Un panorama sulle condizioni del mercato del settore e le regole che lo governano, in un momento particolare, quello del varo del Nuovo Codice degli Appalti, che introduce novità, in campo legislativo, che cambiano sostanzialmente le regole del mercato cui le imprese di questo comparto fanno riferimento
Al Forum Pulire, nell’ambito dei lavori riguardanti i Servizi Integrati, è stata presentata un’Indagine realizzata da Onbsi e dalla Fondazione Scuola Nazionale Servizi, dal significativo titolo “Osservatorio Onbsi: Mercato e regole in materia di appalti nel settore pulizie e nei servizi integrati/multiservizi”.
Ha introdotto la presentazione Elisa Camellini, segretario Filcams CGIL, Coordinatore Gruppo Mercato e Regole di ONBSI, un gruppo di lavoro all’interno dell’Organismo Nazionale Bilaterale imprese servizi di pulizia, multiservizi, servizi integrati.
Camellini ha spiegato che il Gruppo ha voluto approfondire le condizioni del mercato del settore e le regole che lo governano, in un momento particolare, quello del varo del Nuovo Codice degli Appalti, che introduce novità, in campo legislativo, che cambiano sostanzialmente le regole del mercato cui le imprese di questo comparto fanno riferimento. Questa indagine – ha affermato il segretario Filcams CGIL, vuole essere uno strumento che chiarisca queste regole per consentire un approccio al mercato più corretto e consapevole. Pertanto, la ricerca si propone, in primo luogo, di far capire che cos’è questo settore, quale valore esprime nell’economia nazionale, alla luce, appunto, delle novità legislative introdotte con il Nuovo Codice degli Appalti. Infatti, il settore opera per il 90% in appalto, per lo più con la Pubblica Amministrazione. Quindi si è reso necessario chiarire quale sia il peso specifico che questo settore copre nell’ambito dei servizi terziarizzati della Pubblica Amministrazione.
La ricerca vuole rappresentare in maniera chiara la dimensione del settore, nonostante le difficoltà incontrate nel reperimento dei dati; difficoltà dovute proprio alla scarsa considerazione che viene generalmente riservata al nostro comparto.
Da qui l’esigenza, condivisa da tutte le componenti di ONBSI – industriale e sindacale -, di far conoscere il settore, dalla composizione delle aziende alla tipologia delle gare di appalto a cui partecipano, dalla dimensione delle imprese all’impatto in termini di occupazione (fenomeno sul quale i dati sono ancora spannometrici, per cui non c’è ancora un corretto dimensionamento occupazionale). Altro aspetto peculiare della ricerca è dato dalle condizioni a cui le imprese devono sottostare per partecipare alle gare, in funzione della loro dimensione e della loro vocazione. È una ricerca complessa, esauriente ma non esaustiva, perché andrà rivisitata di pari passo con l’effettiva attuazione del Nuovo Codice degli Appalti, che è ancora, sotto questo aspetto, in divenire. L’indagine vuole offrire molti spunti di riflessione agli operatori del settore e a chi deve continuare a legiferare.
Riportiamo stralci della prima parte del rapporto che descrive le caratteristiche delle imprese operanti nel settore pulizie e nei servizi integrati/multiservizi, per come emergono dai dati raccolti. Nei prossimi numeri completeremo con le parti relative alle gare di appalto, alle differenze tra domanda e bandi banditi e aggiudicati.
Premessa
I dati relativi al numero di imprese e alle loro principali caratteristiche in termini di tipologia di azienda, informazioni di bilancio, numero di addetti, ecc … sono stati elaborati principalmente a partire dalla banca dati AIDA – Analisi Informatizzata Delle Aziende e dai dati raccolti ed elaborati da svariate fonti informative dalla Fondazione Scuola Nazionale dei Servizi di Perugia. […]
I dati raccolti sono potenzialmente consultabili con un orizzonte storico di 10 anni.
A partire, dunque, dall’universo di imprese con obbligo di deposito del bilancio si è proceduto alla estrazione delle sole imprese operanti sul territorio nazionale nel settore Ateco 812 “Attività di pulizia e disinfestazione” con un valore della produzione superiore a 100.000 euro annui. In aggiunta, grazie al contributo di esperienza e di studio in questo settore della SNS (Scuola Nazionale Servizi), sono state inserite alcune delle più importanti imprese del settore che pur non essendo catalogate nel codice Ateco 812 risultano fattivamente tra i principali operatori del settore. […]
I dati a disposizione permettono di descrivere, inoltre, … le caratteristiche delle imprese che operano nel mercato delle pulizie e dei servizi integrati/multiservizi nel quadriennio 2011/20142. […]
In particolare, si studiano le caratteristiche del settore mediante l’analisi del fatturato aziendale, del fatturato rapportato al numero di addetti, dell’utile o perdita di esercizio, del totale dei costi del personale a bilancio e del costo rapportato al numero di addetti, del risultato operativo, del valore aggiunto per addetto e del numero di dipendenti.
Tali informazioni vengono presentate aggregando le imprese in gruppi omogenei caratterizzati dalla stessa forma giuridica, che è stata inferita indirettamente dalla denominazione aziendale, consentendo così una riclassificazione delle imprese nelle seguenti tipologie: Cooperativa (Coop), Società Consortile a responsabilità limitata (Scarl), Società a Responsabilità Limitata (Srl), Società per Azioni (Spa), Altro.
Le dimensioni scelte per descrivere le imprese risultano essere alcuni dei principali indici di produttività che si possono ricavare dai bilanci e dalle informazioni relative alle strutture aziendali. Tali indici sono rapporti tra grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie contenute nello stato patrimoniale e nel conto economico riclassificati 3. In particolare si è scelto di dare evidenza delle caratteristiche del settore secondo i seguenti indicatori:
– Ricavo per addetto: misura il contributo di ciascun addetto alla creazione del ricavo. In tal senso l’indice rileva la capacità di produrre ricavi di ogni addetto (al netto di una serie di altre dimensioni di bilancio) e quindi anche indirettamente la capacità dell’azienda di remunerare il lavoro;
– Valore aggiunto per addetto: è una misura di produttività generalmente utilizzata per confrontare le performance delle aziende. Si tratta di una misura della produttività inIn particolare, in Tabella 1 si evidenzia la composizione delle 4.861 imprese di cui sono disponibili informazioni complete nei dati di bilancio sul quadriennio 2011/2014.
È evidente come il mercato delle pulizie e dei sevizi integrati/multiservizi veda un predominio delle imprese di tipo cooperativo (35,2%) e delle società a responsabilità limitata (60,2%) che congiuntamente costituiscono il 95,4% circa dell’intero settore.
In aggiunta il 3,2% delle imprese è costituito da società consortili a responsabilità limitata (Scarl), lo 1,2% circa da società per azioni (Spa) e lo 0,2% da (10) imprese di altra natura (Altro) non essendone esattamente identificabile la natura giuridica dalla sola denominazione. Considerando le differenze intrinseche tra le tipologie di imprese così identificate che operano nel panorama del settore pulizie e dei servizi integrati/multiservizi si presentano nel proseguo di questo capitolo le principali analisi descrittive in merito al personale da esse impiegato, ad alcuni indici di produttività e di affidabilità e alle prime evidenze in merito alle dinamiche e agli andamenti temporali registrati nel quadriennio.
Le analisi vengono presentate differenziando sempre l’analisi per tipologia di impresa al fine di garantire da un lato un adeguato livello di dettaglio informativo alle varie forme di impresa e contestualmente rispettando le caratteristiche di omogeneità tra i diversi gruppi esistenti.
In Tabella 2 si riportano le principali statistiche descrittive delle caratteristiche di impresa nei quattro anni di osservazione.
In tutti gli anni e per tutte le variabili considerate la mediana (valore entro cui si attesta il 50% delle imprese) assume valori di molto inferiori rispetto alla media.
Questo fenomeno è dovuto alla presenza nel settore di alcune imprese, cooperative o consorzi di dimensione relativamente molto più grande rispetto alla gran parte delle imprese che compongono il settore stesso (c.d. imprese outlier). Nel descrivere il settore dunque si fa riferimento al valore mediano in questa prima parte per poi suddividere il dato per dimensione e tipologia di impresa così da meglio cogliere l’eterogeneità tra le aziende. Nell’anno più recente l’impresa “mediana” in questo settore fattura circa 500 mila euro, ha 15 dipendenti circa -con un fatturato per addetto che si attesta quindi intorno ai 29.000 euro annui – sostiene un costo per addetto di 14.000 euro ed ha un valore aggiunto per addetto di 17.750 euro. Infine l’utile mediano è di soli 4.000 euro (contro un valore medio di 33.000 euro). […]
Osservando le statistiche presentate in Tabella 2, … si nota come il fatturato cresca del 22% circa nel periodo 2011/2014 passando dai 2 milioni di euro del 2011 ai 2,4 milioni nel 2014, il numero di dipendenti e il costo del personale restino pressoché costanti nel tempo così come il fatturato per addetto, il risultato operativo e il costo del personale. […]
Come si poteva supporre osservando le statistiche riportate in Tabella 3, si noti come il fatturato aumenti sensibilmente con la dimensione di impresa. Le aziende di Piccola dimensione hanno mediamente 3 dipendenti e un fatturato di 570.000 euro circa, le Medio-Piccole si attestano sulla decina di dipendenti con un fatturato di 650.000 euro circa, le aziende di Media dimensione hanno 24 addetti circa con un fatturato di 900.000 euro mentre le grandi aziende superano i 235 dipendenti e hanno un fatturato superiore ai 7,5 milioni di euro.
Si ritiene al riguardo particolarmente interessante il raffronto con le definizioni di micro, piccola e media impresa dettate in sede europea (Raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione del 6 maggio 2003) e nel nuovo codice dei contratti pubblici (d.lgs. n. 50/2016), secondo cui è “micro impresa” quella con meno di 10 occupati ed un fatturato inferiore a 2 milioni di euro; è “piccola impresa” quella con meno di 50 occupati ed un fatturato inferiore a 10 milioni di euro; è “media impresa” quella con meno di 250 occupati ed un fatturato inferiore a 50 milioni di euro, dove “l’alta intensità della manodopera” fa spesso “saltare” il parametro degli occupati impedendo ad imprese, realmente micro, piccole o medie, di beneficiare del relativo status. […]
I dati riportati dunque sembrano evidenziare la presenza di alcuni player nel settore molto importanti per dimensione e per fatturato. […] All’uopo è pesata anche la politica di centralizzazione degli acquisti della Pubblica Amministrazione: il sistema Consip e, negli ultimi anni, quelle dei soggetti aggregatori regionali hanno determinato “scossa” nel mercato, favorendo le grandi imprese ed i consorzi, a danno delle piccole imprese il cui orizzonte della commessa pubblica è ora limitato al subappalto, che, con le nuove limitazioni poste dal nuovo codice (cfr. art. 105 del d.lgs. 50/2016), risulta essere ancor più limitato. […]
Osservando i valori (sia medi che mediani) si nota una relazione inversa tra le grandezze con un costo del personale per addetto che decresce al crescere della classe dimensionale (le imprese più grosse hanno un costo del personale pro-capite minore) cosi come però decresce il valore aggiunto per addetto; ciò anche per effetto del subappalto: che non tocca il volume di affari, ma abbassa il tetto del personale.
La medesima relazione si osserva anche per il fatturato per addetto con un andamento meno che proporzionale tra le due grandezze.
Se da un lato questo fenomeno è certamente connaturato alla natura stessa dell’organizzazione delle imprese dimensionalmente più importanti esso tuttavia potrebbe anche essere il frutto di una diversa composizione delle imprese per tipologia (Cooperative, Consorzi, Srl etc…) tra le varie classi dimensionali. […]
Le Società per Azioni (Spa) e le Società Consortili (Scarl), che insieme costituiscono il 5% circa del mercato, sono le imprese con Fatturato e Numero di dipendenti decisamente superiori alle altre tipologie di impresa. Questo risultato, in linea con la natura stessa tanto delle Spa quanto delle Scarl, non sorprende particolarmente, tuttavia sembra mascherare le eventuali differenze esistenti tra le altre tipologie di impresa (Srl, Coop e Altro), in particolare tra Cooperative e Società a Responsabilità Limitata che insieme costituiscono il 95% degli attori attualmente (nel 2014) attivi nel mercato. […]
Le Cooperative sono caratterizzate da dimensioni mediamente superiori rispetto alle Srl sia per numero di dipendenti (60 contro 50 dipendenti in media) che per fatturato (in crescita da 1,3 milioni a 1,6 per le Cooperative rispetto agli 1,2/1,5 milioni per le Srl) e gli andamenti nel quadriennio sono sostanzialmente identici in media.
Tuttavia le Srl sembrano evidenziare livelli di Utile/Perdite e Risultato Operativo superiori alle Cooperative pur con costi del personale per addetto più alti, ma con un valore aggiunto per addetto migliore; valore anche determinato dal fatto che molte cooperative lavorano tramite consorzi, ai quali debbono riconoscere una fee consortile che erode l’utile. […]
Le imprese piccole possono avere strategie aziendali e risultati di esercizio significativamente diversi, sia per una diversa capacità di efficienza nel loro processo produttivo sia anche per una differente impostazione manageriale. […]
Da un lato le grandezze assolute sono evidentemente superiori per le aziende di dimensioni elevate (Fatturato, Utile, Costo totale del Personale e Risultato Operativo), dall’altro gli indicatori rapportati al numero di addetti evidenziano una storia differente. Il fatturato per addetto, cosi come il valore aggiunto per addetto ed il costo per addetto, sono superiori (in alcuni casi del 200%) per le aziende di piccola e medio piccola dimensione rispetto alle aziende medio grandi e grandi; è chiaro che anche in questo caso pesa molto il sistema dei subappalti – che rappresenta una metodologia dilagante di operare nelle commesse pubbliche centralizzate. L’impressione dunque è quella di un settore dominato da Srl e Cooperative in cui accanto ad alcuni grandi player si affiancano realtà di medio-piccola dimensione con buone performance sul mercato e con andamenti nel quadriennio sostanzialmente costanti nonostante il periodo di crisi economica in atto. Purtroppo non sono disponibili in questo studio informazioni in merito agli andamenti pre-crisi e per questo motivo non è possibile raffrontare gli andamenti attuali con quelli precedenti, certamente non sembra essere in atto una ulteriore contrazione del settore ma piuttosto sembra prevalere una sostanziale stabilità.