Quanto segue è una rielaborazione sintetica dell’intervento di Chiara e Graziano Dassi dal titolo “L’innovazione e la tradizione nella disinfestazione”, alla IX Conferenza Nazionale di Disinfestazione (ANID), che si tiene a Parma dal 15 al 16 marzo. Si è voluto mantenere uno stile espositivo che in qualche modo renda l’idea di una presentazione a due voci. Anzi a più voci perché si spera che ci sia anche lo spirito dei professionisti della disinfestazione di ieri, di oggi e di domani.
Tradizione e innovazione coincidono?
Chiara: collegare tradizione e innovazione vuol dire essere in grado di cogliere l’essenza di qualche generazione di disinfestatori e ipotizzare gli sviluppi possibili e magari auspicabili.
Graziano: non hai tutti i torti. In effetti non è che dobbiamo indagare le cose in termini razionali. Direi di procedere per impressioni. Proviamo a trarre ispirazione dagli impressionisti, dipingiamo una tela che se la guardiamo da vicino non se ne capisce il senso, ma basta allontanarsi un poco e il tutto prende forma compiuta.
Chiara: come dire che non emergerà nulla di nuovo, riprenderemo ragionamenti condivisibili a cui il tempo ha dato una patina di verità e cerchiamo di rimodernarne i postulati. Se “la tradizione” ci dice che questo era giusto, ed è ancora giusto oggi, varrà probabilmente anche domani
Graziano: come dire che tradizione e innovazione, se vere, tendono a coincidere; molto etico, non ti sembra?
Chiara: se ciò fosse vero, e a me non sembra sussistano ragioni per negarlo, direi che la cosa è confortante, un pensiero positivo, per cui cominciamo con le definizioni. Così sappiamo di cosa parliamo.
Definizioni
Tradizione: (dal latino traditio) trasmissione orale da generazione a generazione di antiche memorie … interessante il significato giuridico di consegna. Inquietante quello arcaico di tradimento. Aristotele considerava la tradizione come la trasmissione da una generazione all’altra di credenze o di tecniche e il tempo ne implica il riconoscimento di verità (non è proprio così, ma questo non implica neppure che ogni novità sia di per sé migliorativa). Sinonimi: memoria, costume, esempio, consuetudine.
Innovazione: l’atto e l’effetto dell’innovare (dal latino innovare): modificare introducendo delle novità. Nella forma riflessiva significa farsi nuovo, rinnovarsi (è un obiettivo che pubblicitari, uomini di marketing e responsabili commerciali perseguono fortemente). I tecnici spesso sono più prudenti perché spesso il nuovo comporta appunto il dover rinnovare procedure e istruzioni operative quasi mai automatiche. Sinonimi: rinnovare, svecchiare, restaurare, rimettere in uso o in onore, riformare.
Chiara: in fondo potrei richiamare i due diversi punti di vista implicitamente compresi fra questi due, concetti solo apparentemente contrastanti. Quello di D’annunzio che recita: “Ogni lavoro è un’arte che s’innova”. E quello di Bernardos Carnotensis (intorno all’anno 1100) che afferma che noi siamo dei nani seduti sulle spalle di un gigante che è il nostro passato. In fondo i disinfestatori dovevano far coincidere i loro bilanci cercando di indovinare l’evolversi del mercato. Ieri, come oggi, la cosa non appare facile e implica sempre di più una deontologia rivolta all’ambiente.
Ma “noi” cosa c’entriamo?
Si potrebbe affermare, senza timore di essere smentiti, che la disinfestazione è nella posizione di indicare un punto di vista ben equilibrato fra la necessità di fare e quella di farlo nel rispetto dell’Ambiente. Ha dimensioni tali da poter fare da sistema pilota per trovare soluzioni accettabili, condivisibili e misurabili.
In fondo siamo i terapeuti dell’ambiente, i difensori dei nostri alimenti e, sempre di più, facciamo da scudo ai più svariati parassiti. Su scale in cui intervenire non significa “cambiare il mondo”. La nostra è una professione in cui il pragmatismo è applicabile.
Noi possiamo
• Effettuare programmi di lotta eco-compatibili. Non neghiamo che sarebbe possibile farlo anche in agricoltura ma, soprattutto le estensioni territoriali rappresentano un enorme ostacolo. …
• Documentare il nostro lavoro con precisione oseremmo dire millimetrica.
• Rappresentare un riferimento metodologicamente corretto, auto adattativo e supportato da contratti chiari e trasparenti.
• Disporre delle necessarie conoscenze tecnologiche sostenute da una ricerca scientifica a livelli di eccellenza.
Riterremmo necessario fare un breve accenno ai nostri tradizionali obiettivi:
• Non tradire la tradizionale missione che ha come obiettivo la lotta ai parassiti.
• Rispettare le leggi e tutelare i clienti per la quota parte che ci vede attori di primo piano.
• Utilizzare ogni innovazione possibile, ricordando che certe novità non richiedono adeguamenti particolari. Altre comportano obbligatoriamente informazione, formazione, qualche volta addestramento. Sempre condivisione. Se la condivisione non è possibile meglio aspettare perché gli errori sono dietro l’angolo.
Graziano. L’arte e il mestiere del disinfestare richiedono di trarre osservazioni che spesso ci sfuggono. Perché in fondo vedere ciò che abbiamo sotto il naso richiede uno sforzo non di poco conto. In fondo ci muoviamo in uno scenario in cui molte affermazioni ormai non sentono la necessità di una pur minima prova di veridicità. E dall’altra ci siamo noi che dobbiamo operare per risolvere al meglio piccoli e grandi problemi.
Chiara: è proprio vero e direi di chiudere con il paradosso ecologico del grande Darwin che affermava che la grandezza della Marina Militare della Gran Bretagna era dovuta all’amore che le vecchie zitelle inglesi nutrivano per i gatti.
Assioma ecologico: qualunque cosa si faccia (o non si faccia) modifica gli equilibri dinamici naturali.
Charles Darwin noto per la sua teoria della selezione naturale (evoluzionismo) ci ha anche indicato come guardare il mondo che ci circonda. Che si potrebbe riassumere in tre momenti: l’osservazione, la riflessione e la sintesi (esperienza). Ma bisogna che l’osservazione sia assidua (monitoraggio), le riflessioni profonde (professionali) e la sintesi esatta per trasformarsi in innovazione.
Nel 1876, nell’ultima edizione dell’Origine della specie, descrive la relazione fra i gatti e il trifoglio rosso che sono impollinati soprattutto dai bombi. Ora il numero dei bombi è condizionato dai topi campagnoli che se ne cibano, ma i topi campagnoli sono predati dai gatti. Per cui la correlazione gatti, trifoglio, bombi e topi campagnoli appare chiara. Orbene è noto che le zitelle inglesi amano i gatti, i gatti si cibano dei topi e così i bombi si diffondono e impollinano il trifoglio. Il trifoglio è il foraggio dei bovini la cui carne secca è la base alimentare dei marinai della Royal Navy. È quindi lapalissiano che la grandezza della flotta inglese è legata alle zitelle inglesi.
Chiara: l’aneddoto mi è noto, ma è anche vero che lo stesso Darwin ebbe a dire che aveva qualche dubbio sul fatto che se i bombi si fossero estinti si sarebbe estinto anche il trifoglio rosso.
Graziano: non ne dubito, io temo le affermazioni per cui un battito d’ali di una farfalla a Parma produca un ciclone in Florida (vedi finestra di E. Lorenz) siano ascrivibili, mutatis mutandis, a tutti i disastri ecologici che ci vengono quotidianamente proposti e imposti possano dipendere dall’atomizzatore che cerca di rendere vivibile un parco cittadino.
“EFFETTO FARFALLA” di Edward Lorenz
L’effetto farfalla trae origine da una conferenza del meteorologo Lorenz che nel lontano 1972 immagina che un semplice movimento di piccolissime masse d’aria causate dal battito d’ali di una farfalla possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino a scatenare un uragano (una sorta di effetto valanga). L’effetto farfalla, che appartiene alle teorie del Caos e delle Catastrofi, può essere applicato ai più svariati settori. Abbastanza noto è quello delle porte scorrevoli. Una persona per colpa di una porta scorrevole che si blocca perde il treno. A questo punto si apre più di uno scenario. Il primo è quello per cui, imprecando contro la malasorte, egli decide di tornare a casa e casualmente incontra una donna meravigliosa, è amore a prima vista e fu che vissero felici e contenti. Tutto per una porta scorrevole che non si è aperta. Il secondo e il terzo lo lasciamo alla fantasia dei lettori. Un’applicazione dell’effetto farfalla originò, a suo tempo, una piccola polemica sull’opportunità di collegare gli interventi di lotta zanzaricida (adulticida) ai risultati delle cattura di una dozzina di trappole a CO2 disseminate su qualche kmq di un capoluogo di regione. Orbene mettendo delle trappole di egual modello, spostate di pochi metri, i dati che se ne ricavavano modificavano in modo statisticamente significativo i risultati e, se adottati, avrebbero cambiato di molto il calendario di lotta. Sia ben chiaro che i monitoraggi che sono alla base della lotta mirata, o guidata che dir si voglia, sono importanti a patto che abbiano un minimo di significatività statistica; per chi voglia fare degli approfondimenti può rifarsi ai concetti della teoria degli errori. Per chi invece desidera qualche notizie sull’effetto farfalla ecco due link assai gradevoli:
http://www.effettofarfalla.net/index.php
https://www.youtube.com/watch?v=GvEWB9rDktA
Per evitare che l’effetto farfalla assuma i contorni di una pur simpatica storiella, ne riportiamo una definizione maggiormente tecnica. L’effetto farfalla studia e definisce la dipendenza sensibile alle condizioni iniziali, di un sistema. Il concetto è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali possono produrre, a lungo termine, grandi variazioni.