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Lavasciuga pavimenti: cambia il vento

Dopo due anni con il segno “meno” si assiste a un risveglio del mercato nazionale ed estero. è sempre l’esportazione a tirare maggiormente la ripresa ma anche l’Italia fa registrare crescite interessanti

I dati disponibili per le Lavasciugapavimenti (fonte: Afidamp), anche se ancora ufficiosi, per il 2015 hanno fatto registrare uno sviluppo di tutto rispetto, con un +11,2% in totale. Lo sviluppo a due cifre ha riguardato sia il mercato nazionale (+10,7%), sia le esportazioni, con un +12,9%.

 

Notevole l’incremento, soprattutto se confrontato con gli anni precedenti, che hanno mostrato sviluppi inferiori all’uno per cento e contrazioni nel mercato italiano di quasi tre punti percentuali.

Il valore del mercato delle lavasciugapavimenti a fine 2015 ha superato i 155 milioni di Euro, a fronte dei 137,9 del 2014. La crescita è stata pari a circa 17 milioni di Euro rispetto al 2014. Il traino è dovuto alle esportazioni, anche se in misura meno marcata rispetto agli esercizi precedenti. La quota delle esportazioni sul totale è ormai attestata sul 76%, in continua crescita dal 2010, anno in cui era pari al 70%.

Sulle minori difficoltà del mercato nazionale concordano numerosi produttori, che, comunque, si stanno rivolgendo sempre più ai mercati d’esportazione, con l’inclusione di aree ad alto tasso di sviluppo dell’Europa, del medio e lontano oriente e dell’Africa.

Tra gli altri riportiamo il sintetico commento di IPC: «Il mercato delle lavasciuga è un mercato interessante, in crescita lenta ma costante; IPC ha registrato un incremento delle vendite nel 2015 e sta già rilevando un’ulteriore crescita nel 1° semestre 2016, soprattutto sui mercati esteri», ci ha detto Gabriella Bianco, Communication &Marketing manager di IPC. Del medesimo avviso anche Patrick Vangestel titolare di 4CleanPro: «Il mercato estero ci sta dando molte soddisfazioni, soprattutto nelle fasce di gamma medio-alta in cui operiamo noi. Il mercato nazionale, invece, mostra segni di saturazione, con poche consegne di macchine nuove ma buone performances nell’ambito del servizio e dei ricambi, perché siamo vicini ai nostri clienti con la programmazione dell’assistenza e un’ottima organizzazione della gestione e della manutenzione delle macchine».

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Ripresa del mercato interno

Che il mercato italiano abbia invertito il trend negativo è stato rilevato da Daniele Sambati, direttore commerciale di RCM: «Il 2015 si è chiuso positivamente per noi e, in particolare, la crescita è stata molto buona in Italia e in linea con le nostre previsioni per l’export; la fase critica, più sfumata rispetto agli anni scorsi, è ancora in atto e solo la messa in campo di molti e vari strumenti di reazione ha permesso di continuare lo sviluppo di prodotti e servizi anche in questi anni. Per esempio, abbiamo occupato nicchie di mercato principalmente legate ad applicazioni limite, quali pendenze importanti e superfici molto vaste e scivolose, per le quali sono stati richiesti prodotti di grandi prestazioni e di grande efficienza, sui quali abbiamo investito molto».

Anche gli uffici italiani delle grandi multinazionali vedono il mercato italiano in sviluppo. Abbiamo sentito Mauro Liffredo, Product Manager Professional Kärcher, che ci ha spiegato: «Il mercato delle lavasciuga pavimenti è progressivamente uscito dal periodo di contrazione economica. Caratterizzato da una forte concorrenza, costituisce oggi uno fra i segmenti più importanti del Cleaning; per il 2016 prevediamo un sostanziale equilibrio della situazione, con aspettative di crescita moderata, soprattutto da parte dell’industria pesante, dall’horeca e dal retail, ambiti su cui stiamo puntando molto».

Innovazione e solidità aziendale alla base del successo anche per Nilfisk, come ci ha raccontato Sabina Raggi Marketing & Business Development Manager dell’azienda: «Non possiamo lamentarci del mercato nazionale, in quanto la nostra azienda ha registrato crescite interessanti, dovute principalmente al fatto che abbiamo ampliato la gamma della nostra offerta, sia con nuovi modelli, sia tramite restyling tecnico e estetico di modelli più consolidati, puntando su maggiore ergonomia e performances; inoltre abbiamo affiancato anche una serie di lavasciugapavimenti meno accessoriate, che mantengono il livello qualitativo di Nilfisk, pur con prezzi più contenuti».

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Contenimento dei prezzi

Il prezzo continua a guidare le scelte del mercato, anche se oggi l’efficacia dei servizi associati comincia a spostare la domanda: la solidità aziendale e la capacità di offrire servizi finanziari è il secondo elemento centrale nella selezione.

I prezzi medi delle lavasciugapavimenti stanno conoscendo un nuovo incremento: contenuti tra i 1.550 e i 1.600 Euro fino al 2012, nel corso dell’ultimo biennio, con l’introduzione massiccia delle batterie al litio e delle componenti elettroniche necessarie per migliorare la gestione delle flotte, a fine 2014 erano pari a quasi 1.800 Euro. Nell’ultimo anno, invece, si è assistito a un lieve ridimensionamento del prezzo medio, probabilmente dovuto alla massiccia introduzione di macchine meno accessoriate, affiancate alle top di gamma.

Newcomer in questo segmento è Alberti International, un’azienda consolidata nel settore idropulitrici, che ha recentemente ampliato la propria gamma di prodotti con l’introduzione delle lavasciuga pavimenti, come ci ha raccontato Valeria Benatti Key Account Export dell’impresa: «Abbiamo chiuso il 2015 con un incremento del 7%; abbiamo fiducia nella ripresa economica e prevediamo ottimi risultati anche per questo anno, grazie anche all’introduzione di una nuova gamma di prodotti, le lavasciugapavimenti. La nostra azienda ha dimostrato solidità ed esperienza, con una presenza stabile nel settore del cleaning dal 1977; il nostro background ci ha permesso di sviluppare nuove proposte, sulla crescente richiesta dei nostri clienti. Le nostre lavasciugapavimenti coniugano qualità e prezzo competitivo, che riteniamo essere un valore aggiunto alla gamma Alberti». Per quanto riguarda le esportazioni, abbiamo chiesto se la qualità del Made in Italy venisse percepita come elemento di successo su mercati d’esporazione, ed ecco come ci ha risposto la manager di Alberti: «Assolutamente sì, il prodotto italiano viene apprezzato per il design di alto livello e una qualità certificata; nel promuovere i nostri prodotti siamo sempre a sottolineare il concetto del “made in Italy” per diversificare la nostra offerta da brand low-cost; un dato certo è la percentuale di esportazione per la nostra azienda, un 85% che si va a suddividere in Europa ma anche e soprattutto Middle-East e Far-East».

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Unione Europea in crisi, Iran e Oriente in crescita

Abbiamo chiesto se e come le attuali condizioni politico-economiche dell’Europa – crisi della Grecia o la recente uscita dall’Unione del Regno Unito – abbiano influito sul nostro settore e quali siano e/o saranno le aree geografiche a più elevata crescita. Ci ha fornito alcuni spunti interessanti Gabriella Bianco di IPC: «Seppure costantemente in leggera crescita, anche il mercato delle lavasciuga risente dell’andamento economico per niente brillante. Per quanto riguarda la Grecia, il limite al trasferimento di valuta verso gli altri paesi, imposto dalla Comunità Europea, penalizza fortemente le importazioni da parte delle aziende greche. E questo nonostante lo sviluppo del settore turistico, perché è negli hotel e nella grande distribuzione che le lavasciuga vengono impegnate. Inoltre, l’uscita della Gran Bretagna dalla comunità europea, secondo le più recenti simulazioni, dovrebbe generare un danno economico per il Regno Unito. IPC nello specifico, avendo un’importante quota di mercato in quel paese, potrebbe risentire di un eventuale rallentamento dell’economia inglese nel breve periodo.

Per contro, le principali aree di crescita per il settore floorcare le riscontriamo in alcuni paesi asiatici come Corea, Thailandia, Giappone, Indonesia, dove la qualità dei nostri prodotti è apprezzata; in questi ultimi tempi poi sta emergendo l’Iran, che grazie alla revoca dell’embargo si è affacciato in modo prepotente sul mercato del clearing, con un interesse particolare per quanto riguarda le lavapavimenti».

«Per il 2016 abbiamo delle stime interessanti e in crescita. Il primo semestre ha confermato questo trend positivo. Le esportazioni in particolare ci stanno dando molte soddisfazioni. In Italia osserviamo lo stesso andamento positivo, per cui siamo fiduciosi». Questo l’esordio di Dante Rossetti, responsabile marketing di Lavorwash, che ha proseguito: «Penso che le attuali condizioni di instabilità dell’Unione Europea non facciano bene all’economia reale: comunque la si veda, ogni aspetto politico influenza in modo evidente le scelte economiche ed oggi l’Europa è piena di contrasti interni, più o meno evidenti. Stiamo osservando dati di crescita interessanti in molti paesi extra-europei con una forte stabilità politica che tranquillizza i mercati».

Una politica di maggiore apertura verso paesi extra UE è la soluzione per Stefano Conzatti, Responsabile Vendite Italia di Lindhaus: «L’incertezza dello scenario politico-economico è evidente e ha certamente un suo peso specifico, come una palla al piede che frena anche le migliori intenzioni e proposte; ad oggi riteniamo che nessuno possa sapere di quale entità sarà l’impatto di ulteriori possibili mutamenti. È possibile che possa risentirne il mercato dell’Unione Europea e, per questo, noi guardiamo molto fuori, indirizzandoci al medio Oriente, Australia e Nord America, per non farci trovare impreparati».

Un commento poco confortante ci è arrivato da Daniele Sambati, direttore commerciale di RCM, secondo cui il settore del Cleaning non è un settore trainante dell’economia, ma, piuttosto, è trainato dagli eventi socio-economici più importanti. «Per questa ragione – ha spiegato – credo che qualsiasi evento che genera una qualche perturbazione in settori più importanti ed estesi provochi un impatto negativo nel settore. È difficile individuare, delle aree geografiche specifiche ad elevata crescita, perché le situazioni economiche solo locali sono sempre più rare e comunque intrecciate con interessi di altri Paesi che ne influenzano, nel bene e nel male, l’andamento».

Una nota positiva ci è giunta da un imprenditore di lungo corso, Giancarlo Ruffo, AD di Comac e Presidente del Gruppo Ruffo: «In oltre quarant’anni di attività, guidando un’azienda votata all’export, ho dovuto rapportarmi con momenti complessi, di grande incertezza sul piano geo-politico internazionale. Mi rendo conto di quanto sia delicata la fase vissuta dall’Unione Europea, con le due situazioni critiche, ma credo non sia il caso di far prevalere il pessimismo. L’economia del vecchio continente ha sempre dimostrato di sapersi gradualmente riassestare da fasi di grave crisi o instabilità; del resto, se non affrontassi questi fenomeni con una dose di sano ottimismo, dovrei smettere di fare l’industriale. Certo non ho il dono della preveggenza, ma sono convinto che nel nostro settore il Made in Italy abbia ancora ottime potenzialità da giocare sullo scenario internazionale. Per riuscire nell’impresa, però, dovrà far leva non solo sulla capacità d’inventiva e innovazione dei nostri produttori, ma anche sulla loro capacità di fare rete, e su una forte volontà di confrontarsi sul mercato globale, senza timori reverenziali per nessuno, con nuovi e sempre più agguerriti concorrenti. Il tutto conservando sempre la forza e la determinazione, elementi che ci hanno permesso di conquistare posizioni di vertice in Europa e nel mondo».

Macchine compatte pensate per le donne

L’innovazione è continua e indirizzata alla maggiore compattezza, a macchine a batteria con ioni di litio e, nell’ultima fase, alle esigenze espresse dal mondo femminile, ormai individuato come il genere più interessato alle macchine in grado di sostituire il tradizionale secchio e mop. La capacità di verificare l’efficacia delle attività di Cleaning, inoltre, è da sempre più elevata nelle donne, in grado di notare se un ambiente sia effettivamente pulito o se il passaggio di un’impresa di pulizia abbia prodotto risultati superficiali, magari solo supportati da profumazioni specifiche.

Per Stefano Conzatti di Lindhaus: «La gamma di macchine compatte per ambienti medio-piccoli ha risentito marginalmente della crisi; per questo abbiamo potuto concentrarci e lavorare sodo sull’evoluzione tecnologica e, perché no, estetica della gamma esistente, e focalizzarci su pochi nuovi modelli realmente innovativi che andassero a colmare gap di esigenze e funzioni prima insoddisfatte».

«In alcuni ambiti a grande frequentazione – ci ha detto Alberto Taravella, titolare di Cimel – sono presenti pavimentazioni che presentano particolari caratteristiche per cui non è sufficiente lavarli con strumenti manuali, ma necessitano di macchine professionali per la pulizia. Tuttavia, i produttori di macchine non vengono messi al corrente delle specificità dei questi nuovi materiali. Sarebbe auspicabile un accordo tra i produttori di pavimentazioni professionali e il segmento del Cleaning, per consentire una efficace manutenzione. La sostituzione dei mezzi tradizionali con macchine professionali è decisamente ostacolata, non solo dal prezzo delle macchine, ma, soprattutto, per un problema culturale; sono molte le attività in cui le macchine vengono utilizzate solo una o due volte l’anno e ancora più numerose le imprese di pulizia che non si fidano dei propri lavoranti, per cui non forniscono macchine appropriate per evitare che siano danneggiate dall’utilizzo di operatori non formati».

Si muove in questo percorso anche la multinazionale Kärcher, che ci ha fatto sapere tramite il PM Professional Mauro Liffredo: «Siamo sempre alla ricerca di prodotti innovativi in grado di rispondere alle necessità specifiche di ogni tipo di utenza; con la nuova BD 50/50 Kärcher inaugura un nuovo segmento di mercato, quello delle lavasciugapavimenti compatte. Una macchina progettata e costruita per facilitare ogni operazione di utilizzo e manutenzione, ideale da utilizzare anche per la pulizia di pavimentazioni di negozi, ospedali e case di cura. Grazie al suo design compatto – è alta solo un metro per mezzo di larghezza – mette l’operatore in grado di percepire facilmente gli ingombri, evitando qualsiasi urto accidentale. Il dispositivo ha una capacità del serbatoio di 50 litri di acqua, per una pulizia ininterrotta fino a due ore e mezza. Dopo il lavoro, la macchina può essere facilmente riposta perché occupa pochissimo spazio. Anche i comandi sono molto semplici, grazie alla presenza di un solo interruttore. La batteria inoltre è facilmente accessibile per essere sostituita con una di scorta ed evitare così i tempi di ricarica».

«La nostra più recente referenza è Mira, una lavasciugapavimenti compatta, per uso casalingo, rivolta a bar, uffici e altri ambienti ad alta frequentazione. Come tutte le macchine realizzate da 4CleanPro, la macchina è realizzata con componenti made in Italy e alcuni realizzati in Germania, con un livello qualitativo piuttosto elevato; la macchina è leggera e utilizzabile senza sforzo da tutte le categorie di operatori, infine è dotata di batteria al litio, che garantisce una lunga autonomia di esercizio». Questo il commento di Patrick Vangestel titolare di 4CleanPro.

Il mercato delle donne è diventato ormai centrale nelle attività di ricerca e sviluppo dei principali produttori nazionali, con grande attenzione alla leggerezza, praticità di utilizzo e, soprattutto, efficacia in tutti gli ambienti, per soddisfare l’occhio critico delle verifiche, se affidate al genere femminile.

Tecnologie attuali e future

Negli ultimi anni si va affiancando alla Sostenibilità della produzione e alla “Green Economy”, il paradigma dell’Internet delle cose, con alcuni modelli già diffusi sul mercato, che permettono un migliore utilizzo e l’interazione tra l’utenza e la clientela. Le opinioni rispetto a queste tematiche sono differenziate, con grande enfasi sia sulle soluzioni per la gestione delle flotte, sia sugli accorgimenti più legati alla sostenibilità ambientale, come i consumi ridotti e l’efficacia della pulizia anche con quantità di detergente sempre più contenute.

Gabriella Bianco, Communication &Marketing manager di IPC ci ha spiegato come si sta indirizzando l’azienda, molto sensibile ai concetti di eco sostenibilità e di risparmio in genere: «Soprattutto per la gamma di lavasciuga IPC è orientata verso lo sviluppo di soluzioni particolarmente innovative a minor impatto ambientale. Il dispositivo APC (Advanced Productivity Control), montato nella nuova CT80, raddoppia la produttività con la stessa quantità d’acqua, mentre il dispositivo digitale di cui è dotata consente di visualizzare in qualsiasi momento i litri d’acqua che rimangono nella tanica, i minuti ed i metri quadri che restano da pulire. Inoltre la Memory Card, di cui la macchina può disporre, permette all’utilizzatore di scaricare su PC e/o Tablet i principali parametri di attività della macchina: un software appositamente studiato identifica i dati più significativi di utilizzo della macchina, come per esempio, i cicli di carica della batteria, l’assorbimento motori,le funzioni attive sulla macchina e gli eventuali messaggi d’errore». Inoltre, conclude Gabriella Bianco: «Sempre nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, anche la progettazione dei modelli IPC viene fatta su piattaforme produttive fortemente standardizzate, in modo da utilizzare un alto numero di componenti comuni; tali processi , oltre a garantire uno standard di alta qualità costruttiva dei prodotti, consentono alla rete di service IPC di offrire un servizio di assistenza tecnica efficiente e più economico».

Indirizzato alla semplicità di utilizzo e al risparmio di energia, acqua e consumabili il pensiero di Stefano Conzatti di Lindhaus: «In ottica futura si percorrerà sempre di più la strada della interconnettività, per esempio tra macchina e smart-phone. Noi preferiamo per ora avere uno sguardo fisso sul presente, puntando su modelli estremamente facili da gestire a livello di uso e manutenzione anche da parte di personale poco scolarizzato, ossia la maggioranza degli operatori di pulizia (quasi sempre stranieri e spesso sottopagati) e che facciano risparmiare concretamente, grazie a bassi consumi dei motori e al ridottissimo consumo di acqua e detergenti: ciò si traduce in meno rifiuti prodotti e massimo rispetto e salvaguardia dell’ambiente».

Una visione legata alla compatibilità ambientale e allo sviluppo di tecnologie sempre più eco-friendly è anche quella di Daniele Sambati di RCM: «Penso che, come in tutti i settori, le innovazioni tecnologiche dovranno essere utilizzate anche nel Cleaning per portare ad un migliore interazione operatore-macchina-centro servizi e consentire di ottimizzare sia il lavoro dell’operatore sia i tempi di fermo macchina che, proprio in virtù dell’interazione, potranno essere programmati e ridurre al minimo i disagi. Anche le macchina, almeno quelle di un certo livello, avranno la possibilità di comunicare il proprio stato e il responsabile di cantiere o l’operatore stesso potrà gestirne al meglio le prestazioni programmando i parametri di lavoro secondo i propri bisogni. Tutto questo porterà sicuramente a un risparmio in termini di energia e quindi sarà conforme al concetto Green che RCM ha già sviluppato da tempo con il proprio Aqua Saver ed altri accorgimenti presenti sulle proprie macchine».

Più orientata allo sviluppo di tecnologie del futuro è, invece, l’opinione di Giancarlo Ruffo del Gruppo Ruffo: «In effetti si sente parlare sempre più spesso di industria 4.0. L’evoluzione tecnologica sarà così spinta da permettere di mantenere i vantaggi della produzione di massa e delle economie di scala: le macchine saranno realizzate in base alle richieste specifiche dei clienti, pur non prescindendo dalle necessità delle aziende produttrici. Parliamo di una rivoluzione industriale epocale, che prevede il collegamento delle macchine coinvolte nei processi produttivi per offrire livelli di personalizzazione molto spinti, fino al semi-artigianale. Le possibilità che si intravvedono sono notevoli: al progredire dello sviluppo dell’IoT (Internet of Things N.d.R.), con il collegamento di macchine ed edifici, saranno disponibili dati precisi sulla pulizia dei diversi ambienti, oltre al numero di persone che frequentano le diverse aree.

Al crescere dell’intelligenza nei palazzi, sarà possibile ottenere dati utili per la previsione dei diversi compiti, in base alle agende e alle aree da pulire, che invieranno al sistema il calendario delle riunioni, gli addetti coinvolti e i livelli di polvere e sporcizia prima e dopo i meeting. I servizi di pulizia saranno quindi effettuati in base alle necessità effettive e non con cadenze temporali, con maggiore efficienza e minori sprechi di risorse. Con l’Internet delle cose potremo disporre di uno strumento preciso per mappare le inefficienze dei servizi, ci si troverà nella condizione di comprendere quali servizi siano utili e quali non lo siano, senza la necessità di interrogare il sistema sui temi specifici.

Insomma, credo che sicuramente questa sarà una prospettiva verso la quale anche la nostra azienda dovrà guardare e investire in ricerca e innovazione perché il futuro, ormai, è davvero dietro la porta».

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