Passaggio dopo passaggio l’intervento di ripristino di un insolito pavimento
Il pavimento in legno, fin dal secolo XVII ha conosciuto una progressiva diffusione prima in esclusivi palazzi e castelli, poi in lussuose ville, per arrivare in appartamenti e infine anche in ambienti esterni. Non pensiamo soltanto ai ponti di lussuose imbarcazioni ma anche a pontili, balconi, pavimenti di decoro a splendide piscine, spa, ecc… Le pavimentazioni da esterni sono, per tipologia, diverse da quelle destinate e impiegate negli interni; ricordiamo che del materiale igroscopico viene inserito in ambienti ove tutte le intemperie (caldo, freddo, sole, acqua ecc…), dalle quali il pavimento solitamente dovrebbe essere protetto e difeso, vanno a incidere su di esso, anche con la formazione di microrganismi. Chiaramente nel tempo anche queste pavimentazioni, sia pure sottoposte a interventi di manutenzione periodica, possono presentare delle problematiche connesse più che altro alla formazione di muffe e funghi. In concreto, la formazione di microrganismi che nel tempo provocano un notevole decadimento strutturale delle doghe, unita all’usura degli strati superiori, dovuta alle ricorrenti condizioni meteo, soprattutto in mancanza di manutenzione periodica, comporta l’insorgere di problematiche varie.
La case history
Come accade per quelle da interno, anche le pavimentazioni da esterno possono essere sottoposte a interventi di riparazione. In questo articolo, abbiamo preso in considerazione una pavimentazione in legno con relativa calafatura longitudinale, che presentava doghe oramai al limite della resistenza strutturale. Dopo una prima disamina visiva della superficie lignea, si è proceduto a distaccare attraverso il taglio meccanico le doghe interessate, ovvero le più ammalorate; l’intervento ha richiesto anche diverso tempo per ultimare l’asportazione manualmente con strumenti specifici. L’asportazione delle doghe singole ha permesso poi la rimozione di una piccola porzione del pavimento, in quanto, data l’evidente precarietà, si è deciso di procedere a una nuova posa.
L’importanza dell’analisi
In questi casi è molto importante valutare attentamente le condizioni strutturali della pavimentazione in legno; queste tipologie non sono certamente da considerarsi ‘antiche’ ma devono comunque rispondere a un minimo di garanzie in termini di tenuta strutturale e durabilità nel tempo. Quindi se si ritiene che un normale intervento di riparazione non sia sufficiente a dare comunque un lavoro completo e garantito, è bene, previo accordo con la proprietà, procedere alle dovute sostituzioni delle doghe che hanno già notevoli problemi di tenuta. A volte è più veloce e meno oneroso procedere a una sostituzione parziale che a singole riparazioni che poi hanno la durata di un battito di ciglia. Questo, anche per una ovvia garanzia totale da consegnare al cliente finale.
L’intervento di ripristino
I locali esterni, dove si trovava la pavimentazione, andavano a caratterizzare una piccola ma molto intima terrazzina facente parte di uno antico e splendido appartamento situato nel centro di Firenze, a poche decine di metri in linea d’aria dal Duomo. L’asportazione di una parte del pavimento ammalorato ha permesso anche di ripristinare la relativa impermeabilizzazione del lastrico solare, nonché di controllare le relative pendenze per il passaggio dell’acqua piovana. Spesso non viene tenuto conto delle pendenze dei piani, facendo sì che l’acqua possa poi permanere sotto la pavimentazione in legno e, nel tempo, provocare danneggiamenti al legno medesimo oltre al proliferare di umidità in generale. Una volta preparato il piano di posa, si è quindi proceduto alla reinstallazione dei magatelli portanti ovvero la sotto struttura sulla quale poi è stata posizionata la nuova pavimentazione; i singoli magatelli, data la superficie e la conformazione da coprire, sono stati posizionati sulla guaina impermeabilizzante, fermandoli di volta in volta con piccoli cunei anche per dare la giusta planarità alla pavimentazione. Sopra ai relativi magatelli, della medesima specie legnosa, si è poi posizionata la pavimentazione a doghe in senso contrario alla direzione dei magatelli, avvitando il tutto con specifiche viti in acciaio inox e costituendo quindi, alla fine, un unico corpo.
La creazione della calafatura
Una volta ultimata la porzione di pavimento, si è proceduto alla stesura dello specifico prodotto siliconico, atto a creare quella che viene denominata calafatura, ovvero un lungo cordolo di colore nero che viene steso longitudinalmente alle doghe andando a chiudere lo spazio volutamente lasciato fra le singole doghe. Lo scopo di questa operazione è molteplice, ha una funzione estetica, perchè ricrea l’aspetto visivo che si osserva nei pontili delle imbarcazioni e una tecnica, in quanto serve a contenere i movimenti dimensionali in larghezza che le singole doghe sviluppano al variare del loro volume sotto l’azione delle condizioni meteo. Quando il legno ritira, il cordolo rimane vincolato comunque al legno seguendolo nei propri ritiri, nel contempo quando le doghe aumentano il loro volume a causa dell’umidità, il cordolo è in grado di deformarsi mantenendosi sempre ben aderente alle doghe. Una particolare sostanza viene prima immessa nelle fughe, poi si procede alla stesura del prodotto di colore nero per la calafatura che va a riempire quello spazio volutamente lasciato fra le singole doghe, in questo caso di circa 10 mm; il disegno di posa finale del parquet è denominato a cassero (o tolda di nave) sfalsato.
Considerazioni finali
Importante ricordarsi che il prodotto di calafatura deve essere protetto, fino a quando non ha concluso la propria reticolazione, dall’azione dei raggi solari e dall’acqua; una volta reticolato non ci sono più problemi, è carteggiabile e sovra verniciabile. Ovviamente i pavimenti in esterno non vengono ‘verniciati’ ma trattati con specifici prodotti a base olio, che è meglio stendere periodicamente almeno una o due volte l’anno affinchè il legno mantenga le proprie caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici. Il prodotto oleoso viene steso mediante stracciatura manuale o per mezzo di pennelli o rulli, importante è che la copertura sia totale e, se necessario, in base alla specie legnosa, va ripetuta la stesura anche due volte. Una volta completato l’intervento di ripristino della porzione di pavimento, ultimati i lavori di stesura della protezione a base di olio per esterni, ecco che trascorsi alcuni giorni, la piccola terrazza è stata nuovamente arredata e posta a disposizione della proprietà per le proprie serate al fresco in centro a Firenze.?