di Noemi Boggero
Com’è ormai tradizione consolidata, ogni evento di una certa importanza viene introdotto da un’anteprima che alimenta curiosità e attese rispetto al tema dominante che costituisce il valore aggiunto dell’evento stesso.
Anche Pulire 2017, ventitreesima edizione di una delle più importanti fiere internazionali della pulizia professionale, non si è sottratta a questa legge non scritta, ma diventata, ribadiamo, consuetudine.
Un po’ di storia
Lunedì 22 maggio, vigilia dell’apertura ufficiale della kermesse, Fimap, leader riconosciuta a livello nazionale ed internazionale nella progettazione e produzione di macchine professionali per la pulizia dei pavimenti, ha virtualmente dato il via alla manifestazione, accogliendo, nello spazio rigoroso dell’ottocentesco Teatro Ristori, collaboratori provenienti da 40 paesi nel mondo, a conferma della consolidata internazionalità dell’azienda veronese. In scena, la storia di Fimap, attraverso la voce narrante del suo Amministratore Delegato, Massimiliano Ruffo, che ne ha scandito le tappe fondamentali, ognuna delle quali ha rappresentato un momento di svolta e di evoluzione, non solo per l’azienda in sé, ma, e soprattutto, per il comparto italiano del cleaning professionale. Fimap è stata, ed è, nel racconto di Massimiliano Ruffo – e nei fatti –, pioniera per antonomasia e ha saputo, darwinianamente, attraversare tutte le fasi della storia industriale italiana, dagli anni Novanta a oggi, perché ha saputo cogliere, spesso addirittura in anticipo sui tempi, le trasformazioni epocali che hanno contrassegnato l’economia mondiale, e si è adeguata, facendosi trovare pronta agli appuntamenti decisivi.
Trasformazione/adattabilità
Ruffo ha premesso che alla radice del successo di Fimap c’è una formula “magica” e semplice nello stesso tempo, 3 P, che rappresenta i tre ingredienti fondamentali del carburante che dà all’azienda lo sprint per correre al passo con i tempi: persone, prodotti, passione.
Fimap è, infatti, la storia di prodotti che hanno “fatto” la storia del mercato del cleaning, realizzati da persone animate da una grande passione, da amore vero per il proprio lavoro e per i valori che sono insiti e radicati nel loro DNA così come nel DNA aziendale. Ruffo ha scandito più volte il binomio trasformazione/adattabilità, sintesi del percorso evolutivo di Fimap, a partire dagli inizi degli anni 2000, ossia agli albori della globalizzazione, il primo grande tsunami dei mercati mondiali.
La globalizzazione
Le prime multinazionali, la necessità di uscire dalla dimensione individuale per potere continuare a essere competitivi, le prime fusioni, alleanze, la nascita dei primi gruppi industriali, con propaggini in tutti i continenti, la delocalizzazione del lavoro. I mercati che si dilatano, la necessità di produrre grandi volumi, che ha innescato, a livello mondiale, la guerra dei prezzi, e indotto, di conseguenza, la necessità di operare economie di scala, per non soccombere, per non essere tagliati fuori. E allora Fimap ha iniziato una seria e impegnativa politica di investimenti, creando al suo interno il reparto stabile di Ricerca e Sviluppo, creando un team affiatato di professionisti in grado di capire i nuovi mercati e realizzare prodotti ad hoc. Una rivoluzione prima di tutto culturale, che ha permesso di riconsiderare il mondo del cleaning, e, concretamente, ha prodotto Genie, la lavasciugapavimenti che ha sdoganato il sistema di pulizie meccanico anche per le piccole superfici e ha segnato un punto di non ritorno per tutto il mercato. Genie, ha ricordato Massimiliano Ruffo, è stato il punto di arrivo di un processo innovativo, sul piano tecnologico, che era già iniziato anni prima, ma che non aveva incontrato il favore degli operatori, perché troppo in anticipo sui tempi. Anni dopo, a fronte di uno scenario internazionale completamente mutato e attraversato da nuove necessità, Genie è stata la risposta giusta e accolta con grande favore. La storia insegna che bisogna sapere interpretare il mercato e rispettarne i tempi.
La sfida dell’Euro
Fatto tesoro di questa esperienza, Fimap ha poi affrontato con spirito combattivo e propositivo l’altro grande momento critico per l’industria italiana: l’adozione dell’Euro.
Il cleaning made in Italy vive soprattutto di esportazione, e la parità Euro/Dollaro ha avuto, dal 2002, un forte impatto sul business nazionale. Contemporaneamente, sul palcoscenico mondiale si andava affacciando l’Estremo Oriente, in primis la Cina, trasformata dalle aziende europee e occidentali in genere, in immenso bacino di produzione, dapprima come contoterzista a bassissimo costo, e poi come fornitore di brand propri, che copiavano pedissequamente le macchine europee proponendoli a prezzi stracciati, insostenibili per le aziende tradizionali, vincolate da regole e normative di tutela del lavoro e dell’utenza, ma non tutelate da una concorrenza sempre più sleale. Periodo di grande crisi, dovuto alla somma di globalizzazione e delocalizzazione, che ha creato nuovi scenari a livello internazionale, con una corsa al ribasso dei costi di produzione, da perseguire anche scriteriatamente. Ma, ed è proprio la Cina che ce lo ha insegnato, nel concetto di crisi è insito il concetto di opportunità. E Fimap ha colto l’opportunità che aveva intuito. E, pur non rinunciando alla qualità della sua produzione – anzi implementandola – ha riorganizzato il sistema produttivo ancora una volta in maniera rivoluzionaria, che le ha consentito di realizzare bassi costi di gestione, una grande produttività e un ottimo rapporto qualità prezzo.
È nata così la gamma Affordable Cleaning, costituita da macchine più semplici, destinate a una fascia media di mercato ma con prestazioni altamente performanti.
Industria 4.0
E arriviamo a oggi e alle nuove turbolenze che stanno attraversando i mercati. È in atto la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, che sta creando scompiglio e timori più di quanto non sia mai avvenuto in passato.
Industria 4.0, digitalizzazione spinta, robotica, stampanti 3D e via dicendo: uno scenario in rapidissimo divenire che sta terrorizzando il mondo del lavoro, perché le trasformazioni in atto sono così veloci che non se ne capiscono gli orizzonti. Tanto che anche Bill Gates, che di questo mondo digitale è uno dei massimi protagonisti, ha proposto di tassare i robot, per aiutare gli uomini a capire meglio quale sarà il loro ruolo nel day after sempre più vicino. E Fimap è già pronta, perché ha colto da subito, dai suoi primi albori, le potenzialità del nuovo che avanza, e ha voluto guidarne l’evoluzione, senza farsene travolgere. Quindi, nuovo sistema gestionale e produttivo, nuova rivoluzione culturale, che coinvolge, e non esclude, le persone, infondendo in loro nuova passione, per la realizzazione di prodotti ancora una volta assolutamente di nuova concezione, destinati a essere protagonisti assoluti. Le nuove macchine Fimap sono studiate non solo per ottimizzare il lavoro, ma per ottimizzare la vita di chi le progetta e di chi le utilizza. La persona è sempre al centro della politica aziendale e il rapporto uomo/macchina, Machine2Man, è un rapporto non ostile, ma che integra il rapporto Machine2Machine, lasciando all’uomo il dominio della situazione. Oggi le macchine Fimap possono essere gestite da telefonini, tablet, ossia da tutti quei device che già fanno parte della vita di tutti noi. La comunicazione tra macchine e operatori, tra macchine e macchine è funzionale a una gestione ottimale della qualità della vita di tutti.
Sostenibilità ambientale
Perché le nuove proposte Fimap tengono conto anche dell’altro grande tema sentito come vitale e fatto proprio dalla sensibilità aziendale: quello della sostenibilità ambientale, che oggi si declina nei termini di Economia Circolare. E le macchine Fimap sono progettate, da subito, per essere efficienti a trecentosessanta gradi, ossia per avere un ciclo di vita che in ogni sua fase generi valore. Dalla scelta dei materiali, praticamente tutti riciclabili, al design, alla riduzione dei consumi di acqua ed energia, con la possibilità di definire in anticipo il lavoro della macchina per la specifica esigenza, al riciclo del detergente e dell’acqua, alla maggior autonomia delle batterie, alla personalizzazione totale che permette a ogni operatore di creare la propria macchina a seconda della tipologia di ambiente, di sporco, di capacità personali, all’azzeramento della produzione di rifiuti: ogni particolare viene studiato e il risultato non è tanto una macchina, quanto un servizio completo, totale, che vuole realizzare armonia tra tutti i soggetti del cleaning.
È questione di valori
Un’armonia, che trova, per Massimiliano Ruffo, una sua efficace rappresentazione e corrispondenza nelle proprietà dell’acqua, il primo e più efficace detergente naturale, il primo e indispensabile elemento delle lavasciugapavimenti. L’acqua è simbolo di vita, è una necessità primaria, si trasforma in continuazione, si adatta a qualsiasi forma, senza però cambiare mai composizione. Come Fimap, che si è evoluta nel tempo, adeguandosi a ogni mutamento, mantenendo però intatto l’approccio familiare e interpersonale, basato sul riconoscimento di valori che mettono in primo piano l’uomo. L’acqua va preservata, gestita in maniera corretta, tramandata ai nostri figli. I valori umani vanno preservati, gestiti in maniera corretta, tramandati di generazione in generazione. È la filosofia Fimap.