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Un appuntamento che non ha deluso le attese

L’uomo può e deve essere protagonista e artefice del proprio destino: dominare la tecnologie e sfruttarle a suo vantaggio, recuperare i valori dell’etica e del bello per sé e per la natura, per ricostruire un mondo a sua misura. Deve fare pulizia, ossia deve elevarla a valore assoluto

Quattro sessioni di lavori, ventiquattro relatori, cinque interventi emozionali, cinquecento delegati: questi i numeri di Forum Pulire 2018, quarta edizione di un evento che si è via via internazionalizzato, diventando un punto di riferimento per l’intera filiera del cleaning. All’appuntamento, infatti, quest’anno hanno risposto produttori, distributori, imprese e utenti finali italiani, ma anche un cospicuo numero di stranieri, indotti probabilmente dalla partnership con ISSA di recente costituzione.
Nei giorni 10 e 11 ottobre, nella prestigiosa cornice dell’Unicredit Pavillion di Milano, sono stati affrontati temi di stretta attualità, che hanno contribuito a chiarire, almeno in parte, i dubbi che l’imprenditoria sta nutrendo di fronte alla rivoluzione epocale che è in atto e che cambierà completamente la cultura della nostra civiltà.
Partendo dall’assunto, diventato il brand del Forum, che occorra considerare la “Pulizia come valore assoluto”, sono stati declinati i binomi “Salute e Prevenzione”, “Etica e Ambiente”, “Innovazione e Tecnologia”, che hanno avuto poi una sorta di supersintesi nell’interessante sessione dedicata alla Bellezza, con ciò recuperando un umanesimo di cui si sta avvertendo sempre più impellentemente la necessità, a fronte di una globale volgarizzazione di valori. Per quanto riguarda “Salute e Prevenzione” il nodo cruciale è stato quello delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, un problema che in tutto il mondo viene affrontato con sgomento e grande preoccupazione, in quanto un paziente su tre ne è colpito, con un altissimo tasso di mortalità. Ne hanno sviscerato le concause Walter Ricciardi, Presidente dell’istituto Superiore Di Sanità; Gaetano Privitera, Dirigente U.O. Igiene ed Epidemiologia Universitaria presso Università di Pisa; Antonio Gaudioso, Segretario Generale CittadinanzAttiva.
Gli interventi hanno sottolineato il problema dei batteri antibiotico resistenti, che deve essere affrontato a livello clinico e interessare la ricerca medico-farmacologica, ma hanno anche evidenziato come igiene e pulizia giochino un ruolo fondamentale nella prevenzioni delle infezioni.

Salute e Prevenzione
Walter Ricciardi, Presidente Istituto Superiore di Sanità ha affermato che, sebbene l’Italia sia per il terzo anno tra i paesi con la migliore sanità e occupi il terzo posto in quanto a pubblicazioni scientifiche, c’è un grande allarme che riguarda una sempre maggiore resistenza agli antibiotici. Tuttavia, a detta delle istituzioni europee, l’atteggiamento del nostro paese a questa situazione sembra essere rassegnato, e non pare che si avverta l’urgenza di risolvere questa problematica. Tant’è che monitorando la situazione risulta che in Italia 1 persona ogni 3 prende un virus in sala di rianimazione. Eliminare questo tipo di infezioni significherebbe limitare l’utilizzo di antibiotici e rallentare quel processo di sensibilizzazione che ne compromette l’utilità.
Gaetano Privitera, Dirigente U.O. Igiene ed Epidemiologia Universitaria Università di Pisa, ha sostenuto che «Il valore della pulizia in sanità consente di avere comfort e manutenzione da una parte, ma dall’altra (cosa più importante) permette di eliminare i serbatoi dei microrganismi», che sono i responsabili spesso delle infezioni. È provato che più pulizia significhi meno infezioni e dunque meno antibiotici. Privitera ha anche insistito che il servizio di pulizia deve essere definito nei tempi, luoghi, spazi, prodotti, materiali… ma deve essere anche flessibile, ossia chi si occupa di pulizia deve adattare le pratiche alle esigenze. Occorre che le strutture sanitarie superino la logica del risparmiare proprio su queste attività così importanti.
Privitera ha anche presentato la Carta di Bergamo, un documento di consenso per una sanificazione in ambito ospedaliero efficace e sicura, che tocca tutti i temi più sensibili: sostenibilità ambientale, formazione del personale, problematiche della resistenza e l’apporto della tecnologia.
Antonio Gaudioso, Segretario Generale Cittadinanzattiva, a proposito delle gare di appalto del servizio di pulizia in sanità, ha parlato dell’iniziativa “La gara che vorrei”, che propone la collaborazione di istituzioni civiche e non per un migliore controllo e monitoraggio delle gare d’appalto.

Etica e Ambiente
Giulio Sapelli, Economista, Storico e Professore ordinario dell’Università degli Studi di Milano, ha aiutato la platea a fare il punto su che cosa sia l’etica. Mentre la morale, ha spiegato il professore, è sentirsi obbligati a qualcosa, l’etica scaturisce da un’associazione volontaria che deve raggiungere uno scopo. La morale è un fatto personale, l’etica coinvolge spesso più persone e le loro scelte per un bene futuro comune. In un’impresa l’etica fa sì che persone diverse, con morali diverse, si mettano d’accordo per agire per il bene comune.
Per Piermario Barzaghi, Partner di KPMG Advisory, morale ed etica in azienda, così come in economia, sono le criticità più concrete, per vari motivi, non ultimo l’approccio culturale. Il concetto di sostenibilità è stato a lungo sottovalutato se non ignorato ed è stata necessaria «una normativa per portare le aziende a rendicontare e dimostrare il loro livello di sostenibilità». Ma la sola legge d’altra parte non è sufficiente e, a detta di Barzaghi, purtorppo le istituzioni non paiono sentire l’urgenza di intervenire con decisione in quest’ambito.
Michael Braungart CEO di EPEA (Environmental Protection and Encouragement Agency) e ideatore della filosofia “Cradle to Cradle”, ha invece introdotto il tema dell’economia circolare, spiegando che bisogna pensare al prodotto nella sua integrità, a partire dalla progettazione e lungo tutto il percorso di produzione e il suo ciclo di vita, che non deve concludersi con lo smaltimento.
Marco Frey, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, ha sostenuto che, nel creare un percorso verso la sostenibilità le aziende devono «ripensare modelli di sviluppo, di business e il design dei prodotti». Ambiente, impresa e società devono agire insieme per conseguire la sostenibilità ambientale, per salvaguardare il futuro dei nostri figli.
È seguita la case history di Lucart, presentata da Tommaso De Luca, Responsabile Comunicazione Corporate dell’azienda toscana, che recupera il tetrapack, separando carta, polietilene e alluminio e riproponendo altri prodotti plastici oltre a altra forma di carta.

Innovazione e Tecnologia
Giulio Sandini, Direttore del dipartimento di Robotica, Scienze Cognitive e del Cervello dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha parlato di robot e del loro rapporto con l’uomo. Oggi il robot sta passando dall’essere strumento all’essere collaboratore, ma non è ancora un essere intelligente, anche se ha aspetto umanoide. Si creano perciò degli equivoci, per cui si avverte l’esigenza di interazione tra cultura scientifica e umanistica e quindi occorre coinvolgere non solo ingegneri e tecnici, ma anche gli artisti, i filosofi, chi si occupa dello studio di cosa vuol dire essere umano, perché «solo così riusciremo a sviluppare in maniera armonica sia i nostri robot che la società in cui questi vanno a inserirsi».
Collin Anderson, CEO di Ultra Small Fibers, ha spiegato i vantaggi delle nanotecnolgie, che si ispirano alla natura, e che devono fare sempre più parte della nostra vita. Le nanotecnologie possono trovare grande campo di applicazione anche nel settore del cleaning.
Gaetano Correnti, Partner di KPMG Advisory, ha parlato invece di blockchain: un protocollo di comunicazione che identifica una tecnologia basata su un database distribuito. È una diversa modalità di comunicazione, che mette al centro l’informazione, tra nodi (ossia i computer) che la condividono. L’innovazione sta proprio qui, nel comune controllo di questa informazione. Uno degli esempi in cui si applica la blockchain è la possibilità di garantire un prodotto: funziona nel momento in cui tutti gli attori interessati alla realizzazione di un prodotto, “si mettono in catena” condividendo fasi e processi.
Giusi Cannillo, Responsabile Innovazione e logistica di Formula Servizi, ha parlato di innovazione in sanità dal punto di vista della logistica del farmaco; l’innovazione in questo senso è rappresentata da un progetto che, una volta individuate le specifiche problematiche e necessità, riesce a gestire in modo efficiente la supply chain dei farmaci.
Angelo Migliarini, Presidente Area Lavoro Produzione e Servizi Legacoop Toscana, ha ricordato che in un settore in cui l’operatore rappresenta la risorsa primaria, l’innovazione sta nella creazione di nuove competenze capaci di riqualificare i lavoratori. «Dobbiamo essere – ha affermato – una società solidale e collaborativa, oltre che competitiva e conflittuale, e avere un’economia che metta al centro l’innovazione; quindi una sorta di ri-attualizzata età rinascimentale».
Infine, la case history di TORK: Anna Königson Koopmans ha presentato il progetto sviluppato da Essity denominato EasyCube, un sistema che permette all’operatore di sapere dove e quando è necessario il suo intervento di riassortimento, di manutenzione di controllo.

Bellezza
Non ultimo, apparentemente incongruo, il tema della Bellezza ha assunto un ruolo di primissimo piano e ha conferito un senso “alto” ai lavori del Forum.
Per Philippe Daverio, Storico dell’arte, la bellezza non esiste in sé, ma è  è sostanzialmente un patto sociale, che sottende all’etica. La bellezza esiste solo se condivisa. Per parlare di bellezza come concetto universale bisognerebbe parlare di Pulchritudo – l’eleganza femminile della grazia.
Kean Etro, stilista titolare dell’omonima casa di moda, ha collegato la bellezza al concetto di amore, che conferisce alla bellezza quella profondità che talvolta le manca. Etro ha spiegato che, nel suo mestiere, la bellezza è una scelta che avviene dallo studio del passato e scaturisce nell’ispirazione, un’ispirazione che sta nell’assenza di pensieri e nel silenzio.
Nicola Pozzani, Profumiere FLORIS London, l’esperienza della bellezza scaturisce dal senso dell’olfatto, il senso più legato alle emozioni. Un profumo può farci affiorare alla mente infiniti ricordi (Proust insegna). Inoltre il profumo è antico quanto l’umanità, esisteva come elemento di bellezza interiore ed esteriore e si collega al concetto di armonia: quando c’è un’interpretazione armonica del profumo c’è bellezza.
Roberto Vecchioni, intellettuale, cantautore e scrittore, ha spiegato che «il mondo nasce col suono», per cui la musica è insita in noi da sempre, è un mezzo per esprimere emozioni, che sono una reazione a ciò che ci circonda. E la bellezza è anche un’acquisizione progressiva, che germoglia a poco a poco, che va coltivata. Chi ha in sé il senso del bello avrà sempre delle difese, perché avrà la capacità di classificare, di scegliere. «Non potremmo mai avere una società in cui ci si capisce se prima non abbiamo persone che hanno sviluppato il senso dell’armonia e del bello».

Sono seguiti cinque interventi emozionali, di cui daremo conto nel prossimo numero.

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