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Fare squadra, fare lobby per crescere a livello internazionale

A due mesi dalla nomina a Presidente di AfidampFAB, abbiamo incontrato Giuseppe Riello

“Se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai con gli altri”: con queste parole, che si rifanno a un antico proverbio africano, Giuseppe Riello ha voluto riassumere il senso della sua candidatura al Consiglio Direttivo di AfidampFAB – Associazione dei Fabbricanti Italiani di Macchine, Prodotti e Attrezzi per la Pulizia Professionale e l’Igiene degli ambienti – che ha rinnovato i suoi vertici lo scorso febbraio.
Veronese, imprenditore per tradizione familiare e per vocazione personale, un curriculum di successo sia nelle attività del gruppo – è Amministratore delegato di Riello Industries, la capogruppo – sia in quelle intraprese in proprio, con importanti esperienze nel mondo dell’automazione, che spaziano dalla produzione di dispenser automatizzati per il noleggio di home video, a quella dei magazzini automatici per farmaci, dal 2014 è anche Amministratore delegato di Ghibli & Wirbel Spa, importante realtà del comparto del cleaning professionale.
Un trascorso e un presente di grande evidenza, cui si aggiunge anche un impegno convinto in attività associative: per due mandati consecutivi vicepresidente di Confindustria Verona, Presidente della sezione dei Metalmeccanici di Confindustria per il biennio 2013/2015, dal 2014 Presidente (eletto per acclamazione) della Camera di Commercio di Verona.
Queste le credenziali che hanno contribuito alla sua nomina a Presidente di AfidampFAB, nel cui Direttivo era entrato nel biennio 2016/2017.
Ed è stato eletto in un momento un po’ critico per l’Associazione, chiamata a operare una scelta che, al momento dell’assemblea elettiva, non trovava d’accordo tutti gli associati. L’ala “dissidente” aveva esposto con forza le sue riserve e le sue preoccupazioni circa la sopravvivenza stessa di Afidamp.
Come è noto, Afidamp è proprietaria di Pulire, la fiera che si svolge ogni due anni a Verona e che ha contribuito a dare impulso e risonanza internazionale a tutto il comparto manifatturiero del cleaning italiano e che ha come corrispettivo Interclean, manifestazione anch’essa mondiale che si svolge negli anni pari ad Amsterdam.
Per Afidamp, gestisce l’evento Afidamp Servizi. Interclean, di cui è proprietario RAI, l’ente fiera olandese, è cogestita da ISSA, potente associazione americana che ha propaggini europee.
AfidampServizi e ISSA sono i due maggiori referenti a livello mondiale. E, dopo essersi fatta per anni una leale concorrenza, avevano ventilato l’ipotesi di unire le proprie competenze e definire una partnership, i cui termini non sono stati ritenuti sufficientemente convincenti dagli imprenditori italiani, soprattutto per quanto riguarda il futuro dell’Associazione.
Riello, uomo che crede nell’associazionismo, ha presentato il suo programma di intenti, ha chiaramente indicato la squadra con la quale si sarebbe sentito in grado di assolvere – tempo permettendo – gli impegni proposti (al primo posto la questione ISA) e ha ottenuto la fiducia dei colleghi, assicurando una chiarezza di percorso da compiere insieme. Perché ha intenzione di portare AfidampFAB lontano. E, appunto, lontano si va solamente insieme.
Lo abbiamo incontrato, a due mesi dall’elezione.

Presidente, si è offerto di accollarsi un impegno delicato, a fronte di un rischio di spaccatura che è parso grave. Pensa sia possibile ricompattare l’Associazione?
«Ritengo che questa ipotetica “divisione” rientrerà, perché i fatti dimostreranno che non ha ragione di essere. Penso che il dissenso sia nato da una incomprensione di fondo, circa l’operazione Afidamp/ISSA, che ha creato ansia. ISSA aveva deciso di chiudere il rapporto con RAI, per cui era intenzionata a trovare un nuovo partner in Europa, ed è parso naturale rivolgersi ad Afidamp Servizi, che ha proposto l’alleanza agli associati Afidamp. Ma la fretta è una cattiva consigliera. Bisogna infatti considerare che, mentre Interclean è una macchina da business per gli organizzatori, che non sono direttamente coinvolti nel sistema produttivo, Pulire è invece nata con scopi diversi, per promuovere, tutelare e agevolare la produzione italiana all’estero. La dimensione internazionale delle due manifestazioni ha valenza diversa. Per gli uni, è importante fare numero, anche dal punto di vista degli espositori, aprendo a chiunque, cinesi inclusi. Per noi è importante allargare il target dei visitatori, attirando soprattutto i buyers stranieri, e difendere un certo tipo di produzione. Questi due aspetti vanno considerati con attenzione. ISSA significa America, ossia un mercato importante. Pulire, d’altro canto, deve crescere, deve diventare il più internazionale possibile. Quindi bisogna studiare attentamente i termini di un eventuale accordo».

A che punto è la trattativa?
«È allo stadio di trattativa, appunto. Non c’è nulla di definito, si stanno studiando le posizioni per valutare se esiste l’opportunità di un accordo. Ovviamente, come Direttivo, stiamo impegnandoci per tutelare al massimo gli interessi di Afidamp. L’accordo deve essere soddisfacente e vantaggioso per noi. Per questo motivo ritengo che ci sia bisogno, più che mai, di unione, di compattezza. E penso che ci chiariremo. D’altra parte non dobbiamo pensare solo al contingente, ma dobbiamo attuare una strategia a lungo termine. Se saremo coesi, saremo forti».

Questo è il primo obiettivo del nuovo Consiglio?
«Sì, questa è la priorità, perché l’accordo con ISSA può influenzare anche lo sviluppo dell’attività dell’Associazione. Noi dobbiamo considerare che Afidamp, come associazione di categoria, si autofinanzia con le quote associative e con gli introiti che provengono da Pulire. Ma occorre mettere in sicurezza il patrimonio per creare le risorse necessarie ad attuare i progetti che devono essere varati . L’Associazione deve avere visibilità, solidità e stabilità patrimoniale per andare avanti. L’alleanza con ISSA, se condotta bene, consentirebbe, innanzitutto, di fare chiarezza sui ruoli e sui compiti di Afidamp, conferendole, inoltre, la tranquillità patrimoniale necessaria per riprendere e riproporre gli obiettivi che le sono propri».

Per esempio?
«A mio parere, un’associazione di categoria deve occuparsi soprattutto delle specifiche che riguardano il settore, nel nostro caso il cleaning. Afidamp, pertanto, dovrebbe spingere per ottenere certificazioni ad hoc, dovrebbe agire, insieme con lo Stato, per creare normative che, per esempio, obblighino le aziende a certificarsi, a creare cultura, a fare efficientemente formazione, attraverso una sorta di educazione permanente. L’Italia è il paese, in Europa, che ha meno formazione in assoluto. Da noi è praticamente facoltativa. Bisognerebbe renderla obbligatoria, legando, per esempio, all’aggiornamento costante la partecipazione agli appalti pubblici. Se avessimo una normativa di questo genere, potremmo chiedere di darle uno sviluppo e una definizione a livello europeo. Oggi, invece, si fa tutto in autocertificazione. E anche l’autocertificazione è relativa, prevalentemente, all’impatto ambientale. Le macchine devono dichiarare quanto consumano in termini di energia, quanto inquinano nel momento in cui vengono rottamate eccetera. Ma nessuna certificazione specifica quanto puliscano bene, per quali settori siano idonee a operare e via dicendo. Noi dobbiamo puntare a questi risultati, che ci consentirebbero di non temere la concorrenza dei prodotti realizzati in Cina o in paesi portati a copiare senza preoccuparsi di efficienza e qualità. Occorrono protocolli specifici, disciplinari di costruzione che indichino precisi parametri per potere definire quel prodotto, quella macchina idonea a pulizie di qualità. Il mercato ne trarrebbe vantaggio, in tutti i punti della filiera».

Quindi questo sarà il nuovo corso di Afidamp?
«Questo dovrebbe essere il focus su cui concentrare l’attività dell’associazione: fare squadra, creare rapporti a tutti i livelli, chiedere legislazioni particolari, operare lobby presso le istituzioni politiche, fare riconoscere il settore a livello legislativo per salvaguardarne gli interessi. Dobbiamo prendere esempio da Vinitaly: il settore enologico ha saputo unirsi, essere compatto, suscitare la sensibilità del Governo nel portare avanti il Made in Italy, concedendo agevolazioni che hanno determinato un enorme aumento dell’esportazione. Il nostro comparto deve agire in maniera simile. Quando noi italiani facciamo squadra, conseguiamo importanti traguardi in tutto il mondo».

Buon lavoro, Presidente

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