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Il packaging che allunga la vita agli alimenti

Sul mercato, è arrivato un innovativo imballaggio studiato per aumentare la conservabilità degli alimenti, garantire la loro salubrità ed evitare sprechi di cibo e danni all’ambiente

All’interno di una struttura HO.RE.CA., è fondamentale mettere a disposizione della clientela finale i migliori prodotti freschi, certificati e di qualità. Per ottenere successo, ogni articolo deve provenire da produttori selezionati e altamente qualificati. Dai formaggi, alla verdura e alla frutta, passando per la carne, fino alla pasta, tutto deve essere freschissimo, per consentire agli chef di creare tantissime ricette e menù di alto livello. Ricchi di virtù, i prodotti alimentari freschi hanno però bisogno di un’attenzione particolare sia nella conservazione sia nel trasporto, perché, come sappiamo, soggetti a rapida deperibilità. Il primo nemico della freschezza dei prodotti, può essere individuato proprio nel trasporto. Per essere offerti al cliente in condizioni sempre migliori, gli alimenti avrebbero bisogno di durare di più. Ma come è possibile raggiungere questo risultato? Una risposta arriva da Claudio Dall’Agata, direttore di Bestack, il consorzio non profit dei produttori italiani di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta.

Lunga vita a frutta e verdura
“Generalmente – sono le sue parole – il tempo necessario affinchè frutta e verdura, dalla pianta, arrivino alla tavola, è di 48 ore. Considerato che questo lasso di tempo non è modificabile, abbiamo individuato una soluzione, relativa all’imballaggio, che consente al consumatore e al ristoratore di allungare la shelf life dei prodotti”. Per aumentare la conservabilità degli alimenti, garantire la loro salubrità ed evitare sprechi di cibo e danni all’ambiente, Bestack ha brevettato insieme all’Università di Bologna una confezione che allunga la vita di scaffale dei frutti. Si tratta di Attivo, un packaging al quale si è giunti dopo cinque anni di analisi (4.500 solo nel 2016), panel test e campionamenti nei magazzini e nei punti vendita. Oltre a prolungare la vita di scaffale (shelf life) della frutta, riduce gli scarti: si parla potenzialmente di 850 mila tonnellate di prodotto salvate dalla spazzatura ogni anno in Italia.

Dalla teoria, alla pratica
Il progetto, sostenuto da Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), forte del successo della fase sperimentale, ora è pronto a essere applicato ai casi reali. Il debutto è avvenuto nella primavera 2017 con le fragole: l’imballaggio Attivo è stato utilizzato – in parte – per il confezionamento delle fragole Candonga di Apofruit, la varietà tipica della Basilicata commercializzate dalla cooperativa con il brand di qualità Solarelli. Attivo, che nell’aspetto sembra una cassetta qualunque, è un imballaggio caratterizzato da una miscela di oli essenziali naturali nebulizzati nel cartone, in grado di contrastare l’effetto dei microrganismi che danneggiano i frutti. Così, la shelf life delle fragole aumenta da uno a due giorni, contribuendo anche a ridurre gli scarti per i rivenditori (in questo caso Apofruit) dal 3 all’8%. Ulteriori benefici sono stati individuati dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari di Cesena (Università di Bologna). In due mesi sono stati analizzati quasi 600 kg di fragole, per un totale di 3.600 controlli su 1.200 cestini. Dai test di laboratorio è emerso che lo scarto di fragole si riduce dall’8 al 18% se il prodotto è confezionato in imballaggio Attivo in cartone, rispetto al prodotto conservato in altri tipi di packaging. La percentuale diventa ancora più significativa con il progredire della stagione e con l’innalzamento delle temperature. Maggiori sono infatti le condizioni di stress del prodotto (alte temperature e umidità), maggiore è l’evidenza del beneficio dell’imballaggio Attivo: dai test universitari risulta che si potrebbe ridurre di oltre il 20% la quantità di fragole che finiscono nella spazzatura, perché non più fresche.

Grande successo anche tra i consumatori
Dopo i test effettuati in fase di confezionamento e in laboratorio, sono state fatte delle verifiche di gradimento anche all’interno del canale GDO. Su un campione di 400 consumatori, ai quali è stato proposto di provare le fragole Candonga di Apofruit, ben il 74% ha percepito una miglior conservazione della frutta contenuta nell’imballaggio Attivo di Bestack. Dati molto interessanti, che possono aprire nuove possibilità anche in altri canali, compreso quello dell’HO.RE.CA. “In sostanza nei tre livelli della filiera si confermano quindi benefici significativi, che consentono di qualificare meglio l’offerta ortofrutticola – conclude Claudio Dall’Agata -. Lo sviluppo di componenti di servizio degli imballaggi a supporto del prodotto contenuto è un elemento di creazione di valore, che l’indotto deve sviluppare, la produzione deve difendere e la distribuzione condividere. Se così sarà, anche il consumatore avrà l’opportunità di riconoscere i vantaggi del nostro progetto, sia in termini economici sia di sostenibilità, potendo mangiare prodotto conservato meglio e contribuendo alla lotta allo spreco alimentare”.

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