Riportati all’antico splendore dall’abilità dei fratelli Bergantin, trattatori di professione
di Paola Costa
Tutto nasce da un Concorso. Ideato da Fila nel 2006, “Trattati da re” è stato istituito con la volontà di segnalare i migliori interventi di recupero di pavimenti e premiare quei professionisti che fondano il loro mestiere sulla qualità, la formazione, la ricerca, l’innovazione. Ma anche sull’originalità, la creatività, le soluzioni tecniche particolari, tutti elementi che permettono a questi trattatori di approcciarsi con siti di grande prestigio. Come il Castello di Murisengo (Alessandria), le cui origini risalgono al X secolo. Più volte assediato nel corso dei secoli, esisteva già nel 1164, quando Federico Barbarossa concesse il feudo di Murisengo ai marchesi del Monferrato. Fortificazione medievale per antonomasia, ha una splendida torre merlata costruita nel 1510.
Un po’ di storia
Distrutto dopo il 1400, le caratteristiche dell’antico maniero fanno pensare che sia stato ricostruito non oltre il 1600. L’entrata al Castello è di recente costruzione: fu costruita nel 1891 su disegno del Conte Giuseppe Ferrari d’Orsara. Tra la porta e la merlatura è stata murata una terracotta raffigurante l’Assunzione della Vergine di Luca della Robbia. Dal vestibolo si passa nella cappella. Poi nelle sale dell’appartamento d’onore, ampie, severe e ariose. Dall’atrio si passa nella sala degli Scudi, poi nella sala dei Fiori e poi ancora in quella degli Stemmi, con l’alto soffitto a sette volte. Tutte le sale sono sontuose, con interessanti raccolte artistiche, una galleria di pregevoli tele e arredamenti in stile barocco. Dagli anni ‘80 fino agli inizi del 2000 il Castello è stato oggetto di passaggi di proprietà, abbandonato e trascurato.
Il restauro
Nel 2005 il Castello è stato acquistato dall’attuale proprietà, che ha intrapreso un progetto di restauro integrale che riguardava sia le facciate che gli interni. Il proprietario, con la consulenza della Sovraintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio, ha recuperato la parte disabitata oramai in rovina e riportato alla bellezza originale i soffitti a cassettone, le pareti in pietra e tufo, gli affreschi e le pavimentazioni in cotto e legno. Sono state recuperate le sale affrescate e il lungo corridoio con circa 50 stemmi che raffigurano le donne transitate dal 1400 fino alla fine del 1900. È stato inoltre recuperato l’antico parco, ridando luce e armonia ai vecchi sentieri e percorsi, tra piante secolari, rose e fiori. La torre è stata infine restaurata nella parte esterna e interna, con ricostruzione delle parti mancanti e rinforzo della struttura portante.
Superfici “problematiche”
Ma veniamo ai fratelli Bergantin, trattatori “premiati” (come vi spiegheremo), che al Castello di Murisengo si sono cimentati con differenti tipologie di pavimentazioni e con problematiche diverse. Il tutto reso più “complicato” dalla storia del sito da trattare, che richiedeva senz’altro qualche attenzione in più. Edy e Vittorio Bregantin hanno usato una vasta gamma di prodotti per affrontare gli interventi su superfici nella maggior parte “problematiche”, per il loro stato di degrado, dovuto all’incuria nel tempo. L’intervento dei due fratelli, che ha riguardato circa 1.800 metri quadrati di superficie totale, è durato quasi un anno e ha riguardato pavimentazioni in cotto, pareti in tufo, mattoni e pietre, rivestimenti di pietre e tozzetti, travi in legno. La pulizia delle pavimentazioni in cotto, in particolare, è apparsa fin da subito complessa, a causa di un precedente trattamento con “rosso sangue di bue”. Tuttavia, l’uso di un detersolvente decerante specifico per la rimozione di vecchi trattamenti, insieme a uno smacchiante/sgrassatore per cotto, ha permesso un trattamento eccellente che ha restituito al Castello di Murisnego un pavimento perfetto.
Un intervento da primo premio
Ma torniamo al nostro concorso “Trattati da re”, a cui hanno partecipato 24 progetti, di cui 16 candidati nella categoria “bene storico”, quella di cui ci siamo occupati. I lavori sono stati valutati da una giuria tecnica presieduta dalla Sovrintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, l’architetto Sabina Ferrari, e composta da rappresentanti dell’editoria tecnica e delle associazioni di rappresentanza e da professionisti ed esperti del settore. I criteri di valutazione sono stati studiati per valorizzare tutta la professionalità dei partecipanti: il valore storico o architettonico del sito trattato, la creatività nella scelta e nell’applicazione dei prodotti, la difficoltà del trattamento, il valore commerciale dell’intervento, ma anche la qualità della presentazione. Per la categoria “intervento di recupero di bene storico, pubblico o privato, in interno o in esterno” i primi classificati sono stati proprio Edy e Vittorio Bregantin. Un bella soddisfazione e un fiore all’occhiello per due professionisti che, come si diceva all’inizio, hanno fondato il proprio mestiere sulla qualità, la formazione, la ricerca, l’innovazione.
Due prodotti in primo piano
La pulizia delle pavimentazioni in cotto del Castello è apparsa fin da subito complessa, a causa di un precedente trattamento con “rosso sangue di bue”. I fratelli Bregantin hanno affrontato brillantemente il problema, aiutati anche da un decerante e uno smacchiante specifico