Ozono e Covid-19, attenzione alle fake news
Marco Ferrari, Operatore Professionale Coordinatore della ASST della Provincia di Lodi, ci mette in guardia relativamente alle supposte attività disinfettanti nei confronti del Coronavirus
Intendo esprimere la preoccupazione che nasce a causa di un bombardamento mediatico di notizie e siti internet che propongono soluzioni inerenti l’utilizzo dell’ozono per prevenire ed eradicare la diffusione del Covid-19. Anzi alcuni arrivano persino a definire “sterilizzanti” gli apparecchi che utilizzano l’ozono per questi scopi.
Non mi riferisco, naturalmente, alle sperimentazioni che stanno partendo in questi giorni in alcuni centri ospedalieri dopo l’avvenuta autorizzazione dell’Istituto Superiore di Sanità in merito all’impiego dell’Ozono terapia medica di supporto ai trattamenti farmacologici specifici contro la SARS-Cov-2.
Mi preoccupa la leggerezza con cui questi apparecchi, che non hanno nessuna autorizzazione a fregiarsi del termine di disinfettante o sanificante atto all’effettiva eradicazione del Coronavirus responsabile della SARS-Cov-2, vengono classificati come tali. Il termine giusto sarebbe igienizzanti, che nulla hanno a che fare con la disinfezione: questo evidentemente è un particolare di estrema importanza, in quanto il messaggio che talune aziende produttrici stanno diffondendo con martellante veemenza mediatica configura che un ambiente trattato con tali dispositivi possa essere idoneo all’accoglienza e sicuro sotto l’aspetto microbiologico. Mi spaventa la fuorviante presentazione che accompagna tali prodotti ad ignari utilizzatori.
Infatti l’attuale normativa prevede che: “Tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione di disinfezione sono classificabili come prodotti biocidi e/o Dispostivi Medici debbano essere posti in commercio solo dopo aver ottenuto una specifica autorizzazione alla commercializzazione da parte del Ministero della Salute o della Commissione Europea. Anche i prodotti che riportano l’indicazione del termine “sanitizzante/sanificante” si considerano rientranti nella definizione di prodotti biocidi e pertanto sono sottoposti al relativo regime autorizzativo”.
Come evidenziato nella nota del 20 febbraio 2019 e consultabile a questo indirizzo.
Purtroppo in questi ultimi giorni ho avuto modo di parlare con molti cittadini ed ex pazienti ricoverati per SARS-Cov-2, con responsabili e titolari di aziende e industrie, oltre che associazioni istituzionali e associazioni di soccorso, i quali hanno acquistato anche a prezzi non certo popolari detti apparecchi confidando che tali trattamenti eradicassero anche il 99,99 % di tutti batteri specie patogeni ed in particolare il Coronavirus responsabile della SARS-Cov-2. Questo riferito anche a trattamenti di aree confinate di rilevanti dimensioni dato che era stata loro garantita tale azione dì disinfezione grazie al potere biocida o sanificante e persino sterilizzante da parte di chi ha proposto e venduto loro tali apparecchi.
Concludo sottolineando che oltre a quanto esposto in precedenza, sono preoccupato dalla sottostima del rischio di esposizione indiretta e diretta a tali trattamenti, infatti come è evidenziato nel sito della European Chemical Agency (https://echa.europa.eu/it/substance-information/-/substanceinfo/100.030.051) il limite di esposizione professionale all’ozono nell’uomo è bassissimo.
L’invito è dunque alla assoluta vigilanza con estrema urgenza a cautelare chi effettivamente cerca di attenersi alle normative impartite dal Ministero della Salute e da altri organi competenti a non dover riabilitare ambienti dopo trattamento igienizzato con taluni apparecchi classificati di largo consumo e attenzionare gli organi preposti compresa la magistratura ad intervenire sull’argomento evidenziato onde scongiurare nuove ripartenze epidemiologiche dato che l’OZONO generato in situ per la igienizzazione delle superfici comporta dei rischi e delle controindicazioni importanti, resta inoltre il tema dell’evidenza scientifica ove non vi è nessuna e ribadisco nessuna evidenza scientifica della attività disinfettanti nei confronti del Coronavirus responsabile della SARS-Cov-2.
Marco Ferrari
mferrari.ips@gmail.com