di Noemi Boggero
Quali sono le risorse necessarie per intraprendere un processo di sviluppo in ottica 4.0? Quali le competenze? Industria 4.0 interessa solo il processo produttivo o l’intera organizzazione aziendale? Con quali supporti potrà essere attuato l’adeguamento delle industrie manifatturiere?
Queste le domande che gli imprenditori italiani si stanno ponendo circa gli inevitabili cambiamenti che quella che ormai si configura come la quarta rivoluzione industriale apporterà a livello mondiale.
Il Governo italiano ha varato un piano apposito, per orientare le aziende all’ammodernamento tecnologico e alla digitalizzazione, incrementando tutte le tecnologie abilitanti per mantenersi competitive sui mercati internazionali.
Ma il disorientamento è ancora grande e non pare ci sia ancora un’adeguata cultura imprenditoriale verso questo nuovo che avanza ormai a passi di gigante.
Da qui l’iniziativa di Afidamp, mirata a presentare ai propri associati e alle imprese di servizi i dettagli del Piano Nazionale Industria 4.0 e delle modalità di accesso alle agevolazioni che vi sono previste. Moderati dalla giornalista Lisa Iotti, si sono alternati e confrontati: Sergio Terzi, Co-Direttore Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano; Luca Del Gobbo, assessore all’Università, Ricerca e Open Innovation di Regione Lombardia; Alessandro Marini, Cluster Manager Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia; Beppe Fumagalli, Amministratore delegato Candy Italia; Giorgio Ciurlo, Key Accouny Manager SCA Hygiene and Forest Products Company; Sabrina Maruggi, Managing Partner dello Studio Maruggi.
La linea del tempo
Ha aperto i lavori Sergio Terzi, che è anche membro della cabina di regia istituita dal Ministero dello Sviluppo Economico per la migliore attuazione del Piano da parte delle imprese.
Terzi ha illustrato, lungo la linea del tempo, le varie tappe che hanno nei secoli, cambiato il mondo industriale e ha poi presentato la cosiddetta “Quarta Rivoluzione Industriale”, sottolineando che: «L’espressione Industria 4.0 esprime una visione del futuro secondo cui le imprese industriali e manifatturiere, grazie alle tecnologie digitali, aumenteranno la propria competitività grazie alla maggiore interconnessione delle proprie risorse (impianti, persone, informazioni), siano interne alla Fabbrica sia distribuite lungo la catena del valore».
Il Piano Nazionale
Questa visione, secondo Terzi, si basa sulla considerazione che questa generazione dispone di una quantità di informazioni e conoscenze, espresse in termini digitali, che le generazioni precedenti non avevano. I dati sono il nuovo petrolio, la nuova sorgente di evoluzione, sono la materia prima dell’evoluzione, che diventerà rivoluzione. Quindi il passaggio da e-voluzione a ri-voluzione deve essere effettuato in maniera consapevole. E questo è quanto si propone il Piano Nazionale Industria 4.0, con il quale l’Italia, anche se un po’ in ritardo, intende mettersi al passo con le altre nazioni, che hanno varato iniziative del genere. Nove sono le tecnologie abilitanti che il Piano ha individuato:
• Advanced Manifacturing Solutions: robot collaborativi interconnessi e rapidamente programmabili
• Additive Manifacturing: stampanti in 3D connesse a software di sviluppo digitali
• Augmented Reality: realtà aumentata a supporto dei processi produttivi
• Simulation: simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi
• Horizontal/Vertical Integration: integrazione delle informazioni lungo la catena del valore dal fornitore al consumatore
• Industrial Internet: Comunicazione multi direzionale tra processi produttivi e prodotti
• Cloud: Gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti
• Cyber security: sicurezza durante le operazioni in rete e su sistemi aperti
• Big Data and Analytics: analisi di un’ampia base dati per ottimizzare prodotti e processi produttivi
Quali possibilità aprono queste tecnologie?
1) Connettività: tutti abbiamo un cellulare che permette di essere in connessione con altri oggetti, fare ordini, acquisti, spedizioni, pagare il parcheggio eccetera. Anche le macchine possono essere connesse tra loro e lavorare in automatico. Oggi ci sono risorse tecnologiche e produttive che sono in grado di agire tra loro.
2) Computing: capacità di calcolare. Noi abbiamo a disposizione tecnologie che ci permettono di provare, di sperimentare, di modellare accadimenti futuri, come, per esempio, prevedere quando le macchine avranno bisogno di assistenza tecnica, di manutenzione eccetera.
3) Virtualizzazione: si possono vedere in 3D gli oggetti prima che siano prodotti.
L’interconnessione, ha spiegato Terzi, si unisce alla virtualizzazione, ossia si avrà un contesto virtuale in cui simulare situazioni reali, per evitare errori. In tutto questo, ha voluto sottolineare il relatore, l’uomo sarà il decisore ultimo, per cui non verrà estromesso dal processo, ma ne sarà parte integrante.
I benefici attesi sono la maggiore flessibilità attraverso la produzione di piccoli lotti ai costi della grande scala, maggiore velocità dal prototipo alla realizzazione in serie attraverso tecnologie innovative, maggiore produttività, tenendo conto che siamo al venticinquesimo posto in Europa, attraverso minori tempi di set-up, riduzione degli errori e dei fermi macchina, migliore qualità e minori scarti mediante sensori che monitorano la produzione in tempo reale, maggiore competitività del prodotto grazie a maggiori funzionalità derivanti dall’Internet delle cose.
Terzi ha però evidenziato che in Italia esiste ancora un grande gap, non soltanto nell’implementazione di queste tecnologie rispetto agli altri Paesi, ma soprattutto a livello della percezione e della conoscenza da parte dei dirigenti aziendali. Da una ricerca condotta infatti nell’estate del 2016, su 500 dirigenti intervistati, è emerso che il 38% non conosceva il fenomeno, e il 62% non aveva in programma alcuna indagine sulle competenze digitali all’interno della propria azienda. Il Piano Nazionale Industria 4.0 intende quindi colmare questo divario, favorendo le aziende negli investimenti in produttività e innovazione. Fatto un quadro delle caratteristiche del settore industriale italiano, che annovera pochi grandi player privati industriali e ICT in grado di guidare la trasformazione della manifattura italiana, con un numero limitato di capi filiera in grado di coordinare il processo evolutivo delle catene del valore; assunto che il sistema industriale è fortemente basato sulle PMI, le linee guida del Governo intendono operare in una logica di neutralità tecnologica rispetto alle diverse esigenze, intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali, operare sui fattori abilitanti, orientare strumenti esistenti per favorire il salto tecnologico e la produttività, coordinare i principali stakeholder senza ricoprire un ruolo dirigista. E si pone degli obiettivi da oggi al 2020:
Le iniziative di Regione Lombardia
Luca Del Gobbo, Assessore all’Università, Ricerca ed Open Innovation di Regione Lombardia, ha illustrato le opportunità che la Regione offre alle imprese lombarde.
“Manifattura diffusa 4.0”, è l’iniziativa a favore della rivoluzione tecnologica che attraversa tutto il sistema imprenditoriale. Punto fondamentale è l’integrazione tra formazione professionale, ricerca e lavoro artigiano, in raccordo con Università, Centri di ricerca e imprese, anche in ambito internazionale. La legge stabilisce la possibilità di introdurre strumenti innovativi di finanziamento e patrimonializzazione, così come la promozione delle iniziative di finanziamento diffuso. Si prevede una ulteriore razionalizzazione e semplificazione dei controlli, oltre a misure di semplificazione amministrativa, anche con il coinvolgimento delle Agenzie delle imprese o attraverso convenzioni con altri Enti pubblici. Quanto al fisco, si prevedono agevolazioni, nei primi cinque anni di vita dell’impresa, sulle misure di competenza regionale. La nuova legge “Lombardia è ricerca e innovazione”, della fine del 2016, introduce una serie di nuovi strumenti, tra cui 40 milioni di euro a fondo perduto per progetti che creano prodotti e processi innovativi da trasferire sul mercato.
Agevolazioni fiscali
Sabina Maruggi ha illustrato le principali agevolazioni fiscali che nel Piano Nazionale Industria 4.0 sono associate all’acquisizione di tecnologie innovative, per portare nel prossimo futuro l’industria italiana a livelli internazionali di efficienza, efficacia, capacità competitiva.
Particolarmente interessante l’iperammortamento, ossia una maxi maggiorazione che consente di incrementare del 150% il costo deducibile di tutti i beni strumentali acquistati per trasformare l’impresa in chiave tecnologica e digitale 4.0.
In poche parole, a fronte di un investimento di 100 Euro, oltre alla normale deduzione pari a 24 Ä di imposte, è possibile una deduzione fuori bilancio di ulteriori 150 Ä pari a 36 Ä di imposte nell’arco del periodo di ammortamento del bene.
Altra agevolazione è data dal superammortamento software applicabile a qualunque investimento software, purché l’azienda abbia usufruito almeno per un macchinario dell’iperammortamento: in questo caso è possibile ottenere, sempre a fronte di un investimento di 100 Euro, una ulteriore deduzione di 40 Ä, pari a 10 Ä di imposte.
Per usufruire della maggiorazione del 150%, occorre rispettare il requisito dell’interconnessione: il bene, cioè, potrà essere “iper ammortizzato” se, oltre ad essere entrato in funzione, sarà interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Fino ad allora, potrà temporaneamente godere del beneficio del super ammortamento, se ricorrono i requisiti. Le quote di iper ammortamento del 150% di cui l’impresa non ha fruito inizialmente a causa del ritardo nell’interconnessione saranno comunque recuperabili nei periodi d’imposta successivi.
Ulteriore potentissimo strumento agevolativo, meno noto, ma in vigore già da tempo e oggi inserito nel Piano Nazionale, è il credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo, che si traduce in denaro cash, pari al 50% dell’investimento, spendibile immediatamente su tributi e contributi da F24.
Da ultimo, nel Piano Nazionale Industria 4.0 è stato potenziata la legge Sabatini Ter, per cui a partire dal 1° marzo 2017 le imprese possono presentare domanda di agevolazione per usufruire del contributo maggiorato, calcolato su un tasso di interesse annuo del 3,575%, a fronte di investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.