti non avvengono mai senza qualche inconveniente anche quando si cambia dal male al bene”, Richard Hooker*.
Soprattutto se i “cambiamenti-miglioramenti” si devono concretizzare riducendo i costi impiegando nel contempo risorse tecniche sempre più sicure e di alta gamma.
Per capire meglio il contesto che porto come esempio sarà bene dimensionarlo. Si tratta di un palazzo di 6 piani di cui uno completamente sotto il piano terra garage e uno semi interrato adibito per la quasi totalità a mensa (la cucina è assai ridotta in quanto i pasti sono forniti da una ditta di catering). Gli altri piani sono uffici. Il tetto è a piano morto e ospita le strutture per l’aria condizionata. La superficie totale è di 2.500 mq. L’entrata è rivolta a ovest e si affaccia su una strada alberata. Per gli altri lati c’è un’ampia area asfaltata di circa 5000 mq in buona parte asfaltata (ma ci sono delle aiuole e qualche alberello). Sul lato est vi sono dei box che confinano con una linea ferroviaria. Sul lato nord vi sono altri box e una piccola officina. Sul confine sud invece c’è una palazzina di due piani adibita a magazzino. In totale 600 mq.
I servizi di pulizia sono appaltati da oltre cinque anni ad un consorzio full-service che si occupa anche della gestione delle aree a verde, facchinaggio, manutenzione e del servizio mensa; mentre la disinfestazione e derattizzazione sono affidate “da sempre” ad una ditta specializzata a cui è delegata anche la responsabilità dell’area alimentare che, come vedremo, ha dato inizio alla rivisitazione critica del sistema pulizia, sanificazione, disinfestazione-derattizzazione e gestione del verde. Tutto ciò in concomitanza con la fusione con un’azienda estera (integratori alimentari).
Come è organizzato il gruppo di lavoro:
• Responsabile della sicurezza aziendale (coordinatore)
• Referente delegato del consorzio “full service”
• Titolare dell’azienda di disinfestazione
• Consulente scientifico: il sottoscritto (con funzione di segretario)
Documentazione agli atti:
– Stato dell’arte servizi di pulizia & sanificazione
• Organizzazione generale, n° ore, fasce orarie, figure professionali
• Protocolli e modalità esecuzione
• Dotazioni tecniche
• Piano di sicurezza.
– Stato dell’arte servizi di disinfestazione e derattizzazione
• Calendari degli interventi
• Protocolli e modalità esecuzione
• Dotazioni tecniche
• Piano di sicurezza e DPI.
– Grado di soddisfazione
• Verifica della documentazione di autocontrollo
• Analisi critica dei formulati detergenti, Presidi e Biocidi
• Metodi di gestione e archiviazione dei report.
– Verifica delle proposte migliorative degli ultimi tre anni.
Punto nave e risultati
Nel 2015 sono stati effettuati 5 incontri per un totale di 18 ore. I dati salienti emersi si possono riassumere nei seguenti punti:
• I fornitori sono stati riconfermati con i canoni invariati per il 2016 essendo stato verificato che il rapporto costo/beneficio è soddisfacente (il che non è per niente trascurabile) e soprattutto che la soluzione delle emergenze e di alcune non conformità sono state risolte in tempi brevi.
• Il punto critico è stato identificato nell’integrazione fra i servizi di pulizia e disinfestazione che devono essere migliorati in particolare:
– le aree alimentari [i report dei servizi di disinfestazione dovranno essere rivisti e sintetizzati (a pare mio non sarà facile)]
– le aree a verde dovranno essere migliorate come stato di salute, aspetto estetico e difesa antiparassitaria.
• Preso atto che negli ultimi tre anni non vi sono state proposte migliorative la Direzione raccomanda alle ditte fornitrici di predisporre dei progetti entro il terzo trimestre 2016.
• Entro il primo semestre 2016 invece dovranno essere proposti formulati detergenti, presidi e biocidi alternativi e con il miglior profilo “ecologico” possibile (dato che sono il responsabile del progetto il termine di consegna sarà le ore 24 del 30 giugno, praticamente le 8,30 di venerdì primo luglio).
Il coordinatore del gruppo di lavoro dovrà presentare una relazione riassuntiva con proposte concrete per il triennio 2017-19.
Confesso che, pur felice della consulenza affidatami, non ho potuto non pensare al principe Tancredi che nel “Gattopardo” dice: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”. Ma confidando nell’aiuto dei servizi tecnici dei vari produttori magari i risultati verranno.
Le mie riserve nascono dal fatto che l’iter per trasformare il nostro lavoro coinvolge molte funzioni aziendali i cui referenti prima dovranno essere convinte e poi dovranno “andare d’accordo”. Sia come sia la mia relazione potrebbe iniziare così: “In coscienza non so se la situazione sarà migliore quando cambierà: posso dire che deve cambiare se si vuole che migliori”. (Lichtenberg*, Osservazioni e pensieri*).
La matrice come primo fondamento della strategia innovativa
Dopo un’analisi della documentazione fornita si sono realizzate delle matrici che consentissero di schematizzare in modo analitico le cose da fare. E’ solo un esempio, nella realtà il dettaglio era assai più preciso.
Come si può evincere nulla di particolarmente difficile, ma posso assicurare di molta e paziente attenzione, anche se che il tutto sarà informatizzato (il che velocizza le cose, ma se imprecisione c’è non la risolve).
I metodi “quasi sperimentali” come secondo fondamento della strategia innovativa
In effetti cerco di riportare quanto il coordinatore del gruppo di lavoro ha detto in conclusione degli incontri dello scorso anno. Riservandosi egli stesso di chiarire meglio i concetti dei metodi quasi sperimentali che vorrebbe adottare per il prossimo anno.
Il coordinatore è un appassionato di psicologia sperimentale e, a suo dire, tali metodi sono largamente utilizzati in quella branca dello scibile umano con ottimi risultati.
Mi limito a riportare quanto ho trovato scritto su una nota che mi è stata fornita per ovviare alla mia dichiarata ignoranza in materia. Dopo averla letta mi sembra di intuirne la validità come analisi critica dei vari report. La cosa che credo di aver capito è che il responsabile del committente userà la tecnica di osservazione e valutazione “partecipante”. Ossia non si limiterà a controllare, ma verificherà la validità delle istruzioni operative prendendo buona nota delle eventuali osservazioni dei tecnici. Inoltre parteciperà come tutor ai Corsi di aggiornamento che si ipotizzano molto brevi: due lezioni di 45 min. con un intervallo di 15 e verifica del grado di apprendimento e condivisione per mezzo di interviste e non attraverso schede di valutazione (limitatamente ai referenti e ai capisquadra dei fornitori). Certo che a livello metodologico l’iniziativa è degna di nota e un poco di merito me lo prendo perché in parte nasce da una mia proposta. Una cosa è certa selezionare dei prodotto a impatto ecologico il più favorevole possibile è relativamente facile (una volta stabiliti i criteri), ma misurarne la reale efficacia sarà davvero un vero busillis (§) per le ragioni sintetizzate nella tabella A).
*Richard Hooker (1544 – 1600) è stato un teologo inglese.
*Georg Christoph Lichtenberg (1742 – 1799) è stato un fisico e scrittore tedesco. È noto soprattutto per i suoi aforismi. Fu uno dei primi scienziati ad introdurre nelle proprie lezioni esperimenti con apparecchiature. Era in buoni rapporti con Alessandro Volta.
(§) Busillis: questione “quasi” insolubile; nasce da un errore di trascrizione: il testo originale era “in diebus illis magnis plenæ” (“in quei giorni vi era abbondanza di grandi cose”). L’amanuense aveva invece trascritto “indie busillis magnis plenæ” (“in India c’era abbondanza di grandi busillis”).
NdA: potrebbe essere anche il caso delle mie considerazioni sui metodi non sperimentali, ma i concetti mi sembrano in ogni caso accettabili.