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La politica dei piccoli passi

Una accorta gestione aziendale, unita a competenza e professionalità, ha dimostrato come serietà e impegno siano la chiave sicura del successo

Concepita nel 2003, attiva dal 2004, Adiatek, attualmente una delle più importanti aziende mondiali fabbricanti di lavasciugapavimenti professionali, in pochi anni ha letteralmente bruciato le tappe, conseguendo risultati al di là delle aspettative dei suoi fondatori, che, peraltro, avevano pianificato un percorso a tappe preciso, verso traguardi ambiziosi, ma assolutamente nelle corde della nuova realtà industriale. E questi traguardi sono stati raggiunti e superati, nonostante gli imprevisti della “fortuna”, come la crisi mondiale che tra il 2008 e il 2009 ha messo in ginocchio l’economia di numerosi Paesi, compreso il nostro, avviando una recessione dalla quale non siamo ancora del tutto usciti.
Ma la “fortuna”, ci hanno insegnato gli antichi, se non si può prevenire, si può contenere, arginare, e, perché no?, anche contrastare e vincere, con azioni virtuose, frutto di lucidità d’analisi, rapidità di reazione, qualità umana e imprenditoriale. È questo il caso di Gian Paolo Accadia, fondatore e presidente di Adiatek, competenza ed esperienza maturate in lunghi anni di attività accanto al padre Domenico, cofondatore, nel 1974, e anima tecnica, di Comac, fino all’interruzione del sodalizio che ha contribuito alla fortuna del comparto italiano del cleaning nel mondo. Buon sangue non mente. Pertanto non era “naturale” gettare al vento un patrimonio di valori, innati e coltivati con l’humus dell’amore per il proprio lavoro, della consapevolezza di avere ancora tanto da dire e dare.
Così, Adiatek. Una partenza da zero, in un settore fin troppo affollato. Una sfida lanciata, e affrontata, con lucida e accurata progettazione. Unica alea, il mercato, oggi più che mai in continua evoluzione, bombardato da offerte a volte fin troppo allettanti.
Per Adiatek, l’impegno, da subito, è stato quello della serietà, della prudenza, dell’analisi, della valutazione e, naturalmente, della conoscenza, della competenza tecnica, della realistica cognizione di quanto sarebbe stato possibile concretizzare. Pertanto si sono messi in conto anni di sacrifici, sul piano economico. Investimenti importanti dai soci, Gian Paolo Accadia, la sorella Giliola, Mauro Praga, l’Ing. Giuliano Rigo, con l’obiettivo di raggiungere i 10 milioni di Euro di fatturato nell’arco di dieci anni, attraverso un lavoro costante di incremento della qualità delle macchine e di controllo delle vendite,  sia in Italia sia all’estero. Se non ci fosse stata la crisi del 2009, l’obiettivo sarebbe stato raggiunto molti anni prima; nel 2011 Adiatek ha comunque chiuso con un buon fatturato a 11,900 milioni di Euro. «Le lancette si sono spostate leggermente in avanti – ci ha confermato Gian Paolo Accadia – ma se nel 2009 eravamo esposti con 4 milioni di Euro, oggi abbiamo 4 milioni di patrimonio netto». Un risultato che ha dell’incredibile, se si considera che Adiatek fattura 13 milioni di Euro. Ciò significa che l’azienda, oculatamente e sapientemente gestita, crea utile che viene reinvestito, in pratica si Adiatek si autofinanzia. La crescita dell’azienda veronese è stata graduale, volutamente graduale, con una media di un 20% annuo, per non andare oltre le proprie possibilità, in quanto – sono parole di Gian Paolo Accadia – «crescere più di quanto non si possa realisticamente sostenere sarebbe pericoloso. La condizione ideale, per essere tranquilli, è quella di fare accrescere ogni anno il patrimonio netto rispetto a quello dell’anno precedente. Consolidare le posizioni raggiunte e porsi un ulteriore traguardo».

È la politica dei piccoli passi, una politica premiante, che ha portato, nel 2106, a un incremento del 13%, con oltre cinquemila macchine prodotte. E anche il 2017 è iniziato con un abbrivio positivo, tanto è vero che la crescita è già di due cifre nel primo trimestre e permette di ritenere raggiungibile l’obiettivo di arrivare a quindici milioni di fatturato nell’anno. Un traguardo senza dubbio soddisfacente, tanto più che ha destato l’attenzione di molti player internazionali, che hanno manifestato un interesse concreto, offrendosi di entrare nel capitale sociale, parzialmente o anche totalmente. In pratica, se non puoi battere un concorrente e lo temi, compralo. Attenzione che ha legittimamente inorgoglito Gian Paolo Accadia, ma siccome non si vive di solo pane e non si lavora solo per il guadagno, bensì perché si crede in qualcosa che va al di là del puro utile (se questo fosse stato l’obiettivo sarebbe stato semplice delocalizzare la produzione), le offerte sono state cortesemente, ma fermamente rifiutate. Però non ci si è seduti sugli allori. E si è cominciato a guardare al domani, nella prospettiva di un mercato che sta subendo l’ennesima rivoluzione, sia sul piano produttivo, sia sul piano distributivo. Pertanto la famiglia Accadia ha deciso di modificare la compagnie societaria, e ha creato Adiatek 2.0.  La maggioranza del capitale sociale è rimasta alla famiglia Accadia, sempre insieme all’Ing. Rigo, passando delle quote a Frank Laclie che si è impegnato a presiedere la funzione commerciale.

Tutti i soci sono presenti nel consiglio di amministrazione e, contemporaneamente, si sono assunti l’impegno di capi funzione in azienda, per cui sono tutti operativi: Gian Paolo Accadia è il presidente e direttore generale, Giliola Accadia si occupa di amministrazione e controllo, Mauro Praga è direttore amministrativo, Giuliano Rigo e Frank Laclie, come già detto, sono rispettivamente direttore tecnico e direttore commerciale. «Sono le persone a fare le aziende – asserisce Gian Paolo Accadia – e se le persone sono stimolate a svolgere bene e con passione il proprio lavoro l’azienda cresce. Io non credo nei manager “professionisti”, ma credo in professionisti che vogliano assumersi direttamente responsabilità di gestione, ognuno secondo le proprie competenze».  Il nuovo assetto, che data dalla fine del 2015, ha già prodotto sensibili miglioramenti, ulteriormente incrementati da nuove figure che sono indispensabili per affrontare vecchie e nuove esigenze di mercato e la sfida globale della digitalizzazione. A questa visone risponde l’inserimento di un giovane ingegnere incaricato del cosiddetto “problem solving”. Adiatek esporta in cinque continenti, ed è pertanto indispensabile la garanzia di un esperto che vada di persona a risolvere eventuali problemi in ogni angolo del mondo. L’assistenza tecnica è fondamentale per fare sentire ai clienti la vicinanza concreta dell’azienda e il rapporto umano diretto è il valore aggiunto di una politica aziendale che sa guardare lontano.

Anche la sfida del digitale non trova impreparata Adiatek, che sta implementando un nuovo sistema operativo, informatizzando alcuni processi produttivi e gestionali. Ma anche in questo caso, la tecnologia non esclude l’elemento umano, tanto è vero che contestualmente all’informatizzazione sono stati assunti due operai, che saranno impiegati nella produzione. Ora sono 58 i dipendenti di Adiatek, ma le assunzioni non sono giunte al termine. E l’attività procede a vele spiegate con innovazioni tecniche interessanti, che avranno il battesimo del mercato a Pulire, dove, ogni due ore, all’interno dello stand, saranno effettuate presentazioni dal vivo del nuovo sistema telematico sulle lavasciuga, che ha saputo coniugare semplicità e efficienza, per offrire all’operatore sicurezza e praticità, facilità d’uso e resa in termini di operatività, e al cliente la possibilità di monitorare costantemente lo stato delle macchine, le modalità di utilizzo, i tempi di lavoro, per poter organizzare al meglio il servizio. Il passo successivo, una nuova lavasciuga pensata per il mercato statunitense, che guarda ad Adiatek con grande interesse, ricambiato ovviamente per le opportunità che offre. «Il mercato ci riconosce tra i leader mondiali del settore – afferma Gian Paolo Accadia –. È un ruolo che sentiamo nostro di diritto, perché la nostra esperienza e competenza in fatto di lavasciugapavimenti data da quasi cinquant’anni, e che vogliamo confermare con i fatti».

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