a cura di Chiara e Graziano Dassi
Ma come facevano? È la domanda che nelle esercitazioni di educazione ambientale i bimbi di oggi pongono ai tutor che spiegano loro che i grandi naturalisti dell’Ottocento facevano le loro scoperte prendendo appunti e disegnando quanto osservavano. Emerge che i mezzi tecnologici sembrano sovrastare la capacità (in alcuni casi la genialità) dei padri delle scienze naturali, agronomiche, mediche e biologiche. Un concento che svilupperemo nelle conclusioni di questo excursus.
Obiettivi di una derattizzazione intelligente
Eradicare l’infestazione (ove possibile) o ridurla ai livelli minimi (sul modello dei pericoli/rischi delle norme sulla Sicurezza). L’eliminazione dell’infestazione (o impedire che si instauri) è, o dovrebbe essere, una priorità per alcuni settori sensibili, mentre il suo contenimento ai “livelli minimi possibili” è appannaggio realistico per altre realtà (il territorio urbano in primis e i contesti agro-zootecnici).
I vincoli
I vincoli sono molti: [A] alcuni di carattere strutturale (certe realtà di ristorazione poste in centri storici ne sono un esempio), altri [B] di carattere economico (quasi mai nei budget la voce disinfestazione/derattizzazione rappresenta una percentuale di costo di produzione), ci sono poi [C] i vincoli normativi (prendere visione della relazione di Alberto Baseggio: Le modificazioni introdotte dal Regolamento Biocidi 528/2012 nell’utilizzo dei prodotti rodenticidi, dalla etichettatura dei prodotti rodenticidi all’utilizzo di esche tossiche in postazioni permanenti; e, sintetizzando, quelli [D] di inerzia tecnologica-gestionale. Di quest’ultimo ci occuperemo in dettaglio (a tal proposito segnaliamo l’intervento di Ugo Gianchecchi, che si terrà a Milano in occasione di Disinfestando 2019, il 7 marzo: Valorizzare il proprio operato di Disinfestatore e distinguersi dai semplici controllori di “scatoline”.
La derattizzazione intelligente
Avremmo potuto chiamarla la derattizzazione tecnologica oppure on line, ma con il termine “intelligente” vogliamo sottolineare che qual si voglia “derattizzazione” è intelligente nella misura in cui raggiunge gli obiettivi con la massima sicurezza possibile. E qui il parallelismo con la medicina è pertinente e, secondo noi, d’obbligo [vedi box].
In ogni caso concentriamoci sull’utilizzo di abbinare ai punti esca la gestione di un segnale che informi l’utenza dell’andamento in tempo reale.
Tali segnali [X] possono utilizzare delle SIM che con sistema GPS inviano l’informazione desiderata, oppure [Y] basarsi su delle radiofrequenze che per mezzo di una sorta di ripetitori gestiscono i flussi dei segnali desiderati e ultimamente [Z] sull’utilizzo di reti Wi-Fi (che si stanno diffondendo e c’è un progetto che porterà ad una copertura dell’intero territorio nazionale per il 2021).
Alcune considerazioni
La prima, la più ovvia, è che il segnale è sub judice che la postazione (trappola o bait-box) funzioni e sia collocato diligentemente. In seconda istanza che l’organizzazione a valle consenta interventi tempestivi.
Se tutto è fatto con professionalità i vantaggi sono notevoli. Un esempio ci viene segnalato dall’Austria dove una catena alimentare di grande distribuzione ha avuto un risparmio del 70% del tempo dedicato a tale servizio. In un’altra realtà della Germania, altrettanto importante, in cui erano collocate poco meno di 400 postazioni gestite da varie ditte con report disomogenei ha potuto uniformare la modulistica. Invece, in una realtà israeliana, una famosissima catena di fast food ha esaminato le proposte economiche di una importante ditta di servizi che proponeva un costo di noleggio di circa 8 € per postazione e una gestione del segnale di 50 centesimi ha preferito un canone di 50 € per cattura. Non siamo riusciti a saperne di più ma tale contratto ci ha molto incuriositi (se con l’andar del tempo le catture diminuiscono per la validità del sistema l’azienda rischia di essere penalizzata in virtù della sua bravura).
Vantaggi
La gestione di un sistema in cui le postazioni sono tenute sotto controllo consente di modificare la struttura delle postazioni, adattandole molto più velocemente all’evolversi delle reali necessità. Di ridurne il numero e di identificare nuovi punti critici e di rendere semplici e facili gli aspetti organizzativi e di intervento. Questi ultimi plus sono particolarmente evidenti nella filiera alimentare per la delicatezza di certi processi produttivi, negli asili per la presenza di bambini, nelle banche per motivi di sicurezza e di orari vincolanti, e per le realtà militari per ovvi motivi di segretezza.
Come premesso la tecnologia è “solo” un mezzo e non il fine. Ne è la riprova che il suo diffondersi si attua dove l’attenzione all’igiene del fruitore si basa su una reale convinzione che cerca dei partner altrettanto preparati. Una cosa è certa la capacità di “guardare” la Natura dei ricercatori dei secoli scorsi resta il punto di eccellenza e ciò vale ancor di più se il “nostro guardare” è supportato da tecnologie che se non gestite con adeguata professionalità rischiano di produrre una mole di segnali che confondono più che risolvere.