Igiene e Ambiente - Disinfestazione

Divagazioni sul nostro futuro

A volte penso a come sarà il mio futuro, mi pare legittimo. Concordo infatti con quell’anonimo che disse: “Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita”.

Sono certo che a ognuno di noi capita di farlo e credo che tali pensieri a volte ci rallegrano perché speriamo che finalmente il futuro sarà “il tempo in cui i nostri affari prosperano, i nostri amici sono sinceri e la nostra felicità è assicurata” (Ambrose Bierce [1]) oppure più realisticamente che il futuro sarà abbastanza simile al presente, e tutto sommato ci auguriamo che sia il più lungo possibile.

 

Poi, in bilico fra ottimismo e pessimismo, mi ricordo che la genialità di Albert Einstein (2) lo portò a sentenziare: “Non penso mai al futuro. Arriva così presto…”. Ma la mia propensione alla confutazione mi porta a pensare che non fosse del tutto convinto visto che, in una famosa intervista, disse che sperava di avere abbastanza tempo per concludere le sue ricerche.

Ed eccomi ritornare alle mie dissertazioni sul futuro e in particolare cerco di mettermi nei panni di chi è costretto dalle proprie responsabilità manageriali di “interpretare il futuro” in funzione della Biocidi o ai possibili sviluppi del nostro mercato. È mia esperienza professionale che per alcuni di loro valga l’aforisma di quell’anonimo che sentenziò: “spesso le persone trovano più facile essere il risultato del passato piuttosto che una delle cause del futuro”. E, in questo inno all’inerzia, un pensiero ammirato va a coloro i quali “devono” investire tempo e denaro su decisioni che hanno il sapore delle scommesse. Da una parte leggi sempre più restrittive la cui applicazione è sovente messa in pratica sul territorio “a macchia di leopardo”. Dall’altra una serie di norme volontarie che la consuetudine ha reso obbligatorie che, a parer mio, ben si possono definire “un poco teoriche”.

Ma nel futuro del nostro lavoro si inseriscono almeno altri due fattori di criticità. Il primo è quello di un numero di referenti che, a vario titolo, si sentono di esprimere pareri che a volte smentiscono le direttive del Ministero competente pur facendone parte. Un esempio che in questi giorni vivo dovendomi occupare di entità biologiche giuridicamente misteriose come la Columba livia varietà urbana. Esempio che calza bene per la seconda criticità, quella della visceralità con cui la maggior parte di noi affronta i temi ambientali.

Ciò detto trovo conforto nell’ottimismo di Eleanor Roosevelt (3): il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.

(1) Ambrose Bierce (1842-1914) scrittore e giornalista statunitense. (2) Albert Einstein (1879-1955) fisico e filosofo tedesco premio Nobel per la scoperta della legge sull’effetto fotovoltaico, della casualità dei moti browniani e delle teorie sulla relatività. (3) Anna Eleanor Roosevelt (1884-1962) statunitense la cui famiglia aveva origini olandesi, una first lady autorevole e illuminata attivista per la difesa dei diritti civili.

 

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