Area TecnicaLa cultura del pulito

Linea Guida “La cultura del pulito”: PRIMO VOLUME, QUARTO CAPITOLO

Uno strumento di lavoro dedicato alle diverse figure professionali che compongono il mondo del cleaning realizzato da Mauro Martini, uno dei maggiori esperti del settore

 

1.4.1 La cultura alberghiera

Le strutture ricettive che svolgono l’attività alberghiera sono come le due facce della stessa moneta.

Allo stato attuale prevale quella più commerciale impegnata a offrire a una clientela eterogenea un prodotto la cui qualità non sempre è omogenea e costante anche se  presentato in un’elegante confezione. 

La  politica aziendale può avere nuovi orientamenti, se saprà cogliere l’essenza della cultura alberghiera.

La cultura alberghiera è la  massima espressione della cultura dell’accoglienza che è molto più del sorriso e il saluto per ingraziarsi il cliente.

La cultura alberghiera può essere la linea guida per tracciare un  percorso della crescita sociale ed economica  attraverso  la cultura del dialogo  i  contatti, la conoscenza delle varie  culture, e i diversi  orientamenti economici. 

Le potenzialità che può avere lo sviluppo di questa e altre culture è insita nell’attività alberghiera, ma allo stato attuale l’attenzione del management privo di ogni forma di creatività, guarda solo al lato commerciale della moneta.

Le amministrazioni locali e il management alberghiero devono creare le condizioni perché il viaggiatore si senta ospite non solo dell’albergo, ma soprattutto della città, infatti, il flusso dei viaggiatori lascia una scia a ogni contatto e crea occasioni per l’interscambio.    L’accoglienza piacevole e costruttiva  trasforma il viandante nel suo paese o ovunque vada in un vero e proprio promotore turistico. 

1.4.2 La sacralità dell’ospite

La quotidianità nell’albergo è un grande pellegrinaggio dove s’incontrano le voci del mondo.  L’ospitalità è un rito e la sua cultura si perde nella notte dei tempi, infatti, se ne trova traccia nelle Sacre Scritture, da quando l’uomo cessa di essere stanziale e inizia a viaggiare, portando con sé cultura e usanze della sua terra, raccogliendo a sua volta notizie e storie come un moderno giornalista, contaminando con la sua cultura, i suoi racconti, gli indigeni.

Il mancato sviluppo di questa ispirazione sia da parte delle strutture alberghiere che del tessuto socio-economico rende asettici gli scambi con i flussi turistici o commerciali.

Appare evidente che l’albergo ha perso l’essenza della cultura dell’ospitalità, puntando esclusivamente sul comfort dell’ospite, considerato solo un cliente, investendo le risorse per realizzare super camere in eleganti cattedrali nel deserto urbano.

Questa non esaltante realtà è riscontrabile dalla sommarietà con cui la maggioranza delle strutture alberghiere si prende cura della possibilità che l’ospite contragga qualche patologia per la mancata applicazione della corretta prassi igienica mentre dedica particolare cura alla pulizia di facciata.

A conferma di quanto dichiarato la tendenza ad affidare il reparto camere ad aziende esterne non fornendo risorse adeguate e senza verificare i livelli della  formazione degli operatori.

I flussi turistici e commerciali rappresentano per l’albergo la linfa vitale ma solo se le eterogenee forme di cultura competenze del viaggiatore trovano la possibilità a interagire con il tessuto socio economico scatteranno gli impulsi per la crescita; che garantirà la costanza e la consistenza dei flussi turistici.

Ed è in quest’ottica che i management possono sviluppare progetti di fattibilità su una varietà di iniziative che possono aprire nuove prospettive.

1.4 3 Progetto ospitalità 

Il partecipante deve osservare il proprio modo di essere, ripulire il pensiero da ogni pregiudizio e preconcetto e liberare le proprie verità nel senso più esteso del termine così ogni gesto quotidiano riacquista il suo valore originario e ogni oggetto, uomo o situazione ritrova un’identità e una funzione più creativa di quella abituale.

L’albergo, allo stato attuale, occupa il ruolo del contenitore asettico mentre potrebbe con un suo apparato interagire con l’enorme patrimonio culturale ed economico che ruota intorno alle sue strutture.

L’albergo può rappresentare la sede dove l’ospite ha l’opportunità di incontrare le rappresentanze delle associazioni che operano nel tessuto socio-economico.

Il progetto ospitalità prevede, infatti, la creazione di una struttura operativa in grado di interagire con le strutture ricettive e le attività del tessuto socio-economico e culturale per favorire il contatto con l’ospite per far conoscere e apprezzare quanto di meglio può offrire il territorio in ogni suo aspetto.

I flussi turistici e commerciali sono determinati dalle attrattive che un territorio è in grado di proporre attraverso manifestazioni culturali, sportive o commerciali. Se sarà fornita l’opportunità a entrare in contatto con le attività note solo agli indigeni, infatti, è l’intima soddisfazione dell’ospite, che lo trasformerà in un efficace promotore turistico.

L’ospite è portatore a ogni livello di ricchezza economica e culturale e trarre da questo contatto dei benefici è semplice, basta cogliere ogni sfumatura culturale ed economica e considerare il viandante non un cliente da spremere ma un ospite sacro con cui interagire.

1.4.4 Le culture base

CULTURA DELLA PROFESSIONE

L’appagamento, la serenità che un individuo prova al termine di una giornata di lavoro nel corso della quale si è espresso ai suoi massimi livelli e ha potuto toccare con mano un risultato eccellente a causa del suo lavoro, non cerca il consenso se non quello di se stesso.

Solo chi lavora in funzione di una missione è solidale con la vita, instancabile faccendiera, trova il riposo che ammiriamo nella natura quando sembra sognare se stessa.

L’assunzione di responsabilità nei confronti di sé stessi, dei compagni, dell’azienda e della società, trasforma un operatore generico in un professionista il quale, proprio per coerenza nei confronti del proprio impegno operativo e sociale, compie ogni sforzo per migliorare la qualità della prestazione.

CULTURA DELL’OSPITALITÀ

Quando un operatore è portatore della cultura dell’ospitalità, ciò lo porta a considerare i beneficiari della sua attività con la stessa attenzione con cui ospiterebbe un parente o una persona di riguardo nella propria casa.

CULTURA DELLA SICUREZZA

La consapevolezza che le maggiori situazioni a rischio si creano nel corso di un’azione o per effetto del movimento e della movimentazione dei materiali, il responsabile della sicurezza deve interagire con gli operatori non solo nella prospettiva di un possibile infortunio, ma deve acquisire la competenza per verificare le forme di contrasto in essere nei confronti del rischio biologico sia nei confronti degli inquilini e per gli ospiti di quell’ambiente. 

1.4.5 La cultura del pulito   

Le normative, i divieti e la pressione delle sanzioni sono l’espressione di una classe dirigente che non è in grado di lavorare sul termine cultura, erroneamente utilizzata solo per le espressioni artistiche presenti in una comunità. 

La cultura del Pulito ha con se  come  la cultura della professione dell’ospitalità e della sicurezza che fa sì che si esprimono attraverso la coerenza dei   suoi comportamenti .

 

Diffondere ogni forma di cultura è molto difficile e, tuttavia una classe dirigente illuminata che non persegue solo le politiche dell’apparire deve saper cogliere le opportunità che alcuni eventi possono offrire.

La cultura del pulito radicata tra gli addetti esalta la qualità della sua prestazione e stimolala collaborazione dei beneficiari e il rispetto sociale della sua la sua professione.

La cultura del pulito sussurra nell’orecchio e indica alle persone i comportamenti che comodi per se stessi ma nocivi per altri non si possono fare.

La tragica opportunità di una pandemia deve ricordare e radicare nelle persone la cultura del Pulito quale primo ed efficacie baluardo nell’ambito della prevenzione delle patologie oltre all’immagine personale e del paese. 

Chi possiede la cultura del pulito e la sente propria, saprà bene illustrarla e, se necessario difenderla nel contesto sociale in cui vive o lavora.

La pulizia in ambienti particolari come gli ospedali, le industrie alimentari, gli alberghi nell’ambito del confronto globale dove la cultura del pulito acquista urgenza, e prevede responsabilità distribuite e un’ordinata gestione, come la pulizia del territorio e in ogni altro ambiente, indica chi siamo e dove stiamo andando, diversamente, le iniziative per esaltare l’immagine che vogliamo spendere, risulteranno come una moneta falsa.

Una sottolineatura necessaria è che lo sporco evidente si contrasta con la rimozione mentre un pulito apparente inganna ed è pericoloso . 

1.4.6 La cultura del dialogo

Osservando le persone che per turismo o per affari hanno lasciato dietro di sé il ripetersi rassicurante del proprio habitat, i comportamenti imposti dal ruolo sociale e familiare, i luoghi comuni che soffocano i sogni e la creatività, ci si rende conto che ognuno di noi ha oscurato molti aspetti del suo modo di essere e che nel proprio ambito è difficile essere liberi di esternare, confidare, interagire con sconosciuti se non appartengono allo stesso ceto sociale, mentre fuori contesto è più facile conversare con persone di ogni paese, cultura, scoprendo tradizioni di un altro tessuto socio-economico, confrontare le diverse organizzazioni sociali, verificare se il sentito dire corrisponde alla realtà.

Tutto ciò può avvenire nella hall, l’anima dell’albergo, dove con periodicità grandi o piccoli spaccati della globalità possono confrontarsi riscoprendo l’antica sacralità dell’ospite e la sua funzione. La contaminazione è un’esperienza illuminante e i suoi ampi respiri s’intrecciano al mondo reale e alle persone che attraverso i contatti umani costruiscono rapporti che possono dare adito alla nascita  di aziende stanziali ed espanse nel mondo. La contaminazione assume la funzione di un teatro dove occorre negoziare che cosa dovranno rappresentare gli scenari in un mondo globalizzato, quali valori meriteranno di essere difesi e da quali bisognerà prendere le distanze e ciò deve essere fatto con urgenza prima che il tutto si coaguli in una poltiglia informe.

La diversità culturale è sempre messa in discussione a favore di un universalismo monocromatico, facile da identificare e gestire dai potentati economici che possono contare su una vasta arena del consenso. Nuovi disegni, nuovi scenari iniziano a delinearsi con la contaminazione delle culture, trasformando i rapporti in un’esperienza illuminante che suscita entusiasmi e dove il vecchio e il nuovo cercano gli elementi di fusione per sconfinare e andare oltre, considerando l’albergo un’opportunità per residenti e viaggiatori per smuovere situazioni di stallo o trovare un partner per i propri progetti e, perché no, ritrovare un po’ se stessi.

 

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