Green e sostenibilità

Sostenibilità Ambientale ed evoluzione normativa

La green economy occupa un ruolo sempre più rilevante nel mercato ed è l’indirizzo di riferimento per il settore del Cleaning

La definizione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) è ormai datata 2012, anno in cui sono stati definiti gli standard per gli acquisti della Pubblica Amministrazione nell’ambito del Cleaning. Se per quanto riguarda l’utenza consumer sono già presenti da molti anni certificazioni ambientali come Ecolabel, nell’ambito professionale si percepiva la necessità di utilizzare criteri differenti, con un occhio di riguardo sia per la compatibilità ambientale sia per l’efficacia delle referenze commercializzate, con performances da professionisti e risparmio nei tempi di intervento.

 

Alla definizione dei Criteri Ambientali Minimi per le pulizie professionali ha contribuito in maniera determinante Afidamp che ha fatto inserire i detergenti superconcentrati per quanto riguarda le pulizie ordinarie, accolti peraltro anche nei CAM specifici per il settore sanitario, che sono appena stati licenziati in una versione che dovrebbe essere definitiva, almeno allo stato attuale delle cose.

All’inizio del 2016 è entrato in vigore il Collegato Ambientale, un provvedimento normativo che dovrebbe rafforzare la diffusione degli appalti verdi, un ulteriore strumento per lo sviluppo della “green economy”.

Il provvedimento include, tra le altre cose, l’estensione dell’obbligo di applicare i criteri ambientali minimi negli appalti pubblici, con un progressivo incremento percentuale che dovrebbe coprire il 100% entro il 2020. È stato poi raffinato il metodo di aggiudicazione che deve considerare l’offerta economicamente più vantaggiosa, per cui verranno valutati diversi elementi di costo, come i consumi di energia e altre risorse, i costi relativi allo smaltimento dei prodotti a fine vita e quelli per le emissioni di sostanze inquinanti.

Sono infine previste facilitazioni finanziarie, come la riduzione della fideiussione necessaria per le gare e minori difficoltà per accedere a contributi e finanziamenti per le aziende Registrate al sistema Emas, in possesso della Certificazione Ambientale UNI EN ISO 14001, del Marchio “Ecolabel Ue” e per gli operatori che sviluppano un inventario dei gas a effetto serra o un’impronta climatica di prodotto.

Il percorso di sviluppo delle normative è ancora lungo e l’intervento delle autorità politiche necessario per individuare il “giusto” compromesso tra le necessità di pulizia e disinfezione e la compatibilità ambientale. Ma le imprese del settore del Cleaning, in misura più o meno marcata, sono ormai da molti anni impegnate nella ricerca di prodotti, soluzioni e sistemi che contengano gli sprechi e garantiscano servizi efficienti.

Oltre i CAM

Tra gli altri, abbiamo sentito Antonio Incrocci, Product Manager di Fimap, che ci ha raccontato: «Ci sono settori di mercato particolarmente sensibili, come quello sanitario, quello alimentare o l’HORECA, che da tempo tengono in considerazione gli aspetti ambientali dei prodotti impiegati. Inoltre, in molti paesi europei esistono da anni diversi enti specializzati nella valutazione degli aspetti sostenibili dei detergenti che possono indirizzare il consumatore verso prodotti “green”. Grazie alle certificazioni emesse, tali enti aiutano ad operare scelte in base a criteri condivisi e si propongono di fare chiarezza sull’effettiva natura ambientale delle caratteristiche del prodotto scelto. Per le macchine, l’unico esempio è l’Etichetta Energetica Europea che propone una classificazione per gli aspirapolvere basata su prestazioni, consumi e rumorosità, aiutando il consumatore a scegliere la migliore soluzione per l’igiene e per l’ambiente. Fimap ha quindi intrapreso altre strade per poter dimostrare il carattere sostenibile degli altri suoi prodotti. Attraverso il TÜV Italia ha certificato i metodi di rilevazione che impiega per classificare l’efficienza nei consumi di acqua ed energia delle proprie macchine. Questo consente al consumatore di visualizzare a colpo d’occhio l’efficienza di lavasciuga pavimenti e spazzatrici e di valutare l’acquisto in modo più completo, potendo contare su informazioni trasparenti».

L’Offerta guida la compatibilità ambientale

Il concetto di eco-compatibilità investe anche il ciclo produttivo interno alle aziende, che deve essere sempre più orientato al risparmio energetico, al riciclo degli scarti di lavorazione fino ad arrivare all’attuazione del concetto di “economia circolare”, per contenere le emissioni e abbattere, sino a eliminarli del tutto, gli scarti di lavorazione da smaltire. Anche in questo caso riportiamo il commento di Antonio Incrocci di Fimap: «Dal 2009 Fimap ha iniziato un percorso che, dai processi di ottimizzazione come la reverse engineering, passando per lo sviluppo di tecnologie per la riduzione dei consumi delle risorse in uso, fino alla selezione di materiali e soluzioni di produzione che ne consentono una elevata riciclabilità, ha portato alla definizione di una gamma di macchine che promette sostanziali riduzioni dell’impatto ambientale».

Sul tema abbiamo sentito anche Dante Rossetti, Marketing Manager di Lavorwash, che ci ha spiegato che, forse, il mercato non è ancora pronto per le offerte più Green: «È ancora molto bassa la percezione e soprattutto la scelta basata sui criteri ambientali, il dibattito è vivo ma a livello di business non vedo ancora leve così forti da poter parlare di cambiamento”. Tuttavia l’azienda si impegna da anni nello sviluppo di prodotti più compatibili con l’ambiente. “La “Green Economy” è da diversi anni un interessante argomento commerciale che, a seconda dei paesi, assume importanza diversa per i clienti. Non si può quindi ignorare la crescente sensibilità green che molti consumatori hanno ed è per questo che sempre più spesso le aziende studiano prodotti ad hoc. Tutte le nostre innovazioni di prodotto vanno nella direzione del miglioramento dell’efficienza, dell’aumento del risparmio economico per l’utilizzatore e del miglioramento dell’impatto che questi prodotti hanno sull’ambiente: quest’ultimo è un aspetto oramai imprescindibile in ogni nostro progetto e sul quale crediamo che il mercato si concentrerà nei prossimi anni. Il ritorno economico non è immediato e non deve essere l’unica leva di stimolo per le aziende».

Carta e impegno per l’ambiente

I produttori di carta sono impegnati da molti anni nelle attività di riforestazione e, dati i notevoli consumi di acqua ed energia, si stanno muovendo nel solco dell’eco-compatibilità da lungo tempo. Abbiamo fatto due chiacchiere con Riccardo May, Product e Market Manager AFH Tissue Italia SCA Hygiene Products, che ci ha raccontato: «I prodotti Tork sono i veri testimoni della reale attenzione di SCA in materia di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente. Un’attenzione che parte dalla cura dei boschi, passa dai sistemi produttivi e si concretizza nell’elevata riduzione dei consumi che offrono i nostri dispenser». Il manager ci ha poi voluto mettere a parte delle numerose iniziative portate avanti dalla sua azienda, con soddisfazione per le recenti evoluzioni nel “sentire comune”: «Il fatto che la sensibilità ai problemi ambientali sia in costante crescita è per noi un elemento di grande soddisfazione poiché SCA da sempre opera nel più severo rispetto dell’ambiente, impegnandosi ad assicurare un futuro migliore alle generazioni che verranno; con 2,6 milioni di ettari di boschi, SCA è il più grande proprietario privato di foreste in Europa e contribuisce a diminuire la presenza di biossido di carbonio nell’atmosfera. La sostenibilità non è per noi una semplice parola ma è un obiettivo fondamentale perseguito ogni giorno attraverso azioni reali: gestiamo le nostre foreste in modo responsabile, secondo i più elevati standard ambientali internazionalmente riconosciuti, ottimizziamo ogni processo produttivo per ridurre al minimo l’impatto ambientale durante tutto il ciclo di vita dei nostri prodotti, imponiamo leggi severe sulla politica di approvvigionamento della cellulosa, utilizziamo materie prime provenienti da foreste a gestione responsabile. Inoltre ci siamo imposti rigorosi obiettivi per ridurre del 20% entro il 2020 le emissioni di CO2, ridurre del 15% i consumi specifici di acqua, e abbiamo ridotto del 30% la presenza di sostanze organiche nelle acque reflue. Per ogni albero che utilizziamo per realizzare i nostri prodotti in carta, ne ripiantiamo 3. Operiamo senza mai dimenticare questi principi, e il nostro impegno ci è riconosciuto dagli organi internazionali più autorevoli che vedono in SCA l’azienda leader in sostenibilità».

La politica “green” deve essere condivisa dal management delle Pubbliche Amministrazioni, come ci ha spiegato Francesco Pasquini, Sales & Marketing Director Professional di Lucart Group: «Con riferimento ai CAM, il requisito unico richiesto per i prodotti in carta è la certificazione EU Ecolabel. Lucart offre prodotti tissue per ogni categoria merceologica con la certificazione EU Ecolabel. Negli ultimi anni il management della Pubblica Amministrazione, in Italia e all’estero, risulta sempre più preparato e sensibile verso i CAM, anche grazie ai diversi convegni e seminari che Lucart, insieme con altre aziende del settore, ha organizzato con costante frequenza. Particolarmente attenti alcuni manager che, oltre al requisito unico richiesto, iniziano a dimostrare interesse nei confronti di ulteriori certificazioni ambientali che superano i requisiti CAM, quali ad esempio le valutazioni LCA (Life Cycle Assessment)».

Siamo andati oltre alla compatibilità dei prodotti e abbiamo chiesto al manager di Lucart Group quali fossero le iniziative eco-compatibili messe in campo dalla sua azienda. Ecco la risposta di Francesco Pasquini: «Lucart ha da sempre adottato un concetto di Sostenibilità legato alla creazione di valore condiviso fra azienda, lavoratori, comunità e partner commerciali.  La valutazione LCA (Life cycle Assessment) con metodologia PEF (Product Environmental Footprint), recentemente realizzata su alcuni prodotti rappresentativi delle nostre produzioni, ha confermato che la strada intrapresa da anni per ridurre gli impatti ambientali dei prodotti e dei processi è corretta e ha fornito utili informazioni per ulteriori miglioramenti. Non è un caso quindi che ben il 54% delle materie prime che l’azienda utilizza sia costituito da maceri selezionati, provenienti sia dalla filiera industriale sia dalla raccolta differenziata domestica, o che, nel solo 2015, l’azienda sia riuscita a raddoppiare il numero di carri ferroviari utilizzati sia per il trasporto delle materie prime in entrata sia per il prodotto finito spedito, con uno specifico programma di mobilità sostenibile che è diventato un punto di riferimento per la logistica green in Europa. Sempre nel 2015 è stato ridotto del 9,1% l’utilizzo dell’acqua per tonnellata di carta prodotta rispetto all’anno precedente e notevolmente migliorata l’efficienza degli impianti di autoproduzione di energia elettrica e vapore con soluzioni fortemente innovative che hanno permesso una forte riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Per Lucart è fondamentale considerare gli impatti ambientali dei prodotti durante tutto il loro ciclo di vita».

Chimica eco-compatibile

Il segmento dei detergenti, per quanto riguarda i CAM, è sicuramente centrale negli acquisti della Pubblica Amministrazione. La chimica è da molti anni al centro dell’attenzione di pubblico e autorità e i produttori sono impegnati nella ricerca di soluzioni a basso impatto ambientale, in anticipo rispetto alle certificazioni e alle normative di legge. Nel settore professionale, sia per la P.A., sia per i più importanti bandi di gara, la salvaguardia dell’ambiente è ormai un dato acquisito. Lo conferma Luca Cocconi, direttore generale di Arco Chimica: «Relativamente allo sviluppo del mercato dei prodotti CAM, il segmento più interessato e dinamico è quello delle imprese di servizi, che, dovendo rispondere a gare pubbliche, in cui si fa una esplicita richiesta di questi prodotti, effettuano continuamente un’analisi dell’offerta dei prodotti CAM, sia in formato tradizionale che superconcentrato. Per quanto ci riguarda, negli ultimi due anni abbiamo avuto degli incrementi di vendite notevoli con la linea Infyniti in caps di superconcentrati, che unisce due elementi fondamentali nella riduzione dell’impatto ambientale, come l’abbattimento dei rifiuti prodotti e le quantità di prodotto trasportato, con un notevole abbassamento della CO2 immessa nell’aria».

Abbiamo chiesto anche al direttore di Arco Chimica quali siano le innovazioni introdotte per la maggiore compatibilità ambientale nella produzione: «Le principali modifiche adottate nell’ambito produttivo sulla sostenibilità hanno riguardato essenzialmente le materie prime, adeguate in base alle nuove normative vigenti con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale; un secondo elemento di modifica produttiva è stato quello di adottare taniche composte al 70% di materiale riciclato».

Il percorso della maggiore compatibilità del packaging è seguito anche dalla multinazionale Werner & Mertz, azienda decisamente orientata alla compatibilità ambientale dei propri formulati. Abbiamo parlato con Karen Fantini, responsabile marketing dell’azienda: «Per la nostra azienda, ormai, l’obiettivo non è più quello della Green Economy, ambito in cui siamo molto attivi da decenni, ma quello più ambizioso dell’economia circolare, come dimostra il nuovo packaging completamente riciclato in PE, recentemente presentato». L’azienda, tramite una delle proprie controllate, ha realizzato una “Wellfeel-bottiglia”, utilizzando materiali di riciclo secondario, finora inutilizzati, come la raccolta di imballaggi in materiali misti. L’azienda è stata certificata Cradle-to-Cradle®, con la garanzia di analisi nel dettaglio di ogni singolo prodotto, la valutazione di salubrità dei materiali, la loro riutilizzabilità dopo l’uso, l’impiego di energia rinnovabile, la gestione della CO2 e la qualità delle acque nella fase di produzione oltre all’equità sociale del prodotto. «L’attenzione, quindi non è solo verso i prodotti, che devono essere ad elevate prestazioni con concentrazioni molto basse, ma anche verso il benessere degli utilizzatori finali e di coloro che operano negli stabilimenti che utilizzano fonti rinnovabili per il 100% del fabbisogno energetico». Ha concluso Karen Fantini.

Una politica tutta rivolta alla compatibilità ambientale quella portata avanti da Mario Magni, titolare di Italsan, che non riesce a quantificare i risultati ottenuti con prodotti aderenti ai CAM, anche se ci ha fornito un giudizio positivo sui criteri e sugli effetti sul proprio fatturato; inoltre, ci ha spiegato: «Ormai la gamma ITALSAN sia per il mercato pubblico che per quello industriale è improntata verso prodotti biologici e profumazioni sicure scelte con la massima cura. Per quanto ci riguarda, la nostra strategia è quella di garantire il rispetto dell’Ambiente attraverso formulazioni di altissima gamma e attrezzature a prova di errore che garantiscono un rigoroso rispetto dei dosaggi. Inoltre Italsan fornisce un’assistenza tecnica post vendita arricchita da corsi di formazione mirati al raggiungimento degli obiettivi in assoluta sicurezza». Gli abbiamo voluto chiedere un parere sulle evoluzioni della coniugazione tra qualità dei servizi e compatibilità ambientale e il commento è stato piuttosto positivo: «Il dibattito c’è ed è sicuramente un fatto positivo; dal nostro punto di vista possiamo solo rimarcare la difficoltà di rimanere “con i piedi per terra”. Italsan crede nell’uso del mix microorganismi-enzimi per la corretta gestione dei rifiuti organici. In questo settore abbiamo investito molto e possiamo garantire che non è stato facile arrivare a delle soluzioni soddisfacenti. Senza tema di smentita posso affermare che la nostra gamma di prodotti biologici non è seconda a nessuno; pur tuttavia, ad esempio, nelle quasi infinite problematiche legate alla filiera alimentare siamo costantemente impegnati in una assistenza tecnica rigorosa e quindi onerosa. Infatti, selezionare microorganismi in grado di “digerire” incrostazioni organiche in modo efficace e sicuro coadiuvati da enzimi di elevata purezza in alcuni casi micro-incapsulati (formulazione che li rende stabili nel tempo) non è cosa facile. Senza entrare in particolari tecnici il principio è sciogliere, per mezzo degli enzimi, le incrostazioni attraverso bio-reazioni molto veloci e creare le condizioni ai microorganismi di riprodursi esponenzialmente e risolvere così la maggior parte dei problemi; inoltre i risultati sono mantenuti nel tempo per mezzo di attrezzature in grado di effettuare micro-dosaggi di estrema precisione secondo una tempistica studiata ad hoc, caso per caso».

Dosaggi specifici per ottenere i migliori risultati con il minimo impatto ambientale, tecnologie innovative anche per la diluizione e, ovviamente, formulati poco aggressivi per minimizzare gli impatti, questi gli elementi emergenti nell’ambito della chimica per pulire. Ma ci sono anche operatori più “artigianali”, anche nella produzione di detergenti industriali, come ci ha raccontato Fabio Re, direttore generale di Polychim: «Abbiamo recentemente lanciato una linea di prodotti compatibili con i CAM, per cui oggi è ancora presto per fare un bilancio sul successo di mercato di tali prodotti; tuttavia la domanda da parte dei nostri clienti è indirizzata al rispetto per l’ambiente: è già in commercio un prodotto superconcentrato a basso impatto ambientale, confezionato con logo e marchio del nostro cliente, che permette risparmi notevoli, in termini di CO2 per i trasporti, oltre ad aderire ai citati CAM. Il risparmio è anche di tipo economico, poiché gli alti livelli di concentrazione affiancati da un sistema di dosaggio specifico, permettono ottimi risultati con costi più contenuti».

Concludiamo le testimonianze del comparto chimico con Alessandro Fioretto, Amministratore delegato di Italchimica, che ci ha spiegato: «Il focus da anni è oramai quello di dare maggior efficienza possibile ad ogni step produttivo, monitorando i singoli consumi e indirizzandoci verso fonti energetiche rinnovabili. La riduzione dei rifiuti e il contenimento nell’utilizzo di sostanze pericolose sono inoltre delle procedure che negli anni hanno segnato l’impegno dell’azienda. A breve, nel corso del 2017, lanceremo sul mercato un nuovo sistema per la diluizione dei detergenti concentrati destinati alla pulizia delle superfici». L’impegno di Italchimica continua, come ha precisato Alessandro Fioretto: «Siamo alla costante ricerca di materie prime di origine naturale con interessanti caratteristiche di efficacia per dare maggior sostenibilità ai nostri prodotti». Gli abbiamo chiesto quale fosse la risposta da parte della clientela, ed ecco come ci ha risposto il direttore marketing di Italchimica: «Alcune volte i clienti sono piuttosto diffidenti in quanto l’associazione del prodotto naturale a scarsa efficacia nelle attività di pulizia è piuttosto diffusa; per questo motivo la nostra azienda investe costantemente in corsi di formazione per la clientela mirati a rimuovere un pregiudizio che ormai non ha più ragione d’essere». Infine abbiamo voluto sapere se l’impatto dell’Intenet delle cose (IoT) fosse già presente anche nell’ambito della produzione dei detergenti e la risposta è stata senza dubbio positiva: «Prendiamo in considerazione la possibilità di connettere da remoto le centraline dosatrici presso nostri clienti, in modo da avere le informazioni necessarie per intervenire in caso di problemi o di settaggio programmi. I vantaggi saranno sia per i clienti, sia per la nostra azienda, perché in questo modo si contraggono i tempi di intervento e si risparmia in termini di carburante, evitando i sopralluoghi per la taratura o l’aggiornamento delle centraline».

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