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Monospazzola. L’Italia frena, l’export tiene

Il fatturato 2017 si chiude con una crescita totale del +1%, ma sono le esportazioni la principale fonte di introiti grazie a innovazione, efficienza e qualità del Made in Italy

Nel 2017, le vendite delle Monospazzola sono cresciute soltanto all’estero, con uno sviluppo del +17%, mentre in Italia il segmento ha fatto registrare una caduta considerevole del -25% (dati AfidampFAB). Complessivamente (sommando Italia ed estero) la crescita 2017 si attesta a +1%, con un fatturato totale di 11.252.784 euro, contro gli 11.159.116 euro dell’anno precedente, quando le vendite erano cresciute considerevolmente all’estero, con uno sviluppo superiore al +23%, ma anche in Italia, grazie a un +5,9%, si erano registrati risultati di tutto rispetto. Come spiegano questi numeri le aziende intervistate, che producono e commercializzano Monospazzola? A inquadrare l’argomento Giampaolo Ruffo, Responsabile di TMB: «Non è la prima volta, purtroppo, che il segmento delle Monospazzola fa registrare bruschi cali delle vendite interne, per fattori congiunturali molteplici dovuti a un’intrinseca fragilità strutturale di mercato e agli scarsi investimenti, su questa tecnologia, per il Professional Cleaning, da parte di certi utilizzatori finali. Mi riferisco, in primis, alle troppe imprese di pulizia che non appaiono ancora abbastanza consapevoli di quanto sia importante, se non strategico, l’impiego ella monospazzola, sia per le pulizie di manutenzione che di fondo. Nel caso di TMB, il mercato italiano ha tenuto abbastanza bene, premiando il nostro sforzo costante in continui investimenti finalizzati alla ricerca e all’innovazione che ci hanno consentito di sviluppare la linea TOR adatta sia alla pulizia di fondo che ai trattamenti e alle operazioni di manutenzione straordinari. Il trend positivo dell’export non meraviglia più nessuno: ormai da anni rappresenta una sicura garanzia di successo per i nostri prodotti, che possiedono qualità e caratteristiche tali da renderli assai appetibili e vantaggiosi su molti mercati esteri, europei ed extraeuropei». A parlare di dati in controtendenza rispetto all’andamento generale del segmento è anche Mauro Liffredo, Product Manager Professional di Kärcher: «Per quel che ci riguarda, non possiamo parlare di caduta. Anzi, il segmento ha retto l’impatto del mercato, tanto da spingerci ad ampliare la nostra offerta, estendendola a ben cinque soluzioni differenti idonee per superfici che vanno da piccole metrature fino a grandi estensioni». Aggiunge Dante Rossetti, Responsabile Marketing di Lavorwash: «Il mercato Italia è ovviamente molto piccolo rispetto al resto del Mondo soprattutto per un prodotto come le Monospazzola, perciò a piccole variazioni corrispondono percentuali di calo importanti. Non mi sorprendo dell’inversione di tendenza tra Italia ed estero. Noi come LavorHyper anche in Italia, pur non crescendo, abbiamo mantenuto i volumi». Per Ercole Bibiano, Amministratore Delegato di Klindex: «Le vendite delle Monospazzole classiche “circolari” per noi sono scese notevolmente in Italia, mentre hanno retto il mercato estero. Se però consideriamo le vendite delle nuove Monospazzola Orbitali allora il discorso cambia. Sommando i due tipi di Monospazzola abbiamo dunque registrato un discreto incremento in Italia, ma anche un forte aumento all’estero e in particolare in Germania e Inghilterra. In effetti il lancio della Monospazzola Orbitale ha aperto e rinnovato vari mercati. Questo perché l’“orbitale” è di più facile uso, risolve certi problemi specifici e facilita alcuni lavori. Tali benefici hanno indotto molti clienti a rinnovare il loro parco macchine».

Gli esiti del tasso di cambio
I buoni risultati di vendite all’estero sono dovuti ai costanti investimenti in ricerca e sviluppo. Quali sono, invece, gli effetti del tasso di cambio, dal momento che l’euro è in salita e sta recuperando terreno contro il dollaro? A parlarne Giampaolo Ruffo di TMB: «Il 2017 si è chiuso con un aumento dell’export italiano verso gli Stati Uniti del 10%. Certo, tendenzialmente, più l’euro si deprezza rispetto al dollaro, più le vendite di beni Made in Italy verso il mercato americano aumentano. L’incremento delle spedizioni italiane verso gli USA (+20%) osservato nel 2015 – quando l’euro ha toccato i minimi storici rispetto al dollaro (1,11) – ne è una dimostrazione. Tuttavia, in una recente nota della SACE, la Società specializzata nell’export credit che insieme a SIMEST costituisce il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP (Cassa Depositi e Prestiti) si afferma che, nonostante l’apprezzamento registrato nel 2017 dalla moneta unica, nel medesimo periodo le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono aumentate di circa il 10%, superando i quaranta miliardi di euro. Una riflessione di cui credo si debba tenere conto». Secondo Ercole Bibiano di Klindex: «Non credo che il cambio euro-dollaro influisca più di tanto. I mercati in cui, fondamentalmente, la valuta del dollaro fa la differenza sono gli Stati Uniti e i Paesi Orientali dove è forte la presenza della produzione locale e di quella cinese. Pertanto il cambio euro-dollaro non influenza le vendite».

Europa, Asia e Medio Oriente i mercati di riferimento
La movimentazione delle Monospazzola verso mercati stranieri, nel 2017, ha pesato per il 72% sul fatturato globale (nel 2016, il valore era pari al 62%). Lo scorso anno il fatturato da esportazione è stato di 8.089.510 euro, dato dalla vendita di Monospazzole fino a 200 giri (per un valore di 6.269.376 euro) e di Monospazzole oltre 200 giri (per un valore di 1.820.133 euro).

I mercati di riferimento si confermano, in particolare, l’Europa, l’Asia e il Medio Oriente. A commentare la presenza internazionale è Luca Pedrotti, Direttore Commerciale di Ghibli & Wirbel: «Nonostante, in generale, il mercato delle Monospazzola si stia contraendo, la nostra realtà conferma una crescita in double digit sia in Italia sia all’estero. Ciò è dovuto alla qualità del nostro prodotto, riconosciuto dal mercato come uno dei migliori. Continuiamo a coltivare la fiducia e ad avere feedack positivi da diverse realtà europee, e in particolare dalla nostra Penisola, ma anche da Medio Oriente e Asia». Dante Rossetti di Lavorwash sottolinea: «Negli ultimi anni, in Italia, ci siamo ritagliati una discreta quota di mercato, anche se storicamente è l’estero dove lavoriamo meglio. In ogni caso, abbiamo chiuso il 2017 con entrambi i mercati in crescita e buone performances sia nei mercati storici dell’Europa occidentale e dell’est Europa sia nel Middle East e in tutta la fascia del Nord Africa». Ercole Bibiano di Klindex aggiunge: «Il mercato estero per noi è vitale in quanto esportiamo oltre l’80% dei nostri prodotti. Il segreto del successo è dovuto certamente alle Monospazzola Orbitali, di cui siamo pionieri. Attualmente i produttori di queste macchine sono pochi e ci vorrà del tempo prima che i concorrenti internazionali lancino prodotti simili. I nostri introiti arrivano da Germania, Inghilterrra e Francia. Qualche rallentamento lo abbiamo registrato solo in Russia e nei Paesi Orientali». Per Giampaolo Ruffo di TMB: «L’estero ha sempre premiato molto il marchio TMB, ma da qualche anno il mercato italiano ha espresso notevoli segnali di apprezzamento e l’incremento delle vendite è costante. I risultati raggiunti nell’anno che volge al termine sono molto soddisfacenti e il trend per il 2019, sia in termini di fatturato sia di volumi, è ricco di aspettative, pur nella consapevolezza delle molteplici incognite che incombono sul mercato interno e sulle esportazioni. In particolare, l’export di TMB vede l’Europa in crescita; gli USA, gli Emirati Arabi e l’Asia, Paesi nei quali siamo in fase di espansione. In questi anni le aziende del Made in Italy hanno complessivamente rafforzato sia la loro capacità di competere che la loro penetrazione distributiva sul mercato globale, aprendo nuovi scenari con presenze commerciali assai interessanti, specialmente in Stati dalle enormi potenzialità di sviluppo, come l’India, i Paesi Arabi, il Brasile. Questo è avvenuto per il Gruppo Comac, che ha stretto nuovi accordi commerciali in varie parti del mondo. Un’altra chiave interpretativa non trascurabile è rappresentata dalla circostanza che le macchine fornite dai cinesi, che in passato potevano essere acquistate a un prezzo pari alla metà delle nostre, ora costano solo circa il 20% in meno. Per tale ragione abbiamo conquistato quote di mercati esteri e siamo divenuti competitivi perfino in terra cinese».

La qualità batte il low cost
Abbiamo chiesto ai nostri interlocutori se e come la competizione con Monospazzole di qualità contenuta e low cost stia influenzando il mercato. Giampaolo Ruffo di TMB ha risposto così: «Credo che la competizione con Monospazzola di qualità contenuta e low cost sia in flessione: i prezzi delle offerte maggiormente aggressive rappresentano mediamente una quota oscillante tra il 20 e il 30%, rispetto all’offerta europea, sono dunque più contenuti d’un tempo rispetto alla nostra offerta e sono diventati assai meno appetibili rispetto al Made in Italy, proprio perché le nostre Monospazzola offrono qualità e vantaggiosi servizi associati». Per Mauro Liffredo di Kärcher: «Il prezzo gioca ancora un ruolo chiave nella scelta del prodotto e tante volte questo va a discapito della qualità delle macchine che arrivano sul mercato. Considerazioni economiche a parte, in generale la richiesta in tutti i settori è di macchine versatili – per un utilizzo facile e intuitivo – ma anche affidabili e performanti, a garanzia di un lavoro perfetto. Da ultimo, particolare molto importante, l’attenzione si è rivolta anche ai consumi, con una preferenza accordata a tutti quei prodotti in grado di far conseguire un cospicuo risparmio energetico a parità di risultato. Le Monospazzola Kärcher garantiscono risparmio di costi ed elevata manovrabilità da parte dell’operatore». Luca Pedrotti di Ghibli & Wirbel dichiara: «Il mercato del low cost, di bassa qualità, esiste ed è soprattutto di origine asiatica. Il nostro cliente però ha un certo tipo di esigenze e necessità, sa che il nostro è un prodotto di qualità ed è disposto anche a riconoscerci un extra prezzo».

Ricerca e innovazione, plus del Made in Italy
Oltre al buon rapporto qualità-prezzo, il vero motore propulsore di qualsiasi impresa è l’innovazione. È necessario accedere al mercato con macchine che siano sempre migliori delle altre ed è possibile soltanto con gli opportuni investimenti in ricerca, innovando la produzione. Le aziende del Made in Italy hanno compiuto questo sforzo nel corso degli anni, anche in tempi non proprio facili. Luca Pedrotti di Ghibli & Wirbel sostiene: «Le nostre Monospazzola si posizionano nella parte superiore della piramide del valore. Sono macchine a cui viene riconosciuta qualità e capacità di copertura in diversi segmenti di mercato. In particolare, il mercato sta portando all’incremento della tecnologia delle Monospazzola Orbitali che hanno grande facilità d’uso, ma anche capacità di coprire ampie fette di mercato nel trattamento delle superfici. Noi stiamo continuando a investire in Monospazzola, riconosciuta come valida per tante caratteristiche, anche se probabilmente il cuore, la parte più importante, è il motore che viene sviluppato e fabbricato internamente qui in azienda, offrendo un valore aggiunto importante. Detto ciò, con il nostro catalogo riusciamo a raggiungere diversi ambiti che vanno dal trattamento delle superfici al Cleaning puro, fino a tutti gli altri settori in cui le Monospazzola vengono utilizzate. La nostra gamma include Monospazzola Orbitali, Monospazzola con piccoli motori da 800 W fino a 2200 W e lucidatrici. Questo ci permette di poter rispondere in maniera completa». Giampaolo Ruffo di TMB sottolinea: «Ribadisco un concetto che ho già espresso più volte: le nostre tecnologie per il Professional Cleaning non sono seconde ad alcun competitor. Il valore aggiunto della nostra offerta è contraddistinto – anzitutto – dall’affidabilità e da una grande attenzione al cliente, perché questo è un aspetto qualificante che caratterizza da sempre il nostro porci sul mercato internazionale come produttori italiani. Poi c’è il fattore innovazione, un campo strategico di sviluppo sul quale le nostre aziende hanno sempre puntato molto, continuando a investire consistenti risorse pure in tempo di crisi economica, affrontando così con successo la guerra dei prezzi che si è scatenata a livello globale. Ovviamente, anche altri fattori hanno decretato in questi anni l’eccellenza delle nostre tecnologie per l’igiene ed è giusto ricordare l’apertura convinta alla Green Economy, così come la vocazione artigianale felicemente coniugata alla creatività, al design, alla ricerca di soluzioni e applicazioni intelligenti, a quella flessibilità d’approccio tecnologico al mondo della pulizia professionale che rappresentano altrettanti valori aggiunti del DNA Made in Italy. Le macchine marchiate TMB si posizionano su una fascia assai elevata di qualità. Tutti i modelli della linea TOR, per esempio, sono molto versatili nelle applicazioni e quindi indicati per essere impiegati in diverse tipologie di ambienti».

Connect Cleaning
La ricerca in ambito Cleaning ha permesso di compiere notevoli passi in avanti e la tecnologia ha raggiunto livelli avanzati in ogni settore. In Kärcher, per esempio, sono stati realizzati molti sistemi avanzati in questo senso. È il caso della tecnologia di controllo dei mezzi da remoto, il Connected Cleaning, nuova frontiera della pulizia professionale. Ce ne parla Mauro Liffredo di Kärcher: «Il Connect Cleaning è la soluzione per la gestione del parco macchine e della pulizia manuale. Parliamo di una piattaforma che riunisce diversi servizi digitali e che collega tutta l’infrastruttura di macchine e procedure, che lavorano così in totale sinergia. Grazie alle potenzialità del digitale, è possibile ottimizzare le attività di pulizia, calendarizzando gli interventi dei macchinari e la manutenzione programmata e monitorizzando il processo di pulizia dal deterioramento dei consumabili fino all’utilizzo dei detergenti. Con la crescita del mercato e il riconoscimento del valore aggiunto che la pulizia può portare alle imprese di vario genere, siamo convinti che il Connect Cleaning sia lo strumento più adeguato per l’ottimizzazione e la gestione di tali attività».

Interventi rapidi e pianificazione produttiva
Oggi il successo delle aziende del Cleaning è attribuito alla capacità di rapido intervento e, in generale, alla gestione delle incertezze e degli imprevisti. Qual è l’approccio giusto per rispondere a queste richieste? Per Ercole Bibiano di Klindex: «Per soddisfare le esigenze del mercato e agevolare i clienti occorre consegnare nel più breve tempo possibile. La clientela non fa più scorte e quando ordina vuole consegne urgenti». Dante Rossetti di Lavorwash sostiene: «L’approccio giusto è quello di programmare il più possibile la fase produttiva con budget concreti evitando di caricare il magazzino e senza poi andare in rottura di stock. Budget produttivo e commerciale che va poi monitorato durante l’anno per verificarne l’esattezza o modificarlo in corsa». Giampaolo Ruffo di TMB spiega: «Occorre ricercare soluzioni organizzative dinamiche, aperte e flessibili. Una chiave di volta è costituita dalla capacità di poter contare su una solida base economico-finanziaria, nel saper gestire al meglio le risorse, gli investimenti, i servizi logistici e digitalizzati. Il tutto coniugato con la possibilità di imprimere un’accelerazione all’evoluzione competitiva o alla scoperta di innovazioni sempre più complesse che nascano dai bisogni emergenti del mercato o, meglio ancora, dall’abilità di saperli anticipare». Mauro Liffredo di Kärcher afferma: «Questa nuova conformazione del mercato trova una risposta efficace in una migliore e più ottimizzata programmazione commerciale e in un’offerta che – oltre ai “semplici” prodotti, a fronte, però, di un catalogo ben più ampio del passato – è oggi composta da servizi flessibili quali ad esempio il noleggio, la presa a domicilio, assistenza e consulenza in tempo reale, fino alla possibilità – ricordiamo ad esempio il nostro progetto Tailor in partnership con Arco Chimica – di fornire un pacchetto prodotto e servizi chiavi in mano, con rendicontazione in base alla superficie di lavoro. Un approccio che ha dato risultati soddisfacenti nel settore dell’ospitalità».

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