di Alberto Baseggio
In occasione della partecipazione al Forum Annuale dell’Associazione dei Disinfestatori Canadesi svoltosi a Vancouver a metà marzo, anche grazie alla volontà di ANID di conoscere la realtà canadese, ho avuto modo di vedere come si organizzano altre associazioni e in particolare come cerchino di fare da tramite tra chi sviluppa e detiene specifiche informazioni tecniche (es. Dipartimenti Universitari) e regolatorie (norme relative alla disponibilità di prodotti chimici per il controllo degli infestanti) e chi quotidianamente opera sul campo. Il clima del Canada condiziona lo sviluppo dei “classici” infestanti e concentra l’attività dei disinfestatori all’interno degli edifici. Le attività all’esterno riguardano il periodo estivo e mancano alcuni tradizionali campi di intervento dei disinfestatori italiani. Infatti il clima ha, per ora, protetto la maggior parte del territorio Canadese dallo sviluppo molesto di zanzare. Mancano ad esempio le zanzare a sviluppo peridomestico tipo Aedes albopictus. Per contro la tipologia costruttiva classica degli edifici residenziali fa ampio ricorso al legname e a materiale isolante che deriva dal legno.
Ecco che per alcuni infestanti “classici”, a livello globale, quali la cimice del letto e Blattella germanica la possibilità di annidarsi all’interno delle case è notevole. Si tenga presente che il differente stile di vita porta la maggior parte di chi vive nelle metropoli canadesi a consumare il pranzo fuori casa. Pertanto il numero di ristoranti attivi al piano terra degli edifici residenziali è elevatissimo. Topi e blatte se non controllati possono estendere la propria presenza alla parte residenziale degli edifici in poco tempo. Ma non è questo ciò che più colpisce. Il disinfestatore canadese ha un approccio al controllo degli infestanti molto condizionato dagli aspetti normativi. La formazione e l’aggiornamento tecnico del personale sono insiti nell’azienda e normali, non sono condizionati dalla necessità di partecipare a un’asta pubblica o di emergere rispetto alla concorrenza, semplicemente si parte dal presupposto che per svolgere questa attività bisogna possedere una formazione specifica. La formazione riguarda sia il responsabile tecnico che i singoli operatori.
E non si tratta di una scelta formale, il disinfestatore canadese può utilizzare un numero ridotto di prodotti chimici e tra questi emergono quelli a minor impatto ambientale, in sintesi bassa tossicità e modesta persistenza.
Da ciò emerge che se non si è in grado di organizzare un piano di monitoraggio efficace e preciso, non si saprà dove agire e non si può fare affidamento su una generica capacità di persistere da parte di insetticidi chimici. Inoltre la presenza di siti curati da amministrazioni pubbliche che invitano i cittadini a un uso molto oculato degli insetticidi nell’ambiente domestico, crea una predisposizione nel cliente del disinfestatore ad accogliere favorevolmente proposte tecniche “chemical-free” quali ad esempio l’impiego del calore (tecnica che non ha costi modesti e che “deve” portare a un efficace controllo dell’infestante).
Formazione e legislazione relativa ai prodotti hanno differenziato il disinfestatore da chi offre altri servizi e lo hanno ben caratterizzato agli occhi del potenziale cliente. Interessante il dialogo che si instaura tra l’Amministrazione pubblica che regola l’immissione sul mercato dei prodotti per uso professionale e l’Associazione dei disinfestatori. Vi è un confronto per cercare di prevedere quali possano essere gli effetti della dismissione di un principio attivo, nella pratica quotidiana, ne lavoro dei disinfestatori.