Aziende & Prodotti

La Second Life di ISAL

In atto una vera e propria rivoluzione organizzativa e tecnologica per l’azienda emiliana acquisita da Kärcher. Ce ne parla l’Amministratore Delegato Giuseppe Del Duca

Dal luglio del 2014 Giuseppe Del Duca è Amministratore Delegato di Isal s.r.l., l’azienda di Correggio, produttrice di spazzatrici, industriali e stradali, che proprio nel 2014 ha festeggiato i quarant’anni di vita, che ha festeggiato con due importanti novità: l’acquisizione da parte di Kärcher e, appunto, la nomina del nuovo Amministratore Delegato.

 

L’acquisizione da parte di Kärcher è il frutto di una lunga collaborazione che ha evidenziato la serietà e l’impegno nell’innovazione dell’azienda italiana, inducendo il gruppo tedesco a proporre un’alleanza che portasse vantaggi a tutte e due. Per Kärcher si è trattato di una decisione strategica, tesa a incrementare ulteriormente il suo know-how nella produzione di macchine spazzatrici, consolidando così i presupposti per una crescita a lungo termine.

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Un progetto ambizioso per la cui realizzazione è stato chiamato Giuseppe Del Duca, manager giovane, ma con alle spalle una lunga esperienza nel settore dell’automotive, per guidare la “nuova vita” di Isal, in un mercato che è alle soglie di una rivoluzione epocale. Abbiamo incontrato l’Amministratore Delegato di Isal in occasione dell’Assemblea di Afidamp, che, tra l’altro, lo ha visto eletto nel nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione, che rimarrà in carica per il biennio 2015/2017. Gli abbiamo chiesto di spiegarci il progetto alla base di questa operazione. «Isal è un’azienda dalla forte connotazione nel panorama dei produttori di macchine per la pulizia professionale. Ha un’anzianità di 40 anni, un’ottima reputazione a livello nazionale e mondiale, sia per la qualità dei prodotti, sia per la serietà della sua impostazione aziendale e commerciale. È tra le migliori PMI italiane, che sono il nerbo dell’economia di questo Paese, ma, proprio per la reputazione che si è meritatamente conquistata, soprattutto sui mercati internazionali e intercontinentali, da sola rischiava di non essere in grado di rispondere alle nuove richieste e alle nuove esigenze che si stanno delineando, pur avendo da sempre un’attenzione particolare all’innovazione. Il sodalizio con Kärcher si propone – e questa è la precipua volontà del gruppo tedesco – di preservare i punti di forza di Isal, che è assolutamente indipendente nel suo sviluppo commerciale, che mantiene il suo marchio, il suo sito produttivo, che diventerà, per il gruppo, il centro di sviluppo delle spazzatrici professionali e stradali di grandi dimensioni. L’accordo con Kärcher consentirà a Isal di acquisire ulteriori quote di mercato, rafforzando la sua posizione in alcuni paesi del mondo, come il Sudest Asiatico, l’Oceania, il Medio Oriente, in cui è già presente. Oltre, naturalmente, a consolidare e incrementare la sua presenza sul mercato italiano, che è il più competitivo, se non altro per il numero di produttori che si concentrano nel nostro paese».

Quindi Isal non rimane solo come nome, ma continua a essere un player del mercato?

«Un player che si vuole rafforzare proprio in quello che è il suo settore di competenza, la produzione di moto spazzatrici, sia per il settore professionale, sia per il settore del cleaning urbano. Si tratta di due canali paralleli di vendita che saranno presidiati con grande attenzione proprio dal sodalizio che si è venuto creando. Isal, infatti, ha come canale distributivo quello dei dealers multimarca, che operano nel settore dello spazzamento, mentre Kärcher si orienta verso i dealers monomarca o ai clienti finali, al noleggio e al leasing. Sia per Isal, che per Kärcher, quindi, questa unione comporta un completamento dei rispettivi mercati e offre a Isal, che per la sua struttura non ne avrebbe avuto la forza da sola, la possibilità di crescere ulteriormente. D’altra parte la sua produzione è di elevata qualità e specialistica, per cui, per Kärcher è un asso nella manica da giocare sui mercati che già conoscono la sua serietà e il suo modus operandi».

Lei proviene dal settore dell’automotive: che cosa porta della sua esperienza in questo settore del cleaning?

«In fondo, qualche analogia c’è tra i due mondi. Isal produce macchine, soprattutto quelle stradali, che assomigliano a piccole automobili. Ma, a parte questa considerazione un po’ scherzosa, i due mondi hanno parecchie analogie. Per esempio, la soluzione del noleggio, la gestione del magazzino integrato, la manutenzione, la gestione dei ricambi. Sono tutte problematiche che il settore del cleaning si trova a dovere affrontare, alla luce delle nuove tecnologie e delle possibilità che la rete, la globalizzazione delle relazioni, la digitalizzazione delle aziende, l’utilizzo di sistemi di connessione sempre più avanzati, mettono a disposizione, costringendo a una vera e propria rivoluzione industriale. Tutto questo, l’automotive lo ha già affrontato anni fa. Si tratta, per Isal, di riorganizzare la produzione verso una “dimensione” più industriale, preservando, tuttavia, le caratteristiche di flessibilità e di velocità nello sviluppo del prodotto, che è il punto forte, tipicamente italiano, della nostra azienda. Stiamo cercando di pilotare al meglio l’evoluzione industriale, preservando però quelli che consideriamo, e sono, i nostri punti forti».

Come si persegue un obiettivo di questa portata?

«Abbiamo rivoluzionato il layout della fabbrica e introdotto figure professionali nuove. Questo ci ha permesso di conseguire una fortissima espansione commerciale, che ha innestato un circolo virtuoso, giacché l’incremento dei volumi di vendita ha permesso di ammodernare ulteriormente la struttura e investire in macchinari e formazione. Il programma che avevamo ipotizzato è stato realizzato al 70%, ma siamo ancora in fase di trasformazione profonda. Avremo bisogno di altro personale e realizzeremo nuovi prodotti, continuando la politica di prodotto che nello scorso anno ci ha portato alla realizzazione di sei modelli diversi, sia a marchio Isal, sia a marchio Kärcher. Ne abbiamo in progettazione altri per il 2016, per completare il restyling della gamma prodotti».

Un cambiamento profondo…

«Profondo e necessario. Oggi c’è una nuova Isal, non più a gestione familiare, ma a carattere manageriale, che fa parte della “grande famiglia” Kärcher. Si è trattato, però, di una acquisizione che non rientra nei canoni tradizionali di questo genere di operazioni, quando gli interessi in gioco son esclusivamente finanziari, con la necessità di guadagnare il massimo sul breve periodo. Kärcher è un gruppo, ma la proprietà è di una sola famiglia e questo ha un suo peso specifico ben preciso. Kärcher ha una cultura industriale legata alle persone, ai prodotti, a valori forti, per cui le due realtà si sono integrate facilmente».

Per cui Isal sta sperimentando solo gli aspetti positivi di questa operazione?

«Cambiare non è mai facile, ma le difficoltà si superano in funzione degli obiettivi che si possono raggiungere. Il nuovo corso ci ha aperto – e ci sta aprendo – nuove porte e nuove opportunità in tutto il mondo. Per quanto Isal fosse già un’azienda con una forte vocazione per l’export, oggi gli orizzonti si sono ulteriormente ampliati. Grazie al supporto del “mondo” Kärcher, alle sue filiali, alla sua presenza nei grandi mercati dell’Oriente e dell’America, Isal sta progredendo in questi paesi con numeri oltremodo soddisfacenti. Ovviamente non trascuriamo il territorio italiano, perché questo rimane il nostro mercato di riferimento».

Oggi si parla di quarta rivoluzione industriale, di industria 4.0, di Internet delle cose. Isal si sta preparando in questo senso?

«Isal aveva bisogno di rivoluzione dal punto di vista industriale per due motivi: in primo luogo, perché era una azienda a struttura artigianale (dimensione peraltro importante, di cui abbiamo mantenuto alcune caratteristiche, come la flessibilità) e in secondo luogo per il settore di appartenenza, quello delle macchine industriali e professionali di grandi dimensioni. La rivoluzione che verrà da IoT (Internet of Things – ndr) sarà calibrata sulle nostre effettive forze e necessità. Alcuni obiettivi legati a IoT sono senz’altro prioritari, altri non sono applicabili, proprio per il tipo di macchine che produciamo. Non si deve innovare a ogni costo. Si deve innovare secondo criteri di fattibilità e di pragmaticità. E noi stiamo lavorando per attuare una vera e proprio rivoluzione organizzativa e tecnologica in fase di produzione. Questa, a oggi, è la nostra priorità».

Guarda l’intervista a Giuseppe Del Duca e Daniele Bonini sul canale Youtube di Dimensione Pulito

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