Innovazione e personalizzazione dei prodotti sono i cardini intorno ai quali ruota il successo dell’azienda
TMB, azienda del Gruppo Ruffo che realizza una completa gamma di aspiratori tool, self e monospazzole punta a chiudere il bilancio 2016 con un indice di crescita del fatturato pari al 20%, frutto di una produzione di grande qualità, attenta ai bisogni dell’utilizzatore finale e alle esigenze connesse al green cleaning.
A colloquio con l’AD, Giampaolo Ruffo, sulle ragioni del successo TMB sui nuovi mercati e sul futuro aziendale, legato sempre più all’innovazione e alla personalizzazione dei prodotti.
L’attività industriale è a pieno regime: il momento, però, è assai delicato per l’Italia. Vi sono poi le grandi sfide dell’innovazione, della digitalizzazione, della robotica e dell’industria 4.0: sono prospettive che la preoccupano?
Assolutamente no, sono opportunità di sviluppo. Per quanto riguarda la prima parte della domanda, quello interno resta un mercato ancora molto valido, ma sempre più difficile. Fortunatamente TMB sta crescendo, per fatturato e volumi produttivi, grazie alle esportazioni alla presenza commerciale su alcune nuove piazze.
Stiamo parlando dell’Europa o di altri continenti?
I risultati migliori, per noi, sono arrivati da Stati extraeuropei: mi riferisco specialmente a Stati Uniti e Giappone. In particolare, negli Stati Uniti, onestamente molto dipende dall’apprezzamento del Dollaro sull’Euro.
Quali sono i fattori che stanno influenzando maggiormente l’elevato indice di gradimento della produzione di TMB?
L’innovazione è stata senz’altro la chiave di volta. Soprattutto viene apprezzata la praticità d’uso delle nostre macchine. Questo perché abbiamo messo al centro di ogni nuovo progetto la realizzazione di prodotti in grado di coniugare la garanzia della migliore qualità e la capacità di adeguate performance, con l’esigenza del massimo comfort possibile per l’operatore.
Si sente parlare sempre più spesso di personalizzazione del prodotto: cosa significa per TMB?
Usando questo termine io mi riferisco al know how della macchina, non al design estetico o all’accessoristica. Per noi, in questo senso, la personalizzazione dei modelli rappresenta un aspetto centrale, in quanto comporta lo sforzo di andare sempre incontro alle esigenze di pulizia. Per fare ciò, come azienda, dobbiamo essere in grado di raccogliere costantemente i feed back dal mercato e dagli utilizzatori finali, sviluppandole in prodotti adeguati.
Con un occhio di riguardo alle imprese di pulizia, che costituiscono lo zoccolo duro della vostra committenza?
Certamente, perché sono il nostro principale interlocutore commerciale in un mercato estremamente competitivo. Penso però che esistano ancora tante nicchie inesplorate, proprio perché quello del cleaning professionale è un mondo vastissimo”.
Un’ultima domanda a bilancio di questo anno: come lo giudica per l’andamento della sua azienda?
È stato molto positivo anche perché l’azienda ha confermato di aver raggiunto una precisa e preziosa collocazione all’interno del Gruppo. Cito solo due, tra i tanti vantaggi di questa appartenenza alla grande famiglia Ruffo: l’approccio corale al mercato e la progettazione comune, condizioni importanti che mi permettono di guardare al nostro futuro con rinnovato ottimismo.