Linea Guida “La cultura del pulito”: PRIMO VOLUME, SECONDO CAPITOLO
Uno strumento di lavoro dedicato alle diverse figure professionali che compongono il mondo del cleaning realizzato da Mauro Martini, uno dei maggiori esperti del settore
Il percorso della Linea Guida si sviluppa su tre volumi. Il primo, La Cultura del pulito, evidenzia come gli aspetti culturali analizzati in profondità forniscano gli spunti per potenziare l’attività dei servizi, creare nuove opportunità lavorative sia per le imprese sia per le aziende. Apre nuove prospettive per il lavoro, creando o valorizzando le figure intermedie, come i capi servizio, le governanti, i portatori d’interessi, inserendole a pieno titolo non solo nell’attività specifica, ma quali portatori della cultura dell’ospitalità, la cultura del pulito e la sicurezza, la cultura della professione nel tessuto socio economico e nel contesto urbano.
In questo numero proponiamo il secondo capitolo del primo volume, La Riunione.
1- IL COORDINATORE DELLA RIUNIONE: L’ARTISTA INFILTRATO
Mauro Martini è uno dei maggiori esperti, a livello internazionale, sulle tematiche concernenti le attività del settore delle pulizie professionali.
Il suo impegno è stato essenzialmente rivolto alla modernizzazione, proponendo soluzioni tecnicamente avanzate a favore della qualità e a una maggiore dignità sociale dei suoi addetti.
Martini oltre vent’anni fa ha proposto il primo programma (“Stratos”), sulla modalità di attuazione dei preventivi (inserito da Giulio Guizzi nel suo libro dedicato alle pulizie professionali); sempre sul versante delle proposte innovative segnaliamo anche le indicazioni, avanzate per la prima volta nel settore dei servizi di qualità da proporre al settore alberghiero.
Martini ha tenuto numerosi corsi di formazione per conto di importanti aziende industriali, sia per i dipendenti delle aziende, che per i loro clienti: rivenditori, imprese di pulizia; parallelamente a questo impegno, svolge un’importante attività nel campo delle arti visive, realizzando opere di alto spessore culturale.
Martini, Fondatore del movimento dei fluttuanti, sceglie la dimensione della sottostima come terreno di confronto, con l’obiettivo di usare la creatività per ridare considerazione a un settore ritenuto marginale ma che nella realtà ha un enorme valore nei confronti della vita.
Martini osserva gli scenari della globalizzazione, le derive populistiche, l’aumento esponenziale della povertà, la dilagante problematica dei rifiuti, le molteplici energie e le intelligenze sottostimate, le aziende cristallizzate su posizioni obsolete, i rapporti personali sempre più impersonali, scenari che scuotono chi è sempre alla ricerca dell’ispirazione per accorciare la distanza tra il fenomeno artistico e il mondo del lavoro.
Martini ha la consapevolezza che ogni volta che si confonde la missione che ispira ogni attività con i soli obiettivi economici si perde di vista l’essenza dei problemi, l’immaginazione s’impoverisce e si allarga a dismisura la dimensione della sottostima.
Martini per diventare forza antagonista a quest’appiattimento ha realizzato la Linea Guida “L’azienda nell’azienda“, un primo passo per disegnare un nuovo modello economico e culturale nei rapporti tra le aziende mandanti e quelle che operano al loro interno.
2- IL PROGETTO
All’apertura di un tavolo con i Dealer che operano sul territorio, saranno esposti i temi che rappresentano gli obiettivi a fronte dei quali andranno indicate soluzioni tecniche e organizzative per realizzarli.
Il progetto nasce a causa dell’evidente stato di degrado che si riscontra in molti ambienti di lavoro, dove il pulito è solo apparente e troppe superfici sono escluse da ogni forma di trattamento, inoltre la mancata prassi igienica sulle superfici e la gestualità degli operatori è causa di molte patologie e dei riflessi negativi sull’immagine delle aziende mandantI e di quelle esecutrici.
Ed è in quest’ottica che occorre modificare la competenza del committente nei confronti delle pulizie rivedendo i sistemi organizzativi e gestionali, ma soprattutto i rapporti committente e impresa, dove i preconcetti impediscono una visione più moderna dell’attività.
Occorre alzare il tasso tecnico delle imprese, evitando la genericità a favore della specializzazione, solo così la qualità e l’economicità può essere garantita lungo tutta la dorsale dell’appalto.
3- Il Dealer e il Management delle aziende
Il compito del fornitore delle tecnologie necessarie a garantire la vivibilità degli ambienti sotto il profilo igienico, estetico e funzionale è quello di dialogare con il management pubblico e privato, che vive momenti di tensione, alla ricerca delle maxi soluzioni finanziarie.
Una deriva culturale che ha partorito un mostro a più teste che rende le soluzioni sempre più complesse, anche perché ad affrontarla sono chiamati gli stessi manager che l’hanno favorita.
Il management, imbrigliato dai limiti della propria cultura legata al profitto ad ogni costo, avendo vissuto tra schemi obsoleti e un ottuso pragmatismo che ha reso sterile la visione della quotidianità, spesso non è in grado di mettere in discussione gli errori consolidati, impegnato a mascherare le sconfitte di un sistema che ha favorito obiettivi trasversali ed evita con ogni mezzo l’avvento del nuovo.
É proprio a causa di questo dato incontestabile che è maturata la proposta di aprire un tavolo intorno al quale il management potrà toccare con mano gli effetti dell’omologazione del pensiero, le teorie economiche obsolete, e confrontarsi così con scenari diversi, adeguandosi alle nuove sfide e adottando una visione che deve poggiare su un sistema valoriale ideologico ed espressivo che trae nuova linfa ed energia dall’infinita dimensione dei sottostimati.
Scenari culturali che incidono profondamente nell’ambito produttivo, come la cultura del pulito, dell’ospitalità della professione e della sicurezza.
Dialogare su questi temi spingerà il management a guardare con occhi realisti, e a non opporsi con forme pregiudiziali alle trasformazioni delle procedure e delle situazioni operative.
4- LA RIUNIONE UN’AREA INESPLORATA
L’apertura di un tavolo, con i dealer locali per dotare questa figura professionale del know how necessario per confrontarsi culturalmente e tecnicamente sia con le aziende mandanti e quelle esecutrici per informare i responsabili sulle situazioni che mettono a rischio la vivibilità degli ambienti di lavoro.
Questa forma di riunione è un’area inesplorata, infatti, abbandona l’aula di tipo scolastico e si sposta in una sala riunioni dove il dealer agirà da coordinatore tra il responsabile della sicurezza dell’azienda mandante e quello dell’impresa.
La riunione ripercorrerà il percorso delle analisi effettuate e i risultati riguardanti l’organizzazione, la forza lavoro, i set operativi utilizzati e le modalità degli interventi.
Questo senza occultare o minimizzare le problematiche, bisogna, infatti, tenere conto che l’incontro ha come obiettivo la ricerca dei reali bisogni dell’ambiente, cercando di trovare le procedure più idonee per conseguire risultati su tutti i tre obiettivi più importanti: igiene, estetica e funzionalità. La presenza al tavolo della riunione dei due responsabili consente la valutazione delle interferenze e dei rischi correlati con lo svolgimento delle operazioni.
La Linea Guida “L’azienda nell’azienda “ agevolerà il confronto tra mandante ed esecutore, per creare una visione univoca sulle problematiche tecniche e organizzative necessarie a garantire che gli interventi di pulizia siano conformi alle esigenze igieniche, estetiche e funzionali espresse dall’analisi accurata dell’ambiente.
5 – L’OBBLIGATORIETÀ
L’obbligatorietà di questo percorso istruttivo è riscontrabile dalle indicazioni del documento unico di valutazione dei rischi. Com’è noto gli adempimenti e il rispetto della normativa che fa riferimento al documento sono a carico del responsabile della sicurezza. Questi adempimenti necessitano una preparazione specifica, e quindi l’obbligo a partecipare a corsi che permettano di acquisire la competenza necessaria per provvedere alla sicurezza dei visitatori, dei lavoratori, e di chi sosta nell’ambiente di lavoro.
Con la costituzione della Comunità Economica Europea si è sentita l’esigenza di tutelare tutti i cittadini-consumatori a essa appartenenti, secondo gli stessi criteri: per questo, è stata emanata la direttiva in materia di responsabilità per danni causati da prodotti difettosi. Con il termine difettoso ci si riferisce non alla mancanza di funzionalità, ma alla mancanza di sicurezza del prodotto, e ai rischi che può provocare durante l’utilizzo. In questo contesto, la mancata o errata pulizia di superfici o oggetti può rappresentare un rischio per la salute della persona, o provocare danni alle strutture e alle attività del cliente.
6 – IL RESPONSABILE DELLA SICUREZZA
Non è possibile che in un ambiente lavorativo non sia presente una figura professionale che sappia sviluppare il piano degli interventi e tracciare un profilo economico variabile per confrontarsi con la struttura esterna. Compito del management dovrebbe essere quello di delegare una persona, ad esempio il responsabile della sicurezza, ricordandogli che nel documento di valutazione dei rischi è presente anche il rischio biologico, e che avrà quindi il compito di interagire con l’impresa preposta, per verificare se gli interventi effettuati e i metodi applicati corrispondono a una corretta prassi igienica.
Il responsabile della sicurezza deve conoscere il suo ambiente non meno del responsabile della squadra dei pulitori, per interagire e condividere i criteri di scelta.
La riunione è il momento più idoneo per decidere la struttura definitiva di un progetto e raggiungere la convinzione di aver disegnato uno scenario corretto. È il momento opportuno per ridurre ed eliminare le distanze che tradizionalmente separano il mandante e l’esecutore, e trovare un modus operandi basato sulla collaborazione e sulla conoscenza delle reciproche difficoltà. Questo aiuta ad aprire un dialogo che porti a concretizzare ciò che deve essere fatto, consentendo a entrambe le parti di esprimere il proprio punto di vista.
7 – L’ASSUNZIONE DELLA RESPONSABILITÀ
Il fatto che nonostante l’impegno dei dealer a fornire attrezzature e prodotti di qualità si riscontra una costante regressione della qualità e un aumento esponenziale dei rischi biologici.
La mancata cultura del pulito da parte dei responsabili degli ambienti di lavoro, che si accontentano della pulizia di facciata, confidando nel fatto che i batteri non sono visibili a occhio nudo non si rendono conto che mensilmente finanziano l’inquinamento batterico del proprio ambiente.
Un quadro della situazione non certo edificante, quando sarebbe sufficiente far istruire il responsabile della sicurezza per interagire con il responsabile dell’impresa e trasformare le metodologie domestiche in una vera e propria industrializzazione delle operazioni.
Industrializzazione che non lascia spazio alla discrezionalità dell’operatore e alla sua interpretazione del pulito ma agisce correttamente sulle tre linee di produzione che attraversano compiutamente ogni locale rendendo la qualità più economica rispetto ai costi del disservizio.