Premetto che l’obiettivo sarebbe capire, partendo dalla situazione attuale, quali saranno le strategie e le risorse tecniche applicate ai vari segmenti di mercato del futuro. Alla luce della tua lunga esperienza come vedi la realtà di oggi nella disinfestazione?
«Nel settore pubblico sta crescendo l’attenzione al problema zanzare. Questi ronzanti insetti stanno aumentando di numero e, in parallelo, cresce la preoccupazione dei cittadini e dei media per le implicazioni sanitarie a essi collegate. Per quanto concerne i roditori, fatto salvo numerose eccezioni, la tendenza è delegare ai privati il controllo di tali infestanti. Comunque, data la mia passione per il footing, ogni tanto dalle mie parti incontro qualche erogatore di esche messo qua e là. Fa eccezione, per quanto mi è dato sapere, una città del Veneto ove la derattizzazione è sistematica e di erogatori se ne incontrano parecchi. Direi che non essendo un “problema pungente” non è prioritario.
Ho notato che più o meno questo atteggiamento vale anche per il problema dei piccioni urbani. Una cosa positiva è che le nuove generazioni di funzionari pubblici sono più informate e, complice soprattutto Internet, l’attenzione alle formulazioni dei PMC sta entrando nel loro bagaglio professionale. Quando parlo di formulazione mi riferisco proprio alla purezza dei componenti, alla facilità di manipolazione delle confezioni e al processo di produzione dei PMC (futuri Biocidi). Facendo un parallelo culinario, per preparare un buon piatto è indispensabile avere ottimi ingredienti ma è altrettanto necessario avere un ottimo cuoco. Parallelismo ancor più pertinente per le esche rodenticide dove l’appetibilità ha quasi maggior peso del principio attivo.
Per la filiera alimentare, vedi le leggi cogenti fra cui gli HACCP e le norme volontarie (vedi BRC) le cose stanno galoppando verso una gestione consapevole sia dei rischi igienici sia legali e sono clienti esigenti ma in genere disposti a monitorare per organizzare al meglio la prevenzione e la lotta mirata».
Direi che il quadro che descrivi è incoraggiante, ma secondo te quali sono le tendenze del settore?
«Il mondo del monitoraggio si sta espandendo e lo slogan “prevenire è meglio che combattere” sembra accumunare i clienti disponibili a cavalcare l’onda della prevenzione con i disinfestatori in grado di essere dei consulenti. Questa convergenza di intenti ci ha portato a utilizzare le risorse tecniche che un tempo venivano classificate come “complementari”. Il trappolaggio, associato ad attente ispezioni, consente di decifrare le aree di intento ove intensificare gli sforzi che possono andare dal trattamento, mirato all’intervento di manutenzione o di pest proofing. Vale il principio della Sicurezza, ovvero eliminare il Pericolo e se oggettivamente non è possibile, ridurlo al minimo. Sempre di più ci sentiamo dei “consulenti” per cui si lavora insieme e insieme ci si prefiggono degli obiettivi cercando il modo migliore per raggiungerli. E questo vale per la grande distribuzione, le grandi aziende, le medie, le piccole, i ristoranti, le mense, i bar e i gestori della salute pubblica».
Riassumendo, quali saranno le risorse tecniche del futuro?
«Secondo me e mia figlia Marta il futuro va creato. L’opportunità di confrontarci con uomini di grande esperienza sempre più corredati da studi universitari biologi, agronomi e tecnologi alimentari ci consente di crescere professionalmente.
Per esempio, Marta è laureata in giurisprudenza con una tesi sulla tutela del diritto d’autore nella società dell’informazione, decisamente lontana dal mondo dei parassiti ma, grazie all’interfacciarsi con figure professionali qualificate, ha creato una proficua osmosi per cui il risultato, credimi, va oltre le più rosee aspettative. Un nostro Cliente/amico nei momenti di conviviale confidenza la chiama “l’avvocato ciaparattina” (dal dialetto milanese) ed è un modo per dimostrale stima e amicizia.
C’è anche un afflusso di diplomati che acquisiscono più facilmente una manualità consapevole che in fondo è la chiave del successo».
Una risorsa tecnica che ti affascina particolarmente?
«Credo siano due mezzi fisici: il calore e il vapore secco. Il primo presuppone investimenti importanti per cui noleggio i generatori di calore WARM-UP della HPC (gruppo Ecotech) dal mio amico di antica data Giorgi Polo, titolare della Chimical di Brescia. Questo mezzo di disinfestazione presuppone molta attenzione e competenza altrimenti si possono creare dei guai seri. Per le cimici dei letti (ma non solo) utilizzo da tempo il vapore secco surriscaldato, con risultati eccellenti. Anche in questo caso la manualità consapevole è indispensabile. Aggiungo che, per conferire residualità a questa tecnica, l’integrazione con i PMC di alta gamma è un connubio tecnicamente valido e sicuro. Confesso che ho qualche perplessità sulle trappole a scatto per i roditori, per cui le utilizzo con parsimonia. Staremo a vedere. Certo che le nuove linee guida sulla derattizzazione classica probabilmente ne favoriranno la diffusione».
Cosa pensi di questo proliferare di Corsi?
«Sono sicuramente necessari e come tu sai, io stesso ne ho tenuti molti soprattutto quando lavoravo per una multinazionale del settore. Il nostro obiettivo era il corretto utilizzo dei prodotti in gamma. Questo obiettivo resta fondamentale visto che i futuri Biocidi saranno chiamati a risolvere problemi al limite dell’emergenza.
Un eccellente esempio di Corso base a cui ho assistito è stato realizzato da GEA e il relatore era Gugliemo Pampilione. Il percorso didattico è stato l’analisi del mondo della disinfestazione, una infarinatura a volo radente della biologia dei principali parassiti e un cenno alle risorse tecniche. Particolarmente efficace è stato il test di ingresso, che pur avendo superato al 100% con una certa soddisfazione, era stato redatto con molta razionalità. Certo, è un settore che andrebbe normato ma questo è un compito che lascio a chi di dovere. In ogni caso ti voglio raccontare un aneddoto o leggenda urbana che narra di un amministratore delegato che, per un inconveniente, fu costretto a telefonare alla sua ditta passando dal centralino e, avendo trovato delle difficoltà, tornato al suo mega ufficio diede subito ordine di realizzare un Corso per le centraliniste, dicendo che erano di fatto il biglietto da visita dell’azienda. A proposito, quando ne organizzerai uno tu? Ricordo che sapevi alleggerire molto le tue relazioni rendendole gradevoli all’ascolto».
Ti ringrazio, magari lo organizziamo insieme, ma dimmi cosa ti piacerebbe che accadesse in un prossimo futuro?
«Le cose da dire sarebbero tante e spazierebbero dalla Politica (la P maiuscola è d’obbligo) all’Economia, alla Ricerca Scientifica Applicata al nostro mondo, eccetera eccetera. Per cui salutiamoci con l’augurio che questa maggior attenzione all’Ambiente possa riuscire a dare dei buoni frutti».