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Detergenti, Carta, Attrezzature: innovazione e rispetto per l’ambiente

Tecnologie all’avanguardia, sensibilità ambientale, performance al top confermano l’eccellenza della produzione italiana

Anche nel comparto detergenti, nonostante l’handicap del trasporto, la produzione italiana si fa apprezzare all’estero per l’elevata qualità e le ottime performance, tanto è vero che da qualche anno a questa parte l’esportazione è in continua crescita. Un contributo importante è senza dubbio venuto dall’introduzione, per gli appalti pubblici, delle norme CAM (Criteri Ambientali Minimi), che hanno indirizzato le scelte dei produttori verso formulati sempre più “verdi”, con livelli di concentrazione elevati e con packaging meno impattanti per l’ambiente.
Luigi Rubino CEO di Rubino Chem, è decisamente soddisfatto dell’introduzione delle norme CAM per gli effetti specifici prodotti sullo sviluppo industriale dell’intero settore: «L’impatto delle norme CAM nel nostro settore è assolutamente positivo: stimola i reparti di ricerca e sviluppo, con continue ventate innovative per detergenti e prodotti chimici; condividiamo i principi di tutela per l’ambiente e riteniamo che i CAM siano essenziali, per indirizzare l’evoluzione verso una maggiore attenzione all’ambiente».
L’auspicio, a sentire molti produttori, è che le norme che proteggono l’ambiente siano estese dalla composizione dei prodotti verso la supply chain, fino al tipo di packaging e alle modalità di trasporto e immagazzinamento dei prodotti, per indirizzare le linee guida della ristrutturazione di filiera, in un’ottica che tenda all’economia circolare, con sforzi da parte di tutti gli attori presenti e modalità più efficienti e meno inquinanti in tutte le “pieghe” della catena di produzione e distribuzione. Il modello sotteso alla definizione dei nostri CAM è moderno e internazionale, in linea con le politiche di quei paesi che hanno normative ambientali molto rigide. La coscienza “verde” nel comparto del Cleaning ha oggi decisamente “una marcia in più”, rispetto all’offerta prima dei CAM.
Punta di diamante tra le nostre aziende per le esportazioni è senza dubbio Arco Chimica, come conferma Luca Cocconi, AD dell’azienda: «Per quanto ci riguarda, negli ultimi anni abbiamo sviluppato la nostra presenza commerciale su alcuni mercati esteri che hanno dimostrato una certa attenzione alla nostra proposta di una detergenza innovativa e rispettosa dell’ambiente; partendo dall’Europa, mi riferisco in particolare a Spagna, Portogallo, Irlanda, Svizzera, Austria, Francia, Germania, Grecia, Romania, Malta, ma anche Polonia, Slovenia, Croazia, Inghilterra e Turchia, paesi nei quali stiamo realizzando significativi progetti di sviluppo. Oltre i confini continentali, ARCO Chimica sta maturando interessanti rapporti di partnership commerciale in Perù, Brasile, Cile, Angola e Giordania».
Fabio Re, AD di Polychim, che esporta in Svizzera e Russia , vede il «mercato Russo come potenzialmente molto interessante, con lo svantaggio di subire molto le influenze politiche legate alle difficili relazioni internazionali di Putin con i paesi occidentali». Il patron di Polychim ha chiare opinioni sulla percezione delle nostre aziende nei mercati d’esportazione: «Ritengo che la qualità elevata dei prodotti Italiani, unitamente alla capacità di proporre soluzioni “taylor made” tipiche di realtà produttive medio-piccole molto attente alle esigenze dei clienti (più che alla ricerca esasperata di sinergie produttive), siano le principali armi competitive delle aziende made in Italy. Se a queste si aggiunge anche un approccio Green, particolarmente gradito dai consumatori dei paesi occidentali, penso che la proposta delle nostre aziende abbia le carte in regola per essere competitiva e vincente».

Ostacoli da superare
«I nostri prodotti sono molto apprezzati all’estero, ma l’esportazione è resa difficile dagli elevati costi di trasporto», sottolinea Marco Campetella, titolare di Itidet,. «Abbiamo ormai consolidato le attività sul mercato spagnolo, con prodotti di alta fascia che vengono apprezzati per la loro unicità, ma l’accesso ad altri mercati di esportazione viene regolarmente limitato dalle tariffe di trasporto, troppo elevate per mantenere il prezzo finale in un range accettabile per la clientela».
«La crescita nelle esportazioni – sostiene Matteo Marino, AD di Kemika – è un effetto delle strategie di sviluppo del comparto chimico: per esempio, con un mercato interno in contrazione, Kemika, insieme con molte aziende concorrenti, ha investito in misura crescente per entrare o sviluppare mercati esteri, più o meno vicini, ma comunque entro un migliaio di chilometri dagli stabilimenti produttivi». Marino introduce il concetto del “raggio di convenienza”, che, peraltro, ha le sue deroghe: «Prodotti di alta fascia, superconcentrati e semilavorati, in realtà, sono convenienti anche per mercati più distanti, con la necessità, per la distribuzione locale, di disporre di impianti industriali per l’ultimazione del prodotto, nel caso dei semilavorati oppure di semplice diluizione, se superconcentrati».

Carta ad hoc
Le aziende italiane del comparto cartario sono forti esportatrici (oltre il 50% della produzione) e forti innovatrici. Come Lucart, il cui Corporate Sales & Marketing Director AFH Francesco Pasquini spiega: «La nostra realtà, nell’ultimo biennio, ha rafforzato la propria presenza internazionale in Europa attraverso l’acquisizione di 4 stabilimenti (uno in Ungheria e tre in Spagna), la costituzione di un reparto Trade Marketing internazionale, la creazione di programmi di partnership privilegiata per clienti, il presidio dei brand della divisione alle principali fiere di settore e ai convegni internazionali; Lucart si pone quale player internazionale senza mai dimenticare la propria natura originaria di azienda italiana, legata in particolare all’eccellenza qualitativa dei distretti cartari italiani». La sempre maggiore attenzione ai temi della sostenibilità da parte di Paesi dell’Europa continentale e settentrionale sta consentendo la penetrazione da parte di Lucart di ulteriori comparti AFH. Lucart è azienda “pioniere” nelle migliori pratiche per lo sviluppo dell’economia circolare, attraverso il recupero dei componenti dei cartoni per bevande per la produzione di carta tissue e di dispenser, perché, afferma Pasquini, «L’attenzione al mondo della sostenibilità, la concreta implementazione dei principi di Economia Circolare è, a parere nostro e della clientela più sensibile, ormai un elemento distintivo e rilevante, per gli effetti sulla catena del valore e sulla percezione dell’utente finale».
Per Attilio Giannasi, direttore commerciale di Celtex: «La nostra produzione ottiene successo sia nei paesi di esportazione più tradizionali, come Francia, Germania e nord Europa, sia nei mercati emergenti dell’est e in Russia, perché siamo attenti alle reali esigenze dei nostri clienti, che ovviamente rispecchiano le realtà locali, e presentiamo un ventaglio di proposte in grado di soddisfare appieno la domanda e la sempre più crescente sensibilità ambientale».

Qualità a prezzi adeguati
Anche il comparto delle attrezzature gode di grande considerazione a livello internazionale, come conferma Andrea Loro Piana, titolare di Falpi, azienda all’avanguardia nella realizzazione di attrezzature e carrelli. «La percezione delle nostre aziende all’estero, in generale e non solo di Falpi, è di grande serietà e affidabilità, trasparenza e certezza per la soddisfazione degli impegni presi; questo, naturalmente, a corollario di un’offerta con gamme di prodotto di elevato livello qualitativo a prezzi adeguati».
Anche per Denis Scapin, Direttore Commerciale Italia di TTS Cleaning: «I mercati esteri considerano le attrezzature italiane come le più valide dal punto di vista estetico, ben realizzate, solide e con prezzi adeguati. La forte concorrenza di un’offerta dichiaratamente low-cost ci ha condizionato negativamente nel 2016, tuttavia sembra esservi una costante modesta ripresa in questi ultimi 14 mesi, in particolar modo se parliamo di carrelli per il settore professionale. Non dobbiamo dimenticare che sono uno strumento fondamentale per il lavoro quotidiano di moltissimi operatori che preferiscono dare il giusto peso a determinati fattori molto importanti, non solo per l’effettiva efficacia dei prodotti ma anche per la salute di chi li utilizza ogni giorno: l’ergonomia, la durata e la versatilità si riconfermano infatti i concetti chiave che determinano il valore di un carrello e ne dovrebbero guidare la scelta».

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