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Attenzione per igiene e sterilizzazione allo IEO di Milano

L’Istituto Europeo di Oncologia ospita l’unico corso in Italia per operatori di Centrale di Sterilizzazione

di Maurizio Pedrini

A colloquio con il dottor Fabrizio Mastrilli, direttore sanitario della preziosa struttura all’avanguardia nella ricerca avanzata e nella cura dei tumori, nato nel 1994 da un’idea del prof. Umberto Veronesi.

L’Istituto Europeo di Oncologia ospita l’unico corso in Italia per operatori di Centrale di Sterilizzazione, che è strutturato con lezioni frontali in aula, tenute da esperti nel campo, ed ore di tirocinio pratico; il personale operante in Centrale è stato selezionato tra coloro che hanno seguito il corso, quale garanzia di uniformità di comportamento che si attiene alle più recenti linee guida di settore.

“In tutti i lavori di progettazione e di ristrutturazione dello IEO – spiega il dottor Fabrizio Mastrilli, direttore sanitario dello IEO – viene sempre coinvolta attivamente l’area igienico-sanitaria per una valutazione e una scelta, condivisa con la Direzione Tecnologie, delle migliori tecnologie disponibili sul mercato e per la definizione e il rispetto dei percorsi del pulito e dello sporco”.

In poco più di vent’anni lo IEO ha contribuito a cambiare la lotta al cancro a livello nazionale e internazionale, avvicinando in modo significativo il traguardo del controllo della malattia. Da un lato ha ideato e promosso un nuovo modo di curare il malato, che tiene conto, oltre che dell’efficacia della cura, anche della qualità della vita; dall’altro ha generato innovazioni che hanno cambiato o stanno cambiando la pratica clinica in oncologia. In un contesto così attento alla cura mirata, alla medicina personalizzata con al centro la “persona” e al benessere globale del malato, un occhio di grande riguardo è dedicato alla massima igiene. 

Per la cura dei pazienti, i servizi di pulizia e sanificazione sono assai rilevanti e delicati sia per il buon funzionamento dell’ospedale che ai fini della prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA). Come sta portando avanti questi obiettivi la Direzione Sanitaria dell’Istituto Europeo di Oncologia?

La sanificazione ambientale rappresenta uno dei pilastri nella prevenzione delle ICA, soprattutto tenendo conto delle capacità di persistenza dei microrganismi nell’ambiente anche in condizioni non favorevoli, laddove la pulizia non venga eseguita con la giusta tecnica e sequenza. Per quanto riguarda i prodotti utilizzati per la sanificazione, la insoluta questione: se siano più efficaci i disinfettanti dei detergenti nella sanificazione, laddove la tecnica impiegata sia corretta e se essi siano coinvolti nello sviluppo di una resistenza crociata agli antibiotici nei microrganismi, è stata risolta in IEO con una differenziazione delle aree per livello di rischio infettivo: alto, medio e basso, secondo le quali il prodotto utilizzato, la formazione del personale addetto e il controllo della sanificazione sono diversificati.

Nella progettazione e realizzazione della ristrutturazione di questa prestigiosa struttura sanitaria si è tenuto conto dell’esigenza di igiene e sanificazione dei locali?

In tutti i lavori di progettazione e di ristrutturazione dello IEO viene sempre coinvolta attivamente l’area igienico-sanitaria per una valutazione e una scelta, condivisa con la Direzione Tecnologie, delle migliori tecnologie disponibili sul mercato e per la definizione e il rispetto dei percorsi del pulito e dello sporco. La Direzione Sanitaria, inoltre, conoscendo i processi in essere nei vari setting assistenziali, grazie al suo costante rapporto con gli operatori coinvolti, può essere di grande aiuto nella identificazione di criticità e di proposte di miglioramento strutturale. Un esempio per tutti è la realizzazione di aree pazienti e comuni molto ampie che facilitano assolutamente la sanificazione ambientale.

Veniamo al nodo critico delle infezioni nosocomiali e alla loro prevenzione: qual è il trend all’interno del vostro Istituto IEO? Quali strategie di prevenzione vengono messe in atto? Quali obiettivi vi siete dati? 

Il trend delle infezioni ospedaliere in IEO si mantiene mediamente al di sotto dei benchmark esterni presi di riferimento, da dati di letteratura per tipologia di interventi e contesti sanitari comparabili col nostro. Qualsiasi situazione nella quale l’incidenza di un’infezione superi tale livello viene approfondita, al fine di identificarne le potenziali cause e gli eventuali correttivi da attuare secondo procedure recentemente verificate anche dalla Joint Commission Institute che ha accreditato lo IEO per la sesta volta dal 2002. Le nostre strategie di prevenzione passano in primis dall’educazione e dalla restituzione dei dati di sorveglianza al personale sanitario coinvolto, al fine di rendere consapevoli e formati gli operatori sanitari, quali principali protagonisti del miglioramento e della qualità del servizio offerto. Gli obiettivi che ci siamo dati sono di raggiungere il target 0 per molte infezioni correlate all’assistenza, come le batterie CVC-correlate, che secondo la Evidence-Based Medicine sono evitabili con interventi sul campo su operatori e pazienti. 

Attualmente come sono organizzati i servizi di pulizia dei locali dello IEO? Vi servite di un operatore esterno? Quali sono i protocolli di formazione in materia di igiene e pulizia? 

In IEO il servizio di pulizia è dato in appalto a una ditta esterna. La formazione del personale coinvolto nella sanificazione di superfici e dispositivi, interno ed esterno, viene effettuata attualmente ad opera dei coordinatori di unità assistenziale e dei capotecnici, attenendosi alle procedure emanate dall’area igienico-sanitaria. Al fine di uniformare il grado di conoscenza, a partire da settembre, i corsi introduttivi per il personale esterno saranno tenuti dal personale afferente all’area igienico-sanitaria della Direzione Sanitaria, mentre rimarrà in carico a coordinatori e capotecnici la formazione on the job.

Per quanto riguarda le procedure di sterilizzazione e smaltimento dei rifiuti, come siete organizzati? 

Lo IEO ospita l’unico corso in Italia per operatori di Centrale di Sterilizzazione, che è strutturato con lezioni frontali in aula, tenute da esperti nel campo, ed ore di tirocinio pratico; il personale operante in Centrale è stato selezionato tra coloro che hanno seguito il corso, quale garanzia di uniformità di comportamento che si attiene alle più recenti linee guida di settore. Le attività principali della Centrale di Sterilizzazione sono proceduralizzate e le procedure sono periodicamente aggiornate al fine di incorporare le più recenti indicazioni legislative e scientifiche, e revisionate ad opera dell’area igienico-sanitaria della Direzione Sanitaria. Il processo di smaltimento dei rifiuti è certificato secondo la ISO 9001:2015 ed è gestito da personale della Direzione Sanitaria, nello specifico dal medico che riveste il ruolo di responsabile ambientale dello IEO. Anche in questo caso, le principali attività sono riportate in specifiche procedure, periodicamente aggiornate. In entrambi i casi, i processi sono oggetto di registrazione di non conformità rispetto a quanto previsto nelle procedure e di audit interni programmati. Ogni non conformità rilevata prevede un’analisi delle cause e l’attuazione di un progetto di risoluzione della stessa.

Come sono effettuati i controlli sugli interventi di pulizia? Quali standard di qualità vengono perseguiti? In particolare, per quanto concerne le sale operatorie e i reparti a maggior rischio infezioni? 

I controlli sull’esecuzione delle pulizie viene effettuato con delle schede di tipologia diversa a seconda del differente livello di rischio infettivo, compilate dal coordinatore infermieristico; le sale operatorie, l’Unità Operativa di Oncoematologia e la Terapia Intensiva rientrano nelle aree ad alto rischio e prevedono l’utilizzo di prodotti disinfettanti e di processi di sanificazione, potenziati (per esempio ulteriori ripassi nella giornata) nel caso di pazienti colonizzati o infetti con microrganismi multiresistenti. La progettazione delle schede è il risultato del lavoro di un gruppo multidisciplinare, coordinato dall’area igienico-sanitaria della Direzione sanitaria, e tiene conto non solo di raccomandazioni sulla sanificazione riportate in documenti internazionali (linee guida australiane e canadesi) ma anche della tipologia di contratto esistente con la ditta in appalto, che sono gli standard di qualità ai quali ci atteniamo. La raccolta delle schede e l’analisi dei dati è in capo all’infermiere addetto al controllo delle infezioni di Direzione Sanitaria. 

È previsto l’impiego di moderne tecnologie (lavasciuga pavimenti, aspiratori ecc.) per la pulizia e igienizzazione delle superfici? 

No, attualmente in IEO viene unicamente utilizzato il bioluminometro come controllo periodico del processo di sanificazione ambientale nelle camere di degenza sulle superfici altamente toccate, come definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Che importanza attribuisce alla necessità di una progettazione ospedaliera che tenga conto, tra i vari fattori e le indicazioni dei criteri guida obbligatori, anche della necessità di facilitare al massimo la pulizia, igiene, sanificazione e sterilizzazione dei locali?

Una progettazione per essere funzionale deve attenersi sicuramente alle normative vigenti e ai requisiti di accreditamento e tenere conto delle attività e del numero di persone e macchinari che abitualmente dovrà ospitare. Nella progettazione, ovviamente, non si può prescindere dalla valutazione della complessità e delle criticità legate alla sanificazione degli ambienti, visto che la sicurezza del paziente viene sempre al primo posto, nonché all’impatto anche economico che una manutenzione ordinaria, come la sanificazione, può avere sul budget ospedaliero. È, dunque, essenziale che in questa fase vengano analizzate tutte le potenziali migliorie e criticità in ambito di rischio infettivo da parte di un’équipe multidisciplinare della quale, imprescindibilmente, deve far parte la Direzione Sanitaria.

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