Igiene e Ambiente - Disinfestazione

Il diserbo ecologico

Misure attuative per ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari in aree frequentate dalla popolazione

Con il Decreto del 22 gennaio 2014 è stato approvato il Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, secondo quanto previsto dall’articolo 6 del D.Lgs n° 150 del 14 agosto 2012 recante l’attuazione della Direttiva 2009/128/CE per un uso sostenibile dei pesticidi.
Da una lettura veloce e sentendo parlare di pesticidi sembra che tutto si riferisca al campo agricolo, ma entrando meglio nel dettaglio si nota come il Piano di Azione Nazionale (PAN) prevede “soluzioni migliorative per ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari anche in aree extra-agricole frequentate dalla popolazione, quali le aree urbane, le strade, le ferrovie, i giardini, le scuole, gli spazi ludici di frequentazione e tutte le loro aree a servizio”.
In particolare al punto A.5.6 indica che “ai fini della tutela della salute e della sicurezza pubblica è necessario ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari o dei rischi connessi al loro utilizzo nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, ricorrendo a mezzi alternativi (meccanici, fisici, biologici), riducendo le dosi di impiego e utilizzando tecniche e attrezzature che permettano di ridurne al minimo la loro dispersione nell’ambiente” precisando che “le suddette aree includono, a titolo esemplificativo e non esaustivo, comunque, parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno e confinanti con plessi scolastici, parchi gioco per bambini, superfici in prossimità di strutture sanitarie, piste ciclabili, zone di interesse storico-artistico e paesaggistico e le loro pertinenze, aree monumentali e le loro pertinenze, aree archeologiche e le loro pertinenze, aree cimiteriali e le loro aree di servizio”. In tali aree il PAN disciplina inoltre che la popolazione deve essere avvisata “attraverso l’apposizione di cartelli che indichino, tra l’altro, la sostanza attiva utilizzata, la data del trattamento e la durata del divieto di accesso all’area trattata” che “la durata del divieto di accesso non deve essere inferiore al tempo di rientro eventualmente indicato nell’etichetta dei prodotti fitosanitari utilizzati e, ove non presente, nelle aree frequentate dai gruppi vulnerabili non può essere inferiore a 48 ore” prevedendo inoltre “ad un’adeguata e visibile segnalazione e, in relazione alla specifica situazione, ad un’eventuale delimitazione delle stesse”.
Il PAN prevede inoltre che “le Regioni e le Provincie Autonome possono predisporre Linee di Indirizzo relativamente all’utilizzo dei prodotti fitosanitari per la gestione del verde urbano e/o ad uso della popolazione, in conformità a quanto previsto dal Piano. Le Autorità locali competenti, tenendo anche conto di tali Linee di Indirizzo, ove disponibili, adottano provvedimenti necessari per la gestione del verde urbano e/o ad uso della popolazione, relativamente all’utilizzo dei prodotti fitosanitari”
Premesso quanto sopra, le Autorità Locali, hanno dovuto individuare dei mezzi di difesa idonei per il controllo degli organismi nocivi alle piante e delle erbe infestanti, e sulla base del punto A.5.6.1 del PAN “Utilizzo di prodotti fitosanitari ad azione erbicida” devono individuare:
a) le aree dove il mezzo chimico è vietato e in particolare si fa comunque divieto di utilizzo di tali prodotti nelle aree cortilive dei plessi scolastici delle scuole dell’infanzia, primarie e centri diurni per l’infanzia e nelle aree gioco dei parchi destinati ai bambini;
b) le aree dove il mezzo chimico può essere usato esclusivamente all’interno di un approccio integrato con mezzi non chimici e di una programmazione pluriennale degli interventi e in tali aree la presenza della popolazione deve essere saltuaria o limitata a brevi periodi potendo inoltre delimitare e circoscrivere tali aree per impedirne l’accesso dopo l’esecuzione del trattamento al fine di evitare qualsiasi effetto avverso;
anche se, rispetto a quanto richiamato al punto A.5.6.1 del PAN, per la gestione della flora infestante in ambito urbano, ai fini della tutela della salute della popolazione, è altamente raccomandato l’utilizzo di tecniche alternative all’uso dei prodotti chimici anche se più onerose e complesse, ricorrendo in prima istanza a mezzi meccanici (sfalcio) e/o fisici (pirodiserbo, utilizzo acqua calda, vapore, ecc.) con uso di prodotti erbicidi solo estemporaneo e con tutte le limitazioni prima identificate.

Sistemi alternativi
In un ambito urbano, valutate quindi le limitazioni da adottare per l’utilizzo di erbicidi, hanno e stanno sempre più portando all’utilizzo di sistemi alternativi al prodotto chimico, che risulti non solo rispettoso per l’ambiente ma anche per la sicurezza di cittadini e operatori del servizio.
Tralasciando lo sfalcio meccanico, abbondantemente utilizzato nei cigli stradali e in tante altre situazioni, tra le altre tecnologie adottabili per un diserbo ecologico troviamo il pirodiserbo, che per funzionare ha la necessità di utilizzare come propellente del GPL (gas di petrolio liquefatti) in bombole per produrre del calore in prossimità della pianta, che a seguito di un’esposizione a 90 – 95°C, per la durata di un secondo circa, causa una espansione repentina del plasma cellulare nelle foglie provocando la rottura della membrana esterna interrompendo il flusso intercellulare di alimentazione. A causa della lacerazione della cuticola e quindi con una continua evapotraspirazione entro due o tre giorni la pianta secca.
Altro tipo di diserbo ecologico e dato da trattamenti ad acqua calda o vapore. In questo caso il vapore prodotto a oltre 100°C causa una “lessature della foglia” uccidendo lo strato epigeo della pianta, ma presenta degli effetti molto deboli sull’apparato radicale e nessun effetto sui semi e richiede inoltre per l’operatore un patentino.
L’ultima tipologia di diserbo che andiamo a trattare è quello che sembra essere sicuramente il più completo di tutti, sistema utilizzato da Biblion srl, il sistema a schiuma calda un sistema che integra il calore con una schiuma calda completamente biodegradabile. Tale sistema, rispetto ai classici sistemi a schiuma calda, con temperatura dell’acqua a 65°C, utilizza un sistema dove l’acqua fuoriesce a 95°C e si integra pienamente con la schiuma che riesce a mantenere la temperatura elevata per un periodo di tempo che permette la completa mortalità della pianta. Il sistema, iniziato a studiare nei primi anni del 1990 in Inghilterra, grazie anche a una stretta collaborazione con il Dipartimento di Scienze Vegetali dell’Università di Cambridge (UK) ha trovato il suo completamento pochi anni ottenendo il brevetto per tale sistema.
La caratteristica particolare è che l’acqua calda rilasciata dall’apparecchiatura alla temperatura di 95°C agisce con una schiuma calda a base di oli vegetali sostenibili e zuccheri, che permette di mantenere il calore garantendo non solo la morte fogliare (come avviene per i tradizionali sistemi a vapore o con il pirodiserbo) ma anche una sterilizzazione delle sementi presenti oltre ad un danneggiamento delle radici. Si ha quindi che, rispetto ai classici trattamenti con vapore, si hanno circa un 50% di trattamenti annuali in meno, con anche una maggiore sicurezza da parte degli operatori preposti al servizio e della cittadinanza tutta. Ottimi risultati si hanno anche anche su muschi e licheni, solitamente non intaccabili in ambito urbano da parte dei classici erbicidi. Il sistema attualmente è in uso nei maggiori paesi della Comunità Europea (Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Austria , ecc.) oltre che nel Regno Unito, in Canada, Sud Africa e Nuova Zelanda. In Italia è stato stato utilizzato con ottimi risultati presso importanti realtà tra cui il Comune di Modena, il Comune di Cividale del Friuli (UD) e il Bioparco di Roma, risultando completamente sicuro e impiegabile senza restrizioni in presenza di bambini, animali domestici e ambienti delicati permettendo inoltre di mantenere l’ambiente sano per la gente e la fauna selvatica.

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