
Un progetto europeo per valorizzare il “fattore” umano delle aziende manifatturiere
Le aziende manifatturiere rappresentano il nerbo dell’economia dell’Eurozona. I numeri parlano chiaro: la produzione industriale costituisce il 16% del PIL europeo, occupa oltre 30 milioni di persone, inoltre l’80% delle esportazioni europee sono manufatti. Tuttavia, la leadership mondiale dell’industria europea in una serie di settori chiave incomincia a essere messa in discussione da parte di una concorrenza emergente che diventa sempre più competitiva.
Pertanto, le aziende manifatturiere europee, per mantenere le proprie posizioni, devono affrontare una serie di sfide che derivano da un mercato sempre più complesso e dinamico. Sfide che, finora, sono state lette solo con la lente dell’economia, in una triangolazione – costo, qualità, tempo – per cui si procede alla razionalizzazione dei processi produttivi attraverso la standardizzazione delle procedure di lavoro e l’automatizzazione dei sistemi di produzione, per ridurre i costi e incrementare la produttività. La grande sfida di oggi, o per lo meno di un futuro che è già presente, si chiama Internet of Things (Internet delle cose) e digitalizzazione estrema delle aziende manifatturiere. L’attenzione, in poche parole, è, oggi più che mai, concentrata sulla funzionalità e sull’efficienza, e non si tiene in considerazione quello che, in realtà, continua a essere un fattore decisivo per la stabilità e il buon funzionamento di qualsiasi sistema organizzativo: l’essere umano.
Eppure è universalmente riconosciuto che la soddisfazione, la motivazione, la responsabilizzazione dei lavoratori sono alla base della “salute” aziendale, di qualsiasi azienda. Però questo aspetto dell’organizzazione del lavoro, il perseguimento e il mantenimento di queste condizioni, ossia l’attenzione al “fattore” umano spesso sono considerati in contrasto con gli obiettivi economici delle aziende.
Business e fattore umano devono, invece, concordare e diventare, insieme, i pilastri dello sviluppo, della competitività, del successo dell’impresa. La Comunità Europea, nell’ambito dei piani d’azione sull’imprenditorialità che periodicamente vara, per sviluppare il potenziale imprenditoriale europeo, per rimuovere gli ostacoli esistenti e rivoluzionare la cultura imprenditoriale nell’Eurozona, nel 2013 ha elaborato il progetto SO-PC-Pro (Subject-Oriented People-Centred Production), il cui obiettivo è quello di sviluppare metodi e strumenti per la progettazione e la gestione olistica dei futuri posti di lavoro, in modo da riuscire a conciliare le esigenze economiche con le esigenze umane. Il progetto rientra nel progetto finanziato dalla Comunità Europea all’interno del programma FP7 Funding Scheme – EU FP7-2013-NMP-ICT-FOF ”Workplaces of the future: the new people-centred production site” “Factories of the Future” – 2013.
Per sviluppare questo progetto è stato creato un consorzio costituito da tre aziende manifatturiere, supportate, ciascuna, da consulenti esperti in ingegneria, economia, informatica, psicologia, e da ricercatori universitari, tutti coordinati da una università pubblica, nel caso specifico l’Università JKU di Linz, in Austria.
Con l’Università di Linz, sono state selezionate la slovacca TC Contact , l’italiana Fimap, e la messicana, con stabilimenti anche in Europa, Bimbo come aziende manifatturiere; Axiss (Messico), ByElement (Svizzera), Centire (Slovacchia), Cesaro & Associati (Italia), Fondazione Bruno Kessler (Italia), MA System (Inghilterra), Metasonic (Germania), come studi di consulenza dalle più ampie professionalità.
Scopo del progetto – come ci ha spiegato Nicola Flores, ricercatore SO-PC-Pro – è concentrare l’attenzione sui lavoratori di aziende manifatturiere e verificare se, fornendo loro strumenti, informazioni, possibilità di interagire, modificare, proporre, segnalare miglioramenti, si sentono più motivati e, quindi, se i processi di lavoro ne risentono positivamente. E, non ultimo, verificare se tutto questo ha anche un ritorno economico positivo. In pratica si è (ri)partiti dalle persone. Ai lavoratori sono stati spiegati nei dettagli i processi interni dell’azienda, che di solito non conoscono, in quanto sono chiamati solo a eseguire compiti decisi altrove a prescindere da loro; si è chiesto se, in rapporto al lavoro che svolgono e all’ambiente in cui operano quotidianamente, avessero problemi da evidenziare, suggerimenti da avanzare, soluzioni da proporre; si è chiesto loro anche lo stato d’animo in rapporto a situazioni, carichi di lavoro, relazioni personali, con colleghi o superiori e anche a questo proposito sono state sollecitate considerazioni ed eventuali proposte di cambiamento.
I colloqui sono stati inizialmente individuali e sono stati condotti in presenza di esperti di psicologia; quanto emerso, i dati ricavati sono stati poi analizzati da ingegneri gestionali ed economisti, con l’utilizzo di un sistema informatico, S-BPM, progettato ad hoc dalla tedesca Metasonic, che elabora le proposte, simula i cambiamenti, valuta l’impatto delle modifiche proposte all’interno del processo, opera valutazioni di business intelligence, fornisce una risposta che tiene conto di tutta una serie di variabili, a partire dai vincoli inviolabili, come i processi ISO. E tutto non insistendo sul processo, ma sulle persone.
Le tre aziende manifatturiere coinvolte rispondono agli obiettivi del progetto, che ha il proposito di creare nuovi modelli di processi produttivi e di relazioni umane al loro interno. Tali obiettivi sono tre:
1) sviluppare nuove interazioni tra uomini e macchine, per consentire ai lavoratori di conseguire una maggiore autonomia e gestione;
2) permettere ai lavoratori di ri-progettare il proprio posto di lavoro, creando reali rapporti di collaborazione tra tutte le funzioni all’interno dell’azienda;
3)integrare produzione e business, creando luoghi di lavoro più confortevoli.
La ricerca sul rapporto uomo-macchinari è stata applicata all’azienda TC CONTACT, che ha sede in Slovacchia. Produce carpenteria pesante e componenti di meccanica di precisione, il lavoro sulle macchine è totalmente ripetitivo e uguale a se stesso. I lavoratori sono stati monitorati per quanto riguarda lo stress, valutato da un sistema informatico, BIORING (il cosiddetto “anello biologico”), messo a punto dall’inglese MA System, che ha controllato pressione arteriosa, battiti cardiaci, fornendo indicazioni per modulare la velocità della linea di produzione in base allo stato di stress dei lavoratori. E ai lavoratori è stato dato modo di decidere sulle priorità delle operazioni da svolgere.
Per la ricerca sulla riprogettazione del posto di lavoro, è stata scelta l’italiana FIMAP (che appartiene al comparto del cleaning – ndr), perché è stata riconosciuta l’importanza che l’azienda riconosce alla persona del lavoratore, tanto, appunto, da avere partecipato, al Great Place to Work. Consulente di FIMAP è lo Studio Cesaro e Associati, e Franco Cesaro, che segue in prima persona la ricerca in qualità di consulente di organizzazione nelle aziende familiari, da anni si occupa del benessere all’interno delle imprese di produzione.
In Fimap, sono stati coinvolti, a gruppi, i lavoratori e i manager, è stato spiegato il progetto, e i lavoratori sono stati invitati a dare suggerimenti, ad avanzare proposte, inserite in un sistema informatico, che traccia ogni intervento dei lavoratori, lo invia al destinatario, che valuta ogni richiesta e fornisce una risposta, sempre, motivando sia l’approvazione che il respingimento. Questo processo è importante e costringe tutti, soprattutto i manager, a ripensare al proprio ruolo, in quanto si trovano a dovere affrontare dei faccia a faccia con ciascun lavoratore che lo richieda, anche l’ultimo nella scala gerarchica. La terza azienda coinvolta è Bimbo, una grandissima multinazionale messicana, che ha 165 stabilimenti nel mondo.
Per questa azienda, supportata da suoi consulenti gestionali e informatici, la ricerca consiste nell’analizzare sia il rapporto uomo-macchina, sia il ripensamento del posto di lavoro, applicando i modelli che sono scaturiti da TC Contact e Fimap, che sono, invece, PMI, anche se votate all’esportazione.
Lo scopo è verificare se è possibile migliorare i processi di lavorazione, partendo dal basso. Ossia, per la prima volta, si inverte l’iter classico, secondo cui è la direzione che definisce i processi di produzione, li impone ai lavoratori, costituendo un modello che diventa lo standard aziendale, adottato poi anche dalle piccole aziende, che, in un’ottica di competitività e di redditività, adeguano il proprio modus operandi a quello delle multinazionali.
Con SO-PC-Pro, sono i lavoratori delle piccole e medie imprese a suggerire le modifiche del processo interno, a creare modelli che poi vengono applicati ad aziende più grandi. Una sorta di neoumanesimo, che in epoca di globalizzazione, restituisce l’anima alle aziende.
Il progetto europeo è partito nell’ottobre 2013, con una durata programmata di tre anni. Il primo anno è stato speso nell’organizzazione e nella programmazione della ricerca. Nel secondo anno è stato speso nell’effettuazione dei test messi a punto per reperire suggerimenti e comunicazioni di eventuali errori, utili per analizzare tutto il processo, verificare le modifiche da apportare, se del caso, al sistema, e valutare l’impatto che tali modifiche hanno comportato su tutto l’iter.
In Fimap, per esempio, è stato costituito un Focus Group, che ha realizzato interviste individuali con tutti i soggetti interessati, per valutarne l’empowerment. Sono state raccolte e considerate tutte le risposte dei lavoratori e del management aziendale. Il test è durato circa sei mesi e ha fornito una quantità di dati che sono stati attentamente valutati per mettere a punto il modello definitivo che, nei primi mesi di quest’anno, è stato applicato in azienda come sistema. Anche questa fase è strettamente monitorata e, alla fine del periodo di prova, verranno tratte le conclusioni sulla base di quanto emerso in tema di soddisfazione, di implemento della produttività, parametrata al grado di benessere espresso dai lavoratori.
Analogamente, per quanto riguarda il suo ambito di competenza, si procederà in TC CONTACT.
Successivamente si uniranno i due modelli di riformulazione dei processi produttivi e si applicheranno alla multinazionale BIMBO, per capire se il nuovo modello possa essere replicabile in ogni tipo di azienda, indipendentemente dalle dimensioni.
Il progetto sarà poi presentato a Barcellona da Massimiliano Ruffo (FIMAP CEO), nel corso del World Manufacturing Forum 2016, in cui saranno invitate le aziende produttrici e manifatturiere, che avranno uno strumento in più per ripensare le proprie strategie e affrontare le sfide epocali che le attendono. Il progetto SO-PC-Pro è valso alla Cesaro & Associati la vittoria, per l’area Benessere Personale & Organizzativo, della prima edizione dell’Annuale Premio AIF Adriano Olivetti.
Industrial Neo-humanism: where we are now
A European project that emphasizes the “human factor” in manufacturing companies
In the context of the action plans on entrepreneurship it launches regularly in order to increase European enterprise potential, remove existing obstacles, and revolutionize entrepreneurial culture in the eurozone, the European Union developed the SO-PC-Pro (Subject-Oriented People-Centred Production) Project in 2013 with the objective of developing methods and instruments for the holistic planning and management of future jobs and reconcile economic requisites with human needs over a 3-year period. The Project is part of a wider project funded by the European Community in the FP7 Funding Scheme – EU FP7-2013-NMP-ICT-FOF “Workplaces of the future: the new people-centred production site”, “Factories of the Future” – 2013.
The Project was developed through the creation of a consortium composed of three manufacturing companies (the Slovakian TC Contact, the Italian Fimap, and the Mexican multinational Bimbo), each supported by expert consultants in engineering, economics, information technology, and university researchers, all of whom were coordinated by a public university, namely, JKU University in Linz, Austria.
The three manufacturing companies involved all met the three objectives below posed by the Project, which aims at creating new models of productive processes and the human relations established in them:
1) developing new interactions between man and machine in order to enable workers to achieve greater autonomy and control;
2) allowing workers to re-design their work stations and create truly cooperative inter-company department relationships;
3) integrating production and business, in this way creating more comfortable workplaces.
The goal is to verify whether working processes can be improved by starting at grass-roots level, in other words, by inverting for the first time the classic procedure in which the direction that production processes take is imposed on the workers from management above, in this way constituting a model that becomes the company standard that is then adopted also by smaller companies, which in the hope of achieving greater competitiveness and profitability adapt their own operational procedures to those of the multinationals.
With SO-PC-Pro, the workers in small-to-medium enterprises are the ones that suggest the improvements to be made to the internal process and create the models that will then be applied to larger companies.