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L’Anno felix delle Lavasciugapavimenti

In un panorama del Cleaning relativamente statico, spiccano le Lavasciugapavimenti ricompensando produttori e dealer per gli sforzi effettuati negli ultimi anni, in termini di innovazione e sviluppo commerciale

di Uberto Marni

Secondo quanto diffuso da Afidamp nella sua annuale indagine presso i fabbricanti del cleaning, “Le macchine, dopo l’exploit dell’anno precedente, in cui segnavano un trionfante +11% di fatturato, presentano un 2016 all’insegna della staticità, senza oscillazioni nei ricavi”. Crescite contenute, livelli di fatturato pressoché costanti, “con lievi variazioni dallo 0 al 4% e una sola eccezione: la categoria accessori e ricambi macchine, che vola con un +20%”. Anche il segmento delle lavasciugapavimenti ha avuto risultati che eccedono la media dell’anno, con una crescita da “anni d’oro” sul mercato italiano, pari a quasi +26%, per un totale vendite di 47.328.184 €. Le esportazioni, che rappresentano il 72% della produzione, sono cresciute meno del mercato interno, facendo registrare un +3,8%, per un valore di poco più di 122 milioni. La crescita totale, Italia + export, è stata del +9,1%, per 95.194 macchine consegnate e un fatturato totale di 169,4 milioni.
Gli altri segmenti del cleaning si sono dimostrati meno generosi, portando il Cleaning totale a un +3% sul mercato interno, come recita il sondaggio di Afidamp: “Il fatturato totale del mercato interno è pari a 776.771.389 € e segna una crescita del 3% (nel 2015 segnava un +9)”.
Quindi, in un panorama relativamente statico, spiccano le performances delle Lavasciugapavimenti, macchine spesso costose, il cui exploit ricompensa produttori e dealer per gli sforzi effettuati negli ultimi anni, in termini di innovazione e sviluppo commerciale.

Incentivi fiscali e Boom nazionale
Secondo Giancarlo Ruffo, AD di Comac e presidente del Gruppo Ruffo, si è verificata, da parte della clientela, una sorta di “sblocco psicologico”, che ha portato a un’apertura verso nuovi investimenti: «Il 2016, per Comac, è stato un anno assai positivo, sia sul fronte delle nuove produzioni che su quello del fatturato, con il consolidamento della nostra rete distributiva in Italia e all’estero. Naturalmente abbiamo compiuto un grosso sforzo per acquisire nuove partnership commerciali, affacciandoci con successo su nuovi, importanti mercati esteri. Quanto all’Italia, in effetti, dopo anni di stagnazione, il mercato ha dato concreti segnali di ripresa. Credo che nel conseguimento di questo incoraggiante risultato si siano rivelati utili, per rilanciare le vendite interne, gli incentivi statali del cosiddetto “Super ammortamento 140”, per l’acquisto di beni strumentali nuovi. Buoni risultati stanno arrivando anche grazie alla nuova sensibilità verso il GPP (Green Public Procurement n.d.r.), che ha finalmente trovato un preciso quadro normativo di riferimento e vincolo per la Pubblica Amministrazione. Al riguardo la “Strategia europea per l’economia circolare”, prevede un ruolo fondamentale per le Pubbliche Amministrazioni nella promozione dell’eco-innovazione di prodotti e servizi e nell’incremento del riutilizzo dei materiali attraverso le pratiche di acquisto pubblico verde».
Incentivi fiscali e imposizione di norme evolute da parte del Governo Centrale, iniziative che, in una fase critica, possono fare la differenza, come i dati dimostrano, almeno in questo segmento.

Strategie efficaci
Più centrate sull’onore al merito per le strategie adottate le considerazioni di Gabriella Bianco, Communication & Marketing manager di IPC: «Per quanto riguarda il mercato delle lavasciugapavimenti, il nostro gruppo ha visto chiudere il 2016 con un incremento di fatturato del 4,39%; l’esportazione è cresciuta in misura maggiore, sia rispetto alla media segnalata da Afidamp, sia rispetto alla percentuale di vendita nazionale. Posso quindi affermare che il mercato estero offre grandi soddisfazioni a chi dà priorità alla qualità e innovazione. IPC ha da sempre puntato sull’innovazione tecnologica dei propri materiali e prodotti, sfruttando tutto il know-how che solo il made in Italy può offrire; in questo modo è riuscita a soddisfare una clientela globale ogni giorno più attenta alle prestazioni e alla qualità dei prodotti, ritagliandosi una fetta importante nel mercato premium. Rimaniamo quindi decisamente positivi prevedendo, per quest’anno, risultati significativi, a doppia cifra a livello nazionale».
Interessanti anche le Strategie di sviluppo di un’azienda consolidata come RCM, in un momento in cui, negli affari, si sente molto parlare di resilienza, capacità di rapido intervento e, in generale di gestione delle incertezze e degli imprevisti. Va da sé che in azienda, sia la crescita commerciale, sia la ricerca e sviluppo, necessitano di pianificazioni a medio e lungo termine. Abbiamo quindi chiesto a Daniele Sambati, Sales Director di RCM, come si conciliassero le attuali esigenze di “tutto e subito” con le loro strategie: «Una pianificazione prevede anche, in una certa misura, la gestione degli imprevisti, ma è vero che negli ultimi anni si è assistito ad una crescita “violenta” della richiesta di macchine pronte e immediatamente disponibili; è stato quindi necessario incrementare il magazzino mentre, nello stesso tempo, abbiamo investito per migliorare la velocità d’intervento, sia sul fronte del Service, sia su quello Commerciale, avvantaggiandoci rispetto alla concorrenza».
Anche per Stefano Conzatti, Responsabile Vendite Italia di Lindhaus, azienda ormai consolidata da molti anni, soprattutto all’estero: «Oggi le aziende devono saper conciliare bene due canali di lavoro a velocità molto diversa tra loro: uno è la progettazione, ricerca e sviluppo, con ottica medio periodo; l’altro il commerciale/marketing che sfocia nel servizio clienti, in ottica brevissimo periodo, diremmo quasi in tempo reale, se l’obiettivo com’è ovvio è quello di generare un alto livello di customer satisfaction. Il “tutto e subito” è assicurato da parte nostra grazie a un magazzino prodotti finiti, ricambi e accessori sempre regolarmente in pronta consegna, anche per modelli prodotti fino a 20 anni fa: questo significa essere sempre pronti a esaudire qualsiasi richiesta». L’offerta affianca quindi a macchine di fascia elevata, servizi con il medesimo livello qualitativo, per mantenere la posizione nel mercato .
Sul tema della migliore strategia che coniughi esigenze aziendali e domanda di mercato, abbiamo sentito anche Luca Pedrotti, Sales Director di Ghibli, che ci ha detto: «Di sicuro i punti di capacità di rapido intervento e reazione al mercato sono key points; ma certamente un’azienda ben strutturata e organizzata deve avere nel proprio funnel (imbuto, vedi figura, n.d.r.) un progetto a lunga visione nel quale sia ben chiaro quali debbano essere i prodotti e le nuove tecnologie da introdurre sul mercato negli anni successivi».

Funnel:
Anche Dante Rossetti, responsabile marketing di Lavorwash, su questo tema ci offre una interessante sintesi della domanda di oggi: «In questa fase è centrale la capacità di rapido intervento, per rispondere ai clienti e alle loro esigenze e far coincidere questa rapidità con processi di sviluppo che, per definizione, necessitano di più tempo, è complesso, ma il valore dell’azienda si percepisce all’esterno anche da questa capacità e rapidità di agire».
Per Mauro Liffredo, Product Manager Professional di Kärcher: «Ciò che ha permesso a Kärcher Italia di creare delle solide basi è stato lo stretto contatto stabilito con il cliente (Customer Centric); Kärcher è in grado di fornire alle aziende che la scelgono come partner consulenza specialistica in diversi ambiti: normative di sicurezza, standard di pulizia, analisi delle effettive esigenze di pulizia, razionalizzazione dei costi. Questo ha consentito e consente all’azienda di vantare una migliore reazione nei confronti dei cambiamenti e delle incertezze propri del mercato.
Le grandi sfide sono quelle che ci impongono di saper ricavare valore dalla digitalizzazione e dall’immensa mole di dati disponibili che ne deriva. Si aggiungono le questioni che attengono alla sostenibilità ambientale, che dovrà trasformarsi sempre di più in concreta opportunità di sviluppo».

Anche le Esportazioni crescono
Le crescite si sono verificate, quindi, sia in Italia, sia all’estero, come conferma Daniele Sambati, direttore commerciale di RCM: «La nostra esperienza è stata positiva sia in Italia sia all’Estero ma con un maggiore incremento per le vendite export rispetto al mercato interno, che risente ancora di una prudenza negli investimenti come effetto della crisi economica. Gli incentivi e le strategie principali sono state, comunque, la qualità dei servizi accessori (noleggi, finanziamenti, promozioni) e la qualità intrinseca dei nostri prodotti (marchio italiano, componentistica di qualità e conseguente affidabilità). RCM ha sempre puntato sulla qualità complessiva fatta di affidabilità, facile manutenzione e semplicità d’uso che, anche nel 2017, sta pagando con un incremento delle vendite generalizzato».

Brexit, Sud Europa e Medio Oriente
Lo scenario internazionale è in una fase di grande cambiamento: l’Europa meridionale sta recuperando posizioni e appare meno depressa rispetto all’anno scorso, mentre è intervenuta la famigerata Brexit, con eventuali conseguenze commerciali, e gli Stati Uniti di Trump sembrano assumere atteggiamenti più protezionistici per il proprio mercato. Le buone notizie riguardano il Medio Oriente e l’Iran in primo luogo, mercati in crescita che nel nostro paese sanno di acquistare bene, nel comparto del Cleaning. In una fase così turbolenta, abbiamo voluto chiedere alle principali aziende rivolte alle esportazioni quali saranno gli impatti nel nostro segmento, partendo da dati concreti: nonostante l’esportazione di lavasciugapavimenti si mantenga su quote importanti, nell’ultimo anno si è registrato un notevole differenziale di crescita del mercato interno (+25,6%) rispetto a quello internazionale (+3,8).

Per Stefano Conzatti di Lindhaus: «È evidente come l’incertezza regni sovrana in Europa, e come ci sia mala gestione e mancanza di regole chiare e condivise. Quando manca l’unità di intenti non ci si può aspettare nulla di buono. Riteniamo perciò produttivo, al momento, lavorare in un’ottica di breve termine, gestendo i singoli mercati, nazione per nazione, e cercare opportunità mirate in tal senso. Impossibile a oggi prevedere gli effetti reali della Brexit e delle scelte del nuovo governo U.S.A.: essendo noi ben radicati in questi mercati, confidiamo che sapremo confermare con successo le posizioni acquisite con tanto lavoro e fatica. I clienti Lindhaus sono estremamente fidelizzati e soddisfatti dei nostri prodotti, quindi non ci abbandonano. Il Far East è un mercato che di anno in anno è sempre più strategico per noi: i rapporti commerciali in essere sono in crescita graduale e costante, e talvolta ci si presentano nuove opportunità attraverso feedback positivi e al passaparola: è molto appagante raccogliere quanto di buono si è seminato».
Dante Rossetti, di Lavorwash: «Vado per ordine. L’Europa meridionale cresce lentamente ma cresce: siamo ottimisti e i risultati che vediamo nel primo trimestre 2017 ci stanno dando ragione. Per la Brexit dobbiamo aspettare. Qualche particolare situazione si è venuta a creare, ma per il momento niente di impattante; anche nel caso degli U.S.A. meglio valutare gli effetti pratici di queste politiche protezionistiche. I Paesi Medio Orientali sono storicamente per noi paesi conosciuti, sicuramente in questo periodo molto vitali; le macchine Italiane sono apprezzate all’estero per qualità e rapporto qualità/prezzo».
Giancarlo Ruffo, AD di Comac: «Quanto alla Brexit, se è pur vero che gli accordi commerciali in essere non sono stati modificati, il disagio creato dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione peserà indubbiamente a lungo sull’attività economica sia del Regno Unito che della UE. Pertanto, anche l’industria del cleaning è destinata a risentirne, sia pure in misura minore rispetto ad altri comparti. Quanto a possibili effetti di eventuali politiche protezionistiche del neopresidente USA, gli interrogativi e le preoccupazioni sono più che legittime, ma per il momento nel nostro settore, grazie alla sostanziale parità monetaria delle due valute, l’andamento è per noi positivo. La speranza per il made in Italy è che il trend di crescita del nostro export verso gli Stati Uniti prosegua anche durante la presidenza Trump, senza essere influenzato dal probabile allontanamento fra Europa e USA, che potrebbe materializzarsi nei prossimi anni. Infine, un discorso a parte meritano i Paesi Medio Orientali, che sono al centro di un grande interesse. Finora i prodotti a marchio Comac sono stati apprezzati nella Penisola Arabica: mi riferisco in particolare alle nostre spazzatrici stradali come la CS140 T Twin Action che funziona senza consumare acqua, particolarmente “gettonata” negli Emirati Arabi. Ora si prospetta l’apertura all’Occidente anche da parte del grande mercato iraniano. Certamente, dopo la revoca delle sanzioni internazionali, l’Iran si delinea come un Paese con nuove opportunità di business. La rimozione delle sanzioni, infatti, ha sbloccato un mercato dalle grandi potenzialità, con una popolazione di quasi 80 milioni di abitanti in rapida crescita, sempre più urbanizzata, molto giovane e in possesso di un elevato livello di istruzione. Per le imprese italiane esistono quindi buone opportunità di business, ma è necessario un approccio al mercato adeguato alle caratteristiche del Paese, senza sottovalutarne i rischi economici, legali e finanziari ancora molto presenti».
Anche Patrick Vangenstel, titolare di 4CleanPro vede nelle esportazioni il principale motore di crescita per la propria azienda: «A partire dalla fiera di Amsterdam, nel 2016, abbiamo conosciuto una fase di grande boom, grazie a Mira, una lavasciuga pavimenti piccola e flessibile, utilizzabile anche come monospazzola per rifinire il marmo o il parquet». Il modello è stato molto apprezzato dal mercato, che ha riconosciuto il valore della versatilità della macchina e premiato 4CleanPro, con una continua crescita nelle vendite. «Quest’anno andrà molto meglio del 2016, sia per la macchina particolarmente gradita, sia per il resto della gamma, di cui oggi la clientela riesce a percepire la qualità di realizzazione e il valore». Prodotti di fascia elevata per un pubblico esigente: Patrick Vangenstel, vede nei paesi del nord Europa, nei paesi baltici e nella Spagna i mercati più ricettivi e dinamici per le macchine.
Si tratta di mercati avanzati, con domanda matura e attenta, più concentrata sul valore che sul prezzo. «In un contesto in cui la clientela è meglio informata, percepita l’affidabilità e versatilità delle nostre macchine, sono gli stessi clienti a chiedere altro, con un effetto sull’intera attività di 4CleanPro». L’Inghilterra è, ovviamente, uno dei mercati di riferimento per Patrick Vangenstel, che ritiene che l’effetto Brexit sarà trascurabile, con numerose aziende contrarie all’uscita dall’Unione Europea e orientate alla migliore offerta in un mercato molto competitivo, piuttosto che all’allontanamento da fornitori strategici.
Per Gabriella Bianco di IPC: «Per quanto riguarda la Gran Bretagna, dove IPC detiene un’importante quota di mercato, possiamo affermare che i preannunciati “scenari catastrofici” derivanti dalla così detta Brexit non si siano avverati, limitandosi a una leggera flessione nel cambio euro-sterlina. L’Iran, grazie alle nuove condizioni commerciali post revoca embargo, risulta uno dei nostri maggiori mercati emergenti. Tuttavia riteniamo che le aree con le più elevate potenzialità rimangano, per il settore floorcare, quelle del Sud Est Asiatico con Corea, Thailandia, Giappone e Indonesia su tutti».

Lavasciuga 4.0
La quarta rivoluzione industriale interessa anche il segmento delle lavasciugapavimenti. L’offerta disponibile, molto apprezzata dalle imprese di servizio più rilevanti, prevede forme di “intelligenza” relativa a bordo delle macchine e, soprattutto, la comunicazione verso server centrali o, come è sempre più speso in voga, utilizzando servizi Cloud. Sensori disponibili negli edifici e nelle aree in cui è necessaria particolare attenzione completano le piattaforme di servizio, con dati trasmessi in tempo reale, ma soprattutto reperibili e organizzabili anche a distanza di tempo, permettendo maggiore efficacia e offrendo, ovviamente, un notevole vantaggio competitivo, contenendo i tempi di intervento e, naturalmente, anche gli investimenti necessari per i servizi.
Ecco lo stato dell’arte a parere di Luca Pedrotti, di Ghibli: «Il futuro ci riserverà sicuramente molte sorprese. Attualmente penso che siamo solo all’inizio di questa evoluzione nell’utilizzo della rete e della sua applicazione a sistemi integrati di Cleaning. Per ora sembra confermarsi che laddove si concretizza il valore aggiunto dell’operatore, la macchina non potrà facilmente rimpiazzare l’intervento umano. Mentre per quelle operazioni di pulizia in cui non è richiesto un particolare intervento dell’operatore, sicuramente ci saranno spazi di crescita per ‘sistemi intelligenti’».
Gabriella Bianco, di IPC spiega che «L’Internet of Things rappresenta già il terreno di sfida anche all’interno del mondo Cleaning, e IPC non è rimasta a guardare inserendo all’interno della propria offerta, per esempio con la CT51, i sistemi Telematics GPS che permettono al cliente di tenere sotto controllo la singola macchina o l’intera flotta dal proprio smartphone, tablet o pc, verificandone la posizione, la vita delle batterie, lo stato dei motori e dei componenti e le ore di utilizzo. Dati che possono essere scaricati e analizzati per identificarne i più importanti, permettendo la programmazione di interventi di manutenzione e riducendo drasticamente i costi». Una riflessione sull’attuale rivoluzione industriale e l’auspicio che si diffondano sistemi intelligenti negli edifici nel pensiero di Giancarlo Ruffo, AD di Comac: «Le macchine intelligenti esistono già; basti pensare alle lavasciuga e spazzatrici prodotte da Comac e da altre aziende del Gruppo che impiegano al meglio avanzati dispositivi in grado di trasmettere in tempo reale informazioni che permettono all’utente di sapere dove si trovano e cosa stanno facendo. Più in generale, trovo che tutta la tematica della “quarta rivoluzione industriale” sia estremamente importante e stimolante. Ritengo che le innovazioni introdotte dalla tecnologia nel modo di produrre delle aziende siano già in parte, e siano destinate a esserlo in modo esponenziale negli anni a venire, di enorme impatto economico e sociale. Le opportunità connesse all’introduzione della digitalizzazione e della robotica sono parecchie, ma i rischi appaiono altrettanto numerosi ed evidenti. L’evoluzione tecnologica del Cleaning è un tema di grande interesse e molte imprese di pulizia e servizi lo stanno affrontando anche in Italia, cercando di coinvolgere le imprese produttrici. La strada da percorrere in questa direzione, comunque, è ancora molto lunga».

Connected Cleaning
Si muove lungo questo percorso anche la multinazionale Kärcher, come spiega il PM Professional Mauro Liffredo: «La ricerca in ambito cleaning ha permesso di compiere notevoli passi in avanti e la tecnologia ha raggiunto livelli avanzati in ogni settore. A livello strategico, per Kärcher, la componente “innovazione” mantiene sempre un ruolo determinante. In Kärcher abbiamo già realizzato molti sistemi avanzati, in questo senso. Un esempio è la tecnologia di controllo dei mezzi da remoto, il Connected Cleaning, che rappresenta la nuova frontiera della pulizia professionale; si tratta di un software gestionale che ha lo scopo di tenere sotto controllo il processo di pulizia e sanificazione, dalle macchine all’attività del personale addetto, che nel Cleaning rimane fondamentale, rendendolo semplice, facile e veloce e permettendo una verifica puntuale del risultato. Su questa piattaforma per ora abbiamo inserito due grandi prodotti digitali: Kärcher Fleet e Kärcher Eco!manager (oggi Manage): Kärcher Fleet è una soluzione professionale, futuristica e all’avanguardia per il controllo delle flotte; Kärcher Manage, versione migliorata del famosissimo Eco!manager, offre la possibilità di avere sempre sotto controllo lo stato dell’attività: pulizia manuale, tempistiche lavorative, controlli e danneggiamenti di oggetti. Tutti i dati importanti vengono caricati online e rimangono a disposizione all’infinito sul cloud. La tecnologia, quindi, c’è ed è pronta. In molti casi, però, vengono sviluppati sistemi così sofisticati che i costi del prodotto aumentano al punto da non consentirne l’inserimento nel mercato. Questo non vuol dire che la ricerca debba fermarsi, perché chi non investe in innovazione è destinato a non crescere».

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