A volte capita che in mezzo al già complesso mondo delle entità biologiche infestanti e parassiti vari si inseriscano dei “personaggi” decisamente simpatici e giustamente protetti: le rondini e i loro cugini balestrucci, a dimostrazione che, quando si presentano in gran numero, possono creare problemi alla filiera alimentare.
Se ne è parlato al Quality Food Forum 11 e 12 aprile 2018 “Come prevenire il rischio alimentare lungo la filiera di produzione” organizzata da IKN in cui, durante una Tavola Rotonda, le rondini hanno rubato la scena ai “soliti” triboli, plodie, ratti e topi.
Tutti i partecipanti sono stati presi in contropiede e le ipotesi di lavoro tardavano a prendere forma finché la dottoressa Travaglio ha proposto di posizionare dei nidi artificiali. Lì per lì sembrava l’uovo di Colombo e subito si è costituito un gruppo di lavoro in cui ogni partecipante si è detto disposto a raccogliere materiale e letteratura.
Sembrava di assistere a certi commiati fine vacanze in cui ci si scambia gli indirizzi con il proposito di continuare la simpatia che si era venuta a creare. Durante la pausa pranzo, continuando a parlare di questi simpatici uccelli, mi sono ricordata che nel periodo universitario alcune compagne di studio avevano avuto come argomento di tesi il censimento delle rondini in alcuni areali lombardi (e subito sono partite mail di richiesta di approfondimento). È implicito che ogni lettore può aggregarsi al gruppo di lavoro fornendo contributi o descrivendo situazioni analoghe. Ne approfitto per ripassare le linee guida per definire un problema, analizzarlo e magari risolverlo o quanto meno attenuarlo.
Definire il problema
Conoscere l’entità biologica il meglio possibile dal punto di vista etologico e quant’altro. Anche la collocazione geografica è da tenere in considerazione, così come i dati climatici medi, naturalmente è indispensabile valutare le leggi e i regolamenti cogenti; questo aspetto è sempre importante, ma ancor di più trattandosi di pennuti con implicazioni psicologiche radicate in ognuno di noi.
Analisi del problema
In questo sottosistema calerei gli aspetti specifici quali la struttura dei tetti e gli esatti luoghi di nidificazione delle rondini cercando di individuare il perché sono stati scelti. Valutare se vi sono strutture ove poter favorire nidificazioni alternative.
Ricordo che nel cortile che ospitava il nostro ufficio una coppia di rondini realizzò un nido che fu distrutto dai soliti ignoti.
Nel giro di poche ore fummo interpellati dalle guardie ecologiche del Comune per cercare di risalire ai colpevoli. Mi colpì la tempestività dell’intervento e il garbo con cui furono poste le domande da cui comunque emergeva la determinazione di arrivare a chi aveva concretamente compiuto questo gesto sconsiderato.
Possibili soluzioni per il contenimento delle rondini
Questo è l’aspetto che più interessa chi deve garantire l’igienicità della filiera alimentare. Premesso che quanto esporrò è solo una bozza che deve essere valutata criticamente da vari punti di vista mi sembra che l’idea dei nidi artificiali sia da prendere in seria considerazione, il che comporta la scelta del o dei modelli in funzione delle specie censite (quelli per le rondini differiscono da quelli per i balestrucci, vedi foto), il posizionamento dei nidi in micro-habitat tali da risultare gradevoli sia alle coppie sia alle strutture che le dovranno ospitare.
Un altro aspetto da valutare è come “convincere” questi uccelli così abitudinari nei luoghi di nidificazione tanto da tornare quasi sempre al loro nido originario. Ora come ora non mi sento di esprimere delle opinioni, ma interpellerò ornitologi esperti e associazioni protezionistiche per avere i giusti suggerimenti.
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